29 Marzo Sin Miedo…tomando la huelga!
In Spagna, e principalmente in Catalunya, la “huelga general”(sciopero generale)convocata dai sindacati confederali diventa sempre più uno spazio di partecipazione ampio anche per chi “nei e dai” sindacati non si sente rappresentato. Una sperimentazione che comincia il 29 settembre 2010 in occasione di uno sciopero generale convocato contro l’allora governo Zapatero che aveva intrapreso il lungo cammino di obbedienza ai precetti di UE e BCE in tema di libertà di licenziamento, tagli alle pensioni e al pubblico impiego. In quel frangente l’attraversamento dello sciopero sindacale da parte delle reti indipendenti e di movimento rappresentò il volano per rilanciare su un’opzione di autorganizzazione sociale decisamente eccedente il sindacato aprendo la strada ad un movimento di incredibile radicamento e diffusione: il 15M.
Un cammino di lotta, un processo di sperimentazione costante, di riappropriazione dal basso e di presa di parola da parte di chi non solo questa crisi non la vuole pagare, ma si propone, piuttosto, di superare le condizioni di precarizzazione e frammentazione sociale con cui il capitalismo si riproduce.
Un cammino di lotta che procede dando impulso a processi di movimento che valorizzano la genuina e sana esplosione di rabbia precaria che ormai accompagna costantemente la nostra quotidianità di vita.
Un cammino di lotta che agisce nel presente e sul presente per riprendere e vivere un futuro che non faccia dell’incertezza una variabile costante.
Per il prossimo 29 marzo è stato convocato nella vicina, vicinissima Spagna un nuovo sciopero generale per contrastare la riforma del mercato del lavoro portata a compimento dal nuovo governo Rajoy in un paese dove i tassi di disoccupazione, soprattutto giovanile, sono tra i più alti d’Europa.
Anche in questa occasione la “huelga general” diventa irrinunciabile occasione per una sperimentazione ad ampio raggio che parte dalle pratiche e dalle connessioni tra le medesime e che si pone l’obiettivo di consolidare una strumentazione (“hierramentas”) in grado di incidere realmente sui profitti, sui meccanismi di estrazione del valore e del consenso di cui il sistema capitalistico si è abbondantemente dotato.
Una sperimentazione che al contempo valorizza le reti di relazioni e di attivazione che si sono date sui territori a partire dai bisogni che la precarietà di vita ci nega. Attraverso le Asambleas de barrios si sviluppano le sinergie trasversali ai settori produttivi e ai bisogni che dovrebbero coprire: dalla sanità pubblica, all’educazione, al diritto all’abitare.
Un esempio tra gli altri è quello della plataforma de afectados por la hypoteca (PAH) che ha visto crescere la sua battaglia contro gli sfratti e i mutui sempre più insostenibili a causa della bolla speculativa: proprio il radicamento territoriale delle pratiche dei picchetti e delle occupazioni abitative, l’alto livello di critica alle banche così come alla rendita fondiaria e finanziaria, le massicce campagne di denuncia e boicottaggio hanno costretto molti istituti di credito a rivedere la loro politica di sfratti a favore di una rimodulazione dei mutui (“dacción en pago”).
Allo stesso modo sui territori nascono i coordinamenti per “istruzione e sanità pubbliche e di qualità” contro i tagli, le privatizzazioni e la precarizzazione dei lavoratori del pubblico impiego. Questo variegato universo si organizza in forme classiche e tradizionali ma allo stesso tempo da vita a modalità e sperimentazioni costituenti di innovativi processi sociali che producono la difesa di beni e servizi comuni, si pensi alle occupazioni di scuole ed ospedali che hanno resistito intere settimane in autogestione,. Le iniziative e il movimento si diffondono “en la calle” anche grazie ad un uso e un’attivazione capillare “en la red”.
