E’ attivo Scioperoprecario.org

Immagina se un giorno i call center non rispondessero alle chiamate, se i trasporti non funzionassero, se le case editrici che sfruttano il lavoro precario fossero bloccate, se le fabbriche chiudessero, se la rete ribollisse di sabotaggi, se gli hacker fermassero le reti delle grandi aziende, se ci prendessimo la casa che non abbiamo, gli spazi che ci sono negati. Immaginate se noi precari e precarie incrociassimo le braccia, diventassimo finalmente protagonisti e dimostrassimo quanto siamo forti: il paese si bloccherebbe.

Eppure si sa, noi non possiamo scioperare: siamo soggetti a ricatti troppo grossi, siamo sottomessi al volere delle aziende, siamo addirittura i datori di lavoro di noi stessi, siamo ricattati dal contratto di soggiorno per lavoro e dal razzismo istituzionale. Non vorremo davvero osare ciò che nessuno riesce nemmeno a immaginare…

Eppure… eppure vogliamo riprenderci il diritto allo sciopero. È ora di passare all’attacco per dimostrare che la precarietà può fare male non solo a chi la subisce ma anche a chi la sfrutta. Lo sciopero precario, per la prima volta, colpirà i profitti delle aziende che ci precarizzano e sfruttano, che peggiorano ogni giorno le nostre condizioni di vita. Lo sciopero precario sarà il momento in cui l’intelligenza, i saperi, i trucchi e gli sgami di precari e precarie si rivolteranno contro chi li precarizza. Sarà lo sciopero dei precari ma soprattutto uno sciopero che nasce nella precarietà e si rivolge contro la precarietà. Vogliamo far sapere al paese che possiamo far male, colpire i profitti, creare un problema a chi ci sfrutta. Pretendiamo di essere ascoltati e vogliamo riprenderci il futuro.

Per saperne di più SCIOPEROPRECARIO.ORG

Tentativo di sgombero degli Indignati di Plaza Catalunya a Barcellona.

Ecco la risposta del governo zapatero al movimento degli indignati. Ieri  mattina mossos (polizia autonoma) e guardia urbana hanno tentato di sgomberara l’accampamento degli indignati di piazza catalunya a Barcellona. Ci sono stati decine di feriti come potete notare dal video.

La scusa formale era ripulire la piazza prima della serata di oggi , quando  si svolgerà la finale di champions. Plaza Catalunya è la piazza dove si radunano abitualmente gli ultrà catalani. Per ora sono riusciti a mantenere la piazza dove ora si stanno svolgendo assemblee, ma la situazione potrebbe farsi piu pesante sabato sera

Sabato 28 maggio tutti/e dalle ore 21.30 piazza di spagna – reclaimthesquare – solidarietà ai ragazzi d barcellona e di tutte le piazze spagnole

ara toca reconstruÏr la plaça!

Porteu taules, cadires, toldos, cables, router’s, pancartes,…i menjar a un dinar per celebrar que la plaça torna a ser del poble!

13:00hs: hemos vuelto a la plaza y te necesitamos! la policia se retira con el coro de abucheos popular

12:40hs: ESTAN TIRANDO BOLAS DE GOMA Y PESE A ESO COMPAÑERXS TOMAN CARRERA Y SE LANZAN AL CENTRO DE LA PLAZA!!

12:30HS ESTAN DESALOJANDO BADALONA TAMBIEN

SI TIENES INFO DE DETENIDXS LLAMA AL EQUIPO DE ABOGADXS: 689 819 905

HOY A LAS 19HS CONCENTRACION MASIVA EN PLAZA CATALUNYA, Y EN TODAS LAS ACAMPADAS DEL ESTADO TENEMOS QUE SER CIENTOS DE MILES!!!

