25 Aprile: un polverini di polemiche

Sui fatti di ieri 25 aprile a Porta San Paolo che hanno sollevato un polverini enorme…

Ci sono polveroni che aiutano solo a far perdere di vista il problema: nel caso del 25 aprile a Roma, il problema si chiamava Renata Polverini. Per quanto ci riguarda e negli intenti della stessa rete cittadina Ram, la presenza critica nella piazza dell’Anpi riguardava solo la necessità di marcare le contraddizioni di cotanta figura al momento del suo intervento quale neoeletta presidente della Regione Lazio. Per questo eravamo pronte e pronti con i classici liberi fischi in libera piazza, e con qualche sveglia da far squillare come dovrebbe quella di ogni coscienza democratica nella crisi della democrazia e nell’esigenza di resistere. Per quanto ci riguarda e negli intenti condivisi, non c’era davvero bisogno di fumogeni, tanto meno tirati a partigiani, per mostrare la radicalità del nostro allarme. Nel polverone, invece, Polverini finisce per sfumare dietro Zingaretti e, peggio, dietro Massimo Rendina. Nel polverone, invece di Polverini finiscono per essere presi di mira ‘i centri sociali’ tout court. Vorremmo poterlo diradare, il polverone, e confrontarci con chi rispettiamo, coi partigiani e l’Anpi anzitutto, soprattutto in vista del 7 maggio e della mobilitazione cui giustamente hanno chiamato a fronte d’una inquietante marcetta d’organizzazione neofascista senza infingimenti com’è Blocco Studentesco e la sua casa madre Casa Pound. Perché oltre il polverone, per noi il problema resta Polverini e ancor più di lei i reali rigurgiti di fascismo che al potere si ritrovano già.
Come sempre, più di sempre, ci sarebbe bisogno di tutta la nostra intelligenza. Come sempre, più di sempre, rispetto per i partigiani. E disprezzo per gli ipocriti. (Acrobax, Assemblea permanente Roma Tre, Indipendenti, All Reds, Coordinamento lotta per la casa)

COMUNICATO DELLA RETE ANTIFASCISTA METROPOLITANA

IL 25 APRILE, LA POLVERINI E LE NUOVE RESISTENZE

Oggi 25 aprile 2010 ha preso parola la Roma antifascista, nel corso di una giornata che ha visto avvenimenti che stanno facendo parlare (e straparlare) organi di informazione ed esponenti politici. La neo-presidente della Regione Lazio Renata Polverini si è presentata sul palco gestito dall’Anpi con l’intenzione di parlare. Da gran parte della piazza si è immediatamente levata una contestazione decisa fatta di grida, slogan, cori, canti di “Bella Ciao”, nonché del lancio di alcune uova e di un fumogeno all’indirizzo della governatrice. Visto il clima decisamente ostile animato da persone di tutte le età la Polverini si è allontanata rinunciando ad intervenire. A questo punto quella gran parte della piazza che aveva contestato la Polverini ha dato vita ad un corteo di almeno cinque mila persone che si è diretto come da programma verso Piazza Vittorio, corteo convocato con la parola d’ordine “Contro i fascisti vecchi e nuovi, in piazza le nuove Resistenze”.

Alcune considerazioni. La contestazione è partita in maniera assolutamente spontanea ed ha coinvolto la grande maggioranza delle persone presenti, al di là delle appartenenze, sia politiche che generazionali. La contestazione riguardava esclusivamente la presenza della neo governatrice senza coinvolgere i partigiani presenti. Dispiace che nella confusione possano averne fatto le spese persone universalmente stimate per il contributo da loro dato durante la Liberazione dal nazifascismo. Ci stupisce lo stupore e lo scandalo manifestato nelle dichiarazioni rilasciate subito dopo i fatti.

