[Ge] Vivere non Sopravvivere - benefit prigionieri a Immensa
VIVERE NON SOPRAVVIVERE
Nel giugno del 2007 vengono arrestati Daniele e Francesco, accusati di aver commesso una rapina ai danni di un ufficio postale di Lucca. Da qui è nata una fantasiosa indagine dei ROS che ha portato nel maggio 2008 all’arresto di Paola (ora ai domiciliari) e un mandato di cattura per Leo (tuttora latitante) e varie perquisizioni in Toscana e Friuli. L’operazione "ardesia", chiamata così dai ROS, vede indagate queste persone per associazione sovversiva con finalità eversive, sostenendo che la rapina di Lucca fosse finalizzata al recupero di denaro per finanziare attività a scopo sovversivo. Siamo con loro vicini indifferentemente se colpevoli o innocenti. Quello su cui vorremmo che si ` riflettesse è il significato di "rapina": di chi rapina e di chi viene rapinato.
Le nostre vite sono costantemente private del tempo, sprecato in fabbriche sempre più assassine, tanto che ormai gli omicidi sul lavoro sono diventati una triste normale statistica: per produrre cosa? Cose che inutili, ma che della loro superfluità non è lecito discutere. Dobbiamo assistere impotenti a sfratti e sgomberi d’appartamenti da parte di banche, strozzini e simili, perché stretti nel giogo dei mutui sempre più alti e sempre meno sostenibili.
Dobbiamo assistere impotenti alla devastazione e al saccheggio dei nostri territori, per la costruzione d’opere faraoniche tanto inutili quanto fallimentari. Costretti a comprare merce sempre più scadente, a sacrificarci sempre, perché il nostro stipendio oltre la terza settimana non riesce a mantenerci, rinunciamo a tutto per cercare di tenerci stretto quel poco che ci resta. Chi si oppone a tutto questo viene accusato di terrorismo col fine di reprimere il dissenso. Ma allora chi è che rapina costantemente tutti noi? Per molti il furto e la rapina diventano un mezzo necessario per riappropriarsi di beni che sempre più ci vengono negati, che siano soldi in un ufficio postale, o il pane (ormai valutato come l’oro) al supermercato. Ma non fermiamoci solo a questo, riappropriamoci di tutto quello che c’è stato tolto o che abbiamo perso.
Riappropriamoci del nostro tempo, per impiegarlo in quello che ci interessa, che sia svago, ozio o attività che realmente vogliamo praticare. Non buttiamolo nel cesso con un lavoro snervante, dove non sappiamo cosa e per chi produciamo. Riappropriamoci del nostro linguaggio, sempre più stuprato con termini inconciliabili fra loro, atti a giustificare comportamenti altrimenti inaccettabili come "pace duratura", “guerra preventiva" o "presidi di libertà" (i posti di blocco dei militari nelle nostre città).
Riappropriamoci dei nostri territori, imparando a conoscerli e a difenderli, impedendo che siano devastati con opere che interessano solo i più potenti, a discapito della nostra salute.
Riappropriamoci della nostra libertà, sempre più schiacciata e imbrigliata, dietro il paravento della sicurezza o crisi del momento, ma che altro scopo non ha se non quello di istituire uno stato di polizia, a tutela degli interessi di pochi. Allora riappropriamoci di tutto quello che ci viene negato per vivere e non sopravvivere.
Con_Daniele, Francesco, Paola e Leo liberi fra noi, e con tutti gli indagati dell’operazione ardesia.
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