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sorveglianza, controllo e repressione:
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BAMBINI DI SATANA |
26/07/04 |
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Nessuno dimentichi il vero volto della chiesa
"Non sarà un processo come gli altri, perché l'inchiesta, fin dall'inizio, si è sviluppata in un clima da inquisizione, di vera e propria caccia alle streghe, con tanto di esorcisti e riti purificatori, di ricerca di tombe profanate (peraltro mai trovate), sullo sfondo di un mondo parallelo e speculare a quello dei cultori di Satana che pare aver trasformato questa vicenda in una sorta di guerra finale contro il Demonio". Luther Blissett
24 Gennaio 1996. Alcuni membri dell'associazione culturale neo-pagana Bambini di Satana, tra cui il suo fondatore Marco Dimitri, vengono arrestati con l'accusa di ratto a fini di libidine.
Ad incriminarli sono le testimonianze, confuse e inattendibili, di una sedicenne, ex fidanzata di uno degli associati.
Il castello accusatorio, appoggiato da media nazionali e locali, si rivela una vera e propria Santa Inquisizione: alle prime imputazioni si aggiungono quelle di violenza su minori, violazione di sepolcro e profanazione di cadaveri, con tanto di pareri tecnici di esperti esorcisti e le pressioni della Curia di Bologna tramite il GRIS (Gruppo di Ricerca e Informazione sulle Sette).
Il Luther Blissett Project
lancia una campagna di controinformazione e anche il suo libro "Lasciate che i bimbi", una denuncia contro "l'euro-paranoia oscurantista e censoria sulla pedofilia", è oggetto di repressione: lo stesso magistrato che conduce l'inchiesta sui Bambini di Satana ne chiede, ottenendola, la distruzione, oltre ad un risarcimento per diffamazione.
Nel giugno 1997 il processo si conclude con l'assoluzione degli imputati, perché il fatto non sussiste.
Se una vita può essere pensata in denaro, quella di Marco Dimitri vale 100.000 euro, quella di Gennaro Luongo 50.000.
E' questo "l'equo risarcimento" che la Corte di Appello di Bologna ha
riconosciuto
ai Bambini di Satana per la montatura giudiziaria che costò a Dimitri 400 giorni di carcere e un'esistenza massacrata.
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NAPOLI: POLIZIOTTI ALLA SBARRA |
15/07/2004 |
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A giudizio
Principali accuse: sequestro di persona, abuso di atti di ufficio, violenza privata, danneggiamenti, lesioni personali aggravate e perquisizione arbitraria. 31 persone rinviate a Giudizio. Sembra un articolo di cronaca su un'operazione di antiterrorismo e invece si parla di 31 poliziotti.
Il 17 marzo 2001, al termine della manifestazione contro il Global Forum, 80 persone furono fermate (chi in piazza, chi in strada e chi all'ospedale) e trascinate di forza (e senza alcuna ragione legale) dentro la caserma "delle torture" Raniero. Qui la polizia si è prodigata in atti di violenza e lesioni nei confronti di molti dei manifestanti, costretti a rimanere per lungo tempo al muro e con le mani dietro la testa, minacciati, offesi, umiliati e colpiti ripetutamente ...
Nonostante il clima teso che si respirava in Italia (Genova era alle porte), partirono comunque le denunce e le accuse da parte dei manifestanti. Qualche tempo dopo, su richiesta del GIP, ci fu anche un primo arresto ai danni di 6 poliziotti ritenendo in pericolo i testimoni e le prove di quei giorni. Tutto normale se non fosse che una storia nata sporca deve sempre seguire un suo percorso...
Agenzie, giornali e televisioni si affrettarono a pubblicare riferimenti utili ad indentificare i testimoni, indicando la città e l'area di appartenenza politica, violando la loro privacy ed esponendoli ad un rischio annunciato. I colleghi poliziotti, per tentare di evitare l'arresto dei 6, inscenarono un girotondo attorno alla questura di Napoli... sposando anche loro per una volta la democrazia.
