In questi ultimi due mesi tra Bologna e Firenze varie compagne e compagni sono finiti in carcere o sotto misure cautelari per un’accusa tanto assurda quanto pesante: “associazione a delinquere”. Non ci stupisce: qualsiasi governo reprime, in maniera più o meno diretta, chi critica e prova a lottare contro l’ingiustizia che pervade la società. Eppure questa volta la situazione è davvero grave. Reclamiamo la libertà per tutte e tutti e facciamo nostro il seguente comunicato.
Lottare non è un crimine: Solidarietà a Vittorio e tutte/i
I compagni e le compagne del Nodo Sociale Antifascista sono solidali con Vittorio, che abbiamo incrociato nei suoi anni a Bologna e anche dopo, e con tutti coloro che in questi anni di costante regressione civile e repressione diffusa si agitano per una società giusta.
I compagni di Firenze non hanno per noi nessuna colpa, ma un grande merito: quello di essere antifascisti. Li sappiamo in piazza a lottare contro lo smantellamento dell’istruzione pubblica, il razzismo, la repressione di stato, vecchi e nuovi fascismi.
Esigiamo la liberazione di chi è dentro e l’immediato rigetto delle misure cautelari per Vittorio e per tutti gli attivisti colpiti dall’inchiesta fiorentina. Un inchiesta che presenta un impianto accusatorio aberrante: con l’accusa di associazione a delinquere, squalifica in toto come attività criminosa la lotta politica, che per quanto radicale non è altro che libera espressione del pensiero e della volontà di trasformazione.
Qualcosa di non troppo dissimile è successo il mese scorso a Bologna, con l’inchiesta Outlaw che ha colpito 27 attiviste e attivisti, cinque dei quali ancora detenuti in carcere. Invitiamo a stringersi attorno a tutte e tutti coloro che, per le proprie lotte, in questo momento sono colpiti da una “giustizia” sempre più vile.
Libertà per tutte/i
Nodo Sociale Antifascista – Bologna
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