Chi va Piano resta senza casa

2 MAR. Ieri 1 marzo movimentata seduta del Consiglio Comunale dove si votava l’approvazione  del Piano Casa. La presenza massiccia dei movimenti per il diritto all’abitare, sia in Aula sia nel presidio in Piazza del Campidoglio ha portato ad una importante vittoria: migliorare un piano Casa mediocre e totalmente incentrato sulla ripresa edilizia piuttosto che sulla garanzia del diritto all’abitare.

Nonostante le cifre dilaganti dell’emergenza abitativa, la realtà di precarietà quotidiana che tutti conosciamo, nonostante l’opposizione (annacquata) in aula, e quella sostanziosa dei movimenti in strada e sui tetti, il Piano ancora una volta si annunciava timido, con poche case popolari, senza un vero rilancio dell’abitare pubblico e con la totale cancellazione di ogni possibilità di recupero del patrimonio immobiliare in abbandono (le cui cifre a Roma sono da capogiro).

I movimenti per il diritto all’abitare, con il sostegno di molti altri collettivi e situazioni in lotta, si sono dati appuntamento in Campidoglio, per comunicare alla città le proprie ragioni e per farle recepire, almeno in parte, all’assemblea comunale, sommersa da 1.500 emendamenti.  Mentre una cospicua delegazione dei movimenti veniva accreditata ad entrare in Consiglio, sotto la piazza del Campidoglio veniva blindata e chiusa da ogni lato dalle forze dell’ordine. Anche Veltroni, in occasione dell’appovazione del Piano Regolatore, aveva fatto la stessa scelta: militarizzare la piazza a dimostrazione che la forza è sempre il migliore argomento politico.

Non contente le forze dell’ordine sono entrate anche in Aula del Consiglio, contravvenendo a qualsiasi pratica e consuetudine e creando così un inquietante precedente di prevaricazione della dimensione politica di quei luoghi. Gli agenti inoltre non hanno esitato a spintonare, per salire in Aula, alcune manifestanti che erano rimaste nell’anticamera, anche con bambini in braccio.

Ciò non ha però impedito che i movimenti strappassero 6.000 case popolari invece delle 3.000 previste. Un risultato ancora insufficiente di fronte all’emergenza, ma altri emendamenti devono ancora essere discussi giovedi prossimo nella seduta conclusiva. Tra i punti più importanti la sanatoria delle occupazioni di stabili abbandonati dopo il 2007 (anno dell’ultima sanatoria, la delibera 206) ed un censimento di edifici vuoti da requisire e recuperare nel patrimonio pubblico.

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Nel frattempo i movimenti rimangono sull’impalcatura della cupola in piazza Madonna di Loreto e sul Colosseo, in segno di protesta contro lo sgombero e per acquisire la meritata visibilità in vista dell’approvazione del Piano. Lo scorso 26 febbraio, in occasione delle prime discussioni sul Piano Casa in consiglio comunale, ci sono stati dei momenti di tensione – presto rientrati – nel momento in cui i molti manifestanti hanno lasciato sdegnati la piazza del Campidoglio per raggiungere il presidio dei manifestanti sulla cupola, dopo che gli era stato rifiutato un incontro.

Thyssenkrupp | Lavoratori presidiano palazzo della giunta regionale

I lavoratori ThyssenKrupp di Torino in cassa integrazione da tempo ormai chiedono a gran voce il rispetto dell’accordo siglato da Azienda, Sindacati ed Enti Locali in seguito alla chiusura del sito torinese che prevede la ricollocazione per tutti i lavoratori dello stabilimento torinese.

Circa una cinquantina di lavoratori in seguito alla tragedia si sono costituiti parte civile contro l’azienda (per la prima volta in Italia) per vedere riconosciuto un risarcimento per aver lavorato, almeno nell’ultimo periodo prima e dopo l’annuncio della chiusura (2006/2007), in una situazione di completo e totale abbandono delle norme di sicurezza anche più elementari, assenza di corsi di formazione antinfortunistica, in palese carenza di personale manutentivo qualificato e con una squadra di emergenza interna completamente inadeguata ai compiti preposti, con un piano di distribuzione del personale, nella fase di chiusura, assolutamente improvvisato e totalmente non curante delle capacità professionali .

Dopo il tentativo mal riuscito di chiedere la traduzione di tutti gli atti del processo, per renderli comprensibili ai due imputati tedeschi con invece il solo scopo di allungarne la durata, il tentativo di far passare i 7 colleghi morti per incapaci, l’iscrizione forzata (da parte della Provincia) su richiesta della TK , non concordata con le OO.SS. ad un corso di formazione svoltosi (dic. 2008-feb.2009) su macchine utensili degli anni ’70.

Inoltre l’iscrizione dei lavoratori ad agenzie selezionate ed indicate da TK come di outplacement/interinali, che poco o nulla hanno fatto in questi quasi tre anni (da maggio 2007).

La sistematica violazione della legge da parte di alcuni dirigenti aziendali per indurre testimoni a pronunziare falsa testimonianza (è giunto ormai a 10 il numero degli indagati per tale reato) e la sparizione di documenti richiesti dalla Procura dagli uffici dell’ ASL riguardanti vecchi infortuni occorsi ad alcuni lavoratori prima della tragedia ci inducono ad un’ulteriore reazione perché questa continua arroganza e prepotenza da parte dell’azienda nei confronti dei lavoratori ci induce per l’ennesima volta a manifestare e scendere in piazza.

Lunedì 22 in occasione dell’ incontro previsto tra Azienda, Sindacato e Regione per l’apertura del tavolo di crisi per la richiesta della deroga della CIGS allestiremo un presidio in Piazza Castello a partire dalle ore 17,00 nello spazio adiacente il Palazzo della Giunta Regionale per riportare con forza l’attenzione sul tema irrisolto della ricollocazione dei lavoratori costituitisi parte civile, dimenticati da Istituzioni e Azienda.

Siamo stanchi di essere presi in giro, rivendichiamo il diritto, quello ad un lavoro sicuro e dignitoso, come sancito dall’ Art. 4 della Costituzione Italiana e che è un nostro legittimo e sacrosanto diritto difendere!

Rivendichiamo con forza giustizia per i 7 compagni di lavoro morti perché d’innanzi alla legge si è tutti eguali, anche se la TK e il Padronato vogliono farci credere il contrario.

