[Mestre] Presidio No Tav in solidarietà con i prigionieri

18/04/2014 - 18:00
18/04/2014 - 20:00

Venerdì 18 aprile - ore 18.00
Presidio No Tav in solidarietà con i prigionieri - appuntamento dietro la Coin di Mestre


LA LOTTA AL TAV NON SI ARRESTA
Da ormai venti anni la popolazione della Valsusa lotta contro il progetto della linea ferroviaria Tav
Torino-Lione. Un progetto devastante per il territorio, con tunnel in montagne contenenti amianto, il
cui unico beneficio è il guadagno per i colossi multinazionali delle Ferrovie, Cmc, Impregilo e altri.
Il popolo valsusino sta contrastando con ogni mezzo la costruzione di questa inutile opera, con
manifestazioni, presidi e blocchi stradali, denunciandone, oltre alla devastazione ambientale, lo
spreco di risorse pubbliche e la connivenza del sistema politico e dei colossi multinazionali,
determinati a continuare nel lucroso affare di centinaia di miliardi di euro rappresentato dal Tav.
Lo stato italiano risponde nei modi più duri contro chi si oppponeva e si oppone alle proprie
speculazioni con cariche ai manifestanti, distruzioni di presidi, militarizzazione del territorio con
esercito e polizia che presidiano continuativamente i cantieri. Ad oggi sono più di 500 gli inquisiti
dalla magistratura per azioni contro il Tav.
La repressione dello stato si è ultimamente concretizzata il 9 dicembre scorso con gli arresti di
Chiara, Claudio, Mattia, Niccolò accusati di un'azione di sabotaggio avvenuta il 14 maggio 2013 nel
cantiere di Chiomonte, presidiato da militari e poliziotti. Ad essere incendiati quella notte furono un
generatore, la cabina di alimentazione del ventolino di aerazione, alcuni cavi elettrici e dei tubi di
prolunga.
Ma la repressione ha fatto un salto di qualità:
in merito a questa azione di sabotaggio, effettuata contro cose e non contro persone, l'accusa
ai 4 No Tav è di terrorismo (art. 270 del cod. penale, definito ai tempi del fascismo nel codice
Rocco). Per i 4 compagni i Pm Rinaudo e Padalino hanno utilizzato il comma sexies dell'art.
270, adottato con il pacchetto Pisanu nel 2005, con pene che possono arrivare a 26 anni di
carcere. Con questo comma, utilizzato per la prima volta in una operazione repressiva in
Italia, si utilizza la motivazione che opporsi alla costruzione del Tav Torino-Lione
arrecherebbe “un grave danno all'Italia e all'Unione Europea” e considerando il Tav come
opera “di interesse strategico nazionale”.
Con la repressione del movimento No tav lo stato vuole assestare un colpo definitivo a chi si
opone al Tav e far sì che i potentati economici legati all'opera continuino nella devastazione
ambientale e sociale della Valsusa.
Quindi per lo stato italiano chi si oppone ai suoi progetti è un terrorista e con questi arresti il
segnale è lanciato non solo contro il movimento No Tav, ma contro tutti quei movimenti popolari
che si oppongono fieramente contro le devastazioni del proprio territorio. E contro chi si oppone
alla politica del governo (qualunque esso sia al potere) e alle sue misure antipopolari, proprio in
questa fase di crisi che stanno pagando solo i lavoratori e le proprie famiglie, mentre la fame di
proditto di padroni e speculatori non si ferma. Ora lo stato mostra sempre più spesso la sua faccia di
persecutore e oppressore di chi rappresenta idee e obiettivi diversi dal capitalismo e di chi lotta per
difendere le proprie condizioni di vita e sociali.

LIBERTA' PER CHIARA, CLAUDIO, NICCOLO' E MATTIA
TERRORISTA E' IL TAV

Collettivo Tuttinpiedi
Tuttinpiedi@gmail.com


Mer, 16/04/2014 – 14:13
tutti i contenuti del sito sono no-copyright e ne incentiviamo la diffusione