Roma Bene Comune: all’ex deposito Atac l’assemblea nazionale

L’assemblea nazionale realizzata a partire dall’appello proposto da Roma Bene Comune, che si è tenuta oggi 10 settembre 2011, ha raccolto nella struttura dell’ex deposito Atac di San Paolo a Roma una partecipazione che non si vedeva da tempo di collettivi, associazioni, movimenti, realtà del sindacalismo conflittuale e di base; una partecipazione ampia ed attiva soprattutto di moltissimi attivisti e persone che hanno deciso di prendere parte ad un momento di confronto realmente orizzontale e partecipativo, offrendo la propria disponibilità a mettersi in gioco dentro una nuova stagione di conflitto e trasformazione dal basso.

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No Tav: repressione e arresti

Nella notte di venerdi, il movimento no tav, con la partecipazione di nutriti gruppi di compagn@ da diverse città, ha portato a termine una significativa iniziativa volta a smantellare le reti dello pseudo cantiere-fortino, nella zona della baita della Clarea, alla Maddalena, proprio sotto il tratto di autostrada. L’unica reazione che le forze di occupazione hanno avuto è stata, come sempre, la repressione più becera e cieca, tramite arresti e lanci di lacrimogeni. Due compagne, della zona, sono state arrestate, e tutta l’azione è stata definita, dai nostri politicanti di entrambe le fazioni, come iniziativa di assassini contro la democrazia dello stato, minimizzando così una lotta che dura da anni, una resistenza popolare contro le nocività, volta a difendere i propri territori e i propri spazi come beni comuni per tutt@.

Solidarietà alla lotta no tav

Solidarietà alle compagne arrestate

Nina, Marianna e Giorgione liber@ subito!

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METRO PER METRO: 4 GIORNI NOTAV! CAMPEGGIO E INIZIATIVE

Quattro gioni di campeggio e iniziative prima dell’inizio della stagione autunnale, nell’asse tra Chiomonte-Giaglione-Venaus.

