[Ge] presentazione del progetto FILIARMONICI

02/04/2008 - 21:00
02/04/2008 - 23:59

Per il ciclo: "Per un mondo senza galere"

Incontriamo i compagni del progetto FILIARMONICI

Interverrà paolo Ranieri

VERSO UN MONDO SENZA CHIAVI: STRADE, SCORCIATOIE E VICOLI CIECHI

“Se non esistessero le prigioni sapremmo di essere tutti in catene”(Maurice Blanchot)

Anche se a ciascuno, dalla prima infanzia, la minaccia dei cancelli edelle catene, viene presentata come un archetipo,come un fondamento eternodella condizione umana, il carcere non esiste da sempre e non esisterà persempre. La storia della segregazione, intesa non più come misura cautelarein attesa della sentenza, ma come pena in sé, e, ormai, come unica pena,è la storia della società urbana, fondata sulla libertà virtuale e sullaprigionia reale di chi è obbligato a liberamente vendere la propria vitasul mercato sociale, per poter comprare la vita altrui. Il carcere nasce ecresce a fianco di questa pseudolibertà, precisamente come indice dellimite di quella libertà. La sua presenza si frammenta e si insinua inogni angolo della vita sociale.……. La libertà, che si fondava su unospazio intangibile di vita intima, e uno spazio condiviso di vita pubblica,è stata una volta per tutte sostituita dal suo sacrificio ritualenell’adesione alla socialità totale delle merci e delle norme.
Ma paradossalmente, il carcere lungi dal perdere la propria funzionelasciando il posto alla sola vigilanza reciproca, viene riconvertito ad unnuovo impiego: paradigma della vita sociale, rispetto alla qualel’infelice cittadino, ormai privato di tutto, è chiamato a percepirsieternamente “in permesso”. Un permesso sempre revocabile, per i piùimperscrutabili motivi, ad opera di funzionari inconoscibili che, possonosinceramente dichiarare di avere obbedito agli ordini.…… La via perrimanere dalla parte giusta, dalla parte comoda dei cancelli, consistesempre meno nella “condizione”, nella “nascita”, nel “censo”, esempre di più nell’adesione attiva ai sistemi di consolidamento sociale:è richiesta un’attività POSITIVA di riconoscimento e di riproduzionedegli stessi mentre pretendere di discuterne di legittimità, utlità, oaddirittura senso, è additato come indice di pericolosa antisocialità.
In questa maniera il pubblico giudizio, si Fa momento di affermazioneassoluta del già scritto, del già detto, del già accaduto. E perottenere questo non è più necessario svolgere i processi di nascosto.Anzi , la visibilità televisiva isterilisce le parole dei condannati in unchiacchiericcio insipido, dove tutti i delitti appaiono ben misera e futilecosa e tutti i soggetti coinvolti, istituzionali e convenuti, ugualmentemeritevoli di compassionevole disprezzo.

presso lo spazio di documentazione Il Grimaldello
Via della maddalena 81r
mercoledì 2 aprile, h 21

Mar, 01/04/2008 – 17:14
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