Trentino - Perquisita abitazione di un compagno per inchiesta su sabotaggi ai ripetitori

riceviamo e diffondiamo:

CI RISIAMO

La mattina del 8 marzo l'abitazione di un compagno di Pergine Valsugana, in provincia di Trento, è stata perquisita (con esito negativo) dalla Digos trentina, nell'ambito di un'indagine contro ignoti per concorso in "fabbricazione non autorizzata di armi" o "parti di armi" (l.n.895/1967-disposizioni per il controllo delle armi- la stessa legge che si usa per le "munizioni da guerra, gli esplosivi o gli ordigni micidiali" come gli ordigni a grappolo, per capirci).
Gli altri articoli contestati sono il 423, "incendio", tra i "delitti contro l'incolumità pubblica"- dopo il 422, ovvero "strage"; e l'art.635 quinquies, ovvero "danneggiamento dei sistemi informatici o telematici di pubblica utilità".

Ci sembra utile evidenziare alcuni aspetti di quest'operazione: il primo è la palese volontà intimidatoria (una sola perquisizione in un'indagine contro ignoti è evidentemente un'intimidazione); il secondo aspetto è l'utilizzo di articoli del codice penale che richiamano fattispecie di reato che possono rientrare nell'accusa di "terrorismo": la "pubblica incolumità" e "la pubblica utilità" sarebbero facilmente utilizzabili per l'accusa di  "voler intimidire la popolazione", accusa che richiama il 270bis. Il terzo aspetto è che a provarci questa volta è la Procura di Rovereto e non di Trento, con
l'ormai tristemente famoso pm De Angelis, lo stesso dell'archiviazione del caso Frapporti e di tante altre indagini contro gli anarchici trentini (e non solo anarchici!).
L'indagine parte dall'incendio di alcuni ripetitori: il 6 ottobre 2012 a Rovereto - loc.Baldresca - Telecom Italia; il 19 ottobre 2012 a Trento - loc. Cognola - Wind; il 5 novembre a Isera - Vodafone; il 4 febbraio 2013 a Trento - loc. Maranza - di vari gestori.

Che dire? Certo non ci dispiace se qualche benintenzionato attacca le strutture del controllo tecnologico. A intimidire la popolazione sono i padroni e lo stato.