Dibattiti, socialità, campeggio libero e inziative contro il Tav a difesa del territorio.
FERMARLO E’ POSSIBILE! FERMARLO TOCCA A NOI!
PROGRAMMA TEMPORANEO IN CONTINUO AGGIORNAMENTO
mercoledi 7 settembre
ore 21 Giaglione piazza campo sportivo ASSEMBLEA POPOLARE NO TAV (Sarà la vera apertura della quattro giorni in cui si andrà a discutere la fase politica del movimento facendo un primo bilancio dell’estate e si andranno a definire le iniziative dei giorni a venire)
giovedì 8 settembre
ore 17,30 Chiomonte presidio centrale: merenda Sinoira nelle vigne dell’Avanà (proseguiremo qui l’importante discorso della vendemmia e delle vigne ostaggio del fortino si tav. Da ormai tre mesi il solo piazzamento delle recinzioni ha di fatto massacrato la microeconomia locale legata al territorio di Chiomonte impedendo l’accesso ai contadini e alle famiglie e ponendo delle serie ipoteche sul futuro raccolto. Rompere questo blocco in massa e invadere le vigne è un’azione che ormai il movimento no tav porta avanti a cadenza settimanale andando a fare leva su uno degli aspetti centrali del consumo di territorio).
Ore 21 a Chiomonte: presentazione libro: “Storia popolare dell’impero americano”, a dieci anni dalla strage di Ground Zero, la versione a fumetti del best-seller con cui Howard Zinn ha rivoluzionato la storiografia americana. Dai pellirossa a Bush, i momenti salienti dell’espansionismo statunitense, come li hanno vissuti i protagonisti. Disegni di Mike Konopacki, testi di Paul Buhle.
venerdì 9 settembre
ore 19 cena a Venaus.
ore 20,30 partenza da Giaglione e Chiomonte verso la baita Clarea per passeggiata notturna al non-cantiere. Si prosegue nella dimensione di pressione all’apparato militare occupante che da tre mesi il movimento no tav cerca di impegnare il più possibile nell’arco delle giornate e dei turni.
sabato 10 settembre
dalle ore 10 baita Clarea: polentata in Clarea (Sarà una giornata popolare, per tutti, famiglie comprese in cui tutto il movimento tornerà a sfilare sulla sua terra, a dimostrare che qui la paura non è di casa e che la resistenza popolare la si fa tutti insieme. Come già fatto il 30 luglio dimostreremo a chi gufa sul movimento no tav che la storia è un’altra da quella raccontata sui media a pagamento, la storia vera è quella che scriviamo noi, di persona)
domenica 11 settembre
Giaglione ore 17: dibattito “Dal No Tav al No Debito”con Ugo Mattei (tra i promotori dei referendum sull’acqua) e Andrea Fumagalli (economista, promotore della rete San Precario e Uninomade.2) .
Dopo la primavera referendaria la lotta No Tav ha acceso l’estate dipanando sul campo il filo dei beni comuni e anticipando il nodo del debito sotteso alle grandi opere. Con la tempesta finanziaria in pieno corso e le misure del governo contro i soliti noti il tema è oramai questione di tutti/e, di più: una questione di sopravvivenza della società contro la rapina del finanzcapitalismo. E allora: come si difendono, conquistano e producono i beni comuni nella vita dentro la crisi? Come si ricompongono in un piano comune istanze e diritti di soggetti differenti, dal lavoro all’esistenza? È possibile una vita oltre e senza il debito, oltre e senza la precarietà? Domande tanto più urgenti sia in vista delle mobilitazioni europee di questo autunno sia all’indomani dello sciopero malgré soi proclamato dalla Cgil la cui promettente riuscita non può e non deve insabbiarsi nelle secche di false (non)soluzioni già viste…
INDICAZIONI LOGISTICHE E CARTINA CON INFO
Come sempre la locazione sarà molto spartana ma riuscirà comunque a fornire i servizi minimi di cui tutti necessitano (entrambi i presidi hanno docce servizi e cucina in grado di far fronte a presenze numerose). Come da sempre in val di Susa l’obiettivo è la lotta no tav a cui dedichiamo molte energie e a volte le comodità vengono un pochino trascurate ma pensiamo che il clima e la cordialità di questi posti possano colmare questi piccoli disagi.
x maggiori info:
 

Appello per una assemblea a Bologna verso i meeting transnazionali di Barcellona e Tunisi

Dal 15 al 18 Settembre a Barcellona, dal 29 Settembre al 2 Ottobre a Tunisi, sono in programma due meeting transnazionali. Due importantissimi appuntamenti per provare a stringere sempre più reti transnazionali di lotta in un percorso iniziato già qualche anno fa in varie assemblee e momenti di conflitto attorno al Bologna Process, sparsi in tutta Europa e non solo.

In questa fine estate, in cui gli effetti della crisi globale iniziata quattro anni fa hanno subito una accelerazione improvvisa, diventa sempre più chiaro che possibilità di salvatori della patria non ce ne possono più essere nello spettro della rappresentanza nazionale: quando la moneta viene stampata a Bruxelles, i fondi monetari hanno sede a New York e la Borsa e’ legata agli indici di Londra, Francoforte e Parigi l’unica risposta per iniziare a riappropriarci dei nostri bisogni e desideri e’ quella di combattere sullo stesso piano della finanza globale.

Uno spazio transnazionale nel quale costruire campagne comuni per il diritto alla bancarotta, sul nuovo welfare, il reddito, i saperi e percorsi di trasformazione radicale del presente. I Signori della crisi proseguono nel voler applicare le ricette neo-liberiste responsabili della crisi stessa, che si traducono immediatamente in macelleria sociale, e in Italia una manovra lacrime e sangue viene approvata in maniera assolutamente bipartisan.

