[Ra] Conferenza pubblica sullo zoo di Ravenna
CONFERENZA PUBBLICA
SABATO 13 DICEMBRE - ORE 16.30
SALA D'ATTORE VIA PONTE MARINO, 2 - RAVENNA
ZOO SAFARI: RAGIONI DEL DISSENSO, PARERI DELLA GIUNTA COMUNALE
INTERVERRANNO:
GABRIO MARALDI (ass. urbanistica Comune di Ravenna)
ANNAMARIA MANZONI
ADRIANO FRAGANO
LA CATTIVITÀ: UN PRODOTTO DELLA CIVILIZZAZIONE
Ammaestrare animali e raccoglierli in parchi molto simili agli odierni zoo risale alla nascita delle prime civiltà moderne.
I Greci furono i primi ad addestrare leoni, orsi e cavalli e ad insegnare loro movimenti innaturali; in questo modo gli animali da sempre simbolo della natura, servivano per svalutarne la considerazione.
L'Impero Romano più di ogni altro, con i combattimenti tra uomini e animali e con il Circo Massimo, esaltò la cultura della supremazia umana sul resto dell’universo. Gli spettacoli con carneficine di massa servivano per motivi ben precisi: controllare la popolazione e ostentare la ricchezza e il potere di Roma sulle regioni lontane e sugli animali selvatici che le abitavano.
Con il cristianesimo i massacri e le crudeltà diminuirono e le esibizioni cambiarono, invece di atroci uccisioni venivano fatti danzare, presi in giro, molestati, ridicolizzati così come accadeva per nani e storpi. Il nuovo intrattenimento, meno violento, serviva allo stesso scopo del precedente: sminuirli e collocarli al di sotto del dominio umano.
Prima dell' avvento dell' industrializzazione, in una società basata sull'agricoltura e l' allevamento dove piante e animali autoctoni venivano annientati per proteggere la proprietà, disporre ed esporre Animali esotici pericolosi era considerato un vanto, sinonimo di un’appartenenza ad una classe privilegiata le cui ricchezze gravavano sulla vita di tutta quella schiera di uomini e donne che "sfortunatamente" non erano nati dall'unione di sedicenti nobili. A quel tempo avere felini e grossi mammiferi provenienti dalle colonie più remote del pianeta era un simbolo di potere e rinchiuderli in gabbie serviva ad intimorire e sottomettere la cittadinanza, per lo stesso motivo avevano maniglie d' oro alle porte.
Oggi in un mondo totalmente antropizzato, la natura è stata finalmente sconfitta: luoghi incontaminati non esistono più e quei pochi che resistono stanno scomparendo insieme alle specie che li abitano.
Gli zoo servono esclusivamente all' essere umano, una sorta di alibi per preservare artificialmente gli animali (meglio se rari) il cui habitat è stato annientato.
La loro casa è stata distrutta dalla civilizzazione. Quel dannato progresso, spacciato con l'inganno di sollevare l' umanità da malattie, paure, povertà e fatiche, ha invece causato tumori, mediocrità, sofferenze psicologiche e tanto sfruttamento. Tutto è stato prezzato e gli animali sono visti come una fonte di guadagno. L' uomo, essere supremo capace di tutto, non ha più nessuna inibizione.
Negli ultimi anni, per risollevare la loro attività commerciale, gli zoo sono stati riformati: anche per i più indifferenti le gabbie di cemento e i piccoli serragli apparivano troppo crudeli e rischiavano di comprometterne l' immagine e quindi i profitti. Per far fronte a questi problemi sono stati ampliati i recinti, piantati alcuni alberi e soprattutto modificata la legislazione con un’infinità di paradossi e menzogne.
Dal 2005, con l' attuazione di una direttiva europea, i giardini zoologici (non più zoo) sono obbligati a perseguire le seguenti finalità: potenziare il ruolo della conservazione della biodiversità allo scopo di proteggere la fauna selvatica e di salvaguardare la stessa diversità biologica, nonché partecipare a ricerche scientifiche, programmi di educazione e sensibilizzazione del pubblico e del mondo scolastico.
Ma come si possono obbligare gli altri animali a vivere in spazi che non appartengono loro, nella totale dipendenza dall' umanità e pensare di fargli del bene, di proteggerli ed educare i bambini alla loro conservazione?
In tutto il pianeta il cemento avanza quanto l'inquinamento. Sempre più lotti di terra vengono strappati alle specie selvatiche che insieme ad alberi, piante e popoli indigeni li abitano. L'ingordigia umana prelevando, imprigionando e facendo riprodurre gli animali per i propri scopi là dove ha distrutto o alterato il loro habitat, manifesta tutto il suo egoismo.
I responsabili di giardini zoologici, bioparchi e parchi faunistici, al contrario di quello che affermano, sfruttano e non preservano l'estinzione della fauna selvatica. Ricerche scientifiche, lucro e divertimento sono le principali cause dell'esistenza di queste strutture.
La conseguenza è la reclusione di migliaia di animali-non-umani segregati da circensi, stati, enti o società specializzate in sfruttamento animale per soddisfare i propri obbiettivi. Queste prigioni sono visitate, usate e tollerate per il semplice fatto che l' umanità, autoelettasi padrona di tutto e di tutti, dispone degli altri animali a sua discrezione. E’ così punto e basta e gli zoo, con la loro totale inutilità, ne sono la prova inconfutabile.
"Abbiamo trasformato gli animali da esseri animati simili
a noi in freddi simboli del potere dell' uomo sulla natura” J. Mason
Come realmente preservare il nostro pianeta non lo sappiamo, sicuramente dobbiamo toglierci quella maledetta corona che sta conducendo l’essere umano la natura e gli animali in miseria; questo apporterà la rivoluzione
della nostra esistenza, dei rapporti tra noi e noi e tra noi e tutto il resto.
A Ravenna il parco faunistico che vogliono costruire servirà esclusivamente per fare guadagnare altri soldi all' Alfa 3000, società già detentrice del circo Medrano e proprietaria dello zoo safari di Fasano; infatti non a caso la struttura verrà costruita accanto a Mirabilandia: essa, come affermano le categorie dei commercianti e decanta
l'amministrazione comunale, servirà a destagionalizzare il turismo cioè per far arrivare (e spendere) gente non solo d' estate.
Il 13 dicembre a Ravenna in una sala pubblica abbiamo organizzato una conferenza ed invitato l'amministrazione comunale, questo per cercare di farle ammettere davanti a più persone possibili la vera natura del parco
faunistico "Le dune del Delta".
Al nostro fianco ci sarà una psicologa che si è interessata all’impatto diseducativo, dello zoo sullo sviluppo empatico del bambino, un esperto che fin dagli inizi ha seguito la situazione di questa futura struttura, e ne
smentirà le false promesse ed un terzo relatore affronterà lo sfruttamento animale in un contesto più ampio.
Tentiamo di fare indignare le persone presenti per quanto questo zoo sia nocivo per tutti tranne che per l' Alfa 3000 e qualche commerciante, speranzosi che dopo questa conferenza più individui possibili si attivino per impedire la realizzazione di questo vergognoso e sadico progetto.
Glizoobastardi, 22 Novembre 2008
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