Descarga e imprime la octaveta para convocar la concentracion de las 19hs

Fotos del secuestro de ordenadores + mossos mofandose

ENVIAR LINKS DE VIDEOS DE LA REPRESION A comunicacio.acampadabcn@gmail.com

VIDEO 1 – Represión

VIDEO 2 – El pueblo unido jamas será vencido

VIDEO 3 – Mas brutalidad policíaca

VIDEO 4: Carga “higienica”

VIDEO 5: Resistencia pacífica

10:20H: ESTAN CARGANDO DESDE HACE DOS HORAS SIN PARAR Y TIRANDO GAS PIMIENTA

Se han llevado ordenadores y materiales con contactos de personas, para controlar las redes creadas entre personas. Son peores que la CIA!!!

Ecco la risposta del governo zapatero al movimento degli indignati

Questa mattina mossos (polizia autonoma) e guardia urbana hanno tentato di sgomberara l’accampamento degli indignati
di piazza catalunya a barcellona. Ci sono stati decine di feriti come potete notare dal video.
La scusa formale era ripulire la piazza prima della serata di domani
perchè si svolgera la finale di champions. Plaza catalunya è la piazza dove si radunano abitualmente gli ultrà catalani
Flavia qualche ora fa mi diceva che erano riusciti a mantenere la piazza dove ora si stanno svolgendo assemblee
La situazione potrebbe farsi piu pesante domani sera

Cara Gerit, io non ti pago!

Siamo i precari, parasubordinati, cassaintegrati, senza casa, parite iva, lavoratori autonomi e dipendenti, insomma quelli che producono la ricchezza di questa città! Spesso malpagati, ricattati, con contratti senza diritti e condizioni di lavoro inaccettabili. Siamo i precari che pagano la crisi tutti i giorni sulla propria pelle e che stringono la cinghia quotidianamente per arrivare a fine mese. Come se non bastasse molti di noi si sono indebitati e con mutui, bollette, prestiti, finanziarie, carte revolving, multe non pagate e si trovano oggi ad essere insolventi e perseguitati dalla Gerit/Equitalia, nota a tutti come agenzia dello strozzinaggio istituzionalizzato, che oggi attraverso una normativa di emergenza è addirittura autorizzata dal governo ad entrare direttamente sui i nostri conti correnti e congelare le poche disponibilità finanziarie che abbiamo o pignorare i nostri beni. Spesso l’unica casa, per chi ce l’ha, o addirittura sequestrando dal giorno alla notte le nostre automobili, motorini, a volte l’intero garage, sempre per chi lo possiede. A fronte di questa situazione inaccettabile ed insostenibile andremo il prossimo 26 di Maggio a manifestare la nostra rabbia ed indignazione che guarda in prima battuta alla Gerit/Equitalia, ma che nel mentre, urla al Governo di questo paese la responsabilità politica della repressione fiscale, capillare e incontrollata che stiamo subendo.

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Noi la così detta crisi la stiamo già pagando, per le scelte di politica economica che questo governo ha intrapreso peraltro perfettamente in linea con le indicazioni della Commissione Europea e della BCE. Provvedimenti che hanno salvato i debiti privati delle banche causate dalle speculazioni finanziarie manovrate dai burattinai che spesso etero dirigono la rappresentanza politica, facendoli pagare dal pubblico, ovvero con i nostri soldi, attraverso i contributi che versiamo non solo per mantenere una pubblica amministrazione corrotta e inefficace, lontana dai bisogni dei cittadini, ma oggi anche per mantenere e ripianare i debiti delle banche e delle loro indegne speculazioni. E’ veramente troppo, è veramente inaccettabile.

Rivendichiamo il diritto all’insolvenza per tutti i precari e le famiglie indebitate e ingiustamente perseguitate dalla Gerit/Equitalia, chiediamo una sanatoria immediata e generalizzata per tutti i precari, disoccupati, pensionati e lavoratori. Sarà una manifestazione costruita dal basso a partire dai movimenti sociali dei precari, dei senza casa, degli studenti delle scuole e delle università, dalle rappresentanze di base dei sindacati, dai centri sociali, ma soprattutto sarà dei tanti singoli debitori e famiglie che vogliono manifestare la loro indignazione e che da oggi non saranno soli contro le ingiustizie che si celano dietro i tanti contenziosi accumulati a centinaia di migliaia in tutto il paese.

