[To] Balconi antifascisti.
Giovedì sera ci sarà a San Salvario la prima "ronda contro lo spaccio" dei fascisti di AN. Tutti noi abbiamo almeno un amico che vive a San Salvario. Giovedì sera, andiamo a cenare da lui ed aspettiamo dal suo balcone il passaggio dei fascisti: potremo esprimere loro, così, tutto il nostro disgusto, ognuno a suo modo.
Dimostriamo che San Salvario non vuole né i fascisti né alcun tipo di ronda razzista e forcaiola.
Alcuni abitanti di San Salvario
Fenix e Torino Squatters
Aderiscono all'Appello antifascista
Leggi ed inoltra l'appuntamento
Fai girare la voce
Giovedi 21 giugno dalle 20,30 piazza Madama Cristina
PRESIDIO
Contro le ronde dei neofascisti
Contro la militarizzazione del quartiere
Per una San Salvario laboratorio di nuove forme dello stare insieme
Si invitano tutti i cittadini di San Salvario a tappezzare i balconi (e non solo) di cartelli e striscioni contro la presenza dei neofascisti.
Segue appello di un gruppo di abitanti
Siamo un gruppo di abitanti di San Salvario, donne e uomini che vivono il proprio territorio. Siamo genitori che portano a scuola i figli, anziani che passeggiano la mattina nelle vie sotto casa, giovani che si riversano in strada la sera per divertirsi e stare in compagnia. Ci sentiamo parte viva del nostro quartiere e amiamo il luogo in cui viviamo, perché lo sentiamo nostro e ne condividiamo le sorti. Come tali ci siamo incontrati, mossi dallo stesso mal di pancia provocato dagli ultimi giorni di ribalta mediatica del nostro quartiere. Esistono a Torino un'informazione ufficiale ed un arco politico bipartizan che non si tirano mai indietro quando si tratta di lisciare il pelo ai bassi istinti della cittadinanza, sempre avidi di consensi, anche quando per ottenerli si fa a gara a gettare benzina sul fuoco dei piccoli e grandi conflitti che attraversano il nostro quartiere e la città in generale.
Il territorio in cui viviamo, come tutti quelli che sono caratterizzati dalla presenza di una stazione ferroviaria, è storicamente attraversato e vissuto da un gran numero di persone di passaggio, ed è certamente vero che, soprattutto negli ultimi anni, la presenza di persone provenienti da paesi stranieri è aumentata in maniera vertiginosa.
Questo per noi ha voluto dire accettare una sfida non da poco. E´ chiaro, la convivenza tra culture diverse crea tensioni e attriti, ma il quartiere ha saputo, proprio a partire da questi conflitti, trovare nuova forza e linfa vitale. Le vie del borgo hanno iniziato a popolarsi di associazioni di solidarietà; ai panettieri e alle pollerie, ai bar e ai ristoranti dei torinesi di vecchia data hanno incominciato a mescolarsi piccole attività commerciali dei nuovi abitanti, sartorie, artigianato e piccoli fast-food. Le strade hanno incominciato ad assumere i colori della terra, i profumi di paesi lontani hanno cominciato a mescolarsi con quelli tipici piemontesi, che già avevano saputo fondersi con quelli della Puglia e della Calabria. Contemporaneamente è emersa una San Salvario del disagio e dell´esclusione, delle scelte sbagliate o a volte obbligate. La San Salvario delle soffitte sovraffollate, dello spaccio e della prostituzione agli angoli della strada, e anche quella dei migranti senza permesso di soggiorno costretti quotidianamente a sfuggire ai controlli delle forze dell´ordine. Tutti si domandano come mai esista anche questa San Salvario e di chi sia la colpa.
I ricordi ritornano agli anni degli autonominati "comitati spontanei di quartiere", composti da gente per bene che di notte scendeva nelle strade con le fiaccole in mano per cacciare l´invasore, e di giorno affittava soffitte di pochi metri quadri a decine di quegli stessi "invasori", applicando tariffe che nessun italiano si sarebbe mai sognato di pagare. In quegli anni un'immensa e immorale campagna mediatica aveva favorito la speculazione edilizia, l'abbandono di spazi e attività, che sarebbero stati presto occupati da altri a vantaggio di grandi e piccoli proprietari senza scrupoli.
Allora come oggi questi comitati trovano spazio per strillare le loro paure, la loro rabbia, in una parola: il loro razzismo. Ma la rappresentazione che questa strana alleanza tra intolleranza e media ci propina, rispetta davvero l´immagine che noi tutti abbiamo del nostro quartiere? Non si valuta la vivibilità di un quartiere dalla sua presunta sicurezza. D´altronde cosa possiamo percepire come cittadini se viviamo in un territorio militarizzato, con continue retate, forze dell'ordine che agiscono come in zona di guerra e politici che su questo clima costruiscono le proprie campagne elettorali? Queste presenze ci rendono forse più sicuri?
Oggi ci troviamo di nuovo in prima pagina, perché alcuni giovani di destra (dimentichi della storia di Torino e della sua medaglia d´oro alla resistenza, oltreché della storia di San Salvario che è storia soprattutto di immigrazione e di confronto) sembra vogliano scendere in strada con delle ronde, per fare "pulizia": il tono è quello dei fascisti, anche se il nome ne edulcora appena le apparenze.
Noi, che a San Salvario viviamo e che ne conosciamo la storia, non ci stiamo e chiediamo a tutti di protestare contro chi vuole il male del nostro quartiere, buttando benzina sul fuoco e creando inutili tensioni.
Perché se qualcuno ha bisogno di lezioni di civiltà e di convivenza a San Salvario può trovarne la scuola!
Contro le ronde dei neofascisti
Contro la militarizzazione del quartiere
Per una San Salvario laboratorio di nuove forme dello stare insieme
Appuntamento giovedì 21 giugno 2007
Piazza Madama Cristina - ore 20.30
Abitanti di San Salvario
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