Confermati gli arresti per gli occupanti della 8 marzo.

Appello contro gli arresti degli occupanti della 8 marzo di Magliana.

Mobilitiamoci subito per la loro liberazione!

Lunedì 14 settembre, le forze del dis-ordine si sono introdotte con la forza nell’edificio della ex-scuola 8 Marzo occupata di Magliana, con l’evidente intenzione di sgomberare lo stabile che ospita le famiglie di sfrattati, precari, disoccupati.
Lo sgombero non è riuscito, grazie alla resistenza pacifica ma determinata degli occupanti e delle occupanti. Costretti dall’assedio delle forze armate anche loro, come gli operai dell’Insse, sono saliti sul tetto per difendere la loro casa e, con essa il diritto di tutti noi a non rassegnarsi e a lottare.
Visto il fallimento dell’intento iniziale, i carabinieri hanno tratto in arresto 5 occupanti. Contro di loro sono state mosse accuse infamanti, basate solo ed esclusivamente sulle dichiarazioni false di un ex occupante allontanato dall’occupazione un anno fa perché violento.
Queste dichiarazioni sono state riportate ed amplificate nei giorni scorsi dalla stampa, e in particolare dai quotidiani di proprietà di famigerati costruttori romani quali Bonifaci e Caltagirone. Il risultato è stato quello di aver generato una campagna mediatica tesa a criminalizzare tutto il movimento per il diritto all’abitare, un movimento che evidentemente fa paura a questa classe politica incapace di risolvere problemi come la casa, il lavoro, la precarietà, il reddito, e che teme che queste questioni mobilitino lotte generalizzate.
Oggi il Gip ha convalidato gli arresti per i 4 occupanti che, quindi, rimarranno in carcere fino a che sulla loro situazione non si esprimerà il tribunale del riesame, fra non meno di due settimane. Francesca è stata addirittura trasferita da Rebibbia a Civitavecchia, allontanandola ancora di più dalla sua famiglia e da tutti/e noi. Il quinto occupante si trova attualmente agli arresti domiciliari, che gli sono stati confermati.
È una scelta punitiva, che dà valore alle parole di un unico testimone, un uomo violento attualmente indagato per lesioni aggravate contro la sua ex compagna, che è stato usato per montare un falso e infamante teorema politico-giudiziario contro l’Occupazione!
Francesca, Gabriele, Sandro, Sandrone e Simone devono essere immediatamente rimessi in libertà, perché l’unica colpa che hanno è quella di essere lavoratori precari e non potersi permettere di acquistare una casa.
In particolare chiediamo con forza la liberazione di Sandrone, attualmente recluso presso il centro clinico di Regina Coeli dove e’ stato medicato d’urgenza nei giorni scorsi. Affetto da un tumore per il quale e’ in attesa di un terzo intervento chirurgico al San Camillo, dovrebbe ricevere a breve notizie sulla data dell’operazione ma il sequestro del suo cellulare ne rende difficile, se non impossibile, la reperibilità.
Invitiamo tutte e tutti a partecipare alle prossime mobilitazioni:

Giovedi 24 ore 17:30 piazza del Campidoglio

Sabato 26 ore 17:00 catena umana presso il Ministero di Giustizia

Invitiamo tutte e tutti ad esporre fuori dalle proprie abitazioni e dai posti di lavoro striscioni in solidarietà della 8Marzo e della compagna e compagni arrestati.

