"Fare. Fare qualcosa, fare del bene, fare la pipì, far passare il tempo, l'azione in tutte le sue combinazioni. Ma dietro ad ogni azione si nascondeva la protesta, perchè fare significava uscire da per arrivare a, o muovere qualcosa perchè stesse qua e non là, o entrare in quella casa invece di non entrarci o entrare in quella accanto, ovvero in ogni atto era insita l'ammissione di una carenza, di qualcosa ancora non fatto e che era possibile fare, la protesta tacita di fronte alla continua evidenza della mancanza, della diminuzione, della pochezza del presente.
Credere che l'azione potesse colmare, o che la somma delle azioni potesse realmente equivalere a una vita degna di questo nome, era un'illusione da moralista."
J. Cortazar (Il gioco del mondo, 1963)