Carovana Città Bene Comune, ad Ostia divieto di manifestare

“Il Cantiere Sociale del municipio XIII, insieme ai comitati di quartiere, ai movimenti romani e alle associazioni, ha promosso per il 31 maggio, a Ostia, una grande parata con musica e artisti di strada per difendere il progetto della casa della Cultura nell’ex colonia Vittorio Emanuele di Ostia. L’iniziativa, inserita nelle tappe della carovana Città Bene Comune, e presentata nei giorni scorsi in conferenza stampa, vuole essere un modo per unire le singole vertenze territoriali all’interno di un’unica battaglia per un’altra idea di città e per un diverso modello di sviluppo.

Un grande evento di musica e spettacolo per rilanciare la vocazione socio culturale della Vittorio Emanuele e per fare dell’intero complesso una città delle culture, della solidarietà e della partecipazione contro gli speculatori e gli amministratori miopi.

Eppure, nonostante le caratteristiche comunicative dell’iniziativa, la questura di Roma vuole imporre uno strano ed insensato divieto di manifestare. Nonostante gli organizzatori si siano dimostrati disponibili a modificare il percorso stabilito, il divieto rimane assoluto: non esiste zona franca, tutta la città è off limits.

La motivazione ufficiale che viene fornita è la presenza dell’ “Air Show” lo spettacolo annuale delle frecce tricolori che coinvolge la parte di levante della città. Una storia che non si tiene in piedi e che cela malamente un forte imbarazzo politico e l’intenzione di chiudere ogni spazio di espressione della critica e del dissenso.

Dopo aver assistito a consigli municipali blindati, alla negazione di qualsiasi spazio di dialogo istituzionale, Alemanno e Vizzani pensano così di mettere a tacere l’associazionismo locale più attivo ed indipendente.

Facciamo appello ai movimenti ed alle forze democratiche della nostra città ad esprimersi, dare la propria solidarietà materiale, a costruire insieme a noi per Domenica 31 Maggio una Manifestazione a cui non abbiamo nessuna intenzione di rinunciare.

Difendiamo la Casa della Cultura

Difendiamo la Destinazione Socio- Culturale della Vittorio Emanuele di Ostia

Non si possono cancellare anni di battaglie e progettualità dal basso.

Cantiere Sociale Municipio XIII

Per info 349 7117095

ANSA – Assemblea contro G8 giustizia/interni

ROMA, 17 MAG - Si e' svolta oggi a Roma un'assemblea della 'Rete No G8'
per annunciare le iniziative di protesta "contro il razzismo di Stato"
e in vista del G8 dei ministri della Giustizia e degli Interni,
che si svolgera' dal prossimo 28 maggio nella Capitale.
All'interno dell'ex cinema Volturno a Roma, la Rete ha lanciato
un appello per "costruire una settimana di mobilitazioni che partira'
dalla manifestazione del 23 maggio a Milano contro il razzismo,
passando per due giornate di azioni decentrate il 28 e 29 maggio
e per la manifestazione globale di Roma del 30 maggio".
Dal 28 maggio, in coincidenza con il G8 di Roma, sono state annunciate
a Roma alcune "azioni comunicative decentrate contro il razzismo
di Stato e per i diritti dei migranti" che culmineranno, il prossimo
30 maggio, nella manifestazione globale contro il G8 "per contestare
le politiche razziste e liberticide del governo del mondo".
La manifestazione del 30, ha annunciato la Rete, "partira' dalle
zone popolari e migranti della Capitale, tra Porta Maggiore e
il Pigneto, e arrivera' nel cuore della città"

Intolleranti al razzismo

Per abbattere frontiere e muri. Per una cittadinanza globale e multietnica No alla loro sicurezza…vogliamo diritti!

