Bologna - Manganello ai vigili

fonte repubblica

Nel capoluogo emiliano i centri sociali invadono il Comune contro le "ronde"
Sull'allarme sicurezza intesa Pd-Udc. E Berlusconi: ridiscutere Schengen

BOLOGNA - Sotto le due torri Pd e Udc sposano la linea dura: manganello e spray al peperoncino ai vigili urbani. Un dialogo ravvicinato sulla sicurezza che lascia intravedere un possibile asse tra le opposizioni dopo il vertice tra Walter Veltroni e Pier Ferdinando Casini, che a Bologna ha già provocato un terremoto politico. Oggetto dell'intesa sono i mezzi per contrastare la criminalità, l'argomento che continua a tenere banco nella campagna elettorale della capitale e negli interventi di Silvio Berlusconi.

Ieri, dopo un incontro con Letizia Moratti a Palazzo Grazioli al termine del quale il sindaco di Milano ha annunciato "un piano sicurezza già al primo consiglio dei ministri utile", il premier in pectore ha promesso "misure immediate". Tra queste "chiudere le frontiere", fare di Roma "un distretto con poteri speciali" e strumenti per arginare "il lassismo di certi magistrati, per cui le forze dell'ordine catturano le persone e se le vedono il giorno dopo per strada". Più tardi il Cavaliere ha persino ipotizzato di "ricontrattare il trattato di Schengen" per poter bloccare gli ingressi di stranieri anche se appartenenti all'Unione europea.

Resta la sicurezza il tema sensibile di questo dopo voto segnato dal trionfo della Lega. A Bologna è bastato veramente poco perché lo spettro di un nuovo asse Pd-Udc prendesse corpo e scompaginasse le forze politiche locali. Un semplice documento, subito battezzato "le nozze del manganello", che fa esplodere il capogruppo della lista civica guazzalochiana che aveva nell'Udc uno dei propri pilastri politici ("qui ci vogliono affossare"), mentre il Pdl accusa di tradimento il partito di Casini ("sono la stampella di Cofferati"). Dall'altra parte Rifondazione comunista minaccia barricate e si prepara alla battaglia insieme ai centri sociali che ieri hanno occupato il Comune contro le cosiddette "ronde" varate dal sindaco, cioè gli assistenti volontari chiamati a collaborare con le forze dell'ordine.

La miccia è un semplice ordine del giorno in consiglio comunale, ma con due firme importanti, quella di Silvia Noè consigliere regionale dell'Udc e cognata del bolognese Casini, e quella del capogruppo del Pd in comune Claudio Merighi, uno dei colonnelli di Cofferati. Un documento che suggerisce al Comune di dotare la polizia municipale di strumenti di difesa come lo spray al peperoncino e il cosiddetto manganello. "In realtà è un bastone distanziatore - minimizza Merighi - . Come lo spray urticante, è uno strumento di difesa per gli agenti già previsto da una legge regionale del 2003".

Ma la sicurezza è terreno di sperimentazione politica nella città amministrata da Cofferati che l'estate scorsa aveva messo a dura prova la tenuta della sua maggioranza dialogando con Alleanza Nazionale. Anche allora al centro della discussione che portò alla definitiva uscita dalla maggioranza di Prc e Verdi, c'erano il manganello e lo spray. Non se ne fece niente, ma ora il Pd bolognese riparte all'attacco. E mentre l'assessore ed ex magistrato Libero Mancuso organizza gli assistenti volontari e infuria lo scontro sulle ronde, ecco il nuovo rilancio. Gianfranco Fini apprezza: "Meglio tardi che mai". Questa volta, però, a raccogliere la mano tesa di Cofferati è soltanto l'Udc.

Gio, 24/04/2008 – 14:11
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