Comitato d’occupazione Magliana
Per adesioni:
occupa@inventati.org

Nuova discarica di Roma – Articolo Repubblica

Rifiuti, Malagrotta 2 si farà ad Allumiere

Nascerà ad Allumiere, in zona militare. Oggi a palazzo Chigi per l´ok. Vertice tra il sindaco Alemanno, il presidente della Regione Marrazzo, il sottosegretario Letta e il responsabile della Protezione civile Bertolaso.
Nuova discarica di Roma, inizia il count down. Oggi pomeriggio a Palazzo Chigi si incontrano il sottosegretario Gianni Letta, il responsabile della Protezione civile Guido Bertolaso, il sindaco Gianni Alemanno e il presidente della Regione Piero Marrazzo. Un summit in piena regola per decidere il sito dove bisognerà aprire la nuova discarica, che permetterà a Malagrotta di chiudere.
L´Ama la sua proposta ce l´ha già. Per l´azienda è Allumiere il sito ideale: vicina all´autostrada A1, vicina alla ferrovia Orte-Civitavecchia. Soprattutto vicina alla centrale Enel di Torrevaldaliga nord, sempre a Civitavecchia, dove i rifiuti potrebbero essere trasformati in energia. E ormai Ama e Campidoglio puntano all´incenerimento, come ben risulta dal piano industriale che prevede, accanto a quello di Albano, un secondo gassificatore, interamente pubblico. Il sito di Allumiere individuato per la discarica si trova all´interno di un´area militare e, secondo l´Ama, sarebbe anche facile da acquisire perché è in atto un processo di dismissione delle aree militari.

Rifiuti, Malagrotta 2 si farà ad Allumiere

Nascerà ad Allumiere, in zona militare. Oggi a palazzo Chigi per l´ok. Vertice tra il sindaco Alemanno, il presidente della Regione Marrazzo, il sottosegretario Letta e il responsabile della Protezione civile Bertolaso.
Nuova discarica di Roma, inizia il count down. Oggi pomeriggio a Palazzo Chigi si incontrano il sottosegretario Gianni Letta, il responsabile della Protezione civile Guido Bertolaso, il sindaco Gianni Alemanno e il presidente della Regione Piero Marrazzo. Un summit in piena regola per decidere il sito dove bisognerà aprire la nuova discarica, che permetterà a Malagrotta di chiudere.
L´Ama la sua proposta ce l´ha già. Per l´azienda è Allumiere il sito ideale: vicina all´autostrada A1, vicina alla ferrovia Orte-Civitavecchia. Soprattutto vicina alla centrale Enel di Torrevaldaliga nord, sempre a Civitavecchia, dove i rifiuti potrebbero essere trasformati in energia. E ormai Ama e Campidoglio puntano all´incenerimento, come ben risulta dal piano industriale che prevede, accanto a quello di Albano, un secondo gassificatore, interamente pubblico. Il sito di Allumiere individuato per la discarica si trova all´interno di un´area militare e, secondo l´Ama, sarebbe anche facile da acquisire perché è in atto un processo di dismissione delle aree militari.

Rifiuti, Malagrotta 2 si farà ad Allumiere

Nascerà ad Allumiere, in zona militare. Oggi a palazzo Chigi per l´ok. Vertice tra il sindaco Alemanno, il presidente della Regione Marrazzo, il sottosegretario Letta e il responsabile della Protezione civile Bertolaso.
Nuova discarica di Roma, inizia il count down. Oggi pomeriggio a Palazzo Chigi si incontrano il sottosegretario Gianni Letta, il responsabile della Protezione civile Guido Bertolaso, il sindaco Gianni Alemanno e il presidente della Regione Piero Marrazzo. Un summit in piena regola per decidere il sito dove bisognerà aprire la nuova discarica, che permetterà a Malagrotta di chiudere.
L´Ama la sua proposta ce l´ha già. Per l´azienda è Allumiere il sito ideale: vicina all´autostrada A1, vicina alla ferrovia Orte-Civitavecchia. Soprattutto vicina alla centrale Enel di Torrevaldaliga nord, sempre a Civitavecchia, dove i rifiuti potrebbero essere trasformati in energia. E ormai Ama e Campidoglio puntano all´incenerimento, come ben risulta dal piano industriale che prevede, accanto a quello di Albano, un secondo gassificatore, interamente pubblico. Il sito di Allumiere individuato per la discarica si trova all´interno di un´area militare e, secondo l´Ama, sarebbe anche facile da acquisire perché è in atto un processo di dismissione delle aree militari.

