Trento - Contro Blocco Studentesco
riceviamo e diffondiamo:
A Trento martedì 20 novembre doveva tenersi, presso un bar di fronte alla facoltà di sociologia, un "aperitivo di presentazione" della lista con cui Blocco Studentesco si candida alle elezioni universitarie. Si tratta del primo tentativo di Blocco di trovare una qualche legittimazione a Trento, e l'aperitivo in questione avrebbe dovuto essere la prima iniziativa pubblica a Trento di un gruppo neofascista da un paio d'anni a questa parte (ovviamente pubblicizzata il giorno stesso per evitare "complicazioni"). Una sessantina di antifascisti di diverse realtà cittadine impedisce ai
fascisti l'iniziativa. Dopo circa un'ora i fascisti tentano
un'aggressione al bar.
Mercoledì 21 un corteo numeroso e determinato attraversa le strade di Trento: oltre 300 persone portano in piazza il loro disprezzo verso i fascisti di qualsiasi millennio, e una volta tanto ad essere isolati e respinti sono i tentativi di mediazione con la questura (sul percorso e sulle modalità della manifestazione) da parte di qualche sparuto politicante. Giovedì 22 novembre, alla presentazione ufficiale delle liste per le elezioni universitarie,
mentre diversi compagni volantinano il testo che segue, i fascisti fanno
sapere tramite comunicato stampa che non si presenteranno alla
conferenza (formalmente per protesta).
Segue il volantino distribuito, con un riassunto della giornata di martedì:
Contro il fascismo, banditi ovunque
Blocco Studentesco, i Balilla di CasaPound ci riprovano.
Martedì 20 Novembre lanciano un invito su volantino ad un aperitivo in un bar di via Verdi per promuovere la candidatura di alcuni di loro alle elezioni universitarie.
Decisi a non lasciare nessuno spazio di agibilità agli squadristi, dopo un'assemblea a sociologia, una sessantina di antifascisti presidiano il bar in questione. Quando alcuni di questi si presentano vengono allontanati da alcuni compagni e si decide di rimanere sul posto. Verso le 19, quando svariata gente ha lasciato il bar, compaiono una trentina di fasci di Trento ed altri venuti da fuori che, incappucciati ed armati di tirapugni, catene e bottiglie, aggrediscono la gente rimasta. Alcuni clienti del bar seduti a un tavolino, estranei alla vicenda, vengono colpiti e uno di questi viene ferito ad una spalla, altri due studenti dei collettivi sono feriti alla testa da bottigliate e tirapugni. Gli sbirri non perdono l'occasione di seguire e identificare uno di questi mentre va a medicarsi, altri riportano ferite più lievi. Anche i fasci le prendono non poco e, una volta esaurito l'effetto sorpresa, sono costretti a darsela a gambe.
Viene indetta un'assemblea a Sociologia che viene occupata e si decide di fare un'uscita nelle varie facoltà per interrompere le lezioni con un appuntamento davanti all'università alle 10 della mattina seguente e, sempre partendo da Sociologia, dalle 15 con un corteo per le vie di Trento.
È stato importante esserci per tutti quelli che sono convinti che una risposta a queste carogne non debba assumere i toni di una richiesta di aiuto vittimista a quelle stesse istituzioni che legittimano i fascisti e si servono di loro come manovalanza repressiva verso ogni forma di dissenso autorganizzato. Attacchi ai campi Rom, aggressioni nelle strade, arrivando all'assassinio di due immigrati in pieno giorno a Firenze di un anno fa, danno una visione senza sbavature del ruolo di questi burattini del potere: fomentare le divisioni e l'odio tra poveri in un momento in cui lo Stato da solo non riescie a reprimere il malcontento che si incontra, si conosce e si fa sentire più minaccioso. In Grecia, dove gli sfruttati sono diventati classe pericolosa, i fascisti di Alba Dorata aggrediscono assemblee, mense autogestite e immigrati; hanno ricevuto gran parte dei loro voti dalle squadre dell'antisommossa e diversi antifascisti sono stati arrestati e torturati per delle manifestazioni.
A Trento non sono mancate le aggressioni dei fascisti che quando hanno finito per prenderle sono andati a piangere in questura. Resistiamo oggi come allora per non lasciargli le strade, le scuole e nessun altro spazio. Scendiamo in strada e rispediamo i colpi al mittente.
Anarchici e Anarchiche Insuscettibili di Ravvedimento
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