L’abitare prima del costruire

Sul convegno sull’autorecupero del patrimonio in abbandono. Roma 27/28 febbraio 2010

Con questo titolo si potrebbe riassumere il convegno che si è svolto a Roma il 27 e il 28 Febbraio sul tema dell’autorecupero, a fini abitativi, del patrimonio in disuso.

Partendo dal racconto di un’esperienza pratica che dodici anni orsono, nel 1998, portò alla prima legge italiana, approvata dalla regione Lazio, è stato ricostruito attraverso passaggi rivendicativi, istituzionali, normativi, l’iter che a portato la cooperativa Inventare l’abitare, nata dall’esperienza del Coordinamento cittadino di lotta per la casa, a pianificare otto progetti di autorecupero nella Regione (di cui due conclusi e altri tre in fase di consegna). Un racconto che suggeriva una possibilità altra di immaginare la metropoli.

La proposta dell’autorecupero consiste nel recuperare e valorizzare il patrimonio edilizio esistente (e in abbandono) a vantaggio dei cittadini e delle cittadine della Capitale in emergenza abitativa. Ciò potrebbe arrestare l’avanzata di costruzioni e cemento per migliaia di metri cubi nella periferia di Roma, scongiurando l’ennesima speculazione a vantaggio dei soliti noti, l’ennesima devastazione ambientale, l’ennesima deportazione degli abitanti in nuovi quartieri ghetto fuori dal raccordo anulare. Gli autorecuperi, infatti, sono progettati su stabili precedentemente occupati e abitati dai movimenti per il diritto all’abitare, dove gli inquilini tornano da autorecuperanti una volta conclusi i lavori.

Questo significa chiaramente porre attenzione alla qualità e alla sostenibilità della nostra vita e, di conseguenza, alla scelta di tecnologie di bioedilizia, di valorizzazione delle energie rinnovabili, di coesione ed integrazione del tessuto sociale.

La possibilità creata da una legge regionale, voluta dai movimenti e da una parte ricettiva delle istituzioni regionali e comunali, rappresenta uno strumento concreto che apre prospettive nuove sia nella pratica che nei principi. Nel convegno si sono confrontate diverse esperienze, da Abitare 2000 alla Cooperativa Corallo, che hanno raccontato metodi differenti, autocostruzioni e meccanismi economici, difficoltà e soluzioni. Dinamiche che sono state toccate con mano anche nella seconda giornata dell’incontro, quando si sono aperte le porte dell’autorecupero di via Colomberti, a Serpentara (Salaria). Qui una sorta di visita guidata ha accompagnato i partecipanti in una vecchia scuola che, dopo anni di lavori, è divenuta un condominio con 12 appartamenti circondati da un giardino e dagli impersonali palazzi della Serpentara.

Nuove prospettive e possibilità si sono intraviste, le stesse che da anni chi amministra i nostri territori continua a non considerare, ostacolando l’autorecupero con prepotenze e lungaggini burocratiche, dimostrandosi impegnato a regalare questo immenso patrimonio ed enormi porzioni di città agli speculatori. Di questo le amministrazioni dovrebbero assumersi la responsabilità, spiegando a tutti i cittadini perché continuino a sprecare milioni di euro per sgomberi, residence in assistenza alloggiativa, bonus all’affitto, insomma per regalare risorse pubbliche ai privati, quando esiste uno strumento economico come l’autorecupero, realizzato con la cooperazione dei futuri inquilini. Ma soprattutto dovrebbero spiegare perché non vogliono realizzare o dirigersi verso quello che i movimenti reclamano da anni, un nuovo diritto di cittadinanza: il diritto all’abitare.

Elezioni regionali: precari e disoccupati al seggio per votare San Precario

ROMA, 29 MARZO. Ultimi minuti per votare nelle elezioni regionali, ancora una volta un panino fatale. Fedeli di San Precario, Generazione P, incazzati che hanno fatto domanda per il reddito minimo nel Lazio e individualità indipendenti hanno deciso all’ultimo minuto di votare per San Precario presso il seggio di Piazza del Collegio Romano, proprio vicino al palazzo di San Silvio, sperando che il loro santo facesse il miracolo di riportare i contenuti e i temi sociali all’ordine del giorno della politica. Nonostante San Precario avesse loro intimato di votare a digiuno, precari e disoccupati affamati, fermatisi a prendere un panino, si sono presentati al seggio alle 15:01 trovando le porte sbarrate. A nulla sono valse le preghiere al Santo, le invocazioni agli scrutatori del seggio, le proposte di scambiare il proprio pranzo con il diritto di voto. Neanche l’idea di istituire una lotteria just-in-time con in palio un voto extra per le regionali 2010 ha avuto buon esito.

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Il popolo dei fedeli, scontento e forse timoroso dell’ira del Santo, ha dunque iniziato ad urlare “San Precario facci un decreto!” (interpretativo, innovativo o interreligioso non aveva importanza), oltre a “le nostre liste sono state escluse a priori” forse riferendosi a chi nel Lazio è stato espulso dalla possibilità di richiedere il reddito minimo. Uno dei fedeli infatti chiarisce: “Prima con la legge hanno detto che tutti avevano diritto al reddito. Poi quando si è parlato di soldi hanno cominciato a stringere: solo quelli tra i 30 e i 44 anni”. E tra i 130.000 che hanno potuto fare domanda a settembre scorso – si legge sul santino di San Precario – solo 6.000 lo vinceranno. Forse. Sull’accaduto si è poi espresso anche Benedetto XVI: il pontefice  si è detto possibilista sull’eventualità che i Santi entrino in politica e vengano eletti a cariche politiche.

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03

Oggi 29 Marzo, alle 15.10, i comitati per il reddito si sono ritrovati a votare al seggio di Piazza del Collegio Romano, vicino Palazzo Grazioli, per votare per il proprio unico candidato: S.Precario!

Quelli in ritardo siete voi, vogliamo votare San Precario!

“Abbiamo fatto tardi ma abbiamo un decreto interpretativo dalla nostra parte! Eravamo solo usciti un attimo a mangiare un panino e ora vogliamo che ci facciate esprimere per il nostro candidato che è l’unico che parli di contenuti in queste elezioni. Vogliamo rivendicare un reddito di cittadinanza garantito per disoccupati e precari.

Nella Regione Lazio è stata approvata una legge per il reddito garantito, unica in Italia,  ma con pochissimi soldi: infatti a oggi su 130.000 domande ne sono state soddisfatte solo 1.000. Da qui vogliamo che si parta per affermare un nuovo sistema di welfare degno di questo nome, dove si garantiscano i servizi a partire dalla sanità e dalla formazione, fino ad arrivare al diritto all’abitare e ai trasporti.”

Comitati per il reddito | San Precario | Generazione P | Rete degli Indipendenti

AGENZIE.