Nabruka Mimuni, questo è il nome della donna che si è tolta
la vita nella notte tra il 6 e il 7 maggio nel lager alle porte di
Roma. 227, le persone delle quali non conosciamo il nome né la sorte
respinte verso la Libia nella stessa notte, inaugurando la linea dura
del ministro Maroni sui respingimenti in mare. Inutile parlare di
diritti umani inviolabili, illusorio appellarsi a una qualche
convenzione internazionale, insufficiente erigersi a difesa della
costituzione italiana. Classi separate, autobus separati, medici spia,
presidi spia, caccia al clandestino, sindaci sceriffo,sicurezza
partecipata, esercito nelle strade, militarismo civico, checkpoint
metropolitani… Il mondo intorno a noi sembra evolversi rapidamente in
un’escalation di razzismo e violenza istituzionale, che mirano a
stringere tutte e tutti noi nella morsa della paura, dello sfruttamento
e del controllo. Berlusconi non vuole un’Italia multietnica e lo
spettro dell’apartheid si fa realtà. le politiche razziste e
sicuritarie sono pratiche di governo della crisi economica,  In assenza
di politiche anticrisi l’unica risposta è la sicurezza che si traduce
nella riduzione di libertà e diritti. Come fermare altrimenti la
resistenza alla crisi se non ingabbiando (preventivamente) la società e
producendo separazione e odio razziale? queste misure colpiscono in
particolare i/le migranti ma riguardano tutti e puntano a dividere e a
rompere i rapporti di solidarietà tra le persone, alimentando la paura
e rendendoci tutt* più ricattabili. Ma il futuro non è scritto… Le
rivolte nei centri di detenzione per migranti, da Lampedusa a Torino,
da Milano a Ponte Galeria, accendono un fuoco di speranza e libertà. Le
voci e le mobilitazioni contro il pacchetto sicurezza gridano che sono
molt* a sfidare la paura . Le lotte sociali non si fermano, anzi si
moltiplicano. Saremo in tanti a invadere le strade e ad assediare i
luoghi di potere nelle prossime settimane. Saranno migliaia i corpi
“non conformi” a manifestare l’indignazione e la rabbia e a ribadire
che noi la loro crisi non la paghiamo.
Il prossimo 23 maggio partirà
con un’importante manifestazione a Milano, la campagna nazionale “Da
che parte stare”, contro la crisi e contro il razzismo. Sarà solo un
inizio. Tra il 28 e il 30 maggio si terrà a Roma il G8 dei ministri
della giustizia e degli interni, che discuteranno di sicurezza, crisi e
immigrazione.
Saranno in 8, solo in 8, gli 8 grandi della terra.
Grandi per chi? Grandi per cosa? A loro è affidato il compito di
gestire la crisi sulla nostra pelle, laddove la politica economica non
offre soluzioni, laddove il capitalismo contemporaneo traballa, laddove
la crisi è globale e non conosce frontiere, la loro risposta è
approfondire le differenze, contenere chi si ribella e chi lotta per la
propria dignità. E’ arrivato il momento di far convergere le nostre
lotte, le lotte dei migranti, degli studenti, dei lavoratori precari
che si ribellano a un mondo fatto di sbarramenti e frontiere, di muri e
di un razzismo feroce e che stanno costruendo una resistenza alla
crisi, al pacchetto sicurezza e al G8 del 28-29-30 riunito per
ratificare i provvedimenti che già si stanno sperimentando di fatto.
Sui nostri corpi, sulle nostre vite, contro i nostri diritti. Torneremo
davanti ai loro lager, i CIE, luoghi di violenze e suicidi di stato, a
partire dai nostri luoghi che vivono di relazioni, di solidarietà, di
differenze produttive di lotte e di libertà. Il prossimo 30 maggio,
saremo tantissimi a Roma, migranti, studenti, precari a contestare le
politiche razziste e liberticide del governo del mondo, laddove il
razzismo non guarda solo al colore della pelle, ma vuole colpire
trasversalmente tutt*, tutt* coloro che reclamano diritti, reddito,
libertà di movimento.
Saremo un vortice che travolgerà il vertice:
Perché noi la crisi globale non la paghiamo perché l’unica sicurezza
che vogliamo è la libertà. Perché vogliamo abbattere frontiere e muri,
perché siamo tutti clandestini e la cittadinanza che vogliamo è globale
Domenica 17 maggio, ore 16,00 Pigneto, isola pedonale (Roma) si terrà
un’ assemblea pubblica – cittadina – globale. Invitamo tutt* a
partecipare, perchè siamo tutt* coinvolti. Per costruire insieme le
giornate di mobilitazione contro il G8 del 28, 29 e 30 maggio a Roma e
tutte quelle che nei prossimi giorni si moltiplicheranno contro il
pacchetto sicurezza e contro ogni razzismo.
Rete contro il Pacchetto
Sicurezza –
Roma Comitato “Da che parte stare”-
Roma Rete contro il
G8 – Roma

Assemblea aquilana e abruzzese contro il G8

3 maggio 2009

Si è tenuta presso il tendone della rete 3e32 in piazza dell’Unicef, via Strinella, il pomeriggio del 3 maggio un’assemblea aquilana ed abruzzese dedicata alle conseguenze dello spostamento del G8 da La Maddalena a L’Aquila.

L’assemblea che ha visto la partecipazione di numerose realtà attive all’Aquila, nella regione e in altre città è stata molto partecipata e ha posto le basi di un ragionamento condiviso sulle conseguenze per una città già ferita nel profondo dello svolgimento del G8.

L’Assemblea è stata anche il luogo per esprimere e confrontarci su quella che è la drammatica situazione dell’aquilano, in cui i numerosi gruppi di solidarietà sociale che lavorano dal primo giorno nelle tendopoli si sono confrontati sulle difficoltà e i disagi che le popolazioni vivono tutti i giorni e sulla scarsa agibilità legata alle misure del controllo del territorio che si stanno sempre più inasprendo, anche in vista del G8.

E’ emersa da più parti l’esclusione degli abitanti delle tendopoli e della costa dalle attività quotidiane e di ricostruzione sociale del territorio.

La mancanza e spesso la distorsione delle notizie, l’incertezza totale sul futuro delle persone e sulla ricostruzione, le difficoltà nell’entrare nei campi per diffondere notizie ed iniziative a causa della sempre maggiore militarizzazione della vita delle persone.

