Albano: via libera all’inceneritore.

Il 20 aprile scorso la conferenza dei servizi ha approvato l’inceneritore di Albano, dando così il via libera al cantiere.

Due anni di iniziative e mobilitazioni del coordinamento contro l’inceneritore  fatte sul territorio hanno portato i comuni di Albano, Ariccia, Lanuvio, Castel Gandolfo e Ardea  – inizialmente favorevoli – a schierarsi contrari all’ impianto in maniera unanime e categorica. Gli uffici competenti della regione, a marzo 2008, hanno emesso una prima Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) negativa che, formalmente, bloccava ogni autorizzazione definitiva all’ impianto. La Asl locale, con un documento di poche settimane fa, ha preso posizione a riguardo ritenendo l’impianto incompatibile con la condizione  ambientale della zona. Si legge infatti che l’ inquinamento ambientale che produrrebbe l’inceneritore unito allo sfruttamento e inquinamento della falda acquifera – già drasticamente compromessa – lo rendono insostenibile per il territorio dei castelli romani.

Nonostante la ferma opposizione popolare più volte espressasi nelle piazze dei castelli romani; nonostante una prima VIA negativa all’ impianto del marzo 2008; nonostante la contrarietà dei comuni interessati e il parere contrario della Asl Rm H; nononstante l’ incenerimento sia nocivo per la salute e l’ambiente, non risolva il problema rifiuti ed esistano moltissime altre alternative all’incenerimento…

…il PD di Marrazzo e Di Carlo, la compagine industriale di Cerroni, AMA e ACEA sono riusciti a far approvare l’ impianto.

Ci sono riusciti modificando illecitamente la prima VIA, ottenendo così un parere “favorevole” nell’ ottobre 2008. Ci sono riusciti facendo approvare l’ impianto alla conferenza dei servizi lo scorso 20 aprile ignorando le preoccupanti osservazioni della Asl di Albano e  bypassandole con i pareri del dott. Perucci (epidemilogo di fiducia di Marrazzo, già autore delle autorizzazioni per la discarica e l’inceneritore di Malagrotta – sempre di proprietà del sig. Cerroni), ignorando le posizioni dei comuni e quelle delle popolazioni locali.

Fioca è stata comunque l’opposizione istituzionale che, nella sua debolezza, ha così favorito l’iter approvativo dell’impianto nocivo. La Asl locale infatti, nonostante la formale opposizione, il 20 aprile non si è presentata alla conferenza dei servizi, non potendo in questo modo sostenere la sua contrarietà. I comuni interessati hanno sempre sostenuto unicamente un’opposizione formale, atta solamente a garantire il consenso popolare. A tutti i sindaci è mancata la capacità di denunciare la vergogna e le contraddizioni strutturali dell’ impianto e mai, in ogni caso, è stata fatta una battaglia reale al fianco della popolazione per cercare di bloccare il progetto.

Noi, nonostante tutto questo, oggi come ieri, diciamo no a quest’impianto. Perché è inutile e dannoso, perché non risolve il problema rifiuti ma arricchisce solo le tasche di pochi politici e imprenditori, perché saccheggerà e danneggerà questo territorio e la salute di chi lo abita. Diciamo no a quest’impianto perché non lo vogliamo, come popolazioni che vivono  questa zona e vogliono autodeterminare le scelte sul proprio futuro, come “esperti” di gestione dei rifiuti, come persone che cercano di ridurre al minimo l’ impatto sulla natura e l’ambiente. Diciamo no a quest’impianto perché è contiguo alle logiche di produzione e consumo capitalistico dove l’ imperativo è “produci, consuma, butta!”, perché spreca preziose risorse che potrebbero invece essere riciclate e riutilizzate.

Dopo anni di lotte nelle piazze e nei tribunali, dopo aver ascoltato la voce e le promesse di tutti, oggi come ieri, quando abbiamo iniziato, quando avevamo tutti contro e nessuno ci ascoltava, crediamo ancora solo in noi stessi. Crediamo solo nella nostra capacità di autorganizzarci e determinare il nostro presente. Pensiamo che solo la forza del conflitto popolare sia in grado di fermare i padroni della devastazione ambientale, che solo la lotta dal basso e la partecipazione diretta siano in grado di fermare chi specula e avvelena ai danni di intere popolazioni e interi territori. Oggi come ieri pensiamo che questa battaglia non sia conclusa e sappiamo benissimo che l’esito del verdetto dipende tutto da noi e da quello che siamo in grado di mettere in campo.
Oggi come ieri non ci arrendiamo perché questa non è una lotta che siamo disposti a perdere!

Bloccheremo i lavori, bloccheremo questo scempio!

Coordinamento contro l’ inceneritore di Albano

www.noinceneritorealbano.it

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