Nucleare 2: il ritorno del mostro
riceviamo e pubblichiamo:
Volantino diffuso nel mese di maggio tra Treviso e Venezia
NUCLEARE 2 : IL RITORNO DEL MOSTRO
Un anno fa circa è stato firmato un accordo tra la Francia e l'Italia, per la costruzione di tre nuove centrali nucleari in territorio italiano. Tra i siti appetibili spiccava anche il nome di Chioggia ed entro la fine di questo mese dovremmo avere l'annuncio ufficiale, da parte del Governo, dei luoghi scelti per l'installazione delle nuove centrali.
L'accordo si inserisce in un generale rilancio (ma sarebbe più giusto parlare di “riarmo”) del nucleare in tutta Europa e nell'Occidente in generale. Il tutto è stato accompagnato da una intensa campagna mediatica tesa a sponsorizzare la tecnologia nucleare come soluzione definitiva alla continua necessità di energia elettrica e dal bisogno, da parte dell'industria italiana, di essere competitiva con quelle dei paesi confinanti. Cercando di spacciare i nuovi reattori di terza, quarta, quinta (sesta?) generazione come dei miracoli del progresso, il nucleare è passato sui media quasi come una splendida energia pulita e addirittura sicura. Chi afferma questo mente, sapendo di mentire; gli incidenti nelle centrali si sono susseguiti in continuazione sino ad oggi in tutti i paesi “nuclearizzati” (nonostante il silenzio complice di media ed istituzioni), hanno provocato morti per leucemia e nascite deformi tra la popolazione e rappresentano tutt'oggi un pericolo e una minaccia costante per chi si ritrova a conviverci. Senza parlare poi, delle scorie accumulate per la produzione di questa energia (con relativi effetti collaterali), che rimarranno in eredità ai nostri successori per migliaia di anni.
Sono passati 23 anni dal famoso referendum che abolì il nucleare in Italia. All'epoca l'impressione suscitata dalla catastrofe di Chernobyl era molto forte e la situazione politica era troppo fragile per imporre con la forza una cosa talmente impopolare per la popolazione e così, per una ventina d'anni, ci si è illusi che ormai avevamo voltato pagina e che del nucleare non ne avremmo più sentito parlare.
Lasciato passare un po' di tempo, aspettando che la memoria (e soprattutto l'opposizione) si affievolisse, il governo ha rilanciato con un semplice decreto legge il progetto nucleare, calpestando referendum e petizioni con buona pace per i sostenitori della legalità, della costituzione, della democrazia ecc...Oggi quella consultazione popolare non è altro che carta straccia.
Non solo non è stato chiesto a nessuno un parere sulla possibilità di ritornare o no al nucleare (fatto che dimostra ancora una volta la complicità tra le varie forze politiche in Parlamento), ma è stato direttamente esteso il segreto di Stato sull'argomento e le zone scelte per le nuove centrali saranno considerate territorio militare, tanto per far capire subito come verranno gestite tutte le procedure per la costruzione delle nuove centrali...Altro che elezioni e referendum! Chi vorrà opporsi al nucleare dovrà essere pronto a ritrovarsi di fronte ad un enorme dispiegamento di forze militari -e non- predisposte alla difesa dei cantieri e pronte a tutto pur d'imporre questa mostruosità, così indispensabile per chi governa questo mondo al collasso.
Eh si, perché, in effetti, il nucleare non è solo l'ideale ma è addirittura indispensabile per garantire la stabilità di un sistema come quello capitalistico che si regge sullo sfruttamento e la devastazione del nostro pianeta, alla esasperata ricerca di risorse energetiche e che provoca continue guerre per la gestione e il controllo di queste. Guerre che diventano sempre più intense e in cui il nucleare ha un ruolo sempre più determinante: inutile ripetere che questa tecnologia e nata per scopi militari e gli effetti li conosciamo tutti, ma anche nel caso delle centrali il confine tra civile e militare è piuttosto labile, basti ricordare che l'industria militare ricicla parte delle scorie prodotte dalle centrali per la fabbricazione di armamenti ad alto potenziale o delle più versatili armi a bassa intensità che vengono utilizzate dagli eserciti di mezzo mondo nei conflitti che insanguinano il pianeta. Ecco spiegato come mai alla costruzione di una centrale, ne consegue una massiccia militarizzazione del territorio ed un aumento delle misure repressive a tutti i livelli. Dall'altro lato, la vita di chi si ritrova a convivere con un mostro del genere, viene completamente sconvolta: si vive perennemente con la consapevolezza che da un momento all'altro questa bomba ad orologeria potrebbe avere dei problemi, ci si ritrova impotenti e coscienti che la propria vita dipende dalle mani e dalle decisione di qualche tecnocrate o di qualche politico...in pratica una sorta di cappio al collo.
Un mondo nucleare è un mondo di guerra e distruzione, e per sorreggersi ha bisogno di sempre più ordine e sicurezza. Opporsi al nucleare significa, quindi, opporsi ad un (non)futuro sempre più oppressivo ed esasperante.
Un' opposizione dal basso ci sembra l'unica via per fermare questa bulimia, e ne abbiamo avuto una conferma un paio di anni fa a Scanzano Jonico, dove un'intera regione è praticamente insorta contro l'installazione di un deposito di scorie. Una lotta del genere è possibile, però, solo lontana da partiti, sindacati ed associazioni ambientaliste la cui unica funzione è quella di concertare, mediare e quindi imbrigliare un movimento che potrebbe mettere in discussione l'intero modello di sviluppo partendo dalla neutralizzazione di qualsiasi progetto nucleare. Una lotta autogestita dal basso, a nostro avviso, è l'unica maniera per non far arenare il movimento contro il nucleare in una semplice diatriba tra specialisti, su quale energia sia meglio o peggio, ma che porti una critica radicale alla società che lo produce.
NON ESISTE OPPOSIZIONE AL NUCLEARE SENZA UNA CRITICA AL MONDO CHE LO PRODUCE!



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