Perchè piange Ministro Fornero?
Siamo precarie e precari. Nel lavoro. Nel reddito. Nel welfare. Nei diritti. Negli affetti.
Siamo precari e precarie e non lo abbiamo scelto.
Siamo i milioni di collaboratori a progetto, partite iva, interinali, stagisti, lavoratori in affitto, motore di un'economia in crisi.
Siamo sempre sacrificabili, ma siamo quelli che, ogni giorno, mandano avanti questo paese.
Ci può incontrare ovunque: nei call center, nelle agenzie strumentali dei vostri Ministeri, nelle università, nei centri di ricerca, nei cantieri, nei musei, nell'allestimento dei concerti, nelle scuole, nei supermercati.
Siamo il frutto delle riforme del mercato del lavoro realizzate dal centro-destra e dal centro-sinistra negli ultimi quindici anni.
Siamo donne alle prese con una parità di genere tutta apparente e senza tutele, a partire dalla maternità; siamo migranti con il ricatto del permesso di soggiorno legato al contratto di lavoro;
siamo giovani e meno giovani:
diplomati e laureati vissuti all’ombra della retorica della meritocrazia; ultra 40enni, iperqualificati e supertitolati, spesso madri e padri di famiglia; over 50, i reietti, quelli che il mercato del lavoro una volta espulsi considera ‘vuoti a perdere’.
I nostri figli nascono già precari: per via del debito, del futuro oscuro e di un globo che non sa se sopravviverà ai prossimi anni.
La crisi ha solo accelerato i processi di precarizzazione coinvolgendo i cosiddetti lavoratori ‘garantiti’. Noi che eravamo le giovani e i giovani in difficoltà, abbiamo visto i nostri padri e le nostre madri diventare precari come noi.
E lei, perchè piange Ministro Fornero?
Una crisi negata nel corso degli ultimi 2 anni è il frutto avvelenato del governo Berlusconi e dei suoi ministri “nani e ballerine”.
Invece il suo Governo è certamente più serio e preparato. Lo è talmente tanto che riuscirà ad imporre per l'ennesima volta la ricetta liberista in cui il mercato (innanzitutto finanziario) è sovrano e le nostre vite al suo servizio.
E noi, precari e precarie avremo l'unica garanzia di uno sfruttamento costante ed un debito, chiarament, non nostro, condiviso con tutti i cittadini e le cittadine del nostro paese.
E lei, perchè piange Ministro Fornero?
Caro ministro, Lei sa benissimo che oggi i cosiddetti lavoratori parasubordinati, coloro che sono iscritti alla gestione separata, tengono in attivo i conti dell’INPS. Secondo le previsioni, una pensione a gestione separata è di 1570 euro l’anno, 130 euro al mese.
Dopo aver fatto i conti quotidianamente con la giungla della precarietà, passeremo la seconda parte della nostra vita a fare i conti con la povertà. E un nuovo conflitto generazionale si aprirà.
Non vogliamo tutele contrapposte a quelle di altri, vogliamo rispetto, solidarietà e libertà comune.
Il reddito che voi immaginate MINIMO e PER SOSTENERE LA LIBERTA' DI LICENZIARCI, Noi lo vogliamo DI BASE e INCONDIZIONATO, lavoro o non lavoro, per sostenere la libertà di scelta sulle nostre vite.
Perchè piange Ministro Fornero?
Ci siamo interrogati a lungo sul significato delle Sue lacrime, caro Ministro.
Noi precarie e precari, che produciamo e distribuiamo quotidianamente ricchezza sociale che non viene utilizzata per il nostro futuro e la nostra felicità; noi, l’Italia peggiore, oggi riprendiamo la parola sul lavoro, sul reddito, sugli ammortizzatori sociali, sul sistema pensionistico, sulla maternità/paternità, sul welfare, sul modello di sviluppo, sulla vita.
E voi, dovrete ascoltarci.
Ora basta piangere.