Al contempo dall’altro lato troviamo sempre più lotte e rivolte che si accendono a ciclo continuo. Dallo scorso Ottobre le mobilitazioni studentesche e precarie in Italia e Inghilterra, le nuove forme di sciopero in Francia e Grecia, la primavera araba, gli Indignados, le lotte sui beni comuni come la No Tav, hanno iniziato a creare un tessuto comune in espansione di opposizione alla crisi. Le metropoli inglesi in fiamme di poche settimane fa e l’inarrestabile continuità della conflittualità degli studenti cileni che assediano la capitale da mesi, le banlieue parigine sempre pronte a riesplodere e la continuità delle insurrezionali nel Maghreb pur nell’ambivalenza della fase in cui reazione e movimenti si scontrano anche e soprattutto nei post rais, continuano a muoversi in questo solco e ad approfondirlo. Una lunga scia che ha visto l’emersione di una nuova composizione di classe in formazione composta in prima fila
dal precariato cognitivo e da giovani proletari delle metropoli. Un messaggio è ormai evidente: di fronte alla logica del saccheggio imposta dalla finanziarizzazione vi sono intere generazioni pronte a battersi, nell’eterogeneità delle lotte, per riconquistare il proprio futuro.

E’ dunque oramai imprescindibile strutturare relazioni e connessioni tra i vari conflitti globali, anche a partire dalle nostre università per una formazione legata alla cooperazione e non alla competizione, per l’autodeterminazione del percorso formativo e di vita, nel momento in cui vediamo che questo significa direttamente la costruzione di lotte sul piano dei bisogni materiali. Nuove povertà aumentano giorno dopo giorno quando invece la ricchezza della messa in comune di saperi, abilità e capacita’ può aprire ad un mondo nuovo dove non esistano più la deprivazione e la mancanza di futuro e possibilità.

Per questo proponiamo un appuntamento per discutere di questi temi. Una assemblea nazionale all’università di Bologna il 13 Settembre pensiamo sia un decisivo primo passaggio per affrontare un autunno che si preannuncia molto caldo anche nelle nostre città. Il meeting di Barcellona è per il
Knowledge Liberation Front l’occasione per organizzarsi insieme al movimento delle acampadas spagnole e alle altre reti europee per la costruzione di una grande giornata di mobilitazione transnazionale per il 15 ottobre. Dopo il momento costituente del Klf a Parigi a Febbraio che ha lanciato il meeting di Tunisi in una assemblea in festa per la caduta di Mubarak e la settimana transnazionale di mobilitazione contro le banche di fine Marzo, un nuovo passo per discutere ed organizzare percorsi di opposizione alla crisi all’altezza dell’autunno alle porte.

Oggi ci sembra più che mai necessario dotarci collettivamente di un orizzonte condiviso per affrontare nel modo migliore possibile le macerie che crollano di questo ancient regime e da lì riaprire al cambiamento radicale della realtà che abbiamo di fronte. Nella crisi non c’è più spazio per le mediazioni: o si sta con le lotte, o si sta con il governo dei sacrifici. Noi abbiamo già scelto, perché noi siamo la loro crisi!

L’assemblea si terrà martedì 13 Settembre alle ore 16 alla facoltà di
Lettere e Filosofia, via Zamboni 38

Realtà promotrici del Knowledge Liberation Front

per info scrivi a knowledgeliberationfront@gmail.com

Il punto di vista precario e la Global Revolution* Il 15 Ottobre tutti a Roma!

Il punto di vista precario e il 15 ottobre.
Da Genova, il 23 luglio, avevamo scritto che avremmo partecipato all’hub meeting proposto da Democracia Real Ya dal 16 al 18 prossimi a Barcellona contribuendo così alla “preparazione della giornata di mobilitazione globale del 15 ottobre, quando scenderemo in piazza contro le politiche di austerity, a partire dalla legge di bilancio appena approvata e contro la gestione autoritaria e bipartisan della crisi che i poteri finanziari e i governi trasversali del neoliberismo ci vorrebbero imporre nel silenzio”. E scrivevamo, anche, che in autunno avremmo lanciato “una campagna popolare di respiro europeo per il diritto al reddito incondizionato e di base, che ridia voce alle rivendicazioni delle generazioni precarie”. Soprattutto, annunciavamo che ci saremmo rivisti “il 24 e il 25 settembre a Bologna per la Costituente dello sciopero precario, una grande assemblea aperta a tutti i lavoratori e le lavoratrici, nativi e mi granti, così come a movimenti, sindacati, attivisti”, per “discutere insieme di come riprendere in mano e rinnovare la pratica dello sciopero nell’era della precarietà”, su obiettivi chiari: “un reddito di esistenza incondizionato; un nuovo welfare basato sui diritti e sull’accesso a servizi e beni comuni materiali e immateriali; il diritto all’insolvenza; la rottura del legame tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro”.