Si è costatato come inizialmente lo spostamento del G8 all’Aquila aveva dato l’illusione ad una parte dei cittadini di poter portare giovamento al territorio, sensazione smorzata dalle prime notizie sul Decreto Abruzzo e dalla consapevolezza di un meccanismo ingannevole e offensivo.

Si è discusso del Decreto Abruzzo presentato in questi giorni, è emersa in maniera condivisa  una forte opposizione a tale decreto e l’intenzione di avviare un percorso innanzitutto cittadino, ma che coinvolga le realtà regionali e nazionali, che porti  sui territori una reale informazione sulla questione, al fine di fornire agli aquilani la consapevolezza di cosa si sta decidendo sopra le loro teste.

Si è ribadita l’opposizione al G8 all’Aquila come in altri luoghi, e la sua completa inutilità.

Se lo spostamento del G8 è pensato per sostenere economicamente le popolazioni colpite dal sisma la nostra proposta è quella di annullarlo e di destinare le risorse, comunque ingenti, necessarie all’organizzazione dell’evento, interamente al territorio aquilano per una ricostruzione reale.

Se invece la decisione di Berlusconi e Bertolaso venisse confermata, ci prepariamo da oggi a mettere in campo idee, intelligenze e creatività per contrastare il G8.

Per noi il contro G8 è già iniziato.

E’ iniziato con le attività di sensibilizzazione e di mobilitazione sul territorio contro le proposte governative che a questa città si vogliono imporre.

Sappiamo infatti che il G8 è strumentale alla consacrazione delle politiche che il governo Berlusconi sta attuando sul territorio accelerando i tempi, senza permettere nessuna forma di partecipazione della cittadinanza.

Inoltre l’organizzazione del G8 porterà anche ad un sempre maggiore uso della forza militare che renderà sempre più difficile la vita e la libertà di movimento su un territorio già dichiarato in stato di emergenza. Una militarizzazione che continuerà ancora per molto tempo a governare, controllare, recintare i campi e le vite delle persone e rispetto alla quale noi proponiamo una ricostruzione del tessuto sociale.

Come aquilani, anche in una situazione difficile come questa, ci sentiamo indignati per la mancata considerazione che si ha per le nostre intelligenze e del nostro spirito critico.

Riteniamo fondamentale una forma di rispetto che non porti a manifestazioni, seppur tutte legittime, su questo territorio, che potrebbero tra l’altro mettere a rischio il lavoro di chi già da settimane, dal basso, offre solidarietà e si interessa della ricostruzione fisica e sociale del territorio.

La sfida che proponiamo alle realtà nazionali interessate è quella di avviare un percorso di avvicinamento al g8 che sia fatto di momenti di confronto per mettere in comune idee, proposte e pratiche per la ricostruzione sopratutto sociale dell’aquilano in contrapposizione all’imposizione governativa.

Contrapporre alla chiusura che viviamo un’apertura alle idee, alle esperienze alle sperimentazioni e alle pratiche dei movimenti contro il G8 e il neoliberismo in Italia, in Europa e nel mondo. Per fare dell’aquilano un laboratorio di alternative reali alla speculazione, alle mafie, alla disoccupazione, alla mercificazione, da concentrare nei giorni immediatamente precedenti al G8.

All’imposizione dall’alto contrapponiamo un processo di partecipazione di quante e quanti vorranno collaborare con la sfida della ricostruzione della città e del territorio.

All’assemblea hanno partecipato Epicentro Solidale, Abruzzo social Forum, Cobas, A Sud, Donne in Nero,  Arci,  Coordinamento Mediatori Culturali, Brigate della Solidarietà, rete 3e32.

MayDay: precari “occupano” l’ambasciata svedese

Da corriere.it del 30 aprile

Azione simbolica per lanciare la «Festa del non lavoro»

I precari davanti all'Ambasciata di Svezia (foto Eidon)
I precari davanti all’Ambasciata di Svezia (foto Eidon)

In Italia non abbiamo lavoro, la Svezia ci dia asilo politico. È questa l’insolita richiesta di una cinquantina di giovani precari e migranti residenti a Roma che oggi hanno simbolicamente occupato il cortile dell’ambasciata svedese nella Capitale intorno alle 11. Una delegazione dei manifestanti sta cercando di ottenere un incontro con l’ambasciatore: ognuno dei partecipanti ha portato il suo curriculum e chiede alla Svezia asilo politico. Gli autori della protesta hanno affisso uno striscione con una scritta in inglese: «Reddito di base garantito per tutti». «Chiediamo asilo» ha spiegato uno dei manifestanti «per poter godere di diritti e protezione sociale visto che in Italia non ci sono. Inoltre, è negato un sistema di ammortizzatori sociali per tutte le forme di lavoro, che in Italia è garantito solo in minima parte e per un quarto dei lavoratori regolarmente dipendenti». L’iniziativa all’ambasciata di Svezia, è stato spiegato dai manifestanti, serve anche per annunciare quella di domani (My day) che partirà alle 12 da piazza Porta Maggiore e si concluderà al Forte Prenestino, dove si svolgerà la «Festa del non lavoro».