REGIONALI: COMITATI PER REDDITO VOTANO ‘SAN PRECARIÒ (ANSA) – ROMA, 29 MAR – Pezzi di pane raffermo e uno striscione inneggiante a San Precario. Così un gruppo di aderenti ai Comitati per il reddito ha partecipato ad una manifestazione a Roma davanti al seggio elettorale allestito al Liceo Visconti in piazza del Collegio Romano. Il seggio era già chiuso e i manifestanti si sono presentati con pane raffermo con lo slogan «sono andato a mangiare un panino», la frase ormai celebre di Alfredo Milioni rappresentante di lista delPdl che si scusò così per non essere riuscito a presentare in tempo la lista ora esclusa dalla tornata elettorale. I manifestanti hanno anche srotolato uno striscione con su scritto «Viva San Precario». (ANSA).

REGIONALI, FLASH-MOB CON PANINI DAVANTI A SEGGIO CENTRO (OMNIROMA) Roma, 29 mar – Un flash-mob con panini depositati davanti al seggio elettorale di piazza del Collegio Romano per segnalare, come spiegano gli organizzatori di questa protesta, «che così come è stata esclusa la lista del Pdl alla Provincia di Roma, la Regione Lazio ha escluso 120mila cittadini che avevano fatto richiesta del reddito minimo garantito. Loro, pur avendo i requisiti, non hanno ottenuto quanto avevano richiesto a causa della mancanza di fondi ulteriori». La manifestazione si è tenuta questo pomeriggio davanti «al seggio elettorale più vicino a palazzo Grazioli», così come sottolineano ancora i manifestanti. «Lo abbiamo fatto con un chiaro riferimento al ‘paninò di Alfredo Milioni», proseguono.

Contro la crisi reddito a precarie e disoccupati

Non può essere una lotteria!

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A quasi 7 mesi di distanza dalla presentazione delle domande per il reddito minimo garantito nella Regioe Lazio sono uscite le prime graduatorie provvisorie riguardanti 1.000 beneficiari sui 6.000 totali. Ricordiamo che le domande sono state 120.000, dunque appena il 5% vedrà erogato ciò che gli manca per arrivare ai 583 euro al mese di tetto stabilito dalle convenzioni attuative. Una vera e propria lotteria, dunque, per un diritto ridotto ad elemosina.


Comitati di precarie e disoccupati.

[singlepic id=873 w=300 h=225 float=left] Dopo anni di battaglie per un reddito garantito per tutti, lavoro o non lavoro, i movimenti sociali hanno ottenuto una legge dalla Regione Lazio nel marzo del 2009. La legge afferma che tutti dai 18 ai 65 anni hanno diritto a raggiungere un reddito minimo garantito, viste la crisi e la precarietà dilaganti. Tutto ciò non si è avverato ed è per questo che è nato il Comitato Win for Rights! Aperto a precari e precarie, disoccupati e disoccupate. Non solo per chi ha fatto domanda dunque, ma per tutti e tutte coloro che pensano che la crisi non possa sempre ricadere su di noi e che le risorse non possano andare sempre alle banche e alle imprese.

Leggi l’articolo di Luciano Gallino sul Reddito Minimo Garantito.

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MOBILITAZIONI

29 MARZO – Precari e disoccupati votano San Precario per ottenere il reddito!

9 FEBBRAIO – Precari e disoccupati chiedono i soldi ai Monopoli di Stato!

15 DICEMBRE – Il comitato Win for rights è a controllare le graduatorie il giorno della loro uscita ufficiale presso il centro per l’impiego di Cinecittà (via Vignali). Non c’è nessuno a parte noi, dalla Provincia si sono “dimenticati” di avvertire precari e disoccupati della pubblicazione delle liste.

23 OTTOBRE – durante la giornata di sciopero generale indetto dal sindacalismo di base è stato ottenuto un incontro con il capo gabinetto del  ministero dell’economia sul tema della crisi e del reddito garantito come strumento per i disoccupati e precari non coperti da interventi di protezione sociale.

Mercoledi 30 settembre, i movimenti di precari e disoccupati si sono recati al CPI di via Vignali, a Cinecittà, per reclamare un reddito per tutti e allargare questi comitati.

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Info

ROMAPRECARIA ::: SPORTELLO ANTICRISI | info@indipendenti.eu | Cell. 389.9914556 | Tel. 06 97841118 (solo mercoledi 17-19)

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LA LEGGE REGIONALE SUL REDDITO MINIMO

Quest’anno,  i precari ed i disoccupati della Regione Lazio hanno avuto una possibilità: accedere al reddito minimo garantito (leggi la scheda informativa). Una legge che stabilisce un diritto per tutti, dai 18 ai 65 anni, vista la precarietà dilagante  nata dall trasformazioni nel mondo produttivo. Una legge frutto delle iniziative dei movimenti sociali, iniziate nel 2004.

La Regione, invece, ha ristretto d’ufficio i parametri, dai 30 ai 44 anni, tradendo lo spirito della legge, anche per le scarsissime risorse stanziate. Tutto questo mentre, con l’altra mano, la Regione ha elargito:

  1. Sostegno alle imprese in crisi: 210 milioni di euro in 3 anni
  2. Fondo rotativo per imprese turistiche per il 2009: 8 milioni di euro
  3. Sostegno al credito per le imprese nel 2009: 1 miliardo di Euro.

I soldi pubblici devono andare innanzitutto ai cittadini e non solo alle imprese. Questo vale per la Regione ma anche per il Governo nazionale, per questo siamo convinti che debbano essere investite risorse almeno equivalenti per il reddito garantito.

Le domande presentate per la legge regionale per il reddito sono state circa 120 mila nel territorio regionale di cui circa 80 mila a Roma. Questo dato ci fa comprendere la percezione sociale del reddito garantito che si è estesa al di la della scarsissima comunicazione ufficiale che è stata fatta della legge. Ricordiamo che la presentazione della domanda è stata fatta di nascosto solo nel mese di settembre.
Le risorse economiche stanziate sono 135 milioni di euro per il periodo 2009-2011, dei quali 60 per il periodo novembre 2009-novembre 2010. Per questo anno i   beneficiari del provvedimenti finanziati con il reddito garantito di 7000 mila euro l’anno (circa 580 euro al mese) saranno circa tra le 8 mila/10 mila persone.
Tra il 9 e il 16 novembre usciranno gli elenchi con le richieste ammissibili e formalmente finanziabili, le richieste formalmente ammissibili ma non finanziabili e le richieste non ammissibili e non finanziabili. Nei primi giorni di dicembre dovrebbero uscire le graduatorie e a metà mese partire l’erogazione del reddito ai beneficiari finanziati
Tra le richieste ammissibili ma non finanziabili per mancanza di risorse economiche ci saranno decine di migliaia di precari e disoccupati.