Un’agenzia la Gerit/Equitalia, nata inizialmente con il compito di contrastare l’evasione fiscale che in Italia arriva a superare ormai i 120 Miliardi ogni anno e che invece di segnalare i grandi e piccoli noti evasori, perseguita i precari, i senza casa, la povera gente che onestamente e con dignità arranca tutta la vita. Dentro questa importante giornata di mobilitazione che si lega idelamente e materialmente alla giornata di azione indetta dagli Stati Generali della Precarietà che si sono visti a Roma a metà aprile e che accolgono l’appello internazionale contro l’austerity diffuso dalle reti sociali francesi in occasione del vertice del G8, cominciano le prove generali e diffuse sul territorio del nostro sciopero, uno sciopero precario. Lo sciopero sociale della rabbia dei precari, che tornerà già a partire dal prossimo 30 Maggio ad occupare le piazze e le strada di Roma con lo sciopero metropolitano dei sindacati di base e dei movimenti indipendenti. Cominciano le prove generali della ricomposizione sociale e della lotta dal basso senza quartiere contro i cravattari dello Stato.

We are anticapitalist – we are everywhere-get ready for us – Expect us –

Reddito x Tutt@

Giovedì 26 Maggio h 12:00 Manifestazione davanti alla sede della Gerit/Equitalia in Via Palmiro Togliatti 1545 – Roma

www.scioperoprecario.org

CARA GERIT, IO NON TI PAGO!
Siamo i precari, parasubordinati, cassaintegrati, senza casa, parite iva, lavoratori autonomi e dipendenti, insomma quelli che producono la ricchezza di questa città! Spesso malpagati, ricattati, con contratti senza diritti e condizioni di lavoro inaccettabili. Siamo i precari che pagano la crisi tutti i giorni sulla propria pelle e che stringono la cinghia quotidianamente per arrivare a fine mese. Come se non bastasse molti di noi si sono indebitati e con mutui, bollette, prestiti, finanziarie, carte revolving, multe non pagate e si trovano oggi ad essere insolventi e perseguitati dalla Gerit/Equitalia, nota a tutti come agenzia dello strozzinaggio istituzionalizzato, che oggi attraverso una normativa di emergenza è addirittura autorizzata dal governo ad entrare direttamente sui i nostri conti correnti e congelare le poche disponibilità finanziarie che abbiamo o pignorare i nostri beni. Spesso l’unica casa, per chi ce l’ha, o addirittura sequestrando dal giorno alla notte le nostre automobili, motorini, a volte l’intero garage, sempre per chi lo possiede. A fronte di questa situazione inaccettabile ed insostenibile andremo il prossimo 26 di Maggio a manifestare la nostra rabbia ed indignazione che guarda in prima battuta alla Gerit/Equitalia, ma che nel mentre, urla al Governo di questo paese la responsabilità politica della repressione fiscale, capillare e incontrollata che stiamo subendo.

Noi la così detta crisi la stiamo già pagando, per le scelte di politica economica che questo governo ha intrapreso peraltro perfettamente in linea con le indicazioni della Commissione Europea e della BCE. Provvedimenti che hanno salvato i debiti privati delle banche causate dalle speculazioni finanziarie manovrate dai burattinai che spesso etero dirigono la rappresentanza politica, facendoli pagare dal pubblico, ovvero con i nostri soldi, attraverso i contributi che versiamo non solo per mantenere una pubblica amministrazione corrotta e inefficace, lontana dai bisogni dei cittadini, ma oggi anche per mantenere e ripianare i debiti delle banche e delle loro indegne speculazioni. E’ veramente troppo, è veramente inaccettabile.

Rivendichiamo il diritto all’insolvenza per tutti i precari e le famiglie indebitate e ingiustamente perseguitate dalla Gerit/Equitalia, chiediamo una sanatoria immediata e generalizzata per tutti i precari, disoccupati, pensionati e lavoratori. Sarà una manifestazione costruita dal basso a partire dai movimenti sociali dei precari, dei senza casa, degli studenti delle scuole e delle università, dalle rappresentanze di base dei sindacati, dai centri sociali, ma soprattutto sarà dei tanti singoli debitori e famiglie che vogliono manifestare la loro indignazione e che da oggi non saranno soli contro le ingiustizie che si celano dietro i tanti contenziosi accumulati a centinaia di migliaia in tutto il paese.

