La vigliacca e violenta repressione dello stato spagnolo si è ancora decisamente abbattuta su* compagn* basch*. Da quando nel 2002 Segi, ovvero l’organizzazione giovanile della sinistra indipendendista di Euskal Herria, è stata dichiarata illegale, sono stati istituiti decine di processi contro i suoi militanti.
Gli ultimi procedimenti sono stati uno contro 40 militanti (che si è concluso con l’assoluzione per tutti), seguito da un’altra mandata contro ventotto giovani e che, per non screditare la credibilità del sistema giudiziario spagnolo, avrebbe dovuto portare a delle condanne, nonostante la pretestuosità delle accuse.
Infatti, il 6 Maggio, 7 degli imputati sono stati condannati a sei anni di carcere (con l’accusa di appartenenza a banda armata), per il solo fatto di appartenere ad un’organizzazione giovanile e con la prova principale estorta sotto tortura.
Lo stato spagnolo, tanto democratico ed europeo, tortura i militanti politici baschi ed attua una politica penitenziaria che disperde i prigionieri, anche a centinaia di chilometri da casa, non lascia liberi i malati gravi e conta ancora più di quattrocento prigionieri baschi nelle carceri.
In questo caso si è addirittura fatto ricorso agli arresti di quattro persone prima che venisse emessa la sentenza dell’ “Audiencia Nacional”. Il motivo per cui con tanta fretta hanno voluto tradurre in carcere i compagni è semplice quanto potente: in ogni parte del paese basco vengono eretti muri di difesa popolare a cui partecipano centinaia (e talvolta migliaia) di persone, che volontariamente fanno resistenza, affinchè le autorità non traggano in arresto i propri compagni di lotta. Questa solidarietà così spontanea e partecipata è la vera forza di un movimento che, nonstante il giogo a cui impongono di sottostare i governi centrali, è in grado di rialzare la testa e respingere ogni tentativo di essere ridotto al silenzio con il bastone. Domenica prossima il popolo si schiererà ancora una volta a difesa di tre compagni che sono riusciti a scampare agli arresti preventivi e dall’ordine di carcerazione del tribunale.
Per questo, nonostante la lontananza, saremo anche noi un piccolo mattone di quel grande meccanismo solidale, perchè non esistono barriere e confini nel cuore di chi lotta per la giustizia e la libertà.
STOP PROCESSI POLITICI E TORTURA !
MARINA, XABAT, AINHOA, BERGOI, IGARKI, AIALA, IBON
LIBRE !
VOGLIAMO TUTTI LIBERI !
Aggiornamento 17 Maggio 2015: sono oltre 8000 le persone scese in piazza per creare un muro popolare di difesa dei 3 ragazzi, indossando parrucche e maschere per rendere più difficile alla polizia il compito di individuarli.
Aggiornamento 18 Maggio 2015, ore 11:00 – dopo una notte passata a dormire in piazza, verso le 9 di mattina sono arrivati i reparti speciali della polizia autonoma basca, tenuta antisommossa passamontagna sotto i caschi rossi, ed hanno iniziato a portare via uno ad uno i presenti. Nell’azione le forze dell’ordine hanno usato una violenza inaudita rispetto ai precedenti casi di muri popolari. Due manifestanti sarebbero privi di coscienza da oltre un’ora per le botte ricevute, uno ha la testa spaccata ed un altro una gamba rotta. Stanno chiamando universitari di medicina e infermeristica per andare a soccorrere i feriti. Nonostante tutto il muro resiste da più di due ore, anche se purtroppo la polizia è riuscita a prendere Aiala (una dei 3) insieme a quelli che le erano accanto perchè non la lasciavano (si sono anche legati gli uni agli altri)agli altri)
Aggiornamento 18 Maggio 2015, ore 12:00 – Hanno preso tutti e 3 i compagni!
Tanti altri giovani sono stati arrestati, teste aperte, gambe rotte, 3 ragazzi/e privi di coscienza.
Una ragazza era priva di coscienza, non si muoveva e la polizia non ha fatto nulla. Un uomo che andava a dare del ghiaccio ai feriti è stato fermato e identificato.
Hanno colpito anche i giornalisti che informavano su quanto sta accadendo a Gasteiz.
Intanto dall’interno del furgone della polizia Aiala (una dei 3 condannati) manda questa foto insieme alle altre persone arrestate per difenderla (si erano incatenati gli uni agli altri). Mai perdere il sorriso, neanche quando si va in prigione per 6 anni!