Chiediamo a tutte le realtà di fabbriche in lotta per la difesa del posto di lavoro, lavoratori, studenti, precari, disoccupati, progressisti, semplici cittadini di Torino di sostenere la nostra lotta nelle forme che riterranno opportune con una cassa di solidarietà, la presenza fisica al presidio, la richiesta di veicolare l’informazione, per sostenere questa importante lotta di giustizia legata all’occupazione ma anche in difesa di principi di giustizia e di solidarietà con le famiglie dei nostri colleghi morti in quella fabbrica.

In piazza per affermare la nostra dignità prima di uomini e poi di lavoratori, per una ricollocazione garantita dagli accordi, senza dimenticare Antonio, Roberto, Angelo, Bruno, Rocco, Saro e Giuseppe.

La ThyssenKrupp non era in crisi ma ha chiuso per speculazioni in nome del profitto delocalizzando a Terni.

Questa situazione non l’abbiamo creata noi lavoratori e non vogliamo pagarne le conseguenze!

Chiediamo alla Regione Piemonte ed alle altre Istituzioni locali di intervenire per far rispettare i vari accordi siglati in merito alla chiusura del sito ed alla ricollocazione dei lavoratori, anche in virtù del ruolo che le stesse Istituzioni hanno avuto in questa vicenda, ovvero nella predisposizione degli accordi e la costituzione di parte civile al fianco dei lavoratori.

Torino, 23/02/2010 COLLETTIVO (EX) LAVORATORI THYSSENKRUPP

Centocelle | Sgomberata la scuola occupata

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24 FEB. Questa mattina attorno alle 10 è stata sgomberata la ex scuola Grossi a Centocelle occupata venerdi scorso. Nonostante ieri, nell’assemblea cittadina tenutasi nel quartiere, si fosse capito che l’occupazione non rappresentava una minaccia contro la destinazione della ex scuola in ASL (dal momento che la Regione non ha ancora stanziato un centesimo per la sua riqualificazione), questa mattina le istituzioni comunali hanno mostrato che il metodo più veloce e sbrigativo per risolvere l’emergenza abitativa è sgomberare chi ha trovato un tetto e grazie alla sua attivazione recupera e riqualifica uno spazio lasciato all’abbandono. L’emergenza si risolve con il piano casa – dichiara Alemanno. E allora perché l’edilizia residenziale viene ancora una volta cestinata in questo nuovo, incompleto piano casa? La discussione finale verso l’approvazione del Piano Casa si terrà domani e lunedi 1 marzo in Consiglio Comunale. La maggioranza sembra intenzionata a procedere compatta verso l’approvazione a suon di delibere e polizia.

Alle 15 in Campidoglio i movimenti per il diritto all’abitare hanno tenuto una conferenza stampa sull’accaduto e sulla questione del Piano Casa

AGENZIE STAMPA.

CASA: ATTIVISTI, SGOMBERATA EX SCUOLA OCCUPATA A CENTOCELLE (ANSA) – ROMA, 24 FEB – È stato sgomberata questa mattina l’ex scuola occupata da un centinaio di nuclei famigliari venerdì scorso in via degli Eucalipti, zona Centocelle. A renderlo noto il Coordinamento cittadino di lotta per la casa che lancia l’allarme: «queste famiglie oggi sono state buttate fuori senza nessuna alternativa». «Questa mattina – racconta Luca Fagiano del Coordinamento – ci hanno sgomberato senza aprire nessun tavolo di trattativa, dobbiamo ancora recuperare i nostri oggetti. Questo uno stabile che dovrebbe diventare una Asl e noi non volevamo in alcun modo opporci a questo progetto, era solo una soluzione temporanea, in attesa di una alternativa vera». L’attivista riferisce infatti che «le cento famiglie che appena cinque giorni fa avevano occupato lo stabile di Centocelle, erano in cerca di casa da tre mesi senza trovare risposte». (ANSA)

CASA, ALZETTA: «CONTINUA VERGOGNA SGOMBERI» (OMNIROMA) Roma, 24 feb – «Continua la vergogna degli sgomberi e dell’incapacità di questa giunta di affrontare il problema del diritto all’abitare che viene affrontato sempre come una questione di ordine pubblico. Esprimo tutta la mia solidarietà ai movimenti che devono continuare ad andare avanti, proprio in questo momento che il piano casa si è rivelato una finzione. È giusto che i movimenti tutti giovedì facciano una battaglia in difesa del diritto all’abitare». Lo dichiara in una nota Andrea Alzetta-Roma in Action al Comune di Roma.

CASA, ALEMANNO: «RINGRAZIO QUESTORE PER SGOMBERO CENTOCELLE» (OMNIROMA) Roma, 24 feb – «Ringrazio il Questore di Roma, Giuseppe Caruso, e le forze di polizia per l’importante azione che hanno portato a termine questa mattina a Centocelle. Garantire la legalità a Roma è fondamentale per riportare regole certe in città. Le occupazioni non sono la risposta adatta al problema abitativo della Capitale, ma creano soltanto ingiustizie tra tutti coloro che affrontano il drammatico problema della mancanze di case. Il Campidoglio sta portando avanti un’azione decisa per risolvere questa piaga che da troppi anni affligge Roma con l’approvazione del Piano casa, l’acquisto di alloggi Erp, i contributi per gli affitti di case popolari e puntando molto sull’housing sociale». È quanto dichiara in una nota il sindaco di Roma, Gianni Alemanno.

CASA, NOBILE (PDCI): «CONDANNA PER SGOMBERO SCUOLA CENTOCELLE» (OMNIROMA) Roma, 24 feb – «Lo sgombero della scuola T.Grossi a Centocelle è un atto assurdo che condanniamo con forza. Le famiglie che occupavano il plesso sono state sempre disponibili al dialogo e l’idea della strutturazione del presidio sanitario non era in contraddizione con le richieste di queste famiglie. Il sindaco non sa rispondere ai problemi dei cittadini e utilizza la forza per imporre le sue idee, siamo solidali con gli sgomberati e saremo con loro nella lotta per il diritto all’abitare». Lo dice in una nota Fabio Nobile, portavoce della Federazione della Sinistra di Roma.