Un’agenzia la Gerit/Equitalia, nata inizialmente con il compito di contrastare l’evasione fiscale che in Italia arriva a superare ormai i 120 Miliardi ogni anno e che invece di segnalare i grandi e piccoli noti evasori, perseguita i precari, i senza casa, la povera gente che onestamente e con dignità arranca tutta la vita. Dentro questa importante giornata di mobilitazione che si lega idelamente e materialmente alla giornata di azione indetta dagli Stati Generali della Precarietà che si sono visti a Roma a metà aprile e che accolgono l’appello internazionale contro l’austerity diffuso dalle reti sociali francesi in occasione del vertice del G8, cominciano le prove generali e diffuse sul territorio del nostro sciopero, uno sciopero precario. Lo sciopero sociale della rabbia dei precari, che tornerà già a partire dal prossimo 30 Maggio ad occupare le piazze e le strada di Roma con lo sciopero metropolitano dei sindacati di base e dei movimenti indipendenti. Cominciano le prove generali della ricomposizione sociale e della lotta dal basso senza quartiere contro i cravattari dello Stato.

We are anticapitalist – we are everywhere-get ready for us – Expect us –

Reddito x Tutt@

Giovedì 26 Maggio h 12:00 Manifestazione davanti alla sede della Gerit/Equitalia in Via Palmiro Togliatti 1545 – Roma

www.scioperoprecario.org

Anonymous, l’ora della guerra lampo

Il collettivo di cyberattivisti ha sferrato un attacco ai siti delle organizzazioni neonaziste. Portatori di odio, si legge nel comunicato. E un’altra operazione arriva in favore dei dissidenti iraniani

Questa volta gli attivisti di Anonymous se la prendono con i neonazisti attivi in Rete. È stato ribattezzato “Operazione Blitzkrieg” il cyberattacco condotto contro l’ideologia nazista che ha generato e continua a generare odio e tragedie nel mondo.

“Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la vostra ideologia ha affondato il mondo nel caos. Avete provocato una piaga conosciuta come antisemitismo e inculcato il razzismo nelle vostre coscienze allo scopo di far accettare al mondo queste idee come assodate, la maggior parte delle quali senza essere discusse” si legge nel comunicato redatto dal collettivo di attivisti. Gli Anonymous sostengono, inoltre, che il nazismo e la politica da esso ispirata siano stati causa della Guerra Fredda. La colpa più grave addebitata al nazismo è il pensiero fondato sull’abbinamento tra il mito dell’industrializzazione e il massacro di massa, costato la vita a 6 milioni di persone.

Per questi motivi e per le ingiurie che ancora oggi gruppi di neonazisti muovono contro i disabili e persone che non hanno colpe, il gruppo ha già lanciato attacchi contro l’ala più estremista della destra tedesca e alcuni siti neonazi tra cui Rocknord.net, Thiazi.com, Wolfsfront.com e 01mai2011.de.I cyberattivisti hanno anche chiesto aiuto ai propri sostenitori nell’identificare altri siti di ritrovo di neonazisti allo scopo di raccogliere altre informazioni e coordinare futuri attacchi.

E l’impegno del collettivo arriva fino in Iran con l’appoggio alla guerra online condotta dai dissidenti al regime.

Con “Operation Iran”, gli Anonymous hanno lanciato una serie di attacchi DDoS e lasciato messaggi su alcuni siti precedentemente caduti sotto scacco dell’Iran Cyber Army nel giorno della festa internazionale del lavoro, il primo maggio.

Il comunicato di appoggio ai dissidenti iraniani recita: “La gente dell’Iran ha la stima degli Anonymous e del resto del mondo. Vediamo che l’Iran soffre ancora nelle mani di coloro che detengono il potere. Il vostro governo detiene il controllo e cerca di reprimervi. Gente dell’Iran, i vostri diritti appartengono a voi”.

segue comunicato di Anonymous:

Cyber activists associated with Anonymous have kicked off a digital campaign against neo-Nazis on the Internet.

