[Lugano - Svizzera] Serata sulla resistenza in Rojava
DOMENICA 18 GENNAIO 2015, dalle 16.00, CSOA il Molino, Lugano
LA LOTTA DEL POPOLO CURDO: LA RESISTENZA E L'AUTODIFESA POPOLARE DI KOBANE E LA COSTRUZIONE DI AUTOGOVERNO E AUTONOMIA IN ROJAVA
Ne parliamo con Daniele Pepino, il Centro Culturale Curdo di Torino (MED) e la Società Democratica del Popolo Curdo in Ticino.
16.00 // Dibattito e proiezioni
Un giorno in Siria tra le donne kurde combattenti, di Rozh Ahmad
Da Shengal a Kobane, la resistenza del popolo kurdo, a cura del MED
19.30 // Cena curda e musica curda
KOBANE RESISTE * OVUNQUE RESISTENZA
Due anni fa, il 9 gennaio 2013, in pieno centro di Parigi, tre militanti curde del Partito dei lavoratori (PKK), venivano uccise a sangue freddo dall'incursione di un commando armato. L'omicidio, commesso nella sede del Centro d'Informazione del Kurdistan in una zona molto controllata, rimane ancora senza colpevoli. In realtà gli indizi raccolti definiscono quello parigino come un chiaro omicidio di Stato commesso dai servizi segreti turchi, con la complicità dei servizi segreti francesi incaricati di tenere sott'occhio l'Ufficio curdo.
Nuovi attacchi e reazioni d'altra portata stritolano, 2 anni dopo, il mondo. Tutti diventano Charlie e nascosti gli scheletri(*), riparate le matite, sottobraccio si uniscono a difesa delle libertà. Sembrerebbe satira ma è realtà. Il segno evidente del fallimento totale delle politiche d'espansione e repressive condotte dall'11 settembre 2001. O forse è la realtà di quella satira, ormai affine al pensiero dominante e partecipe della costruzione di un'islamofobia sinistra che da parecchio non faceva più ridere. Ora piange, quel mondo in perdita dell'a(r)mata sicurezza che vacilla su nuovi fronti di guerra: il Califfato si diffonde in medioriente, estende il suo attacco a occidente, si scontra con la resistenza dei guerriglieri curdi di Kobane.
Guardiamo a Kobane, alla resistenza popolare contro vecchi oscurantismi, tenuti assieme da alleanze strumentali e affamate di uno stesso potere, da sempre finanziate e addestrate dai governi occidentali, non più in grado di controllarle dopo averle create.
Guardiamo a Kobane e non dimentichiamo le infamanti riflessioni del partito comunista ticinese contro la resistenza curda e a difesa di una non meglio precisata “stabilità” in medioriente, chissà dettate da un nostalgico passato in cui la rivoluzione non si poteva esportare.
Guardiamo a Kobane, al progetto d'autogestione del Rojava per ricordare le compagne uccise a Parigi, per difendere e sostenere il progetto d'autonomia che si contrappone a un sistema capitalista e patriarcale. Un progetto di rivoluzione sociale su quelle terre degne e mai dome, da sempre martoriate e colonizzate. Un suggerimento d'autodeterminazione per tutto il Medio Oriente e oltre.
CSOA il Molino
(*) quello ad esempio del disegnatore e vignettista palestinese Naji al-Ali ucciso probabilmente dal Mossad nelle strade di Londra il 22 luglio 1987 (dov'eri quel giorno Netanyahu?) perchè il suo bimbo Handala sempre visto di spalle, dava evidentemente troppo fastidio allo stato d'Israele.
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