CASA, IN 4 PER PROTESTA SU CUPOLA CHIESA MADONNA LORETO
OMR0000 4 CRO TXT Omniroma-CASA, IN 4 PER PROTESTA SU CUPOLA CHIESA MADONNA LORETO (OMNIROMA) Roma, 24 feb – Quattro persone sono salite sulla cupola della chiesa Madonna di Loreto per protestare contro lo sgombero avvenuto stamani alla ex-scuola «Tommaso Grossi» di Centocelle. I manifestanti hanno srotolato dalla cupola due striscioni con la scritta: «Senza casa» e «Contro sfratti e sgomberi, legittimo impedimento». Insieme alle quattro persone ci sono altri manifestanti a piazza Madonna di Loreto, appartenenti al Coordinamento cittadino di lotta per la casa e ai Blocchi precari metropolitani. gca 241802 feb 10

Genova 2001 | Condanne a due giornalisti

L’APPELLO DI SOLIDARIETA’ A CHECCHINO ANTONINI E PIERO SANSONETTI, CONDANNATI A 8 MESI DI CARCERE DOPO GLI ARTICOLI APPARSI SU LIBERAZIONE E RELATIVI ALLA MATTANZA DI GENOVA 2001!

Martedì 10 febbraio, il tribunale di Roma ha condannato per diffamazione, a otto mesi, il cronista di Liberazione, Checchino Antonini, e il suo ex direttore, Piero Sansonetti. I fatti risalgono al 2005 quando l’allora capo della polizia, De Gennaro, attribuì ottimi voti, relativi al 2001, a due funzionari coinvolti nelle violenze di quell’anno al G8 di Genova. Gigi Malabarba, allora capogruppo al Senato di Rifondazione, denunciò quei criteri di valutazione e di selezione dei quadri di Ps ma fu a sua volta attaccato dalle dichiarazioni dei segretari di alcuni sindacati di polizia che facevano quadrato attorno al Viminale. Liberazione raccontò di quello scontro, tutto interno alla battaglia per verità e giustizia sui fatti di Genova. E per quel racconto si è trovata sulle spalle una denuncia, e poi una condanna. Dopo quasi dieci anni, guai a toccare Genova 2001.

Checchino Antonini e Piero Sansonetti sono stati condannati per aver svolto il proprio lavoro come hanno sempre fatto, senza mai aver derogato alla propria serietà professionale. La solidarietà con i due cronisti ci sembra doverosa. Perché serve oggi a tenere aperti gli spazi per il conflitto sociale, per il diritto di cronaca, per tutte le battaglie di verità e giustizia in quello che il  familiare di una vittima della strage di Brescia chiama il Paese dei comitati. Doverosa anche per non smettere mai di ricordare cosa è stato il G8 di Genova 2001, quali libertà fondamentali sono state lì violate e quali ragioni di libertà sono state gridate. Da tutti e da tutte noi.

San Paolo | Scuola occupata contro i tagli

I genitori, il personale docente e A.T.A. del 49° Circolo Didattico “Principe di Piemonte” di Roma hanno deciso di occupare la propria scuola per protestare e per informare sui provvedimenti governativi che hanno ormai portato la scuola pubblica al collasso. Infatti, si tratta di un processo, iniziato da circa 15 anni, in cui la politica scolastica dei vari governi

che si sono succeduti è stata caratterizzata prioritariamente da una

dotazione di risorse finanziarie sempre più esigua, fino ad arrivare al quasi completo azzeramento dei finanziamenti ministeriali; parallelamente si assiste ad un crescente finanziamento nei confronti della scuola privata in evidente contrasto costituzionale.

Noi riteniamo che la scuola pubblica statale rappresenti, in forza del dettato costituzionale, il luogo di formazione delle coscienze dei giovani cittadini del domani basato sul principio di uguaglianza e che, se privata degli strumenti/investimenti necessari, non può assolvere a tali compiti istituzionali.

Il mancato finanziamento per le supplenze e per il funzionamento amministrativo e didattico ha creato una situazione di tale caos ed emergenza da rendere impossibile il regolare svolgimento delle attività didattiche ed educative.

L’occupazione si svolgerà nei giorni 23-24-25 febbraio 2010, con le seguenti modalità:

martedì 23 febbraio

a.. dalle ore 8.30 alle ore 16.30 didattica alternativa con la partecipazione dei genitori nelle scuole Principe di Piemonte e L.da Vinci;

b.. ore 17.00 assemblea pubblica e attività con i bambini (ricami e pitture di protesta), nella scuola Principe di Piemonte

mercoledì 24 febbraio

a.. dalle ore 8.30 alle ore 16.30 didattica alternativa con la partecipazione dei genitori, nelle scuole Principe di Piemonte e L.da Vinci;

b.. dalle ore 17.00 eventi musicali ed artistici, danze popolari a cura dei genitori e degli insegnanti; lettura del brano “Il mondo salvato dai ragazzini” di Elsa Morante a cura di Bruno Crucitti (attore-regista), cena serale con assaggi dolci e salati preparati dai genitori e dagli insegnanti, nella scuola L.da Vinci;

giovedì 25 febbraio

a.. dalle ore 8.30 alle ore 16.30 didattica alternativa con la partecipazione dei genitori, nelle scuole Principe di Piemonte e L.da Vinci;

b.. dalle ore 17.00 lezioni dimostrative di yoga e tai chi e spettacolo di marionette a cura dei genitori e degli insegnanti, lezione di arte contemporanea per grandi e piccini a cura della prof.ssa F. D’alessio, musica e danze popolari, visione dei film “L’amore che non scordo” e “Essere e avere”, laboratori artistico-musicali con la partecipazione dell’Associazione Contro Chiave, nella scuola L.da Vinci.

Consiglio di Circolo

Comitato dei Genitori

Insegnanti del 49° Circolo Didattico di Roma

http://roma.repubblica.it/dettaglio/scuola-ricamo-e-poesia-per-protestare-contro-i-tagli/1867843

Centocelle | Recuperata una scuola abbandonata

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La notizia dell’occupazione della scuola Grossi, abbandonata da circa due anni nel quartiere di Centocelle e circondata dai lavori della metro C che la rendono quasi invisibile, è arrivata al Campidoglio nel pieno della riunione della Commissione sul Piano Casa del Comune di Roma che, nonostante il dilagare dell’emergenza abitativa (42.000 domande di casa popolare), ancora una volta decide di rimandare un serio intervento sull’edilizia pubblica ma anche sul recupero del patrimonio esistente.