Grazie a quella scenata e all'aiuto dei parlamentari di destra: via gli arresti e dimezzate le accuse e così i difensori della legge e i paladini della giustizia potevano continuare a dormire sonni tranquilli.
Oggi a 3 anni di distanza "meglio di così non poteva andare": i giudici confermano le accuse mosse allora e rimandano a giudizio tutti e 31 i poliziotti coinvolti nelle violenze e nelle illegalita' di quei giorni. Fra questi i vicequestori aggiunti Carlo Solimene (che sosteneva di aver lasciato la caserma a fine turno, quando agli atti risulta un richiesta di cinque ore di straordinario) e Fabio Ciccimarra (quest'ultimo coinvolto anche nel processo della Diaz)
È un passo, questo è sicuro, nel tentativo di fare chiarezza verso tutto quello che successe in quei giorni (la gestione di piazza innanzitutto, i massacri per la strada e in seguito le violenze in caserma)... e che, pochi mesi dopo, si e' riproposto con lo stesso copione, ma sotto un governo di bandiera diversa, a Genova. Il decreto assume una particolare rilevanza sia perchè inaugura i
processi nei confronti delle forze dell'ordine per i fatti del 2001 (la
Diaz e Bolzaneto sono ancora in una fase precedente), sia perchè i
reati contestati sono di particolare gravità.
Indymedia è stata spesso tirata in ballo durante le udienze preliminari, non solo per la presenza di due mediattivisti tra i fermati, ma anche perchè accusata di aver promosso, insieme ai difensori, un coordinamento tra i manifestanti attraverso le sue liste al fine di costruire un atto d'accusa nei confronti delle forze dell'ordine. L'illazione è fantasiosa e le lmailing list di Indymedia sono notoriamente pubbliche: ecco come si spiega l'imbarazzo dei difensori nel difendere indifendibili.
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NAPOLI: POLIZIOTTI ALLA SBARRA |
14/07/2004 |
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A giudizio
:: News :: Arrivano il 24 Luglio 11 denunce ad altrettanti manifestanti presenti il 17 Marzo in piazza
Principali accuse: sequestro di persona, abuso di atti di ufficio, violenza privata, danneggiamenti, lesioni personali aggravate e perquisizione arbitraria. 31 persone rinviate a Giudizio. Sembra un articolo di cronaca su un'operazione di antiterrorismo e invece si parla di 31 poliziotti.
Il 17 marzo 2001, al termine della manifestazione contro il Global Forum, 80 persone furono fermate (chi in piazza, chi in strada e chi all'ospedale) e trascinate di forza (e senza alcuna ragione legale) dentro la caserma "delle torture" Raniero. Qui la polizia si è prodigata in atti di violenza e lesioni nei confronti di molti dei manifestanti, costretti a rimanere per lungo tempo al muro e con le mani dietro la testa, minacciati, offesi, umiliati e colpiti ripetutamente ...
Nonostante il clima teso che si respirava in Italia (Genova era alle porte), partirono comunque le denunce e le accuse da parte dei manifestanti. Qualche tempo dopo, su richiesta del GIP, ci fu anche un primo arresto ai danni di 6 poliziotti ritenendo in pericolo i testimoni e le prove di quei giorni. Tutto normale se non fosse che una storia nata sporca deve sempre seguire un suo percorso...
Agenzie, giornali e televisioni si affrettarono a pubblicare riferimenti utili ad indentificare i testimoni, indicando la città e l'area di appartenenza politica, violando la loro privacy ed esponendoli ad un rischio annunciato. I colleghi poliziotti, per tentare di evitare l'arresto dei 6, inscenarono un girotondo attorno alla questura di Napoli... sposando anche loro per una volta la democrazia.
Grazie a quella scenata e all'aiuto dei parlamentari di destra: via gli arresti e dimezzate le accuse e così i difensori della legge e i paladini della giustizia potevano continuare a dormire sonni tranquilli.