Rifiuti, Malagrotta 2 si farà ad Allumiere

Nascerà ad Allumiere, in zona militare. Oggi a palazzo Chigi per l´ok. Vertice tra il sindaco Alemanno, il presidente della Regione Marrazzo, il sottosegretario Letta e il responsabile della Protezione civile Bertolaso.
Nuova discarica di Roma, inizia il count down. Oggi pomeriggio a Palazzo Chigi si incontrano il sottosegretario Gianni Letta, il responsabile della Protezione civile Guido Bertolaso, il sindaco Gianni Alemanno e il presidente della Regione Piero Marrazzo. Un summit in piena regola per decidere il sito dove bisognerà aprire la nuova discarica, che permetterà a Malagrotta di chiudere.
L´Ama la sua proposta ce l´ha già. Per l´azienda è Allumiere il sito ideale: vicina all´autostrada A1, vicina alla ferrovia Orte-Civitavecchia. Soprattutto vicina alla centrale Enel di Torrevaldaliga nord, sempre a Civitavecchia, dove i rifiuti potrebbero essere trasformati in energia. E ormai Ama e Campidoglio puntano all´incenerimento, come ben risulta dal piano industriale che prevede, accanto a quello di Albano, un secondo gassificatore, interamente pubblico. Il sito di Allumiere individuato per la discarica si trova all´interno di un´area militare e, secondo l´Ama, sarebbe anche facile da acquisire perché è in atto un processo di dismissione delle aree militari.

Arresti e perquisizioni: corteo a Magliana

Ci volete sotto i ponti, ci vedrete nelle strade!

Libertà per la compagna e i compagni arrestati!

Non abbiamo nulla da nascondere

Noi non paghiamo il pizzo, noi lottiamo!

Lunedi 14 settembre 5 compagni di lotta dell’8 Marzo occupata di Magliana sono stati prelevati dai carabinieri in modo coatto alle ore 4.40 di mattina e portati a Regina Coeli e a Rebibbia.
Le forze del dis-ordine si sono introdotti con la forza nell’edificio della ex-scuola che ospita tutti noi: famiglie di sfrattati, precari, disoccupati; ci hanno costretto a rifugiarci sul tetto per difendere il nostro spazio.
Ci hanno detto che era solo una perquisizione, ma il modo di agire era quello di uno sgombero ben organizzato. Non ci sono riusciti e per ritorsione hanno portato via 5 occupanti. Hanno sfondato le porte della varie stanze spaventando anche i bambini che sono stati perfino costretti a saltare il primo giorno di scuola.
Proseguono così il gioco e gli interessi dei consiglieri del Pdl come Luca Gramazio, Augusto Santori, Luca Malcotti e dei palazzinari romani, in primis Gaetano Caltagirone e Domenico Bonifici che usano l’arma della diffamazione mezzo stampa, attraverso “Il Messaggero” e “Il Tempo” per colpire al fianco un movimento che fa paura a questa classe politica incapace di risolvere problemi come la casa, il lavoro, la precarietà, il reddito, e che teme che queste questioni mobilitino lotte generalizzate.
Non abbiamo nulla da nascondere.
Le diffamazioni diffuse da sedicenti giornalisti, che qui non sono mai venuti a fare un’inchiesta, non ci hanno fatto recedere dalla nostra lotta perché questa nasce dalla necessità di abitare in una casa e dal desiderio di un diverso convivere, di riprenderci la vita e non sopravvivere.
Per questo, in questi due anni di occupazione, abbiamo recuperato uno spazio pubblico abbandonato al degrado da ben 30 anni, riaprendolo a tutto il quartiere. E’ così che ci siamo guadagnati la solidarietà degli abitanti, molti dei quali, oggi sotto sfratto, si sono conquistati, anni fa e con la lotta, la loro casa.
Gabriele, Francesca, Simone, Sandro e Sandrone devono essere immediatamente rimessi in libertà, perché l’unica colpa che hanno è quella di essere lavoratori precari e non potersi permettere di acquistare una casa.
In particolare chiediamo con forza la liberazione di Sandrone, attualmente recluso presso il centro clinico di Regina Coeli che proprio ieri e’ stato medicato d’urgenza. Affetto da un tumore per il quale e’ in attesa di un terzo intervento chirurgico al San Camillo, dovrebbe ricevere a breve notizie sulla data dell’operazione ma il sequestro del suo cellulare ne rende difficile, se non impossibile, la reperibilità.
Questi 5 compagni rischiano di dover passare ancora dei giorni privati della loro libertà personale per un’inchiesta costruita senza nessun fondamento concreto, tanto che le accuse più gravi sono già cadute così come cadranno tutte le altre!