IL PIANO CASA. Alla notizia dell’occupazione Alemanno & Co. provano a mandare a monte una discussione difficile con l’opposizione e con i movimenti per il diritto all’abitare che mentre occupano sono anche lì, a discutere col Comune, a proporre emendamenti, a strappare case popolari, a mostrare le enormi lacune del Piano Casa che la giunta vorrebbe approvare in tutta fretta.

Ma alla fine la discussione continua, nonostante l’accusa di sabotaggio che alcuni soci del sindaco riservano ai movimenti.  Buon per loro, visto che, ad esempio, i membri della commissione, che evidentemente non leggono i giornali, vengono a conoscenza della lista delle caserme dell’esercito in dismissione: un’importante risorsa che potrebbe garantire il diritto all’abitare a Roma.

Ma evidentemente non ne vogliono proprio sapere di stornare risorse dalla speculazione edilizia e ai centri commerciali per recuperarle al patrimonio abitativo. Si mantengono nel vago impegno di destinare una parte degli introiti della vendita delle caserme per l’edilizia residenziale. Tanto, testuali parole, questo piano casa risolverà l’emergenza abitativa e a Roma non ci sarà più bisogno di più di  case popolari. Da ora in poi, è questo il nuovo credo, housing sociale, cioè edilizia sovvenzionata destinata a redditi più alti. Sembra tanto la versione capitolina del “la crisi è finita, ottimismo” di più alti livelli istituzionali.

LA SCUOLA. Nel frattempo nella scuola sono arrivate tutte, le famiglie e le persone che per mesi sono state al freddo nella tendopoli di Viale del Policlinico e poi di Lungotevere dei Cenci, a far visita ad Antoniozzi, assessore alla casa. Finalmente c’è un posto. Si vocifera che la scuola debba diventare una ASL, che lunedi dovrebbero cominciare i cantieri. Ma poi voci istituzionali confermano che ancora non ci sono i soldi, la Regione potrebbe stanziarli giovedi. Qualcuno deve aver messo in giro delle notizie positive in viste delle elezioni…

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La scuola è in un forte stato di abbandono, è chiusa da due anni. Qualcuno già ci dorme, sporadicamente. Gli occupanti lavorano per chiudere gli spazi sensibili, dove ci sono ancora materiali utilizzati quando la scuola era in funzione. Ci sono le lavagne scritte, libri, dischi, giochi per bambini. Non deve sparire nulla. Iniziano le pulizie in vista della notte. Ma si dormirà a metà, con un occhio vigile per un possibile sgombero. Non sarebbe il primo e non sarà l’ultimo. Vedremo se questo edificio tra le centinaia che marciscono vuoti nella capitale dovrà rimanere una discarica. Vedremo se queste persone potranno realizzare questo lusso: il diritto ad avere una casa.

NEWS

L’occupazione è sotto sgombero dalle ore 15 di sabato 20 febbraio.

Il 23 febbraio si è tenuta un’assemblea pubblica in cui i neo-occupanti hanno spiegato le loro ragioni alla cittadinanza di Centocelle

IL COMUNICATO STAMPA DI QUESTA ASSEMBLEA. Verso il consiglio comunale sul piano casa. I movimenti che dal 23 dicembre presidiano l’assessorato alla casa del Comune di Roma e che venerdì scorso 19 febbraio hanno censito, occupandolo, uno stabile di proprietà pubblica in via degli Eucalipti nel VII municipio, indicono per domani martedì 23 febbraio alle 17 un incontro generale degli inquilini resistenti, degli occupanti senza titolo e per necessità, degli sfrattati, degli abitanti degli alloggi in dismissione, di chi non ce la fa a pagare il mutuo, dei precari e delle precarie con redditi insufficienti per accedere al mercato degli affitti, dei migranti e degli studenti che pagano cinquecento euro a stanza. L’assemblea si svolgerà all’interno dell’ex scuola “Tommaso Grossi” in via degli Eucalipti 14, edificio occupato in concomitanza con lo svolgimento delle commissioni congiunte casa e urbanistica sul “piano casa”, dove i movimenti hanno dato battaglia sostenendo i propri emendamenti e proposte. Di fronte ad una filosofia di fondo della delibera di giunta che guarda più agli interessi dei costruttori che all’emergenza abitativa e che anzi, usa colpevolmente quest’ultima, per mettere mano agli ambiti di riserva e alle aree agricole, i movimenti proseguono il censimento dal basso degli stabili vuoti pubblici e privati e ne chiedono l’utilizzo ed il recupero.

L’edificio di via degli Eucalipti, destinato ad ospitare un presidio socio sanitario con un consultorio, grazie anche alle lotte dei cittadini e delle cittadine di Centocelle e all’impegno del presidente del VII municipio, è presidiato da un centinaio di nuclei familiari in emergenza abitativa, anche del quartiere. Gli occupanti non hanno nessuna intenzione di vivere nella struttura, chiedono solamente il riconoscimento del loro diritto alla casa che ad oggi risulta negato.

Non esiste nessuna contrapposizione tra il diritto alla salute e il diritto alla casa.

I movimenti, con l’assemblea di martedì 23, intendono ribadire la propria contrarietà ad un piano casa inadeguato che cancellerà nella quasi totalità i circa 42.000 nuclei familiari in graduatoria da anni insieme alle tantissime persone che vivono in situazioni di emergenza. Contro un Piano insufficiente e ancora una volta guidato dagli interessi della rendita immobiliare piccola e grande, per coltivare l’idea di un’altra città possibile, da costruire e conquistare insieme invitiamo i cittadini e le cittadine del VII municipio, le reti sociali, gli studenti, le associazioni e i centri sociali della città a partecipare numerosi/e. Per costruire una forte mobilitazione giovedì 25 febbraio in Campidoglio, in occasione della discussione in consiglio del “piano casa”.

Essendo per il riuso e per l’utilizzo del patrimonio esistente piuttosto che per nuovo cemento, salutiamo positivamente la trasformazione della scuola “Tommaso Grossi” in una struttura pubblica destinata alla tutela della salute e non intendiamo intralciare questo processo. Sappiamo che il cantiere per l’inizio dei lavori non è immediato e che ci sono tutti i tempi di una mediazione che impedisca uno sgombero forzoso dei nuclei in emergenza abitativa che adesso presidiano la scuola. Chiediamo a tutti e tutte di adoperarsi per trovare soluzioni civili senza manganelli e forza pubblica, di non utilizzare strumentalmente una vicenda drammatica come questa per fare campagna elettorale e di batterci insieme sia per accelerare l’apertura della ASL che per il diritto alla casa per chi ha occupato per necessità.