Da qui, girando per il web iniziano a comparire suggestioni interessanti sulle modalità di partecipazione al prossimo sciopero: Toma la huelga, Huelga Social Universal Revolucionaria, Huelga Sin Miedo, Huelga 29M No trabajes No consumas, Busca tu Huelga… sono solo alcune delle piattaforme e delle parole d’ordine che si vanno diffondendo sulla rete.
http://29msinmiedo.tumblr.com/
Senza paura! Sappiamo bene che molti precari non hanno nessun diritto allo sciopero ma anche per chi formalmente lo potrebbe praticare i meccanismi di ricatto esercitati dai datori di lavoro sono innumerevoli. Questa piattaforma permette di segnalare le pressioni e gli abusi delle imprese (private ovviamente, ma anche pubbliche come le Università) contro la possibilità di scioperare: da quelle che praticano un vero e proprio mobbing, a quelle che perseguitano chi conduce attività sindacali fino a quelle che con la massima cordialità dichiarano di riconoscere il diritto costituzionale allo sciopero ma al contempo invitano a comunicare preventivamente l’adesione dei lavoratori allo sciopero stesso, ovviamente al fine di neutralizzarne la capacità di bloccare la produzione e il servizio.
La piattaforma è arrivata a più di 1700 segnalazioni su tutto il territorio nazionale.
#tomalahuelga:
http://tomalahuelga.net/recursos/
Letteralmente prendi lo sciopero: trasformalo, riempilo di contenuti e rivendicazioni, inventa le pratiche che più ti si addicono come soggettività singola o organizzata, diffondilo.
Sciopero del consumo, sciopero de-genere, sciopero del lavoro domestico e di cura, sciopero “io non pago” che realizzerà forme di riappropriazione diretta sono solo alcune delle sperimentazioni che si lanciano sulla piattaforma della huelga social universal revolucionaria:
http://huelgasur.wordpress.com/2012/03/13/huelga-social-universal-revolucionaria/
Qui si propone anche un manuale scaricabile in pdf per ragionare sullo sciopero nell’era del capitalismo finanziario: se il capitalismo si è trasformato anche lo sciopero si deve trasformare. Allora diventano fondamentali terreni di sperimentazione le occupazioni: dalle case agli ospedali, dalle università alle piazze occupare vuol dire risignificare funzioni e relazioni di conflitto e cooperazione oltre il capitalismo. Dall’Argentina del 2001, alle mobilitazioni francesi contro la riforma delle pensioni passando persino per il recente sciopero dei camionisti in Italia, il manuale spiega come il blocco dei flussi di merci e persone sia nel capitalismo contemporaneo una delle forme più efficaci di sabotaggio dei profitti. La produzione,infatti, risente poco dell’astensione dal lavoro per qualche ora avendo acquisito la capacità di rimodularsi, dislocarsi territorialmente e avvalersi delle scorte presenti nella rete di distribuzione: il blocco di porti o autostrade produce un danno immediato che ovviamente si amplifica esponenzialmente quanto più il blocco si protrae.
In terra spagnola, il movimento sta riuscendo con intelligenza e fervore a trovare canali reali di contropotere suggerendo sperimentazioni, tanto dialettiche quanto pragmatiche, capaci di stimolare un confronto e un conflitto concreto e tangibile contro un sistema che ci vorrebbe sempre più instabili e precari. Il ricatto di questa crisi è prioritariamente nella menzogna costruita ad arte di un possibile “ritorno in carreggiata” con le misure di austerity che dalle riforme del mercato del lavoro all’attacco al welfare e ai beni comuni avanzano in tutta Europa, e non solo, lasciando le istituzioni della democrazia formale e rappresentativa nude di fronte alla loro inutilità.
La potenza dei processi cooperativi è la chiave di lettura su cui scommettere. La cospirazione tra soggetti precarizzati dovrà e potrà costruire anche qui il terreno per uno sciopero precario e sociale che sappia mettere al centro una condizione alla quale non vogliamo più sottostare.
Verso lo sciopero precario… passando per l’hubmeeting 2.0 del 31 marzo e 1° aprile a Milano…