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ALTRO

LA CAMPAGNA RXTCHI HA DIRITTO AL REDDITO LA LEGGEREGOLAMENTO ATTUATIVOBROCHURE INFORMATIVACOMUNICATO STAMPA * SUL REDDITO DI BASE (articolo di  Gallino, da Repubblica.it)

QUADRO

Il “decreto anticrisi” del governo * Analisi della crisi * Ammortizzatori Sociali * Risoluzione Parlamento Europeo

Aspettando le graduatorie per il reddito a precari e disoccupati.

Non può essere una lotteria!

[singlepic id=873 w=320 h=240 float=left] Stai aspettando le graduatorie finali per sapere se sei vincitore del Reddito Minimo?

Hai meno di 30 anni o più di 44 e sei stato escluso forzatamente da un diritto per tutti?

Quest’anno, infatti, i precari ed i disoccupati della Regione Lazio hanno avuto una possibilità: accedere al reddito minimo garantito (leggi la scheda informativa). Una legge che stabilisce un diritto per tutti, dai 18 ai 65 anni, vista la precarietà dilagante  nata dall trasformazioni nel mondo produttivo. Una legge frutto delle iniziative dei movimenti sociali, iniziate nel 2004.

La Regione, invece, ha ristretto d’ufficio i parametri, dai 30 ai 44 anni. Inoltre, a fronte di più di 100.000 domande, solo 2.000 ne verranno soddisfatte. Tutto questo perché sono stati stanziato solo 20 mln di euro (180  in tre anni).

Una vera lotteria. Ma i diritti non possono essere un privilegio, devono valere per tutti!

Tutto questo mentre, con l’altra mano, la Regione ha elargito:

  1. Sostegno alle imprese in crisi: 210 milioni di euro in 3 anni
  2. Fondo rotativo per imprese turistiche per il 2009: 8 milioni di euro
  3. Sostegno al credito per le imprese nel 2009: 1 miliardo di Euro.

I soldi pubblici devono andare innanzitutto ai cittadini e non solo alle imprese. Questo vale per la Regione ma anche per il Governo nazionale, per questo siamo convinti che debbano essere investite risorse almeno equivalenti per il reddito garantito

Per questo stanno nascendo dei comitati (vedi luoghi e orari ) di precari e disoccupati per l‘allargamento della platea dei beneficiari: da Reddito Minimo a Reddito per Tutti e Tutte.

Prossimo appuntamento:

SCIOPERO GENERALE, venerdi 23 ottobre ore 9:30 Piazza della Repubblica

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Mercoledi 30 settembre, i movimenti di precari e disoccupati si sono recati al CPI di via Vignali, a Cinecittà, per reclamare un reddito per tutti e allargare questi comitati. Prossimo incontro: giovedi 15 ottobre ore 18 al Volturno

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LA CAMPAGNA RXTCHI HA DIRITTO AL REDDITO LA LEGGEREGOLAMENTO ATTUATIVOBROCHURE INFORMATIVACOMUNICATO STAMPA * SUL REDDITO DI BASE (articolo di  Gallino, da Repubblica.it)

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Il “decreto anticrisi” del governo * Analisi della crisi * Ammortizzatori Sociali * Risoluzione Parlamento EuropeoDal 15 ottobre le graduatorie di vincitori del Reddito minimo.

Non può essere una lotteria.

[singlepic id=843 w=320 h=240 float=left] Quest’anno i precari ed i disoccupati della Regione Lazio hanno avuto una possibilità: accedere al reddito minimo garantito. Ma questa possibilità è un diritto, non una lotteria.

Infatti una battaglia dei movimenti sociali, iniziata nel 2004, ha portato all’approvazione di questa legge con dei parametri molto larghi. Innanzi tutto un diritto individuale, dedicato tanto a chi non ha lavoro quanto a chi è precario, per una fascia larga di persone, dai 18 ai 65 anni.

La Regione, invece, ha ristretto i parametri, dai 30 ai 44 anni. Inoltre, a fronte di più di 100.000 domande, solo 2.000 ne verranno soddisfatte.Tutto questo perché la Regione Lazio ha stanziato solo 20 mln di euro (180  in tre anni), mentre con l’altra mano ha elargito:

  1. Sostegno alle imprese in crisi: 210 milioni di euro in 3 anni
  2. Fondo rotativo per imprese turistiche per il 2009: 8 milioni di euro
  3. Sostegno al credito per le imprese nel 2009: 1 miliardo di Euro.

I soldi pubblici devono andare innanzitutto ai cittadini e non solo alle imprese. Questo vale per la Regione ma anche per il Governo nazionale, per questo siamo convinti che debbano essere investite risorse almeno equivalenti per il reddito garantito

Per questo stanno nascendo dei comitati (vedi luoghi e orari ) di precari e disoccupati per l‘allargamento della platea dei beneficiari: da Reddito Minimo a Reddito per Tutti e Tutte.

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Mercoledi 30 settembre, i movimenti di precari e disoccupati si sono recati al CPI di via Vignali, a Cinecittà, per reclamare un reddito per tutti e allargare questi comitati.

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Prossimo incontro: giovedi 15 ottobre ore 18 al Volturno

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Quest’anno, infatti, i precari ed i disoccupati della Regione Lazio hanno avuto una possibilità: accedere al reddito minimo garantito (leggi la scheda informativa). Una legge che stabilisce un diritto per tutti, dai 18 ai 65 anni, vista la precarietà dilagante  nata dall trasformazioni nel mondo produttivo. Una legge frutto delle iniziative dei movimenti sociali, iniziate nel 2004.

La Regione, invece, ha ristretto d’ufficio i parametri, dai 30 ai 44 anni. Inoltre, a fronte di più di 100.000 domande, solo 2.000 ne verranno soddisfatte. Tutto questo perché sono stati stanziato solo 20 mln di euro (180  in tre anni).

Una vera lotteria. Ma i diritti non possono essere un privilegio, devono valere per tutti!

Tutto questo mentre, con l’altra mano, la Regione ha elargito:

  1. Sostegno alle imprese in crisi: 210 milioni di euro in 3 anni
  2. Fondo rotativo per imprese turistiche per il 2009: 8 milioni di euro
  3. Sostegno al credito per le imprese nel 2009: 1 miliardo di Euro.

I soldi pubblici devono andare innanzitutto ai cittadini e non solo alle imprese. Questo vale per la Regione ma anche per il Governo nazionale, per questo siamo convinti che debbano essere investite risorse almeno equivalenti per il reddito garantito

Per questo stanno nascendo dei comitati (vedi luoghi e orari ) di precari e disoccupati per l‘allargamento della platea dei beneficiari: da Reddito Minimo a Reddito per Tutti e Tutte.

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Infatti una battaglia dei movimenti sociali, iniziata nel 2004, ha portato all’approvazione di questa legge con dei parametri molto larghi. Innanzi tutto un diritto individuale, dedicato tanto a chi non ha lavoro quanto a chi è precario, per una fascia larga di persone, dai 18 ai 65 anni.