Usiamo tutta la nostra intelligenza per organizzarci in difesa dei nostri diritti e non fidiamoci più di chi, soprattutto a ridosso delle elezioni, fa promesse che poi non mantiene. Alemanno prima di essere eletto promise 40mila case popolari, stiamo ancora aspettando!

IL COMUNICATO STAMPA DEL 20 FEBBRAIO. “I movimenti per il diritto all’abitare non mollano”. La commissione casa del Comune di Roma riunita oggi, ha visto la partecipazione dei movimenti, che hanno ribadito, argomentandola puntigliosamente, una valutazione negativa degli indirizzi del “piano casa” deliberato dalla Giunta di Alemanno. Gli emendamenti proposti sono stati tutti respinti, se si escludono alcune “concessioni” che non modificano però la ratio del provvedimento, tutto sbilanciato verso l’housing sociale e tiepidissimo sul capitolo dell’Edilizia Residenziale Pubblica (ERP) in sovvenzionata.

La necessità di dare risposte a chi ha atteso per anni in graduatoria (42mila persone), agli inquilini sotto sfratto o alle prese con le dismissioni, a chi vive nei residence o nelle occupazioni, alle nuove generazioni precarie, ai migranti che lavorano in questa città, agli studenti fuorisede, rimane lettera morta.

Per questo i movimenti hanno deciso di proseguire nel censimento dal basso degli stabili vuoti pubblici e privati.

Intorno alle 14.30 di oggi i nuclei che hanno occupato il 4 dicembre via del Policlinico e dal 23 dicembre presidiano l’assessorato alla casa dopo aver lasciato lo stabile di proprietà della Bnp/Paribas, hanno trovato un tetto all’interno dell’ex scuola media “Tommaso Grossi” nel VII municipio.

Nelle prossime ore è previsto un incontro con il Presidente del municipio Mastrantonio. In questo passaggio i movimenti intendono conoscere i motivi del mancato utilizzo della struttura pubblica e se ci sono progetti in essere. La proposta sarà di usare lo spazio per l’emergenza abitativa se non c’è diversa destinazione.

Di fronte al fatto che l’amministrazione tenga in poco conto la necessità di definire un piano in grado di affrontare e programmare seriamente il superamento delle emergenze, alla fretta con cui si vuole chiudere la partita proponendo strumenti deboli e inefficaci, nonché subalterni agli interessi dei costruttori, portando in consiglio comunale, presumibilmente, giovedì prossimo 25 febbraio la discussione sulla delibera.

Induce i movimenti a lanciare per lo stesso giorno una manifestazione in Campidoglio e invitiamo tutta la città, le forze politiche sensibili, le associazioni, le reti e i centri sociali a partecipare. Ricordiamo ancora come Veltroni chiuse la discussione sul Prg, sarebbe auspicabile che l’attuale giunta e l’attuale sindaco non utilizzassero i manganelli e la forza pubblica per zittire il dissenso. A cominciare dall’occupazione in corso nel VII municipio.

Movimenti per il diritto all’abitare

INFO. www.coordinamento.info | abitarenellacrisi.noblogs.org

Val di Susa: riparte il no alla Tav

I manifestanti hanno bloccato la circolazione sull’autostrada A32 Torino-Bardonecchia

Valdi Susa, scontri per l’Alta velocità Un «No Tav» rimasto ferito: è grave

L’uomo ha un ematoma cerebrale post-traumatico. Ferrero:«Vergognoso pestaggio». Pdl:«Irresponsabili»

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TORINO – Sono ancora serie ma stabili le condizioni del giovane anarchico che mercoledì sera è rimasto ferito negli scontri fra manifestanti e polizia in località Coldimosso, in Val Susa, durante la mobilitazione contro il nuovo sondaggio preliminare alla realizzazione dell’alta velocitá Torino-Lione. Alcuni No Tav poi hanno bloccato l’autostrada A32 Torino-Bardonecchia, all’altezza di Chianocco, dove stava transitando la trivella utilizzata per il carotaggio di Coldimosso. Il camion che trasporta il macchinario è stato circondato.

IN OSPEDALE – Nella tarda serata il ragazzo, a cui è stato diagnosticato un ematoma subdurale, è stato trasferito all’ospedale Molinette di Torino dove si trova ancora ricoverato in prognosi riservata nel reparto di neurochirurgia. Il giovane, che è sempre stato vigile e cosciente, è stato sottoposto a una tac alla quale ne seguirà una seconda nella tarda mattinata di giovedì e al momento i medici non ritengono necessario sottoporlo a un intervento chirurgico. E nella notte, dopo un blocco dell’autostrada Torino-Bardonecchia, la protesta si è spostata nel capoluogo piemontese, in particolare in via Girodano Bruno, dove alcune decine di persone si sono riunite per un picchetto bloccando l’uscita dei camion della distribuzione del quotidiano La Stampa. I manifestanti sono stati fatti allontanare, senza tensioni, dalla polizia e il presidio si è sciolto intorno alle 2 e 30. Sui muri sono state lasciate alcune scritte come «sbirri e giornalisti infami», «no tav», «Calabresi assassino».

FERRERO, VERGOGNOSO PESTAGGIO – Paolo Ferrero, portavoce nazionale della Federazione della sinistra, move una dura accusa alla polizia: «Mercoledì sera è avvenuto un selvaggio e vergognoso pestaggio da parte delle forze dell’ordine ai danni del movimento No Tav della Val di Susa». «In seguito al pestaggio di polizia sono state ferite diverse persone, finite per questo in ospedale – continua Ferrero -. Il loro unico torto era difendere la loro valle dall’ennesima grande opera che tra qualche ano scopriremo essere fatta solo per distribuire profitti e tangenti» Secondo il portavoce della Federazione della sinistra «è indegna di un paese civile la militarizzazione della Val di Susa che il governo sta mettendo in atto, come si vede anche da quest’ultimo episodio. Se c’è in parlamento qualche esponente sinceramente democratico faccia un’interrogazione urgente al ministro degli interni Maroni».

