Salviamo il pianeta prima dei ciclisti

Salviamo il pianeta, non solo le cicliste e i ciclisti!!!

Sembra che finalmente anche le istituzioni si interessano ai tanti problemi di chi usa la bicicletta nelle città italiane, promettendo di tutelare questo mezzo di trasporto piuttosto che un veicolo a motore. Ma vogliamo riflettere sul significato di “salvaiciclisti” in Italia, quando tra gli aderenti figurano giornali e politici, quando sotto il motto romano “veni vidi vici” dal suono fascisteggiante spiccano proposte strane, come formazione stradale del ciclista, corsie ciclabili e bike sharing realizzate da privati. Ci chiediamo inoltre come sia possibile salvare i ciclisti sulla base di un “manifesto” che non nomina mai “automobile”, “traffico”, “inquinamento”.

Nella terra in cui mafia e politica sono sinonimi, in cui il governo è affidato a partiti capaci solo di svuotare la politica e rafforzare il capitalismo, non c’è forse il rischio che i punti lanciati dal “Times”, invece di soluzioni concrete, si risolvano nella solita passerella dei politici e in qualche chilometro di piste ciclabili regalati alla malavita e/o a speculazioni da parte di privati?

Per conto nostro, siamo convinti che le bici non abbiano bisogno di piste ciclabili, né le cicliste e i ciclisti di formazione stradale, né la città di bike sharing sponsorizzati da multinazionali, né che si possano definire gli incroci pericolosi, perché tutti lo sono. Il problema è e resta la schiavitù dall’automobile, la sua indole prevaricante e pericolosa, la sua nocività ambientale e sociale, gli incentivi statali al trasporto su gomma, il bombardamento pubblicitario, le barriere architettoniche, la carenza dei mezzi pubblici, la mancanza di spazi destinati alla socialità e alle relazioni e non al consumo. Siamo cioè convinti che non si possano salvare i ciclisti senza ridisegnare le nostre città e il loro modello di sviluppo da cima a fondo, partendo dalla tutela e dalla riappropriazione di ogni bene comune.

Siamo qui alla Critical Mass perché crediamo e ci riconosciamo nei movimenti spontanei e quotidiani, che nascono dal basso e rimangono nel basso, riempiendo di convivialità i troppi spazi lasciati vuoti o negati dalla politica dei palazzi. Non vogliamo dialogare con le istituzioni e con il potere, ma vogliamo imporci senza compromessi attraverso pratiche di lotta quotidiane, sottratte al consumo di aria, terra e suolo, e sottratte anche al consumo di idee vendute ai social network.

Per questi motivi partecipiamo da sempre alla Critical Mass, un movimento spontaneo, un incontro “casuale” di ciclisti che non hanno bisogno di autorizzazioni per muoversi nelle strade, perché il diritto a muoversi è inalienabile e non si delega. Critical Mass è un movimento senza bandiere ma nello stesso tempo fortemente politico, perché fare politica è soprattutto amare il proprio territorio e il mondo intero e cercare di trovare un modo per abitarlo in modo responsabile.

Per questi motivi, pur salutando con gioia ogni manifestazione a favore di una mobilità a misura d’uomo, non possiamo aderire a “salvaiciclisti”, che ha scelto un manifesto infelice, ha deciso di esprimersi in una manifestazione autorizzata dalla questura e ha dato la possibilità di adesione alla meschinità dei politicanti di turno.

Vogliamo ribadire il carattere sovversivo e rivoluzionario non solo dell’andare in bici nelle nostre città, dell’offrire degli spazi dove poterla riparare gratuitamente, ma soprattutto di riflettere e discutere tutti insieme per cercare di unire le nostre lotte con quelle di pedoni, disabili, utilizzatori dei mezzi pubblici, rendendole così più incisive.

Rilanciamo quindi l’appuntamento ogni Critical Mass mensile e per la Critical Mass internazionale di fine maggio a Roma!

Ciclofficina Donchisciotte/eXSnia