Cagliari - Presidio e manifestazione "Tifiamo rivolta"
Sabato 16 novembre a Cagliari c'è stato un presidio in solidarietà con le rivolte degli immigrati, contro lo sfruttamento e il razzismo, seguito da un vivace e combattivo corteo che si è snodato per le strade del quartiere del centro storico la Marina e a cui ha partecipato circa un centinaio di persone a cui si è unito via via un nutrito gruppo di immigrati cagliaritani. La situazione cagliaritana è preoccupante perchè contro gli immigrati, anche quelli regolari, si sta scatenando l'offensiva del potere: vengono buttati per strada, vengono loro strappati addirittura i regolari contratti d'affitto, intimiditi i padroni di casa: si comincia a fargli terra bruciata intorno...o almeno a provarci. Annunciato la settimana scorsa lo sgombero dell'unica struttura occupata da una decina d'anni, l'"Hotel Senegal" a Giorgino, che ospita almeno un centinaio di persone. Anche di questo si è discusso nell'assemblea che ha chiuso la serata di mobilitazione e che ha deciso tra l'altro un giorno fisso mensile in cui vedersi tutti insieme e discutere di emergenze e non solo.
Con Mohamed El Abouby nel cuore
un gruppo di antirazziste/i cagliaritan*
Segue testo del volantino distribuito
CONTRO LO SFRUTTAMENTO E IL RAZZISMO
LA SOLUZIONE È LA RIVOLTA
Storie di ordinario razzismo
A due passi dal centro, vicino al porto canale si trova Giorgino, quartiere in cui una grossa comunità di migranti occupa ed utilizza a scopo abitativo una struttura del CASIC. Nei giorni scorsi sui giornali locali è balenata la notizia dell'imminente sgombero della struttura occupata alle fine degli anni 90.
Gli abitanti dello stabile lavorano tutti riuscendo a pagare addirittura le bollette. Purtroppo la struttura in cui sono costretti ad abitare è fatiscente, ma la cosa che più interessa le istituzioni è che ci si può speculare sopra. Infatti il CACIP (ex-casic) proprietario dell'immobile, lo rivuole indietro e
specifica che sono già stati stanziati dei fondi per delle non meglio specificate ristrutturazioni ingrassando così la mangiatoia dei politicanti di turno. La questione però non si limita solo a dei beceri interessi economici. Gli abitanti dello stabile infatti sono costretti a vivere in condizioni disagiate dalle politiche razziste dello stato mirate ad incrementare la diffidenza e la paura nei confronti dei migranti. Recentemente alcuni abitanti senegalesi di Stampace sono stati sgomberati dalle case di cui erano affittuari e le abitazioni sequestrate al proprietario a scopo intimidatorio, tutto ciò perchè non avevano in tasca dei documenti in regola. Delle persone che lavorano e magari vivono qui da anni si trovano in strada per non avere un pezzo di carta. Ma la condizione di clandestino e la conseguente impossibilità di trovare degli alloggi regolari sono semplicemente specchio di una società che condanna i più deboli a situazioni margine e invece tutela e favorisce gli interessi degli speculatori.
La loro condizione è imposta dalla legge, rendendoli soggetti ricattabili e sfruttabili in tutti gli ambiti,
sia lavorativi che abitativi. Le stesse istituzioni che lamentano di non avere alloggi “neanche per i
nostri cittadini” dovrebbero pensare a quei proprietari di decine di case sfitte che loro hanno
agevolato per anni in cambio di favori e tangenti. Per questo noi appoggiamo le occupazioni e
riteniamo che l'unica soluzione alle condizioni in cui versano i migranti sia la rivolta.
Una rivolta necessaria
7 gennaio 2010 – Rosarno
Per le strade della cittadina si scatena la rivolta degli immigrati, dopo anni di sfruttamento e di vera e
propria schiavitù manifestano la loro rabbia mettendo a ferro e fuoco il centro cittadino.
La risposta dello stato, complice della situazione di degrado di cui sono vittime, non si fa attendere e si manifesta con i soliti metodi: nuclei antisommossa, manganelli e deportazioni.
La reazione più grave però è quella della popolazione. Dopo anni di caccia alle streghe contro lo “straniero” e il “clandestino” e le campagne sulla sicurezza portate avanti da Stato e mass-media, la popolazione risponde in maniera feroce contro le vittime stesse di questo razzismo. Foraggiate dalla
criminalità organizzata le persone sparano, investono ed erigono delle barricate contro gli sfruttati.
D'altronde è facile prendersela con chi è più debole e ricattabile e non offre altro che il proprio sudore, ed invece accettare la presenza della 'ndrangheta alla quale al massimo si oppongono fiaccolate e cortei con bambini e famiglie. Mentre la ferocia omicida della popolazione si scatena contro gli oppressi in una guerra tra poveri, quelli che ne traggono realmente vantaggio sono la criminalità organizzata e le istituzioni, autorizzate così ad investire in “sicurezza” e nuovi lager.
TIFIAMO RIVOLTA
ANTIRAZZISTI/E CAGLIARI
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