Dal corriere.it | Al momento sembra l’articolo più decente. Almeno non c’è scritto che un ragazzo è grave dopo cariche di alleggerimento.

Crisi, conflitto, democrazia

img6594Le violente cariche di Mercoledì scorso 10 Febbraio 2010 davanti alla Prefettura di Roma hanno rappresentato l’ennesimo, gravissimo episodio di violenza poliziesca ed istituzionale. Di fronte alle cariche gratuite e ad un accanimento che ci ricorda le pagine buie di Genova 2001, nessuno può tacere. In gioco c’è la difesa delle legittime resistenze alla crisi e con esse degli spazi collettivi di agibilità democratica. Il rischio è che prevalga l’idea che dall’emergenza si esca con la sospensione dei diritti, la limitazione delle tutele, delle manifestazioni, del dissenso. Che la vera risposta alla crisi diventi la crisi della democrazia: un rapido declino verso l’autoritarismo e lo stato di polizia.

Il crescente numero di posti di lavoro a rischio, la crisi dei redditi, la devastante precarietà abitativa e sociale, la costante perdita di diritti in sempre più larghi settori di società, i meccanismi securitari e di controllo che indicano nel diverso e nel migrante le minacce da combattere, disegnano il panorama di una crisi profonda, di una caduta libera che sta trasformando il volto stesso del nostro paese. La risposta governativa alla crisi è il sostegno incondizionato a coloro che l’hanno generata, banche e grandi imprese, senza adeguati interventi a difesa dei posti di lavoro, misure reali per la garanzia dell’occupazione, dei redditi, del diritto alla casa. In un contesto in cui il tasso di disoccupazione supera ormai l’8.5% , dato sottostimato per via della casse integrazioni che ancora contengono il bacino della disoccupazione senza le quali avrebbe già superato il 10%, l’Italia e la Grecia, sono gli unici due paesi in Europa a non avere nessuna forma di protezione sociale e redistribuzione di  reddito per i disoccupati e i precari.

Una sudditanza istituzionale e politica verso i poteri forti e il loro denaro, mascherata con la giustificazione delle insufficienti risorse pubbliche, che continua a svuotare le tasche di tante donne e tanti uomini che provano a sopravvivere ai licenziamenti, alla cassa integrazione, al lavoro interinale, agli sfratti, allo sfruttamento e alle deportazioni.
L’assenza di risposte e provvedimenti reali, genera fenomeni di resistenza diffusa, lotte, spinge chi è costretto a sopportare condizioni di vita sempre più difficili e precarie ad organizzarsi, ad unirsi per reclamare una via d’uscita alla crisi, per riconquistare diritti.
Vite che non accettano di essere sacrificate sull’altare del mercato, che vogliono rimanere aggrappate al presente per immaginare ancora un futuro diverso e migliore. Storie a cui si risponde sempre più spesso con l’uso della forza pubblica, con l’oscuramento e la repressione.

Martedì 16 febbraio 2010
Ore 17.00
presso la Provincia di Roma (Palazzo Valentini – Sala della Pace – via IV Novembre)
ASSEMBLEA PUBBLICA

Hanno già dato la propria disponibilità a partecipare:

Luigi Nieri (Assessore Regione Lazio), Pancio Pardi (Palramentare), Massimo Rendina (ANPI), Ivano Peduzzi (Consigliere Regionale), Gianluca Peciola (Consigliere Provinciale), Massimiliano Smeriglio (Assessore Provincia di Roma),

Promuovono:
Lavoratori Eutelia, Precari Ispra, Lavoratori Italtel, Autoconvocati Sirti, Cassintegrati Alitalia, Lavoratori Telecom, Coordinamento Precari della Scuola, Comitati per il Reddito, Movimenti per il Diritto all’Abitare , Rete Romana Contro la Crisi

Trenta volte ciao, Valerio

verbanoIl 20 Febbraio 2010, in Piazza Sempione (nel quartiere Montesacro), ci si ritroverà a ricordare Valerio Verbano.

Dalle 20:00 il concerto dei 99 Posse, Assalti Frontali, Colle Der Fomento, Rancore, Empatia Venefica.

“Sono tanti i motivi per i quali, dopo trent’anni, non ho smesso di cercare il colpevole. E tra tanti, ce n’è uno che è proprio una tortura. Quando questo ragazzo è comparso davanti ai miei occhi, non aveva il passamontagna. Potrei ancora identificarlo”.

Trent’anni fa veniva ucciso nella sua casa Valerio Verbano, davanti gli occhi della madre Carla, per mano dei fascisti dei Nar. Valerio era uno studente del liceo Archimede, attivo nelle campagne di controinformazione che ricostruivano i legami tra settori dello stato, eversione nera e poteri forti. Una passione per la libertà e la giustizia sociale che ha pagato con la vita.

Un anniversario dal forte valore simbolico che, ancora una volta, vogliamo vivere come occasione collettiva di difesa della memoria storica, battaglia di verità e giustizia. Ma anche come occasione di lotta e di movimento. Non è un caso che negli ultimi anni si sono moltiplicati i progetti culturali, sportivi e di aggregazione dedicati a Valerio, per fare della memoria uno strumento di trasformazione del presente.

Ricordare oggi Valerio, significa continuare a lottare per una società più libera, contro la paura e l’egoismo, per nuovi diritti di cittadinanza, contro un modello sociale fondato ancora sullo sfruttamento. Significa concretamente strappare spazi alla speculazione, affermare il diritto alla casa, contrastare la precarietà di vita e di lavoro, aprirsi a una società multiculturale, praticare autonomia e indipendenza.

Ricordare oggi Valerio significa valorizzare i percorsi avviati in questi anni nei nostri quartieri, nelle scuole e in tutta la città. Per queste ragioni abbiamo pensato a un calendario di iniziative che prova ad esprimere tutta la ricchezza e la complessità di questo filo rosso della memoria.

Si inizia giovedì 18 febbraio, alle 17, all’Astra 19 di via Capraia, con la presentazione del libro scritto da Carla Verbano; si prosegue sabato 20, alle 16, con un corteo cittadino che attraverserà i luoghi di vita di Valerio ma anche le vertenze del territorio, per poi concludersi a piazza Sempione con un grande concerto, in cui si esibiranno – tra gli altri – 99 Posse e Assalti Frontali. Un luogo scelto non a caso, che ha visto una grande esperienza di autogestione, produzione culturale e contrasto della speculazione, il centro sociale Horus, al centro di una vertenza ancora viva, nonostante lo sgombero dello scorso novembre. Infine, lunedì 22 febbraio, giorno dell’anniversario, ci saranno due appuntamenti: la mattina, al liceo Archimede, organizzato dalle reti studentesche cittadine; il pomeriggio, dalle 16, il presidio “Un fiore per Valerio”.

