[Li] Iniziativa x Marcello Lonzi
LO STESSO AMORE LA STESSA RABBIA
SABATO 7 LUGLIO, LIVORNO
DALLE ORE 11 ALLE ORE 14 IN PIAZZA CAVALOTTI : MOSTRA E PRESIDIO SU MARCELLO LONZI E CONTRO IL SISTEMA CARCERARIO
DALLE ORE 18 PRESIDIO SOTTO IL CARCERE LE SUGHERE, Via delle macchie 9
11 LUGLIO 2003 nel carcere “Le Sughere” di Livorno Marcello Lonzi viene ucciso dalla violenza dei secondini. La tragica assurdità della sua morte è ingigantita dal fatto che Marcello, arrestato per tentato furto, sarebbe uscito da lì a pochi mesi.
Come in molti altri casi le autorità hanno cercato di archiviare velocemente questa morte attribuendola a cause naturali. Ma questa volta le bugie usate dal potere, nel tentativo di difendere la sua immagine e i suoi servi, sono fallite.
Prima di tutto la determinazione della madre di Marcello e in seguito la mobilitazione solidale di molte persone hanno impedito che su questa morte calasse il silenzio ed hanno consentito a chi è disposto a non chiudere gli occhi di capire cosa sia successo quel tragico giorno e che cosa sia la realtà carceraria se non soprusi e tortura.
Questa verità è troppo scomoda per il potere che vorrebbe continuare a negare l'evidenza, pensando di poter essere dispensatore di vita e di morte, di libertà e schiavitù, senza che nessuno si opponga. Ma quello che il potere non può e non potrà fare è negare la lotta portata avanti per Marcello e contro quel mostro che chiamano galera.
L'uomo ha inventato il carcere nel tentativo di farci credere che saremmo stati più sicuri e liberi in una società in cui esistono strutture totali e totalizzanti in cui isolare e trattare come reietti coloro che disobbediscono alla Legge. Di anno in anno lo ha reso sempre più orribile, sempre più violento, nel tentativo di annullare e annichilire coloro che vi si trovano, a monito per coloro che ancora ne sono fuori, e di anno in anno ha varato nuove leggi sempre più limitative e dure, con la scusa di assicurarci maggiore libertà.
Ma la nostra libertà e la nostra sicurezza sono vivere un mondo senza impianti nocivi, senza che un'autorità ci imponga la sua volontà, senza che la natura sia continuamente violata, con i nostri affetti fuori da quelle mura: questo è quello che vogliamo.
Come l'uomo ha costruito il carcere, così l'uomo lo può distruggere.
Questo è il passo necessario per poterci assicurare la libertà nel futuro.
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