Oggi a 3 anni di distanza "meglio di così non poteva andare": i giudici confermano le accuse mosse allora e rimandano a giudizio tutti e 31 i poliziotti coinvolti nelle violenze e nelle illegalita' di quei giorni. Fra questi i vicequestori aggiunti Carlo Solimene (che sosteneva di aver lasciato la caserma a fine turno, quando agli atti risulta un richiesta di cinque ore di straordinario) e Fabio Ciccimarra (quest'ultimo coinvolto anche nel processo della Diaz)
È un passo, questo è sicuro, nel tentativo di fare chiarezza verso tutto quello che successe in quei giorni (la gestione di piazza innanzitutto, i massacri per la strada e in seguito le violenze in caserma)... e che, pochi mesi dopo, si e' riproposto con lo stesso copione, ma sotto un governo di bandiera diversa, a Genova. Il decreto assume una particolare rilevanza sia perchè inaugura i
processi nei confronti delle forze dell'ordine per i fatti del 2001 (la
Diaz e Bolzaneto sono ancora in una fase precedente), sia perchè i
reati contestati sono di particolare gravità.
Indymedia è stata spesso tirata in ballo durante le udienze preliminari, non solo per la presenza di due mediattivisti tra i fermati, ma anche perchè accusata di aver promosso, insieme ai difensori, un coordinamento tra i manifestanti attraverso le sue liste al fine di costruire un atto d'accusa nei confronti delle forze dell'ordine. L'illazione è fantasiosa e le lmailing list di Indymedia sono notoriamente pubbliche: ecco come si spiega l'imbarazzo dei difensori nel difendere indifendibili.
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DETENUTI SCOMPARSI |
19/06/2004 |
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I detenuti che scompaiono...
Il carcere di Badu 'e Carros (Nuoro) ha un braccio di massima sicurezza e, come tale al posto delle guardie carceriarie "convenzionali" ci sono i famigerati GOM a "garantire" la sicurezza.
Quindi è ancora più difficile verificare quello che succede all’interno.
E proprio dal carcere di Badu 'e Carros è stata spedita una lettera in cui i detenuti denunciano:
"Segnaliamo che non abbiamo più notizie di un nostro compagno Roberto Nicolosi, massacrato e buttato in cella d'isolamento dalla polizia penitenziaria. Abbiamo timore che faccia la fine del detenuto Acquaviva trovato impiccato tempo addietro (vedesi procedimento penale in corso contro la polizia penitenziaria). Le torture non ci sono soltanto in Iraq ma guardiamo anche in casa nostra.
Alcuni detenuti del carcere di Nuoro.
5/06/04"
In un'altra lettera del 7 giugno inviano la copia della lettera di protesta scritta a mano che i detenuti hanno inviato alla Direzione del carcere in merito alla vicenda di Nicolosi.
Dopo la mobilitazione di alcune compagne e alcuni compagni in Sardegna, ieri è stata inoltrata un’interrogazione parlamentare dal deputato verde Bulgarelli, e il quotidiano il manifesto di oggi ha pubblicato un breve articolo, con l’intenzione di tornarci la settimana prossima.
>>> La denuncia dei sindacati sulle condizioni nel carcere
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BIOMETRIA |
13/12/2004 |
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Il corpo è una password
Le tecnologie del controllo invadono sempre di più la nostra esistenza. Con la scusa che il mondo è sempre più instabile a causa di conflitti e migrazioni di massa, si sacrificano le libertà individuali e collettive in nome della sicurezza. Tra le tecniche di sorveglianza oggi più in voga c'è la biometria: la misura, la
scansione e la registrazione digitale di caratteristiche biologiche che caratterizzano univocamente un individuo, come le impronte digitali, l'immagine del volto, la scansione dell'iride.
Le tecnologie di riconoscimento e di classificazione hanno fatto
miracoli negli ultimi anni, sotto la spinta del potere politico sempre
più interessato all'applicazione su larga scala di tali informazioni.
