[Rovereto] Presidio informativo sul carcere
*PRESIDIO INFORMATIVO SUL CARCERE*
*CONTRO I TRASFERIMENTI PUNITIVI*
Nata per opporsi al silenzio e all’indifferenza sulla morte di Stefano Frapporti – “non si può morire così”, “io non scordo”, “io non archivio”… – la nostra esperienza come assemblea ha incontrato la realtà del carcere.
Anche perché è nel carcere di Rovereto che Stefano è stato trovato morto, qualche ora dopo il suo fermo.
Ci siamo mossi a sostegno delle proteste organizzate dei detenuti per ottenere delle condizioni carcerarie più vivibili. Le lettere che abbiamo ricevuto ci hanno fatto conoscere un mondo che si vorrebbe tenere nascosto e lontano: abusi, sovraffollamento, criminalizzazione della povertà. Abbiamo così scoperto che 2/3 dei detenuti sono dentro per reati di poco conto – insomma povera gente che qualche cambiamento legislativo farebbe uscire subito – e che le cause di tutto ciò sono profondamente sociali.
Le proteste dei detenuti e la solidarietà esterna hanno strappato dei miglioramenti. Il che ha dimostrato che i continui riferimenti da parte dell’amministrazione penitenziaria alla mancanza di personale e mezzi erano dei pretesti.
Se da una parte ha dovuto farsi carico delle ragioni della protesta, dall’altra la direttrice del carcere locale si è vendicata trasferendo lontano da Rovereto – dunque da amici e familiari – due detenute, “colpevoli” di aver mantenuto rapporti di corrispondenza e di solidarietà con l’esterno. Ed è proprio questo che si è voluto colpire: la solidarietà.
Mentre a Rovereto si trasferiscono i detenuti scomodi, altrove – come rivela un comunicato dei detenuti del carcere di Tolmezzo – si eseguono pestaggi.
Di fronte a tutto questo, non possiamo girare la testa da un’altra parte.
Sabato 4 settembre, mentre a Tolmezzo (Udine) si stavano svolgendo dei presìdi per denunciare un ennesimo pestaggio in carcere, abbiamo voluto esprimere anche qui a Rovereto la nostra solidarietà nei confronti dei detenuti e delle loro coraggiose denunce.
Di fronte a simili abusi, noi pensiamo ancora una volta a quello che è accaduto a Stefano. E non ci sentiamo liberi. Ma nemmeno rassegnati. Anzi.
*MARTEDI’ 21 SETTEMBRE, ORE 18,00*
*PIAZZA LORETO, ROVERETO***
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