E’ quello che faremo.
Stiamo per incontrarci a Barcellona con un numero crescente di reti di movimento: ad oggi Democracia Real Ya, ovviamente, l’Acampada delle e degli indignad@s di Puerta del Sol di Madrid e quella di Plaça Catalunya di Barcellona, la piattaforma ormai planetaria Take the Square che interfaccia tutte le promozioni locali della #globalrevolution del 15 ottobre, Attac globale, l’International Student Movement che comprende lo straordinario movimento cileno, il Knowledge Liberation Front che in Italia sarà in assemblea il 13 prossimo a Bologna, la rete globale di azione per la libertà di movimento e migrante NoBorder, quella continentale dell’EuroMayDay, il Pan African Student Movement, la rete britannica di azione contro le politiche di austerità UkUncut, il Movimento 23 Febbraio del Marocco, Universidad Nomada, UniNomade italiana e il collettivo trasnazionale Edu-Factory, e altre ancora. Per noi questa ricchezza di presenze e di voci significative rispecchia una coerenza di contenuti e un’innovazione di metodo e linguaggio.

Le stesse che rendono possibile l’indizione globale del 15 ottobre contro la governance della crisi – e la giornata di avvicinamento, contro banche e banchieri, il 17 prossimo con epicentro a Wall Street.

Una coerente chiarezza e una capacità innovativa nelle quali riconosciamo il punto di vista precario, che è prevalente nella composizione sociale produttiva e che ha bisogno di affermarsi in maniera autonoma e indipendente, per riuscire ad attaccare concretamente i flussi di quella produzione capitalistica finanziarizzata che pretende l’invisibilità delle precarie e dei precari, indigen* e migranti, sul cui lavoro e sulle cui forme di vita oggi si fonda.

Qual’è la coerente chiarezza?
Quella di andare fino in fondo alla verità riassunta nello slogan “non ci rappresenta nessuno”, pur risuonato anche in Italia nelle fiumane della rabbia studentesca, giovanile e precaria degli ultimi anni. E dunque concepire la presa di parola condivisa delle resistenze ai governi della crisi come spazio costituente, necessariamente e immediatamente produttivo di nuove istituzioni comuni contrapposte alla violenza distruttiva della divisione e del saccheggio delle nostre vite. Appunto la democrazia reale, contro la corruzione d’una democrazia rappresentativa svuotata di senso dalla trasversale sottomissione dei poteri e dei ceti politici al bio-potere finanziario.

Qual è la capacità innovativa?
Quella di andare fino in fondo alla pratica costituente offrendo a tutte e tutti, in una composizione sociale produttiva sempre più reticolare e singolarizzata e fondamentalmente ordinata intorno alla messa a valore
delle nostre stesse vite, la possibilità di riconoscersi e attivarsi in una metodologia di condivisione, orizzontalità, reciproco riconoscimento delle differenze, decisionalità assembleare e non delegata, superamento di ogni separazione temporale tra sociale e politico e tra mezzi e fini. Un po’ come avviene nella Val di Susa e nel suo territoriale sedimentarsi di pratiche conflittuali e di resistenza popolare, da dove ancora una volta dobbiamo saper ripartire per costruire la giornata del 15 ottobre rendendo chiaro che nella difesa dei beni comuni l’incipit del referendum va riaffermato e difeso con le unghie e coi denti in ogni territorio.
Al tempo stesso, andare fino in fondo alla presa di coscienza che le resistenze collettive e singolari agli attacchi di un potere tanto più aggressivo quanto più in crisi non possono opporre alternativa se non portandosi al livello sul quale esso si struttura : dunque, messa in rete delle resistenze su dimensioni quanto meno continentali e intorno alla
pretesa comune di ribaltare l’ordine della decisione politica e con esso l’uso delle risorse finanziarie e della moneta.