“Your incomprehensible actions, and your reluctance to accept the freedom and equality that every single human being possesses by right from birth, causes the birth to hatred and worldwide racism,” the group explained in an online communiqué.

“After the first World War, your ideology plunged the world into chaos. You took over a plague, known as anti-Semitism, and made sure that racism was drilled into our collective consciousness, in order for humanity to accept this crude ideas as given, mostly without ever questioning them.”

Anonymous also emphasized that Nazi ideology and politics have not only blurred individual perception, but prompted a bloody Cold War which lasted decades.

“The Holocaust against the Jews, the Sinti and the Roma, your so called ‘euthanasia’ imposed on disabled people, all of them are considered the cruel climax of the Second World War, to a cost of 6.000.000 innocent people’s lives. You have combined the ideals of industrialization with the abomination of mass murder, a circumstance that led to destruction of human life, in a scale never seen before.

“All this are known facts and yet you are still following and spreading such ideals, in order to enhance the symbolism of this despicable hate further. You are still causing injuries and killing people, people who have that done nothing against you, and yet you do it partly out of disgust or simply for your own personal pleasure.”

According to Anonymous, such behavior – including attacks against helpless refugees and immigrants – has prompted the group to take “crucial actions” against neo-Nazi activity online.

“This behavior can no longer be tolerated. You have convicted yourself to many crimes against humanity… With this hypocritical attitude and your drive to become a mirror of your inspirational criminals, you have brought the attention of the collective known as Anonymous upon yourself.”

Indeed, the group has already launched attacks against a number of (German) extremist right-wing and neo-Nazi sites, including Rocknord.net, Thiazi.com, Wolfsfront.com and 01ma12011.de.

Anonymous is currently asking its supporters to help identify additional sites “where Nazis gather,” collect relevant data and coordinate future attacks.

“Can you accept an uprising of fascist hate and violence spreading propaganda through your Internet? [So] get in Operation Blitzkrieg and fire your LAZOR!!11!

Fonte: http://punto-informatico.it/3149823/PI/News/anonymous-ora-della-guerra-lampo.aspx

18 maggio: Per un laboratorio metropolitano sullo Sciopero Precario

Immaginate se un giorno i call center non rispondessero alle chiamate, se i trasporti non funzionassero, se le case editrici che sfruttano il lavoro precario fossero bloccate, se le fabbriche chiudessero, se la rete ribollisse di sabotaggi, se gli hacker fermassero le reti delle grandi aziende, se i precari si prendessero la casa che non hanno, gli spazi che gli sono negati.

Immaginate lo sciopero precario!

Uno sciopero fatto di cospirazione e di cooperazione. Sarà lo sciopero dei precari, ma soprattutto uno sciopero che nasce nella precarietà e che le si rivolge contro. Una volta tanto, non saranno i precari e le precarie, né i movimenti sociali ad allargare e generalizzare lo sciopero dei sindacati, ma sarò l’occasione perr chiedere finalmente ai sindacati di rendere possibile uno sciopero in cui i precari siano non solo testimonial o feticcio, ma pienamente protagonisti.

Dopo gli Stati Generali della Precarietà, vogliamo far nascere un Laboratorio Metropolitano Permanente per lo Sciopero Precario e vi invitiamo a partecipare al primo appuntamento Mercoledi 18 maggio alle ore 18:30 a Generazione P (via alberto da giussano, pigneto).

Perché lo sciopero precario è quello di cui abbiamo bisogno.

E quello che, insieme a tutt*, vogliamo rendere possibile.

