Focus group: diritto all’insolvenza pane quotidiano

 Focus group: diritto all’insolvenza – il pane quotidiano

Martedì 8 novembre

ore 18.30

Acrobax [ex-cinodromo]

Il punto san precario di roma invita ad un focus group di approfondimento e rilancio verso lo sciopero precario.

 In un momento di crisi, in cui l’unica soluzione dei poteri finanziari, delle banche e dei precarizzatori, rimane l’austerity c’è una nostra risposta rispetto al debito che ci vogliono far pagare: il diritto all’insolvenza.

La domanda sulla quale vorremmo ragionare è: come si traduce l’insolvenza nella quotidianità? Come si riesce a costruire una cindivisione delle e nelle lotte dei precari su questo tema? Come si fa di questa suggestione un’arma contro la precarietà?

 Ci hanno detto per anni che le privatizzazioni e le liberalizzazioni erano l’unico modo per ridurre il debito pubblico (ehmbè) mentre oggi, dopo quasi 20 anni di sistematico smantellamento del welfare state e di deregolamentazione del “mercato” del lavoro, il debito pubblico è cresciuto a dismisura.

Un debito non più costituito dai risparmi delle famiglie italiane ma piuttosto in possesso di operatori finanziari (banche, agenzie di rating… chi controlla il controllore?) che speculano sulla presunta debolezza degli stati per alzare i tassi di rendimento dei titoli in un circolo vizioso che non fa altro che far lievitare il volume stesso del debito.

Le ricette? le stesse che hanno portato, o almeno certamente non impedito, l’attuale fase di crisi. La scelta ora sembra essere tra un governo indebolito, corrotto e screditato contro un governo forte, magari di unità nazionale, con una grande voglia di fare il primo della classe tanto in Europa quanto nei consessi di G8 o G20 dove ancora abbiamo l’onore di essere invitati.

 Quale sarebbe l’alternativa? la tobin tax sulle transazioni finanziarie recentemente ripresa dalla coppia d’oro Merkel-Sarkozy? La separazione tra banche commerciali e di investimento come propone Obama? sarebbero davvero questi strumenti di neoregolazionismo in grado di risolvere le ingiustizie e le diseguaglianze sociali, di scompaginare l’attuale assetto dei poteri che porta il mondo verso la catastrofe climatica e la guerra globale permanente?

 Ormai sono evidenti la disapprovazione, l’indignazione e la saturazione del 99% dell’umanità globale. Ma è un’occasione di grande trasformazione che non può finire nel grande abbraccio ecumenico delle riforme di facciata. Non possiamo permetterlo per quel fronte trasnazionale che vede i suoi momenti più alti nelle primavere arabe, nelle prese di distanza del continente sudamericano, nelle tante lotte e resistenze del vecchio e del nuovo continente.

 Le indicazioni vengono e devono venire dal basso. La soluzione sta in quelle pratiche che sempre più si diffondono, anche grazie alle nuove tecnologie della comunicazione sociale su scala globale. La sottrazione dallo sfruttamento del capitale sulle nostre vite e la riappropriazione dei nostri (bi)sogni avviene nell’autorganizzazione sui territori della produzione, della vita messa in produzione nella sua complessità.

 Affermando il diritto a non pagare l’affitto in città con decine di migliaia di case vuote e stabili in disuso regalati alla speculazione, il diritto a non pagare il biglietto del treno il cui prezzo è stabilito a prescindere dal servizio offerto a pendolari e viaggiatori e dai tanti soldi già pubblici delle infrastrutture di viabilità, il diritto a non pagare i contributi all’INPS per pensioni che non vedremo mai, le assicurazioni obbligatorie su macchine e motorini che ci spennano in virtù del conclamato cartello oligopolistico che hanno formato e persino il canone rai, ultima beffa in ordine di importanza, ma non meno lesivo della nostra dignità.

E ancora altri piani di articolazione si stanno delineando.

Vogliamo parlarne insieme e farne il nostro pane quotiniano.

Vogliamo non pagare questa crisi, vogliamo sottrarci al ricatto con cui si pretende di far passare per nostro il fallimento altrui.

 Ci vediamo Martedì 8 novembre, alle 18.30, ad Acrobax (ex-cinodromo) per un momento di discussione, approfondimento ed autoformazione.

 

 

 

 

 

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