Adesso noi vediamo che la rivendicazione del diritto all’insolvenza viene in Italia praticata anche da altri e anche durante una giornata di sciopero generale, come quella del 6 settembre che continua a non rispondere alla domanda fondamentale: come sciopera chi non può scioperare, come si sciopera la precarietà?
Vediamo che la bandiera del reddito d’esistenza incondizionato si diffonde, anche quando al contempo si sostiene l’indizione Cgil dello sciopero generale nella cui piattaforma la sola risposta alle precarie e ai precari è il rafforzamento dell’apprendistato.

E vediamo che sul 15 ottobre globale crescono gli appelli alla costruzione di una giornata di opposizione all’austerity e di mobilitazione per il cambiamento anche in Italia, pur se inseriti dentro una battaglia su elezioni primarie o nella traduzione del rifiuto di pagare il debito in uscita dalla dimensione europea, che non condividiamo. In verità, di questa differente proliferazione di contenuti e della nostra stessa agenda non possiamo che compiacerci, noi che abbiamo sempre avversato la riduzione ad uno e i recinti di movimento buoni solo per il ceto politico, inabitabili per la moltitudine precaria.

Ma avvertiamo il bisogno di fare chiarezza, perché il confronto e la condivisione giungano effettivamente a buon fine.
Una rosa è una rosa è una rosa. La crisi a cui stiamo assistendo non è solo economica, non riguarda esclusivamente la finanza. Si tratta parallelamente della crisi di una funzione storica della modernità: la sovranità statuale . Al contempo, i processi di insorgenza che negli ultimi mesi si sono manifestati in tutta Europa sono stati in grado di mettere in moto forme di cooperazione fra molt* e divers*, la cui potenza e ricchezza politica non possono essere ricondotte alle tradizionali forme di partecipazione: quelle della rappresentanza liberal-democratica. Da un lato quindi la crisi della sovranità, dall’altro la potenza e l’autonomia della cooperazione sociale. Chi pensa che la mobilitazione del 15 ottobre debba servire ad allargare le possibilità di un’alternativa di governo, o d’uno “spazio di rappresentanza”, non ha evidentemente afferrato la portata della crisi.
Ad ogni modo noi intendiamo continuare a lavorare alacremente perché il punto di vista precario si riconosca nella mobilitazione contro l’austerity e se ne renda protagonista nelle forme più estese possibili. E lavoreremo anche affinché il processo dello sciopero precario si estenda e venga condiviso da quanti in questi mesi, non soltanto in Europa, hanno lottato e preso parola contro un sistema che sta usando la crisi per accelerare i processi di precarizzazione. Mai come ora è chiaro che la precarietà è la condizione generale di tutto il lavoro e una condizione sociale oltre il lavoro. Mai come ora è chiaro che si tratta di reinventare forme di lotta dentro al lavoro e oltre il lavoro, realmente capaci di attaccare i profitti, e che saranno tanto più efficaci quanto più si allargheranno oltre i confini nazionali, e saranno all’altezza della mobilità del lavoro e del capitale, della loro dimensione transnazionale.
Perciò ci proponiamo di contribuire con i Laboratori metropolitani e cittadini dello sciopero precario alla costituzione di spazi e momenti effettivamente aperti di confronto sulla costruzione del 15 ottobre, che intendiamo come fondamentale all’interno del processo di costruzione dello sciopero. Per questo porteremo a Barcellona, nel corso dell’hub meeting, la proposta e il progetto dello sciopero precario contro le politiche di austerità e per un reddito di esistenza incondizionato, per un nuovo welfare metropolitano e del comune, per il diritto sociale all’insolvenza, per la libertà di movimento e per il diritto di residenza sganciato dal contratto di lavoro. E contiamo di ritrovarci in piazza il 15 ottobre, arricchite e arricchiti da questo percorso, fra tante e diversi a praticare davvero il desiderio di alternativa, di cambiamento, di liberazione.

Stati generali della precarietà