Sull’operazione di polizia contro il movimento fiorentino

QUELLO CHE ABBIAMO IN COMUNE

Quello che è accaduto a Firenze – arresti, firme, perquisizioni e denunce a carico di ben 78 persone – non è un fatto circoscrivibile all’attività di un collettivo di facoltà, tantomeno a quella di un’area politica in particolare o, ancora, alle vicende interne di una triste città del centro-Italia. Le persone colpite non sono iscrivibili, come vogliono stampa e polizia, a una identità politico-sociale (gli “anarchici” o gli “studenti” in questo caso) e sbaglia di grosso chi, magari pensando di fare un favore agli incriminati, asseconda questa operazione di “profiling”. In realtà l’operazione giudiziaria riguarda chiunque si sia impegnato nell’ultimo ciclo di lotte a Firenze, a prescindere dall’appartenenza a un collettivo piuttosto che a un altro. Per questo sono i movimenti o meglio tutti coloro che, ovunque siano, si sentono parte delle insorgenze del nostro tempo che devono riconoscere questi compagni e compagne come “cosa loro” e ascriverli con forza alla loro intelligenza e alla loro esistenza, cioè alla loro stessa potenza. Tutti quelli raggiunti oggi dalle grinfie della “giustizia” sono parte di me, di te, di noi. Tutti loro, indistintamente, sono la nostra parte. Perché di questo stiamo parlando e cioè di decine di persone che in questo tempo di rivolte hanno scelto, insieme a migliaia di altri, di scendere insieme in strada piuttosto che continuare a rimuginare solitariamente in qualche social network, di occupare le scuole e le università piuttosto che perdersi nella gestione della protesta, di compiere un gesto di insubordinazione in accordo con il proprio pensiero piuttosto che di limitarsi ad enunciarlo, di far vibrare di rabbia un territorio piuttosto che rinchiudersi a ciarlare tra quattro mura.

Ormai in Italia – e non solo – un qualsiasi sodalizio, la condivisione di una forma di vita, una qualsiasi amicizia che si vuole politica o la semplice circolazione di una sensibilità comune è passibile di essere inquadrata nella dizione “associazione a delinquere”. Guardate infatti gli atti di cui vengono accusati i nostri amici: scritte, blocchi, occupazioni. Nulla di più che le forme naturali di un movimento che voglia incidere nel reale. Nulla di meno che un desiderio collettivo che segue il suo ritmo. Pensateci bene: sono le pratiche di tutti noi. Di tutti noi che abbiamo creduto sia possibile ribellarsi all’intollerabile. Tutto quello che, in questo senso, ha importanza in un movimento, in una lotta o in una rivolta è sempre qualcosa di comune.

Allora ai “giustizieri” non resta che criminalizzare i legami, legami tra le persone, tra queste e le loro parole, tra queste e un luogo, tra questo e un movimento e così via. L’accusa di “associazione a delinquere” non è solo un mezzo pseudo-giuridico per poter procedere a degli arresti facili: essa in realtà si configura come la volontà governamentale di criminalizzare ogni comune, ogni vera condivisione, ogni relazione che sfugga all’individualismo attraverso cui si governa il “sociale”. Non esiste un movimento che non si fondi sulla comunanza di idee, parole e gesti. Dalle università ai luoghi di lavoro, dai centri sociali alle mille sperimentazioni collettive che continuano, malgrado tutto, a vivere in questo paese pulsa un comune che è più forte di qualsiasi identità o differenza. Per questo desideriamo essere al fianco dei compagni e delle compagne di Firenze e per questo invitiamo tutti a sentirsi parte insieme a loro, così come loro sono sempre stati parte dei movimenti in cui abbiamo creduto.

Sebbene sia prassi che l’accusa di “associazione” non regga mai alla prova del primo esame, questo non vuol dire che dobbiamo restare passivi, in attesa non si sa di che sviluppi e limitarsi alle parole di prammatica. Comprendere che sono i legami tra le singolarità che si tessono nelle lotte e che tendono a costituirsi in forme di vita ingovernabili a costituire il vero problema della polizia sociale significa comprendere cosa dobbiamo non solo salvaguardare ma rafforzare. Siamo chiari: non c’è una “lotta alla repressione” che aspetta di essere intrapresa per l’ennesima volta. La solidarietà non è un insieme di parole sempre uguali messe insieme per l’occasione, ma la capacità di risuonare con ciò che ci tocca e che così diviene parte della nostra vita, dei nostri pensieri, delle nostre parole.

È questo l’augurio che facciamo ai compagni di Firenze e che ci facciamo: di continuare a risuonare sempre più intensamente.

LIBERI TUTTI/E !