GIOVEDÌ 17 SETTEMBRE 2009
ALLE ORE 17.30 A PIAZZA DE ANDRÈ : ASSEMBLEA CITTADINA

VENERDÌ 18 SETTEMBRE 2009
ALLE ORE 17.30 A VIA DELL’IMPRUNETA 51:
CORTEO CITTADINO A MAGLIANA

Per adesioni:
occupa@inventati.org

Per ulteriori info: abitare.noblogs.org

CI VOLETE SOTTO I PONTI, CI VEDRETE NELLE STRADE…

Libertà per la compagna e i compagni arrestati!

Non abbiamo nulla da nascondere

Noi non paghiamo il pizzo, noi lottiamo!

Lunedi 14 settembre 5 compagni di lotta dell’8 Marzo occupata di Magliana sono stati prelevati dai carabinieri in modo coatto alle ore 4.40 di mattina e portati a Regina Coeli e a Rebibbia.
Le forze del dis-ordine si sono introdotti con la forza nell’edificio della ex-scuola che ospita tutti noi: famiglie di sfrattati, precari, disoccupati; ci hanno costretto a rifugiarci sul tetto per difendere il nostro spazio.
Ci hanno detto che era solo una perquisizione, ma il modo di agire era quello di uno sgombero ben organizzato. Non ci sono riusciti e per ritorsione hanno portato via 5 occupanti. Hanno sfondato le porte della varie stanze spaventando anche i bambini che sono stati perfino costretti a saltare il primo giorno di scuola.
Proseguono così il gioco e gli interessi dei consiglieri del Pdl come Luca Gramazio, Augusto Santori, Luca Malcotti e dei palazzinari romani, in primis Gaetano Caltagirone e Domenico Bonifici che usano l’arma della diffamazione mezzo stampa, attraverso “Il Messaggero” e “Il Tempo” per colpire al fianco un movimento che fa paura a questa classe politica incapace di risolvere problemi come la casa, il lavoro, la precarietà, il reddito, e che teme che queste questioni mobilitino lotte generalizzate.
Non abbiamo nulla da nascondere.
Le diffamazioni diffuse da sedicenti giornalisti, che qui non sono mai venuti a fare un’inchiesta, non ci hanno fatto recedere dalla nostra lotta perché questa nasce dalla necessità di abitare in una casa e dal desiderio di un diverso convivere, di riprenderci la vita e non sopravvivere.
Per questo, in questi due anni di occupazione, abbiamo recuperato uno spazio pubblico abbandonato al degrado da ben 30 anni, riaprendolo a tutto il quartiere. E’ così che ci siamo guadagnati la solidarietà degli abitanti, molti dei quali, oggi sotto sfratto, si sono conquistati, anni fa e con la lotta, la loro casa.
Gabriele, Francesca, Simone, Sandro e Sandrone devono essere immediatamente rimessi in libertà, perché l’unica colpa che hanno è quella di essere lavoratori precari e non potersi permettere di acquistare una casa.
In particolare chiediamo con forza la liberazione di Sandrone, attualmente recluso presso il centro clinico di Regina Coeli che proprio ieri e’ stato medicato d’urgenza. Affetto da un tumore per il quale e’ in attesa di un terzo intervento chirurgico al San Camillo, dovrebbe ricevere a breve notizie sulla data dell’operazione ma il sequestro del suo cellulare ne rende difficile, se non impossibile, la reperibilità.
Questi 5 compagni rischiano di dover passare ancora dei giorni privati della loro libertà personale per un’inchiesta costruita senza nessun fondamento concreto, tanto che le accuse più gravi sono già cadute così come cadranno tutte le altre!

