Bologna - Sui disordini seguiti al presidio antifascista del 12 dicembre

SUI DISORDINI SEGUITI AL PRESIDIO ANTIFASCISTA DEL 12 DICEMBRE.
SOLIDARIETA' E COMPLICITA' CON I COMPAGNI ARRESTATI!
NICU, ROBBI, ANDREA LIBERI!

12 Dicembre, sabato sera: la movida natalizia bolognese, con le sue vetrine sfavillanti, le sue luci e la bella gente intenta a concludere l’ennesima giornata di shopping, è stata interrotta da un corteo spontaneo e selvaggio di un centinaio di antifascisti che ha riversato in strada la propria rabbia. Il corteo, generosamente avventato, si è riversato per le pieghe della città, creando una questione di ordine pubblico.

12 Dicembre, sabato sera: a seguito di una carica 3 nostri compagni sono stati arrestati dalla polizia (che sucessivamente rastrellerà altre 4 persone, poi rilasciate con una denuncia per manifestazione non autorizzata). Per Robbi e Nicu è stata convalidata la custodia in carcere, Andrea è stato messo agli arresti domiciliari. A loro va tutto il nostro affetto, la nostra solidarietà e la nostra complicità.

Il 12 dicembre era il quarantesimo anniversario della strage di piazza Fontana: strage voluta dallo stato e messa in atto dai fascisti.

12 Dicembre, sabato sera: i neo-fascisti hanno scelto di “celebrare l’anniversario della strage” organizzando un concerto nella loro sede di via Riva di Reno 3/c .

12 Dicembre, sabato sera: abbiamo scelto di metterci di traverso scendendo in strada, indicendo un presidio ad un centinaio di metri dal loro concerto, ed in molti hanno raccolto il nostro appello.

Come era prevedibile, il locale dei nostalgici del duce era protetto da più di un centinaio tra poliziotti e carabinieri in assetto antisommossa. Una piccola Zona Rossa, al riparo della quale una decina di “valorosi” camerati, tra un celerino ed un blindato, dava prova di coraggio esibendosi in qualche “boia chi molla” per le telecamere.

Di fronte alla blindatura abbiamo quindi scelto di disertare l’ineluttabile copione dello scontro frontale con la polizia, con le le sue logiche militari ed i suoi esiti scontati.

Abbiamo scelto la strada perchè per noi l’opposizione al fascismo dev’essere parte di una pratica sovversiva ostile ad un mondo che, oggi come allora, non può fare a meno di fili spinati, sbarre, razzismo, manganelli assassini, ed “eseguo solo degli ordini”. Abbiamo scelto di muoverci perché siamo stufi di stare fermi a ripeterci che “quanto sta accadendo non è più tollerabile”.

L’antifascismo della retorica è una palude che ci immobilizza, soffocando e tradendo qualunque desiderio di liberazione.

I fascisti da sempre non sono altro che burattini del dominio. Opporsi ad essi additandoli come “antidemocratici” non fa altro che legittimare l’aurea di ribellismo e di “non-conformità” al sistema di cui essi si fregiano per accaparrarsi consensi negli stadi e nei quartieri popolari. Per questo relegare l’antifascismo solo ad una sfera culturale e di pacifica opposizione sarebbe un grave errore. Così come censurare le pulsioni a noi più proprie nella miope speranza di sembrare presentabili agli occhi dell’opinione pubblica o, peggio, delle istituzioni (mandanti delle stragi di allora e creatrici di un clima di paura che ci vuole docili ed inermi oggi).

OGGI COME ALLORA, LA RABBIA DELL'AZIONE ANTIFASCISTA COMPORTA I SUOI RISCHI.
OGGI COME SEMPRE, E' UNA GUERRA CHE VA COMBATTUTA.

Anarchiche e Anarchici

Ven, 25/12/2009 – 12:59
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