Che cosa ci si aspettava? Sono noti i rapporti della Polverini con la galassia del neo fascismo squadrista, protagonista negli ultimi anni a Roma di un’escalation di violenza ai danni delle persone da loro ritenute indegne di calpestare il sacro suolo dell’Italia, agitatrice di parole d’ordine improntate alla xenofobia e al razzismo, all’omofobia, all’antisemitismo, all’odio verso il diverso. Delle loro infamie sono piene le cronache. Ebbene la signora Polverini non si è forse recata allo stadio Olimpico a cercare i loro voti, ricevendo baci, abbracci e saluti romani dai settori fascisti della tifoseria? Non ha forse ricevuto grandi attestati di stima dai camerati di Casa Pound durante la festa per la sua elezione a Piazza Vittorio? Non sono forse pronti incarichi di responsabilità nella gestione della cosa pubblica all’interno della nuova giunta che si va formando in Regione affidati a personaggi impresentabili?

Queste cose la coscienza antifascista di Roma le conosce, nulla di più prevedibile di una contestazione decisa nei suoi riguardi in quella piazza simbolo di una città medaglia d’oro per la Resistenza. Ma c’è di più: la presenza della Polverini sul palco rappresentava il tentativo di derubricare il 25 aprile a mera celebrazione commemorativa, relegando nel passato i valori dell’antifascismo, gettando nello stesso calderone partigiani e repubblichini, vittime e aguzzini, fascisti e antifascisti.

Proprio ora che la deriva autoritaria in atto nel paese fa temere uno scivolamento verso fenomeni di fascismo conclamato, nel contesto di una grave crisi sociale, economica, culturale che vede il tentativo da parte di chi ci governa di espungere dalla società quelle dinamiche di conflitto che disturbano gli interessi dei potentati economici e finanziari. Revisionare il passato per governare il presente. Questo tentativo non è passato. La demarcazione netta tra fascismo ed antifascismo non è un retaggio del passato ma una delle chiavi di interpretazione del presente.

Siamo coscienti che la canea reazionaria (spesso animata da spirito bipartizan) prenderà la palla al balzo per criminalizzare una piazza intera che contestava, sminuendo, minimizzando, riducendo il tutto alle solite dinamiche fra opposti estremismi. Ma la coscienza antifascista di questa città ha le spalle larghe, “questa città ribelle e mai domata” non si tirerà indietro nell’affermare con sempre più forza i valori dell’uguaglianza, della solidarietà, della Liberazione dai fascisti vecchi e nuovi. Le nuove resistenze sono in marcia e per loro il 25 aprile dura tutto l’anno.

AGENZIE STAMPA.

25 APRILE, CENTRI SOCIALI A RENDINA: «PROBLEMA SI CHIAMA POLVERINI» (OMNIROMA) Roma, 26 apr – «Ci sono polveroni che aiutano solo a far perdere di vista il problema: nel caso del 25 aprile a Roma, il problema si chiamava Renata Polverini. Per quanto ci riguarda e negli intenti della stessa rete cittadina Ram, la presenza critica nella piazza dell’Anpi riguardava solo la necessità di marcare le contraddizioni di cotanta figura al momento del suo intervento quale neoeletta presidente della Regione Lazio. Per questo eravamo pronte e pronti con i classici liberi fischi in libera piazza, e con qualche sveglia da far squillare come dovrebbe quella di ogni coscienza democratica nella crisi della democrazia e nell’esigenza di resistere. Per quanto ci riguarda e negli intenti condivisi, non c’era davvero bisogno di fumogeni, tanto meno tirati a partigiani, per mostrare la radicalità del nostro allarme». Così il centro sociale Acrobax, la Rete degli Indipendenti e l’Assemblea permanente Roma Tre in una nota in risposta al presidente dell’Anpi Massimo Rendina. «Nel polverone, invece – continua la nota – Polverini finisce per sfumare dietro Zingaretti e, peggio, dietro Massimo Rendina. Nel polverone, invece di Polverini finiscono per essere presi di mira ‘i centri socialì tout court. Vorremmo poterlo diradare, il polverone, e confrontarci con chi rispettiamo, coi partigiani e l’Anpi anzitutto, soprattutto in vista del 7 maggio e della mobilitazione cui giustamente hanno chiamato a fronte d’una inquietante marcetta d’organizzazione neofascista senza infingimenti com’è Blocco Studentesco e la sua casa madre Casa Pound. Perché oltre il polverone, per noi il problema resta Polverini e ancor più di lei i reali rigurgiti di fascismo che al potere si ritrovano già. Come sempre, più di sempre, ci sarebbe bisogno di tutta la nostra intelligenza. Come sempre, più di sempre, rispetto per i partigiani. E disprezzo per gli ipocriti». red 262056 apr 10