GIOVEDÌ 17 SETTEMBRE 2009
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Lunedi 14 settembre 5 compagni di lotta dell’8 Marzo occupata di Magliana sono stati prelevati dai carabinieri in modo coatto alle ore 4.40 di mattina e portati a Regina Coeli e a Rebibbia.
Le forze del dis-ordine si sono introdotti con la forza nell’edificio della ex-scuola che ospita tutti noi: famiglie di sfrattati, precari, disoccupati; ci hanno costretto a rifugiarci sul tetto per difendere il nostro spazio.
Ci hanno detto che era solo una perquisizione, ma il modo di agire era quello di uno sgombero ben organizzato. Non ci sono riusciti e per ritorsione hanno portato via 5 occupanti. Hanno sfondato le porte della varie stanze spaventando anche i bambini che sono stati perfino costretti a saltare il primo giorno di scuola.
Proseguono così il gioco e gli interessi dei consiglieri del Pdl come Luca Gramazio, Augusto Santori, Luca Malcotti e dei palazzinari romani, in primis Gaetano Caltagirone e Domenico Bonifici che usano l’arma della diffamazione mezzo stampa, attraverso “Il Messaggero” e “Il Tempo” per colpire al fianco un movimento che fa paura a questa classe politica incapace di risolvere problemi come la casa, il lavoro, la precarietà, il reddito, e che teme che queste questioni mobilitino lotte generalizzate.
Non abbiamo nulla da nascondere.
Le diffamazioni diffuse da sedicenti giornalisti, che qui non sono mai venuti a fare un’inchiesta, non ci hanno fatto recedere dalla nostra lotta perché questa nasce dalla necessità di abitare in una casa e dal desiderio di un diverso convivere, di riprenderci la vita e non sopravvivere.
Per questo, in questi due anni di occupazione, abbiamo recuperato uno spazio pubblico abbandonato al degrado da ben 30 anni, riaprendolo a tutto il quartiere. E’ così che ci siamo guadagnati la solidarietà degli abitanti, molti dei quali, oggi sotto sfratto, si sono conquistati, anni fa e con la lotta, la loro casa.
Gabriele, Francesca, Simone, Sandro e Sandrone devono essere immediatamente rimessi in libertà, perché l’unica colpa che hanno è quella di essere lavoratori precari e non potersi permettere di acquistare una casa.
In particolare chiediamo con forza la liberazione di Sandrone, attualmente recluso presso il centro clinico di Regina Coeli che proprio ieri e’ stato medicato d’urgenza. Affetto da un tumore per il quale e’ in attesa di un terzo intervento chirurgico al San Camillo, dovrebbe ricevere a breve notizie sulla data dell’operazione ma il sequestro del suo cellulare ne rende difficile, se non impossibile, la reperibilità.
Questi 5 compagni rischiano di dover passare ancora dei giorni privati della loro libertà personale per un’inchiesta costruita senza nessun fondamento concreto, tanto che le accuse più gravi sono già cadute così come cadranno tutte le altre!

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Le forze del dis-ordine si sono introdotti con la forza nell’edificio della ex-scuola che ospita tutti noi: famiglie di sfrattati, precari, disoccupati; ci hanno costretto a rifugiarci sul tetto per difendere il nostro spazio.
Ci hanno detto che era solo una perquisizione, ma il modo di agire era quello di uno sgombero ben organizzato. Non ci sono riusciti e per ritorsione hanno portato via 5 occupanti. Hanno sfondato le porte della varie stanze spaventando anche i bambini che sono stati perfino costretti a saltare il primo giorno di scuola.
Proseguono così il gioco e gli interessi dei consiglieri del Pdl come Luca Gramazio, Augusto Santori, Luca Malcotti e dei palazzinari romani, in primis Gaetano Caltagirone e Domenico Bonifici che usano l’arma della diffamazione mezzo stampa, attraverso “Il Messaggero” e “Il Tempo” per colpire al fianco un movimento che fa paura a questa classe politica incapace di risolvere problemi come la casa, il lavoro, la precarietà, il reddito, e che teme che queste questioni mobilitino lotte generalizzate.
Non abbiamo nulla da nascondere.
Le diffamazioni diffuse da sedicenti giornalisti, che qui non sono mai venuti a fare un’inchiesta, non ci hanno fatto recedere dalla nostra lotta perché questa nasce dalla necessità di abitare in una casa e dal desiderio di un diverso convivere, di riprenderci la vita e non sopravvivere.
Per questo, in questi due anni di occupazione, abbiamo recuperato uno spazio pubblico abbandonato al degrado da ben 30 anni, riaprendolo a tutto il quartiere. E’ così che ci siamo guadagnati la solidarietà degli abitanti, molti dei quali, oggi sotto sfratto, si sono conquistati, anni fa e con la lotta, la loro casa.
Gabriele, Francesca, Simone, Sandro e Sandrone devono essere immediatamente rimessi in libertà, perché l’unica colpa che hanno è quella di essere lavoratori precari e non potersi permettere di acquistare una casa.
In particolare chiediamo con forza la liberazione di Sandrone, attualmente recluso presso il centro clinico di Regina Coeli che proprio ieri e’ stato medicato d’urgenza. Affetto da un tumore per il quale e’ in attesa di un terzo intervento chirurgico al San Camillo, dovrebbe ricevere a breve notizie sulla data dell’operazione ma il sequestro del suo cellulare ne rende difficile, se non impossibile, la reperibilità.
Questi 5 compagni rischiano di dover passare ancora dei giorni privati della loro libertà personale per un’inchiesta costruita senza nessun fondamento concreto, tanto che le accuse più gravi sono già cadute così come cadranno tutte le altre!

