PARTE DA L’UNITA’ IL PRIMO SCIOPERO NAZIONALE DEI GIORNALISTI PRECARI, ERRORI DI STAMPA AL FIANCO DEI COLLEGHI
Che il rispetto dei diritti dei lavoratori fosse stato sacrificato anche sull’altare delle politiche della cosiddetta sinistra, purtroppo, era un’evidenza ormai da troppo tempo.
Ma se anche un quotidiano come l’Unita’ perde ormai ogni scrupolo, e arriva a non pagare per sette mesi le decine di collaboratori sparsi nello stivale, lo scenario è davvero compromesso.
Il quotidiano fondato da Gramsci, il quotidiano che nella sua linea editoriale continua a raccontare la precarietà di un’intera generazione, si comporta oggi esattamente come il più meschino degli imprenditori: non riconosce il lavoro dei giornalisti precari, li chiama ‘fornitori’, risponde picche al tavolo delle trattative e si affida a un amministratore delegato sordo all’assurda pretesa dei giornalisti di essere pagati per il proprio lavoro.
I giornalisti che ancora non si arrendono e che per quel quotidiano si ostinano a lavorare, invece, tengono alto il glorioso nome della testata e, per la prima volta, con l’appoggio della redazione, danno vita ad uno sciopero nazionale della massa degli invisibili dell’informazione. Uno sciopero che coinvolge dal più giovane al più anziano dei precari, chi ha scritto pochi pezzi e chi da dieci anni combatte contro la deriva precarizzante dei padroni della testata.
Uno sciopero che non può non accendere i riflettori anche sull’insostenibile situazione dei precari storici del giornale, firme ormai note a tutti i lettori, dopo anche dieci anni di stabile precarietà.
Per questo “Errori di stampa”, coordinamento dei giornalisti precari di Roma, appoggia lo sciopero delle firme precarie del giornale, che si sono riunite dalla Sicilia al Piemonte e hanno deciso di incrociare le braccia, dopo mesi e mesi passati prima a non credere ai propri occhi e poi a cercare di trattare con la proprietà per ottenere i sacrosanti compensi per il loro lavoro.
Siamo con loro e con tutte le altre redazioni che, come auspichiamo, vorranno seguire l’esempio dei giornalisti de l’Unità.
Intanto, ingenui e ostinati, non perdiamo la speranza che il direttore del giornale, prima o poi, firmi un servizio sui numeri del precariato giornalistico. Per i precari all’interno del giornali di Gramsci, invece, ci accontenteremmo anche di un boxino.
http://erroridistamparm.blogspot.it/2012/10/parte-da-lunita-il-primo-sciopero.html