La Regione, invece, ha ristretto i parametri, dai 30 ai 44 anni. Inoltre, a fronte di più di 100.000 domande, solo 2.000 ne verranno soddisfatte.Tutto questo perché la Regione Lazio ha stanziato solo 20 mln di euro (180  in tre anni), mentre con l’altra mano ha elargito:

  1. Sostegno alle imprese in crisi: 210 milioni di euro in 3 anni
  2. Fondo rotativo per imprese turistiche per il 2009: 8 milioni di euro
  3. Sostegno al credito per le imprese nel 2009: 1 miliardo di Euro.

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Hai meno di 30 anni o più di 44 e sei stato escluso forzatamente da un diritto per tutti?

Quest’anno, infatti, i precari ed i disoccupati della Regione Lazio hanno avuto una possibilità: accedere al reddito minimo garantito (leggi la scheda informativa). Una legge che stabilisce un diritto per tutti, dai 18 ai 65 anni, vista la precarietà dilagante  nata dall trasformazioni nel mondo produttivo. Una legge frutto delle iniziative dei movimenti sociali, iniziate nel 2004.

La Regione, invece, ha ristretto d’ufficio i parametri, dai 30 ai 44 anni. Inoltre, a fronte di più di 100.000 domande, solo 2.000 ne verranno soddisfatte. Tutto questo perché sono stati stanziato solo 20 mln di euro (180  in tre anni).

Una vera lotteria. Ma i diritti non possono essere un privilegio, devono valere per tutti!

Tutto questo mentre, con l’altra mano, la Regione ha elargito:

  1. Sostegno alle imprese in crisi: 210 milioni di euro in 3 anni
  2. Fondo rotativo per imprese turistiche per il 2009: 8 milioni di euro
  3. Sostegno al credito per le imprese nel 2009: 1 miliardo di Euro.

I soldi pubblici devono andare innanzitutto ai cittadini e non solo alle imprese. Questo vale per la Regione ma anche per il Governo nazionale, per questo siamo convinti che debbano essere investite risorse almeno equivalenti per il reddito garantito

Per questo stanno nascendo dei comitati (vedi luoghi e orari ) di precari e disoccupati per l‘allargamento della platea dei beneficiari: da Reddito Minimo a Reddito per Tutti e Tutte.

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Infatti una battaglia dei movimenti sociali, iniziata nel 2004, ha portato all’approvazione di questa legge con dei parametri molto larghi. Innanzi tutto un diritto individuale, dedicato tanto a chi non ha lavoro quanto a chi è precario, per una fascia larga di persone, dai 18 ai 65 anni.

La Regione, invece, ha ristretto i parametri, dai 30 ai 44 anni. Inoltre, a fronte di più di 100.000 domande, solo 2.000 ne verranno soddisfatte.Tutto questo perché la Regione Lazio ha stanziato solo 20 mln di euro (180  in tre anni), mentre con l’altra mano ha elargito:

  1. Sostegno alle imprese in crisi: 210 milioni di euro in 3 anni
  2. Fondo rotativo per imprese turistiche per il 2009: 8 milioni di euro
  3. Sostegno al credito per le imprese nel 2009: 1 miliardo di Euro.

I soldi pubblici devono andare innanzitutto ai cittadini e non solo alle imprese. Questo vale per la Regione ma anche per il Governo nazionale, per questo siamo convinti che debbano essere investite risorse almeno equivalenti per il reddito garantito

Per questo stanno nascendo dei comitati (vedi luoghi e orari ) di precari e disoccupati per l‘allargamento della platea dei beneficiari: da Reddito Minimo a Reddito per Tutti e Tutte.

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Una “barcaccia” d’acqua

barcaccia9ROMA, 18 MARZO. Nella mattinanta si è tenuta una grande azione improvvisata del Forum italiano dei movimenti per l’acqua a Roma cui ha partecipato anche la Rete de*** Indipendenti. Diverse persone hanno circondato la «barcaccia» di piazza di Spagna con un gigantesco striscione blu e ne hanno appesi altri, tra cui quello «L’Acqua bene comune. Fuori l’acqua dal mercato. Fuori i profitti dall’acqua». Nel frattempo alcuni artisti di strada hanno improvvisato un’asta per vendere diverse bottiglie con l’acqua della «barcaccia» partendo da 20 euro e arrivando a oltre duecento. Moltissimi passanti e turisti si sono fermati per assistere all’azione, che serviva anche a lanciare l’appuntamento della manifestazione nazionale di sabato 20 marzo, a Roma, «per la ripubblicizzazione dell’acqua», con partenza alle ore 14 da piazza della Repubblica.

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“L’acqua è di tutti e deve essere pubblica. Difendiamo i beni comuni”

Il Governo, con la complicità attiva e passiva di gran parte del Parlamento, sta privatizzando il prelievo e la vendita dell’acqua, insieme agli altri servizi pubblici. Lo scorso 19 Novembre la Camera dei Deputati ha, infatti, convertito in Legge il DL 135/09 (Decreto Ronchi), all’interno del quale l’art. 15 – che ha modificato il precedente art. 23 bis – consegna, di fatto, l’acqua ai privati e alle multinazionali (Veolia, Suez, Bechtel, e allo stesso Caltagirone)!

Il Comune di Roma, tra il Sindaco fascista e un’opposizione sottovoce, si prepara, in tutta fretta, a svendere le azioni pubbliche dell’acqua alla multinazionale ACEA s.p.a., capeggiata da quel Calta-girone signore e padrone della speculazione immobiliare a Roma.

La Giunta Regionale del Lazio, di centrosinistra, ha consegnato nel 2009 la totalità dell’acqua del-la sorgente principale del fiume Aniene all’ACEA s.p.a., completando un disastro ambientale già in stato avanzato.

In ogni Comune e in ogni Paese in giro per il mondo dove l’acqua viene gestita dai privati sono aumentati i costi delle bollette, è peggiorato il servizio, è stato licenziato personale, è negato l’ac-cesso all’acqua a chi non può pagare ed è aumentato a dismisura il deterioramento ambientale dei bacini idrici e delle zone limitrofe.

Sentiamo la necessità di portare avanti questa battaglia popolare così come in questi anni significa-tive mobilitazioni popolari hanno tenacemente contrastando la politica delle “grandi opere” devasta-trici dei territori, dalla TAV al Dal Molin, al Ponte sullo Stretto, dalla gestione dei rifiuti legata al business degli inceneritori fino ad un modello energetico autoritario e nocivo, basato su combustibili inquinanti, per poi riproporre, di nuovo, il nucleare.