A distanza di trent’anni, vogliamo proseguire il percorso di lotta e di passione per la vita di Valerio, non per odio ma per dignità.

Valerio vive.

Le compagne e i compagni di Valerio

Contro la crisi, siamo tutti sullo stesso tetto!

Contro la crisi,
siamo tutti sullo stesso tetto!
Il 10 febbraio 2010 in Prefettura si affronterà il tema del lavoro. Lo faranno gli enti locali, il governo e parti sociali individuate per l’occasione. Come dire: un tavolo non si nega a nessuno. Ne sono stati fatti sull’emergenza abitativa, sull’immigrazione, sulla sicurezza e ora anche sul lavoro. In questo quadro il sindaco ha sparato le sue cifre: 100mila posti di lavoro, ripetendo un proclama che suonava pressappoco così alla vigilia della sua elezione, 40mila casa popolari. Nello stesso tempo Alemanno non ha detto una parola in difesa dei lavoratori delle aziende in crisi.
Le parole non si sono tramutate in fatti e temiamo che anche sul tema lavoro si andrà nella stessa direzione. Demagogia tanta concretezza zero.
Non sappiamo cosa diranno le parti sociali che siederanno al tavolo e per questo abbiamo deciso di mobilitarci e invitiamo tutta la città che soffre la crisi a farlo.
Alle 15 di mercoledì 10 febbraio saremo in piazza SS Apostoli con gli inquilini resistenti, con i precari, con i disoccupati, con i cassaintegrati, con gli sfrattati, con chi non arriva a fine mese, con chi non ha un reddito, con i lavoratori in lotta dell’Eutelia e di altre decine di aziende che minacciano licenziamenti.
Roma contro la crisi e dentro la crisi deve diventare visibile e rompere con l’idea di città che ci vogliono propinare, dove la strada maestra immaginata dalla rendita ci condanna all’emergenza permanente e alla cementificazione selvaggia, dove l’unica prospettiva di lavoro è legata ad un pacchetto edilizio e ad eventuali possibilità occupazionali legate ad esso. In una città che sta subendo un aumento esponenziale della cassa integrazione ordinaria e straordinaria oltre che della disoccupazione non abbiamo bisogno di proclami elettorali in vista delle prossime regionali.
Non ci stiamo! Invitiamo tutti e tutte a mobilitarci per sostenere le proposte dei movimenti e delle reti sociali in lotta. Insieme con i migranti impegnati con i cittadini e le cittadine italiani/e in una battaglia senza precedenti contro il razzismo e la xenofobia, rivendicando diritti primari continuamente negati.
Se la città è di chi la abita, è arrivato il momento che questa voce inascoltata prevalga su quella dei costruttori, delle banche, degli speculatori come Bonifaci, Caltagirone, Santarelli, Toti, Mezzaroma. Gli amministratori devono segnare un significativo cambio di passo nella tutela della città come “bene comune” e nella difesa della qualità della vita nella sua interezza.
Saremo in piazza per rivendicare un reale piano anticrisi che passi attraverso la difesa, qui ed ora, dei posti di lavoro; la realizzazione di un piano straordinario di case popolari; un finanziamento adeguato alla legge regionale per il reddito che permetta di coprire le 120mila domande depositate e garantire a tutti i disoccupati e precari oltre all’erogazione monetaria anche il reddito indiretto (casa, trasporti, tariffe e formazione) previsti dalla legge.
Saremo in piazza con i migranti deportati e costretti alla fuga da Rosarno, abbandonati dalle istituzioni per le strade di Roma, per chiedere la realizzazione di un piano straordinario di accoglienza.
La mobilitazione del 10 febbraio deve diventare il punto di partenza verso una mobilitazione nazionale, che imponga al Governo misure economiche e di welfare mirate su chi paga la crisi e non più a sostegno delle banche e delle imprese.
Mercoledì 10 febbraio 2010
Dalle ore 15.00
Piazza SS Apostoli sotto la Prefettura
MANIFESTAZIONE
Prime adesioni: Rete Romana Contro la Crisi, Lavoratori Eutelia, Precari ISPRA, Lavoratori Italtel, Movimenti per il diritto all’abitare, cassintegrati Alitalia, autoconvocati Sirti, lavoratori telecom, Coordinamento Precari Scuola, Comitati per il RedditoContro la crisi,
siamo tutti sullo stesso tetto!
Il 10 febbraio 2010 in Prefettura si affronterà il tema del lavoro. Lo faranno gli enti locali, il governo e parti sociali individuate per l’occasione. Come dire: un tavolo non si nega a nessuno. Ne sono stati fatti sull’emergenza abitativa, sull’immigrazione, sulla sicurezza e ora anche sul lavoro. In questo quadro il sindaco ha sparato le sue cifre: 100mila posti di lavoro, ripetendo un proclama che suonava pressappoco così alla vigilia della sua elezione, 40mila casa popolari. Nello stesso tempo Alemanno non ha detto una parola in difesa dei lavoratori delle aziende in crisi.
Le parole non si sono tramutate in fatti e temiamo che anche sul tema lavoro si andrà nella stessa direzione. Demagogia tanta concretezza zero.
Non sappiamo cosa diranno le parti sociali che siederanno al tavolo e per questo abbiamo deciso di mobilitarci e invitiamo tutta la città che soffre la crisi a farlo.
Alle 15 di mercoledì 10 febbraio saremo in piazza SS Apostoli con gli inquilini resistenti, con i precari, con i disoccupati, con i cassaintegrati, con gli sfrattati, con chi non arriva a fine mese, con chi non ha un reddito, con i lavoratori in lotta dell’Eutelia e di altre decine di aziende che minacciano licenziamenti.
Roma contro la crisi e dentro la crisi deve diventare visibile e rompere con l’idea di città che ci vogliono propinare, dove la strada maestra immaginata dalla rendita ci condanna all’emergenza permanente e alla cementificazione selvaggia, dove l’unica prospettiva di lavoro è legata ad un pacchetto edilizio e ad eventuali possibilità occupazionali legate ad esso. In una città che sta subendo un aumento esponenziale della cassa integrazione ordinaria e straordinaria oltre che della disoccupazione non abbiamo bisogno di proclami elettorali in vista delle prossime regionali.