Le tecniche di riconoscimento biometrico si applicano ormai a quasi ogni aspetto del nostro
corpo e del nostro comportamento. Per esempio, oggi è addirittura possibile identificare una persona a partire dal profilo delle orecchie (anche se
mozzate!), dalle onde emesse involontariamente dal cervello, che cambiano da un individuo a un altro, dai muscoli facciali per aggirare chirurgia plastica e travestimenti.
E le applicazioni a scopo di controllo
sociale non si fanno attendere. Gli Stati Uniti oggi richiedono la
scansione del volto e delle impronte digitali agli immigrati
di molti paesi (anche l'Italia, per chi si recherà negli USA). Il governo
USA prevede di spendere 7 miliardi di dollari
entro il 2008 per dotarsi di apparecchiature necessarie al controllo biometrico
degli immigrati, ma già tali tecnologie sono già usate in 114 aeroporti e 15 porti americani per registrare impronte e volto. Per quanto riguarda la scansione dell'iride, negli anni scorsi gli USA hanno svolto sperimentazioni
sui prigionieri iracheni - estese poi all'intera popolazione di Falluja, a dimostrazione che le guerre all'estero
servono anche da laboratorio e volano per il controllo sociale sul piano nazionale. La
biometria, infatti, dopo essere sperimentata su immigrati e nemici, viene applicata sugli stessi cittadini americani sin
dalla scuola.
L'Europa non è comunque da meno, e nei confronti degli immigrati
adotta politiche analoghe a quelle americane, anche per le richieste
(gradite) degli stessi Stati Uniti. Già oggi
Germania e Inghilterra
sperimentano alle loro dogane le tecnologie di identificazione biometrica.
Anche in Italia, il proliferare della videosorveglianza anche nei luoghi pubblici si accompagna sempre piu' spesso all'uso di tecniche biometriche di identificazione (per esempio, sui treni
e nelle strade.
Il prossimo passo della biometria avverrà comunque su scala globale:
secondo gli accordi presi durante il G8, dietro le raccomandazioni dell'ICAO
(Organizzazione
Internazionale dell'Aviazione Civile), USA e Europa
imporranno a tutto mondo l'adozione di documenti di identità
biometrici che riportino impronte, volto e iride, e
database unificati per la loro registrazione. Proprio in Europa, ad
esempio in Danimarca e Inghilterra, alcuni di questi provvedimenti verranno sperimentati per la prima volta.
Non è un caso che chi comanda nei cieli detti le regole del controllo
anche in terra. Proprio tre compagnie aeree (American, Northwestern e
BlueJet) sono al centro di un grande scandalo negli USA per aver passato i dati personali dei loro passeggeri ai progetti di sicurezza della difesa americana, gestiti dalla NASA contro ogni rispetto della privacy.
L'uso della biometria è molto discusso negli USA, soprattutto da associazioni
per la difesa della privacy come l'ACLU.
Sotto accusa sono la sua inefficienza
(ma questo apre anche possibilità
per sfuggire al controllo), per il rischio di furti di identità e soprattutto il sacrificio di privacy e libertà sull'altare di una psicosi della sicurezza che fa comodo solo a pochi, e per motivi poco nobili.
Aggiornamenti dal newswire:
- Finanza & controllo: come la biometria scuote i mercati...
- Iraq, laboratorio postumano
Approfondimenti (ita)
[ spialaspia.org | face reconition software ]
[ Il sistema informatico di Schengen | Dati biometrici nel passaporto | Biometria e terrorismo ]
Approfondimenti (ing):
[ Statewatch sulla Biometria 2 3 4 5
|
Wired sul commercio di dati delle compagnie aeree 2 | La UE e il controllo dell'immigrazione
2 ]
[ Nuove tecniche biometriche : muscoli facciali |
onde cerebrali ]
ACLU contro la biometrica
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sorveglianza, controllo e repressione:
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