25 APRILE,AZUNI:ALEMANNO-POLVERINI PRENDANO DISTANZE DA NEOFASCISTI (OMNIROMA) Roma, 26 apr – «Le celebrazioni dell’anniversario della Liberazione dal nazifascismo sono state esaltate dal forte e autorevole intervento del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Quell’intervento ci ricorda con grande forza l’origine della nostra Repubblica, e lo spirito unitario che ne caratterizzò la nascita e lo sviluppo. Negli ultimi anni, da parte della Lega e di Berlusconi, si è teso a sminuire, annacquare, appannare il senso di quei giorni e di quello spirito unitario, proprio perché antitetici alla deriva populista e autoritaria che sempre più caratterizza le azioni del berlusconismo e della Lega». Lo dichiara in una nota il consigliere comunale Maria Gemma Azuni (Sel). «Non è un caso, infatti – aggiunge – che i dirigenti leghisti abbiano platealmente scelto di non essere presenti al discorso del Presidente della Repubblica al Teatro alla Scala a Milano, offendendo così il Presidente stesso e l’istituzione che rappresenta. Al presidente Napolitano, quindi, va la mia solidarietà di cittadina democratica e antifascista. Così come la mia solidarietà va al Presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, colpito da oggetti lanciati da personaggi che, con l’intento di contestare Renata Polverini, hanno voluto, ancora una volta, segnalarsi per essere sempre, ostinatamente lontani, quasi antagonisti a quel patrimonio di unità popolare che ha permeato di sé le forze antifasciste, il popolo e le forze armate che vollero onorare il Paese, partecipando alla guerra di Liberazione dal nazifascismo. Condanno nettamente l’operato di questi gruppuscoli i quali, in nome di un preteso diritto a giudicare il tasso di antifascismo di ciascuno, scatenano ad ogni occasione disordini, che producono il solo risultato di restituire forza a quanti, pur ricoprendo in alcuni casi, importantissimi incarichi istituzionali, continuano a flirtare con le forze più tenacemente legate al neofascismo. Auspico, quindi, che il Sindaco di Roma, e la neo Presidente della Regione Lazio, vogliano prendere le più ampie e nette distanze da quel mondo intriso di ideologie violente e intolleranti, con cui hanno cercato tenacemente alleanze elettorali, e politiche». red 261952 apr 10

25 APRILE: ZAIA, L’ANPI RAPPRENTA LA POLITICIZZAZIONE DELLA RESISTENZA = ‘CHE È STATA FATTA DA DONNE, RAGAZZI E MILITARÌ Venezia, 26 apr. – (Adnkronos) – «Sono estremamente convinto che l’Anpi rappresenti la politicizzazione della Resistenza e quindi dei partigiani. Vedo in queste ore un grande dibattito rispetto al tema della Resistenza: ricordo che è stata fatta da civili, da quelle donne e dai quei ragazzi che facevano le staffette, ma soprattutto è stata fatta dai militari. Questo lo dice la storia». Lo ha detto il presidente del Veneto, Luca Zaia oggi ai giornalisti rispondendo alle polemiche sul 25 aprile. «L’altro aspetto fondamentale è che la Resistenza non è stata bianca, rossa o verde -ha continuato Zaia- ma è stata la Resistenza e noi ci togliamo tanto di cappello per il fatto che ci ha dato la libertà e la democrazia». «E per ultimo -ha concluso il presidente del Veneto- mi dispiace che ci sia una polemica su ‘Bella ciaò che ricordo è stata scritta nel 1951, sei anni dopo la fine della guerra». (Dac/Ct/Adnkronos) 26-APR-10 13:18 NNN

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