Non ci stiamo! Invitiamo tutti e tutte a mobilitarci per sostenere le proposte dei movimenti e delle reti sociali in lotta. Insieme con i migranti impegnati con i cittadini e le cittadine italiani/e in una battaglia senza precedenti contro il razzismo e la xenofobia, rivendicando diritti primari continuamente negati.
Se la città è di chi la abita, è arrivato il momento che questa voce inascoltata prevalga su quella dei costruttori, delle banche, degli speculatori come Bonifaci, Caltagirone, Santarelli, Toti, Mezzaroma. Gli amministratori devono segnare un significativo cambio di passo nella tutela della città come “bene comune” e nella difesa della qualità della vita nella sua interezza.
Saremo in piazza per rivendicare un reale piano anticrisi che passi attraverso la difesa, qui ed ora, dei posti di lavoro; la realizzazione di un piano straordinario di case popolari; un finanziamento adeguato alla legge regionale per il reddito che permetta di coprire le 120mila domande depositate e garantire a tutti i disoccupati e precari oltre all’erogazione monetaria anche il reddito indiretto (casa, trasporti, tariffe e formazione) previsti dalla legge.
Saremo in piazza con i migranti deportati e costretti alla fuga da Rosarno, abbandonati dalle istituzioni per le strade di Roma, per chiedere la realizzazione di un piano straordinario di accoglienza.
La mobilitazione del 10 febbraio deve diventare il punto di partenza verso una mobilitazione nazionale, che imponga al Governo misure economiche e di welfare mirate su chi paga la crisi e non più a sostegno delle banche e delle imprese.
Mercoledì 10 febbraio 2010
Dalle ore 15.00
Piazza SS Apostoli sotto la Prefettura
MANIFESTAZIONE
Prime adesioni: Rete Romana Contro la Crisi, Lavoratori Eutelia, Precari ISPRA, Lavoratori Italtel, Movimenti per il diritto all’abitare, cassintegrati Alitalia, autoconvocati Sirti, lavoratori telecom, Coordinamento Precari Scuola, Comitati per il Reddito
tettoIl 10 febbraio 2010 in Prefettura si affronterà il tema del lavoro. Lo faranno gli enti locali, il governo e parti sociali individuate per l’occasione. Come dire: un tavolo non si nega a nessuno. Ne sono stati fatti sull’emergenza abitativa, sull’immigrazione, sulla sicurezza e ora anche sul lavoro. In questo quadro il sindaco ha sparato le sue cifre: 100mila posti di lavoro, ripetendo un proclama che suonava pressappoco così alla vigilia della sua elezione, 40mila casa popolari. Nello stesso tempo Alemanno non ha detto una parola in difesa dei lavoratori delle aziende in crisi.
Le parole non si sono tramutate in fatti e temiamo che anche sul tema lavoro si andrà nella stessa direzione. Demagogia tanta concretezza zero.
Non sappiamo cosa diranno le parti sociali che siederanno al tavolo e per questo abbiamo deciso di mobilitarci e invitiamo tutta la città che soffre la crisi a farlo.
Alle 15 di mercoledì 10 febbraio saremo in piazza SS Apostoli con gli inquilini resistenti, con i precari, con i disoccupati, con i cassaintegrati, con gli sfrattati, con chi non arriva a fine mese, con chi non ha un reddito, con i lavoratori in lotta dell’Eutelia e di altre decine di aziende che minacciano licenziamenti.
Roma contro la crisi e dentro la crisi deve diventare visibile e rompere con l’idea di città che ci vogliono propinare, dove la strada maestra immaginata dalla rendita ci condanna all’emergenza permanente e alla cementificazione selvaggia, dove l’unica prospettiva di lavoro è legata ad un pacchetto edilizio e ad eventuali possibilità occupazionali legate ad esso. In una città che sta subendo un aumento esponenziale della cassa integrazione ordinaria e straordinaria oltre che della disoccupazione non abbiamo bisogno di proclami elettorali in vista delle prossime regionali.
Non ci stiamo! Invitiamo tutti e tutte a mobilitarci per sostenere le proposte dei movimenti e delle reti sociali in lotta. Insieme con i migranti impegnati con i cittadini e le cittadine italiani/e in una battaglia senza precedenti contro il razzismo e la xenofobia, rivendicando diritti primari continuamente negati.
Se la città è di chi la abita, è arrivato il momento che questa voce inascoltata prevalga su quella dei costruttori, delle banche, degli speculatori come Bonifaci, Caltagirone, Santarelli, Toti, Mezzaroma. Gli amministratori devono segnare un significativo cambio di passo nella tutela della città come “bene comune” e nella difesa della qualità della vita nella sua interezza.
Saremo in piazza per rivendicare un reale piano anticrisi che passi attraverso la difesa, qui ed ora, dei posti di lavoro; la realizzazione di un piano straordinario di case popolari; un finanziamento adeguato alla legge regionale per il reddito che permetta di coprire le 120mila domande depositate e garantire a tutti i disoccupati e precari oltre all’erogazione monetaria anche il reddito indiretto (casa, trasporti, tariffe e formazione) previsti dalla legge.
Saremo in piazza con i migranti deportati e costretti alla fuga da Rosarno, abbandonati dalle istituzioni per le strade di Roma, per chiedere la realizzazione di un piano straordinario di accoglienza.
La mobilitazione del 10 febbraio deve diventare il punto di partenza verso una mobilitazione nazionale, che imponga al Governo misure economiche e di welfare mirate su chi paga la crisi e non più a sostegno delle banche e delle imprese.
[embedit BmeyFZcEwC 466 400]
Mercoledì 10 febbraio 2010
Dalle ore 15.00
Piazza SS Apostoli sotto la Prefettura
MANIFESTAZIONE

Prime adesioni: Rete Romana Contro la Crisi, Lavoratori Eutelia, Precari ISPRA, Lavoratori Italtel, Movimenti per il diritto all’abitare, cassintegrati Alitalia, autoconvocati Sirti, lavoratori telecom, Coordinamento Precari Scuola, Comitati per il Reddito