GIOVEDÌ 17 SETTEMBRE 2009
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InfoPointIndiPointIndiPointIndiPoint

Infopoint AntiCrisi

manif_cinoOgni Martedi| h 17 – 19

  • Sportello per vertenze sul lavoro a attivazione di percorsi di sindacalizzazione (assistenza legale, impugnativa di licenziamento, lavoro nero, verifica dei contratti).
  • Mappa della crisi: stiamo realizzando con tutte le testimonianze raccolte un diario di bordo delle vittime della crisi (licenziamenti, disoccupazione, cassa integrazione, mobilità, precarietà)
  • compilazione ISEE
  • Sportello welfare informazione sulla legge regionale per il reddito minimo garantito e organizzazione comitati di precari e disoccupati.-

Tel/fax 06 97841118

LOA Acrobax_Ex-Cinodromo, via della vasca navale, 6 [Ponte Marconi]

Infopoint San Paolo Marconi

Acrobax Project – Ex Cinodromo – vasca navale 6 – Marconi – Roma

Lunedi ore 17 – 19

Infopoint Torbella Monaca

El “Che”ntro sociale TorBellaMonaca – largo Mengaroni 11

Infopoint Quarticciolo

Laboratorio Sociale La Talpa – via Ostuni, 9


Infopoint San Paolo Marconi

Acrobax Project – Ex Cinodromo – vasca navale 6 – Marconi – Roma

Lunedi ore 17 – 19

Infopoint Torbella Monaca

El “Che”ntro sociale TorBellaMonaca – largo Mengaroni 11

Infopoint Quarticciolo

Laboratorio Sociale La Talpa – via Ostuni, 9


Infopoint San Paolo Marconi

Acrobax Project – Ex Cinodromo – vasca navale 6 – Marconi – Roma

Lunedi ore 17 – 19

Infopoint Torbella Monaca

El “Che”ntro sociale TorBellaMonaca – largo Mengaroni 11

Infopoint Quarticciolo

Laboratorio Sociale La Talpa – via Ostuni, 9


La Minga, storie di autorecupero

La “Minga” è una parola di origine peruviana , il cui significato è traducibile come “lavoro collettivo”.
Tale forma di lavoro, nata ai tempi dell’impero Inca ed ancora praticata dalle comunità latinoamericane, si caratterizza per i suoi fini di utilità sociale quali la costruzione di infrastrutture ed edifici pubblici.
La Minga che prevede una progettazione partecipata “dal basso” per la realizzazione del manufatto trova riscontro oggi con le modalità per molti versi simili dell’autorecupero.