Per questo invitiamo tutte e tutti, tutte le realtà sociali, studentesche ed artistiche ad aderire e partecipare alla manifestazione nazionale del 20 marzo a Roma per

– bloccare le politiche di privatizzazione dell’acqua,

– riaffermarne il suo valore di bene comune e diritto umano universale,

– rivendicarne una gestione pubblica e partecipativa,

– rivendicare la tutela di beni comuni, biodiversità e clima,

– chiedere l’approvazione della legge d’iniziativa popolare presentata da 400.000 cittadini,

– dire tutte e tutti assieme: L’acqua è un bene comune privo di rilevanza economica!

Fuori i privati dai nostri NASONI

Roma, sabato 20 marzo ore 14 Piazza della Repubblica

Tor Vergata: aggressione neofascista

rissa

Sotto campagna elettorale riemergono le tensioni e i provocatori che, ben collaudati ormai, e sostenuti da forze politiche e con la connivenza immobilista delle forze dell’ordine, compiono aggressioni squadristiche di antica memoria ma evidentemente molto attuali. Stampa e media ripropongono la solita litania degli opposti estremismi e degli scontri fra bande. Per questo, per rompere questa cortina fumogena di menzogne e mezze verità, pubblichiamo il racconto più lucido dei fatti, opera del Collettivo Lavori in Corso di Tor Vergata.

Tor Vergata: dopo i 7 feriti di ieri, altre pesanti aggressioni squadriste in  ateneo durante la seduta del Senato Accademico.

Oggi alle 15.00 si è riunito il Senato Accademico di Tor Vergata, luogo in cui si voleva far esprimere l’Ateneo in merito ai fatti accaduti ieri durante i quali 40 neofascisti di “Casapound” e “Blocco Studentesco” provenienti da tutta  Roma e provincia hanno aggredito venti studenti e studentesse che stavano iniziando un volantinaggio a Giurisprudenza per smascherare la prima iniziativa pubblica di questi soggetti, coperta dal prestanome di una onlus ad essi collegata (“Comunità solidarista Popoli”). Ieri sono stati feriti e medicati in diversi pronto soccorso della città cinque studenti, una studentessa e un lavoratore dell’ateneo tutti/e colpiti/e ripetutamente alla testa, con nasi e braccia fratturate, traumi causati da pugni, calci, cinghiate, caschi ed altri oggetti contundenti. La polizia già presente in loco non ha fermato i neofascisti che hanno poi continuato ad effettuare ronde squadriste dentro e fuori Giurisprudenza.

Oggi è successo ancora di peggio, se possibile. Davanti al Rettorato dal primo pomeriggio erano presenti un centinaio di fascisti armati di spranghe, bastoni, manganelli telescopici, cinghie e caschi che hanno impedito al rappresentate del Collettivo di prendere parte al Senato Accademico e agli altri studenti e studentesse che lo stavano accompagnando di  avvicinarsi, aggredendoli sotto gli occhi delle forze dell’ordine che hanno permesso agli squadristi di fare i loro comodi. C’erano oltre ai 40 di “Casapound” e “Blocco Studentesco” altre decine di camerati da loro reclutati per l’occasione.

La polizia era presente sia a Lettere, da dove ci si stava trasferendo a seguito della conferenza stampa da noi indetta, che a Giurisprudenza e ha collaborato attivamente alla riuscita dell’agguato squadrista che ha per altro portato al fermo di 7 ragazzi antifascisti che si trovano presso il commissariato di zona. Il Rettore e gli altri componenti del Senato Accademico hanno continuato, come se nulla stesse succedendo, ad eccezione di due senatori accademici (RDB e CGIL) che hanno chiesto invano la sospensione della seduta per quanto accadeva all’esterno e per il fatto che ad un senatore è stato impedito fisicamente di esercitare il suo diritto a partecipare alla seduta.

Dopo l’aggressione fascista di ieri, il Rettore è stato inoltre protagonista di un provvedimento disciplinare vergognoso: ha annunciato di voler bloccare le  iniziative studentesche fino al mese di maggio. Reputiamo tale misura cautelativa sbagliata e del tutto fuori luogo rispetto ai fatti accaduti. Sono quasi due anni che denunciamo i tentativi portati avanti tramite minacce, intimidazioni e aggressioni fisiche dai neofascisti di queste organizzazioni alleate con Azione Universitaria e PdL che li hanno sempre coperti e tutelati politicamente per via di comuni accordi elettorali.
Dopo l’ennesima aggressione il Rettore Renato Lauro e l’Amministrazione dovranno assumersi la responsabilità politica e giuridica di quanto avvenuto in Ateneo, per aver permesso una seconda volta, dopo aver visto i corridoi  insanguinati, a questi picchiatori di farla da padroni nell’Ateneo di Tor Vergata.

Convochiamo quindi un’assemblea pubblica d’ateneo per giovedì alle ore 13.00 presso la Facoltà di Lettere e, a seguire, nel pomeriggio un’assemblea cittadina sempre a Lettere a Tor Vergata per portare alla luce la verità e la gravità dei fatti che si stanno susseguendo in questi giorni. Invitiamo studenti, ricercatori, professori e realtà sociali e politiche a partecipare a questi appuntamenti dove sarà illustrato quanto avvenuto e per dare un’immediata risposta a questa pesante situazione. Invitiamo tutti/e ad esprimere pubblicamente la propria solidarietà nelle forme che ciascuno riterrà più opportuno.

GIOVEDI’ 18 MARZO – ORE 13.00 – FACOLTA’ DI LETTERE E FILOSOFIA – ASSEMBLEA D’ATENEO
SUBITO DOPO, A SEGUIRE, ASSEMBLEA CITTADINA SEMPRE A LETTERE E FILOSOFIA

Roma, 16 marzo 2010

audio ror sulla giornata di oggi:
> http://roma.indymedia.org/node/18135

comunicato dopo le aggressioni di ieri:
http://roma.indymedia.org/node/18117

ALTRI COMUNICATI DI SOLIDARIETA’

MADRI X ROMA CITTA’ APERTA. Anche nell’Università di Tor Vergata, dopo quella di Romatre di un anno fa, è avvenuta l’ennesima gravissima aggressione che ha portato tre studenti feriti in ospedale. Questo è l’ esito delle attività che nelle università romane sono portate avanti da Blocco Studentesco, gruppo che ha nell’organizzazione neofascista di Casa Pound il suo partito di riferimento.

Noi Madri di Roma Città Aperta esprimiamo tutta la nostra preoccupazione perchè riteniamo che sia in atto proprio a causa di queste iniziative, un attacco alla vita democratica degli atenei romani , delle nostre scuole e della nostra città.

Da una parte infatti, si organizzano negli ambienti universitari, con l’approvazione delle istituzioni accademiche che dovrebbero formare gli studenti alla cultura e ai principi nati dalla costituzione, convegni sul tema dei cosiddetti ”popoli identitari” che ormai trova grande rilievo nei siti della destra fascista e neonazista , dove parlare di popoli perseguitati è occasione di deliranti analisi di complotti delle attuali democrazie con richiami ad epoche e a stati facilmente identificabili in quelli che hanno portato , a regimi assassini e liberticidi ,alla guerra mondiale e alla morte di milioni di uomini.

