Bruciato campo Rom a Torino
Torino Domenica 14 ottobre 2007
Bruciato campo Rom a Torino, nella notte fra Sabato e domenica in via Vistrorio, zona al fondo di corso Vercelli prima del fiume Stura,
Servono solidarietà e supporto immediato!
Servono Caffè, acqua, coperte, tende e Biscotti per la gente che vive in questo posto, dove già non aveva nulla ed ora è terrorizzata.
Guarda la cartina.
Rassegna stampa
Torino, 14 ott. - (Adnkronos) - Un incendio si e' sviluppato questa mattina alle 4.30 circa, in un campo nomadi collocato su un terreno privato nei pressi di via Vistrorio, sulle sponde del torrente Stura, a Torino. Il campo ospitava 20 famiglie, per un totale di 60 persone, tra cui 10 bambini. Non si registrano feriti. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, la Protezione Civile e il 118.
lastampa.it
Incendio, brucia il campo nomadi
I rom: "Un attacco con le molotov"
Carabinieri dubbiosi. Il campo avrebbe dovuto essere sgomberato domani mattina. Inquirenti al lavoro
Un incendio ha devastato, la notte scorsa, un piccolo campo nomadi abusivo alla periferia di Torino. Gli occupanti dicono che ad appiccare le fiamme è stato un piromane, ma i carabinieri non sono convinti: l’unica certezza, almeno in base alle prime indagini, è che l’origine del rogo è dolosa. Per il resto i dubbi sono assai numerosi.
Domani, peraltro, il campo avrebbe dovuto essere sgomberato. Poco meno di un mese fa, a Roma, un gruppo di persone con il volto coperto da passamontagna lanciarono alcune molotov contro l’accampamento dei nomadi di Ponte Mammolo, tentando una specie di assalto con l’ obiettivo di cacciarli dalla zona perchè accusati di rubare negli appartamenti del quartiere. Anche in questo caso da parte dei nomadi torinesi hanno parlato di qualcuno che ha appiccato le fiamme, ma non ci sarebbe riscontro a questa ipotesi.
L’allarme è scattato alle 4:30. Nelle baracche, costruite vicino al torrente Stura e andate completamente distrutte, vivevano una sessantina di persone di origine romena, tra cui dieci bambini, e nessuno si è ferito o ha fatto richiesta di assistenza medica. Di fronte a giornalisti e telecamere i nomadi hanno raccontato che da tempo dovevano sostenere le lamentele degli abitanti della zona per il fumo, prodotto dalla lavorazione del rame, che talvolta si levava dall’accampamento. E hanno parlato di un piromane. «Quell’uomo - ha detto uno - ha lanciato qualcosa da un muretto». «Voleva picchiare - ha aggiunto un secondo - persino i vigili del fuoco. Si è avventato su di loro come se li volesse ammazzare, era pazzo».
Al comando dell’Arma, però, riferiscono che non è stata fornita nessuna descrizione dello sconosciuto. Nè i pompieri nè i vigili urbani, intervenuti in forze, hanno registrato tentativi di aggressione ai loro danni. Si allontana, dunque, il sospetto di un raid punitivo come quello che si verificò a Roma o del gesto di un residente esasperato. Rimangono le perplessità: tra le cose andate in fumo nel rogo, per esempio, ci sarebbero tutti i documenti dei nomadi. Il campo, inoltre, aveva le ore contate: i suoi occupanti avrebbero dovuto abbandonarlo domani. Nelle vicinanze c’è un altro insediamento, regolarmente autorizzato, dove però - secondo le informazioni raccolte dai carabinieri - i nomadi non avrebbero trovato accoglienza dopo lo sgombero, visto che, a quanto pare, tra i due gruppi non corre buon sangue. Degli sfollati, adesso, dovrà occuparsi l’amministrazione comunale. Una sistemazione temporanea è stata garantita dalla Croce Rossa, che ha allestito due grandi tende da trentadue posti ciascuna.
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