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L’autorecupero consiste nella conversione del patrimonio immobiliare pubblico inutilizzato (come scuole, caserme, uffici etc.) che, con il passare del tempo è stato abbandonato e lasciato all’inevitabile  degrado, in nuovi spazi ad uso abitativo.
Come nella Minga andina quindi, anche nell’autorecupero diventa centrale la modalità collettiva dell’intervento. Il prefisso “auto”, infatti, sta a significare proprio questo carattere aperto e partecipato dell’intervento che prevede una divisione delle spese tra l’amministrazione pubblica e i cittadini, principalmente organizzati in cooperative.
Nel Lazio l’autorecupero ha trovato un riconoscimento istituzionale con la legge regionale n°55 del 1998, vera e propria conquista dei Movimenti di Lotta per la Casa che per anni hanno portato avanti la vertenza di recuperare lo spazio occupato.
Oltre a rappresentare una possibile soluzione all’emergenza abitativa, l’autorecupero è anche una alternativa alla costruzione di aree p.e.e.p. (piano per
l’ edilizia economica popolare) in zone molto distanti dal centro, sconnesse dal tessuto cittadino e prive dei pur minimi servizi.
Nel caso di Roma un valido esempio di questa situazione  è quello del quartiere Ostiense e più in generale di tutto il municipio XI.
Questa zona per tutto il Novecento fu destinata alle attività produttive e industriali,  restano ancora oggi sul territorio i segni di questo passato che non c’è più.
Numerosi edifici vuoti e inutilizzati come il Gazometro o i Mercati Generali, o come quelli occupati oggi dall’ Università di Roma 3. Luoghi lasciati all’abbandono da decenni per colpa di giunte comunali miopi ed affari milionari mai conclusi. In questo scenario incontrollato una parte di cittadinanza attiva ha deciso di recuperare due di questi fabbricati: una ex caserma ed un ex macello. Due esperienze per certi versi molto diverse ma che allo stesso tempo hanno in comune il desiderio di autodeterminare le loro vite, liberando spazi per la collettività e aprirli al territorio. Una di queste, il Porto Fluviale, un ex magazzino della Marina Militare, è un occupazione del Coordinamento Cittadino di Lotta per la Casa. Ad oggi abitato da un centinaio di famiglie in emergenza abitativa che dopo sette anni di occupazione hanno deciso di intraprendere la via dell’autorecupero.

L’altra è invece l’esperienza di Multivercity che ha portato il collettivo degli studenti della facoltà di Architettura di roma tre a recuperare un fabbricato abbandonato all’interno dell’ex-mattatoio di Testaccio trasformandolo in uno spazio sociale dove si svolgono iniziative di interesse culturale aperte a tutti gli abitanti del territorio.
Un lavoro collettivo per l’appunto che vede negli spazi dimenticati della metropoli quella possibilità di recupero e trasformazione che sappia ridisegnare la geografia emotiva dei territori secondo le vere necessità dei suoi abitanti e non invece per qualche piano urbanistico imposto dall’alto.

Akaroma presentazione

Che cos’è AKAROMA?

AKA1Un’opera nomade di ricerca e inchiesta sulla città, un viaggio a tappe tra le forme e i processi di trasformazione dei territori, una mappatura delle relazioni sociali che li attraversano, dei conflitti che ne derivano e delle contraddizioni su cui si fondano.

“Roma, una città più volte morta e più volte rinata, il posto ideale per assistere alla fine del mondo, per vedere se tutto finisce oppure no..”[da“Roma“, Fellini,1970]

Un territorio come Roma che si espande quotidianamente , si racconta dalla sua suddivisione in zone, dalla comprensione di come le dinamiche di crescita sfrenata degli ultimi 40 anni abbiano comportato di fatto uno stato di abbandono diffuso e di casualità nella disposizione degli equilibri tra gli attori sociali, e determinato così una configurazione del territorio illeggibile e complessa. Un approccio superficiale e semplificativo nella lettura di questa complessità, porta il cittadino qualunque ad identificarsi troppo facilmente in quella piccola porzione di città che giornalmente vive ad un ritmo abitudinario e ripetitivo, fatto di lavoro e consumo. E’ per questo che sfugge ad una propria conoscenza globale del territorio-città, ed alla possibilità di riconfigurarsi nei tessuti esplorando nuove soluzioni di vita urbana; a partire dalla difesa del territorio-paesaggio violentato e derubato di ettari ogni giorno di più. Adeguarsi ai modelli predisposti da questa “cultura dominante del mattone e dello spreco“, ad un’informazione su questi temi limitata e imbavagliata, non concepire l’esodo come prospettiva per fuggire il grigio presente, equivale a non scegliere la propria vita, a non desiderare città altre.

AKAROMA al contrario vuole ricollegare i pezzi, le storie felici di chi sceglie di reinventare il proprio futuro e sperimenta localmente nuove forme di cittadinanza, di chi è contro una città nociva e chiusa, di chi si riprende gli spazi e di chi se li difende.

AKAROMA segue un percorso che attraversa i frammenti di questa città e delle sue memorie , documenta con il video una deriva urbana che va di pari passo con i racconti dei personaggi che incontra, ed insieme a loro immagina un nuovo modello di città.