Dall’altra si continua da anni a portare lo scontro fisico negli atenei stessi con continue provocazioni tali da rendere impossibile lo svolgimento democratico delle attività , in modo tale da configurare un progetto politico di “occupazione fisica ” delle istituzioni accademiche da parte dei gruppi neofascisti.

Le istituzioni, anche quelle accademiche, stano sottovalutando la presenze e le azioni negli atenei e nelle scuole superiori di Blocco Studentesco e nel sociale di Casa Pound, due organizzazioni neofasciste ormai diffusa a livello nazionale che si rifanno al “patrimonio ideale ed umano che il Fascismo italiano ha costruito con immenso sacrificio”.

Nelle disgregate periferie urbane sta crescendo una generazione sottoposta ad ossessioni sicuritarie; la rinascita ed il proliferare di gruppi neofascisti e neonazisti per i quali la violenza, la prevaricazione e la xenofobia sono azioni e condizioni quotidiane di vita, favorite spesso da un atteggiamento di tolleranza e di sottovalutazione della portata reale del pericolo da parte delle istituzioni, che sembrano dimenticare il legame indissolubile fra democrazia e antifascismo, un legame che ha trovato la sua radice più profonda, nei principi fondamentali e, secondo noi, intoccabili, custoditi nella nostra Costituzione.

E’ il ritorno di un’area fascista, con la sua componente di consenso in molte frange della società , della scuola e delle istituzioni. .

Invitiamo quindi tutte le associazioni, i partiti, le organizzazioni sindacali, i cittadini democratici ad impedire il tentativo dei neofascisti di legittimarsi nella nostra città e chiedere che non venga concesso nessuno spazio politico e istituzionale , né venga consentito l’ingresso nelle scuole e nelle università a chi si rifà al fascismo in qualsiasi forma.

Fuori Blocco Studentesco e Casa Pound dalle scuole, dagli atenei e dalla città.

Madri per Roma Città Aperta

madrixromacittaperta.noblogs.org

ACROBAX E COORDINAMENTO PER LA CASA. Esprimiamo la nostra solidarietà ai compagni e alle compagne del collettivo Lavori in Corso che questa mattina hanno subito la violenta aggressione fascista da parte dei soliti noti di Casapound e Blocco Studentesco.

Una violenta aggressione a freddo, mentre gli studenti dell’Ateneo ancora una volta difendevano un principio fondamentale della nostra Costituzione, l’Antifascismo.

Una responsabilità che avrebbero dovuto assumersi le istituzioni universitarie non concedendo iniziative a chi sui propri siti e nei propri modi di fare si dichiara e si dimostra espressamente fascista.

Istituzioni che invece ancora una volta si sono voltate dall’altra parte.

Ci rendiamo conto di quanto sia sempre più importante e sempre più difficile difendere questo principio in una città e in un paese in cui i fascisti sono al governo, in cui continuano a fare giochi di potere con le mafie, in cui diffondono odio e intolleranza con le loro politiche securitarie e si preparano con i soliti modi ad affrontare la fase elettorale alle regionali e all’università.

Per questo ribadiamo ancora una volta Fuori i fascisti dall’Università!

Non un passo indietro!

Perché citando il Partigiano Foco “ Per combattere questo nuovo fascismo non ci saranno i vostri nonni, o i padri dei vostri nonni. Affrontarlo toccherà a voi”.

La piscina di Valco San Paolo

05Dopo 9 mesi dai mondiali, ecco la piscina che doveva tornare al quartiere e ai cittadini. Al contrario di altri cantieri legati ai mondiali di nuoto, come il famoso Salaria Sport Village salito alle cronache per il coinvolgimento di Bertolaso, o altri  sequestrati lo scorso anno per irregolarità, la piscina di Valco San Paolo è stata iniziata e conclusa in tutta fretta ma senza essere usata durante i mondiali. La piscina è tutt’ora chiusa nonostante le promesse fatte alla cittadinanza e rappresenta al pari delle altre uno sperpero di risorse pubbliche. Ci chiediamo se anche questo è stato l’ennesimo regalo a qualche privato o verrà trasformato in un bene comune per tutti.

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Qui sotto foto del blocco del cantiere della piscina per i mondiali di nuoto Roma 2009, il 16 luglio 2008. L’iniziativa è promossa dal Comitato Ansa del Tevere contro una strada a 4 corsie per l’accesso alla piscina che affosserebbe definitivamente ogni progetto di riqualificazione verde della sponda sinistra del fiume dopo ponte Marconi. Le mobilitazioni avranno successo e la strada verrà ridimensionata. I lavori sono attualmente in corso, così come il monitoraggio sul loro corretto svolgimento da parte delle realtà di zona.

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Non numeri ma persone

CONCORSO FOTOGRAFICO “ANTONIO SALERNO PICCININO”.

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Stiamo organizzando un contest di fotografia con occhirossi dedicato ad Antonio. Le foto ci permettono di avere una mappa narrativa e visiva della crisi che possiamo utilizzare come suggetioni immaginifiche, testimonianze reali, documentazione. I vincitori vedranno le loro foto prodotte e esibite in varie iniziative.

La foto che vedete  è un’interpretazione di altissimo livello del senso che vogliamo attribuire al progetto. E’ di Stefano Parrini. Questo il testo che l’accompagna:

“Io penso che l’aspetto peggiore della crisi sia la mancanza di scelte, la mancanza di poter individuare una propria prerogativa di vita. Penso che Antonio, come tanti altri lavoratori, sia morto proprio perche’ non aveva altra scelta, se non quella di essere “Affidabile”. Questa immagine vuol essere una riflessione per chi afferma che nella societa’ moderna si abbia il piacere di poter sceglere e che sia una societa’ delle possibilita’, spesso dietro questo piacere si cela la mancanza di aspettative e la mortificazione.”

PER PARTECIPARE: http://occhirossifestival.org/contest-antonio

NON NUMERI MA PERSONE. Il comitato contro le morti sul lavoro di Roma presenterà nel mese di Marzo a Roma la mostra fotografica “Non numeri,ma persone” dell’Associazione per la sicurezza nazionale Ruggero Toffolutti di Piombino. Per le agenzie di stampa sono morti bianche, per l’Inail numeri, come se queste morti fossero il frutto della casualità o della sfortuna. Questa mostra vuole ridare un volto, un nome e un cognome a chi tutti i giorni muore perchè vittima dello sfruttamento e di chi fa della sicurezza sul lavoro solo uno slogan propagandistico. La mostra, accompagnata anche da un’installazione a cura di Eraldo Riti è composta da fotografie, scelte dai familiari delle vittime sul lavoro durante la loro vita quotidiana. Si tratta di 28 foto che non danno un volto a tutte le persone morte ma che vuole comunque essere un primo passo per cominciare ad urlare che non vogliamo rientrare in nessuna statistica nè tanto meno essere sacrificati per superare la crisi. Tra le 28 fotografie della mostra ci sono anche quelle di Antonio Salerno Piccinino, pony express morto il 17 Gennaio 2006 e Anthony Harold Forsythe, operaio di Rfi morto la notte tra il 9 e il 10 Dicembre 2007. Per non dimenticare.

Programma

fronteweb-1*12 marzo – Inaugurazione mostra e concerto dei 24 Grana al LOA

Acrobax – Via della Vasca Navale 6 – Ponte Marconi

*18 marzo – Proiezione della video-intervista Cantieri Letali di Francesca Mannoni che racconta la vicenda del RLS di Palermo Salvatore Palumbo licenziato per aver denunciato le condizioni di insicurezza dei lavoratori della Fincantieri e Articoli Amari di Marco Ferini, vincitore del Premio Giornalistico Ilaria Alpi 2009 al LOA Acrobax – Via della Vasca Navale 6 – Ponte Marconi

*19 marzo – Aperitivo e spettacolo Il Teatro delle ceneri presenta

“Ballata per una morte bianca” al Volturno Occupato, via volturno 37 Nell’aprile del 2006, debutta “Ballata per una morte bianca”, scritto e interpretato da Stefano Seproni (collaborazione alla regia di Claudio Beghelli), con Ljuba De Angelis, Eros Lancianese e Filippo Brandimarte; luci e fotografie di Luca Mennon. Lo spettacolo prende le mosse da un fatto di cronaca: un operaio perde la vita sul posto di lavoro. Questo doloroso episodio, uno dei molti che si verificano quotidianamente in Italia (nel nostro Paese, ogni anno, si contano più di mille incidenti mortali sul lavoro), diventa il tema centrale di un ‘monologo a più voci’ dal quale emerge il drammatico ritratto di uomini che lavoravano per vivere e che, a causa del lavoro, hanno sacrificato la vita. Lo spettacolo ha già fatto più di 40 date in tutta Italia.

*28 marzo – Dibattito “La salute e la sicurezza sul lavoro nel tempo della crisi” interverranno Fabrizio Ricci autore del libro “Se la colpa è di chi muore”, Claudio Petrelli (Ispettore del Lavoro), Associazione Ruggero Toffolutti di Piombino, Vincenzo Di Nucci, presidente associazione tecnici della prevenzione, Comitato contro le morti sul lavoro di Roma presso la Libreria Rinascita – Viale Agosta 36.

Info: nomortilavoro@noblogs.org | www.acrobax.org | www.indipendenti.eu

DATI INAIL SUGLI INCIDENTI SUL LAVORO.

Le stime sull’ultimo numero di Dati INAIL: nel 2008 gli incidenti dei lavoratori stranieri residenti in Italia sono stati 143mila, con 189 casi mortali. Il 57% delle denunce complessive pervenute all’Istituto si è concentrato in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto
ROMA – Cresce in Italia, accanto al fabbisogno di manodopera straniera, anche il numero di infortuni sul lavoro che coinvolgono gli immigrati. Nel 2008 sono stati il 2% in più rispetto all’anno precedente. Un fenomeno a cui Dati INAIL ha deciso di dedicare un focus nell’ultimo numero della rivista disponibile su questo portale. Secondo le stime dell’Istituto, il 16,4% degli incidenti ha interessato un immigrato, con un’incidenza media che oscilla tra il 12,3% delle donne e il 18,1% degli uomini. In totale sono stati 143mila gli infortuni sul lavoro che hanno colpito i nati all’estero: il 15,1% in più rispetto al 2005. I casi mortali sono stati, invece, 189. A livello territoriale si confermano differenze significative. Oltre il 57% delle denunce relative a questa categoria di lavoratori si concentra, infatti, in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Le tre regioni sono al primo posto anche per quanto riguarda i decessi, con il 49,2% dei casi registrati contro il 36% della media nazionale. La distanza tra Nord e Sud è estremamente evidente se si considera la percentuale di infortuni (denunciati) di immigrati rispetto al totale. L’incidenza oscilla infatti tra i 4-5 punti percentuali del Mezzogiorno e i 29-30 del Nord. In particolare, al primo posto si colloca il Friuli Venezia Giulia, dove un infortunio su quattro riguarda un lavoratore nato all’estero. La punta massima si raggiunge, poi, nella provincia di Pordenone, dove uno ogni tre incidenti coinvolge un immigrato, seguono Treviso e Piacenza con il 27,5%. Per quanto riguarda le comunità di provenienza, se a livello nazionale le principali comunità sono la marocchina, l’albanese e la rumena che insieme raggiungono il 41% dei casi di infortunio, la comunità marocchina è, invece, al primo posto in cinque regioni del Paese. Per le donne, invece, quella rumene è la nazionalità più a rischio in ben dodici regioni. Anche per i casi mortali il primato spetta alla Romania che, nel 2008, ha registrato 50 casi (uno ogni quattro stranieri deceduti). In totale dei circa quattro milioni di stranieri in Italia, più di tre sono lavoratori assicurati all’INAIL (fonte Denuncia Nominativa Assicurati), con aumento del 34% rispetto al 2005. Si tratta in prevalenza di dipendenti di piccole aziende dell’Italia settentrionale, che operano nell’Industria e nel terziario. fonte inail.it

Precari e disoccupati: “Ridateci i soldi dei monopoli”

0710 MARZO 2010. ROMA. Flash-mob precario questa mattina,  “Win for Rights – Welfare for Life”, alla sede dell’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, per sostenere lo stanziamento in un Fondo straordinario per disoccupati e precari degli utili raccolti dall’erario con giochi e lotterie, a cura di Indipendenti, Comitati per il Reddito, Generazione P… sotto lo sguardo benevolo di San Precario ovviamente.

Il flash-mob ha ottenuto un incontro con dirigenti dell’AAMS, fra i quali il dottor Tagliaferri responsabile dell’Area Giochi, che ha dichiarato di “non avere nulla in contrario alla proposta” che vede in linea con le finalità dell’AAMS. I dirigenti dell’amministrazione hanno proposto l’apertura d’un confronto con il sottosegretario competente, on. Giorgetti.

VIDEO.

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clicca sull’icona “schermo intero” per ingrandire.

WIN FOR RIGHTS!

Si dice in giro che sia stato il loro santo, il santo di molti, San Precario, a trasformare il celebre Win for life in Win for rights, vinci i tuoi diritti. Dopo anni di sottrazioni, di spazi e tempi di vita, di diritti, finalmente il santo ha compiuto il miracolo, sconvolto dal fatto che la vita fosse messa in palio in una lotteria, facendo in modo che tutti i precari possano rivendicare anche loro ciò che gli spetta.

Conoscete Win for Life? Certo, e saprete che si vince anche con zero. Così loro, con zero diritti, hanno capito di aver vinto a Win for rights e sono andati a prendersi i soldi direttamente dai gestori del gioco, cioè all’AAMS, amministrazione autonoma dei monopoli di stato… Ma chi erano? Precari ovviamente,  nel lavoro e nell’abitare, disoccupati, giovani e meno giovani, la generazione P, i comitati per il reddito, cioè coloro che hanno presentato domanda per il reddito garantito da mesi alla Regione lazio e non hanno ancora visto un euro, o chi è stato escluso da un diritto sancito dalla recente legge regionale. Con l’aiuto di San Precario sono andati tutti insieme a reclamare ciò che gli spetta, la loro vincita, un reddito garantito mensile, contro la crisi e la precarietà. Altro che bamboccioni

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Comunicato.

La nostra vita non è un gioco! Tremonti fa il pieno di soldi con i giochi dei Monopoli di Stato? Noi vogliamo quei soldi per reddito, welfare, diritti!

La “finanza creativa” del superministro Giulio Tremonti, nel fuoco della crisi economica e sociale, è ridotta ormai all’essenza: è stata infatti quella dei giochi e delle lotterie dei Monopoli di Stato la performance migliore del 2009, quanto a gettito fiscale. Ben 54 miliardi e 400 milioni di euro entrati nelle casse dello Stato per questa via, circa il 15 per cento in più dell’anno precedente.

Si invita a giocare e si gioca a tutto, nell’Italia della crisi. Chi si aggrappa alle leve delle Slot Machine è quasi la metà del gettito totale dei giochi. Per chi gratta il fondo del salario e del reddito disponibile alla terza settimana del mese, se non prima, è il Gratta e Vinci la scommessa della disperazione: da solo, nel 2009, ha portato all’erario 9 miliardi e 400 milioni. Per le tanti e i tanti la cui vita è sempre più una lotteria, non resta che il Superenalotto: 3 miliardi e 300 milioni di euro, aumentato di oltre un terzo rispetto al 2008.

Win For Life ha portato alle casse del governo, in tre mesi, poco meno di mezzo miliardo di euro. Il sogno d’una rendita. E una nuova tassa mascherata. Già nel 2008 questa forma di fiscalità rapace quanto subdola, puntata alla desolazione in cui sono costretti precari e disoccupati, aveva rappresentato da sola il 3 per cento del Prodotto interno lordo italiano. Nella settimana della discussione in Parlamento sulla crisi, abbiamo scelto di presidiare la sede dell’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato.

La migliore fonte di introito dello Stato sono i giochi cui si fa giocare chi è gettato nella miseria? Allora noi diciamo che debbono vincere tutti!

Una briciola dei soldi ottenuti dalle casse pubbliche con questi giochi è stata devoluta all’emergenza del terremoto in Abruzzo? Noi puntiamo l’indice sul gettito dei giochi e delle lotterie, per parlare del gettito fiscale tutto. E per dire che occorre ridistribuire questi soldi per un reddito a tutti i precari e i disoccupati. Occorrono nuovi ammortizzatori sociali per I lavoratori che attualmente ne sono scoperti e per le centinaia di lavoratori a cui da mesi non vengono erogati gli stipendi.

Ogni giorno centinaia di migliaia di persone restano senza stipendio, non sanno più come pagare l’affitto o il mutuo. Ma giorno dopo giorno migliaia stanno imparando a riconoscersi: perché si ritrovano sugli stessi tetti, dalle fabbriche occupate contro le dismissioni, al Campidoglio e al Colosseo occupati dai movimenti per il diritto all’abitare, agli istituti d’eccellenza della ricerca in lotta per difendere salario e ambiente.

Questi siamo noi, Roma dentro e contro la crisi. Ci ritroviamo oggi qui per dire che non giochiamo più.

AGENZIA STAMPA.

ROMA, 10 MARZO. SIT-IN COMITATO PER REDDITO GARANTITO DAVANTI A MONOPOLI (Adnkronos) – Usare parte degli introiti dei monopoli di Stato come integrazione ai fondi stanziati dalla regione Lazio per il sussidio minimo garantito. Lo hanno chiesto i rappresentanti dei comitati per il reddito che questa mattina hanno manifestato davanti alla sede dei monopoli di Stato, a Roma. «La legge garantisce un reddito minimo a disoccupati o cassaintegrati, ma – dichiarano dal comitato – meno del 10% delle domande presentate sono state soddisfate per via della scarsità dei fondi messi a disposizione dalla regione». Una delegazione degli attivisti del movimento è riuscita ad ottenere un incontro con il direttore dell’Area Giochi dei monopoli, Antonio Tagliaferri, che ha espresso un giudizio positivo sul progetto «ma – ha precisato – certo non possiamo essere noi a prendere l’iniziativa. È una scelta che deve avvenire a livello parlamentare. Dal canto nostro, possiamo sicuramente dire che non siamo contrari e che non abbiamo ostacoli a livello tecnino o amministrativo che ci impediscano di dare un parere favorevole ad un progetto di questo tipo». (Bro/Col/Adnkronos)DicoDicoDico

Brunetta occhio ai bamboccioni!

ikeaQui sotto trovate un paio di simpatiche iniziative di alcuni bamboccioni stuzzicati da… ve lo ricordate quel ministro…Padoa Schioppa?

Ora Brunetta insiste e vuole darci 500 euro per farci uscire di casa. Commovente. Ma proprio non avete capito allora che punzecchiare i bamboccioni è un pò rischiosetto. Poi si fanno delle figuracce…

Stay tuned!

La scommessa dei Bamboccioni | esci di casa se ci riesci…da Ikea

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I bamboccioni precari chiedono asilo all’ambasciata svedese

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Mappa della crisi e dei conflitti

waldoMa quale crisi? Non c’è più la crisi, e bisogna essere ottimisti. E’ verissimo, ma per essere ottimisti non bisogna rimuovere la crisi, come fanno i mezzi di informazione ufficiali, ma risolverla, uscirne, organizzarsi per una solidarietà attiva e mutuale. E’ per questo che vogliamo dare spazio ai conflitti, alle vertenze, alle lotte per i diritti, ma anche ad alcune informazioni utili. Cominciando da Roma certo, per costruire un quadro comune di uscita dalla crisi, perchè da soli non si va da nessuna parte. E per partire insieme bisogna iniziare da una narrazione comune.

Di seguito trovate dunque una serie di link ad articoli interni ed esterni al sito de*** indipendenti ma che, tutti insieme, iniziano a delineare una mappa della crisi e dei conflitti.

APPELLI E COMUNICATI

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