Sciopero generale a Barcellona

18-spagna-018Se non sai se partecipare allo sciopero, se non puoi farlo, se vorresti farlo ma non sai con chi e né come, se credi che é da tempo che é arrivato il momento di convocare uno sciopero generale, e che, soprattutto, il tuo sciopero non é valido solo per un giorno…

Se sei precario, se sei disoccupato.

Se lavori senza contratto o non hai il permesso di soggiorno

Se ti hanno ridotto la pensione

Se sei stanco di pensare e temere che non avrai mai una casa né un lavoro…

Il 25 settembre é il giorno di chi non puó scioperare, prendiamo le strade….riprendiamoci la cittá…

Occupazione dell’edificio del “banco nacional de españa”, nel pieno centro della cittá catalana. Da tre anni vuoto e venduto a una immobiliaria, la quale avrebbe dovuto costruire gli appartamenti piú lussuosi e cari di tutta barcellona, peccato che l’anno scorso sia fallita!!

http://blip.tv/file/4166889

Sgombero del Banesto (banco español occupato il 25)

http://blip.tv/file/4183292

Corteo di plaza Catalunya

http://blip.tv/file/4181391

ALTRI VIDEO:

http://barcelona.indymedia.org/newswire/display/404512/index.php

Il bilancio è 33 arresti.

Comunicato dopo la repressione dello sciopero.

I recenti fatti avvenuti in Spagna durante il primo sciopero generale dell’era Zapatero indicano e confermano un forte stato di conflitto sociale determinato dalla poltica anticrisi di un governo che, seppur considerato in Europa uno dei pochi di sinistra, si é rivelato completamente intransigente nei confronti di chi dichiara e denuncia pubblicamente che il prezzo di questa crisi non la vuole pagare.

Il bilancio complessivo é di 43 arresti, di cui 5 attualmente confermati in stato di fermo, mentre, da quanto annunciato oggi dai Mossos d’esquadra (polizia autonomica catalana), ulteriori arresti sono previsti nei prossimi giorni.

Nei 4 giorni passati a Barcellona é nato un nuovo movimento, un movimento contrario al solito e ormai anacronistico e falso sciopero dei sindacati concertativi. Un movimento che partendo dalla domanda di che cosa significa scioperare quando il tasso di disoccupazione arriva al 26 %, interessando il 60 % dei giovani compresi tra 18 e i 35 anni, risponde con la scelta della ricerca di un denominatore comune tra tutti i soggetti che questa crisi la stanno subendo nel profondo. Un movimento che ribadisce il fondamentale concetto della non rappresentanza né sindacale e né tantomeno politica trasformando uno sciopero generale in uno sciopero sociale generalizzato.

Non é un caso la scelta della vecchia sede del banco nazionale spagnolo, nel pieno centro della cittá catalana, come luogo di aggregazione, come luogo di apertura di spazi di politicizzazione e azione trasversale, come luogo di una ricerca di tattiche e strategie comuni per collettivizare i problemi e per diffondere fermamente che barcollare perennemente tra precarietá e disoccupazione é un problema di tutti.

La forte reazione repressiva voluta dal consiglio degli interni catalano e attuata dai Mossos d’esquadra con l’intento di voler mascherare come “violenza” la leggitima rabbia per una situazione di constante ingiustizia, testimonia che questa é la strada giusta.

Violenza é lavorare per un salario di miseria e non arrivare a fine mese, violenza é minacciare i lavoratori che vogliono aderire ad uno sciopero contro una imminente riforma del lavoro che precarizzerá ancor piú le vite di tutti.

Solidarietá massima a tutti i compagni arrestati. Le lotte sociali non si arrestano.

É difficile pensarlo e imaginarlo, abbiamo perso l'abitudine...

Se non sai se partecipare allo sciopero, se non puoi farlo, se vorresti
farlo ma non sai con chi e né come,
se credi che é da tempo che é arrivato il momento di convocare uno
sciopero generale,
e che, soprattutto, il tuo sciopero non é valido solo per un giorno...

Se sei precario, se sei disoccupato
Se lavori senza contratto o non hai il permesso di soggiorno,
Se ti hanno ridotto la pensione,
Se sei stanco di pensare e temere che non avrai mai una casa né un
lavoro...

Il 25 settembre é il giorno di chi non puó scioperare, prendiamo le
strade....riprendiamoci la cittá...

http://blip.tv/file/4166889

Occupazione dell'edificio del "banco nacional de españa", nel pieno centro
della cittá catalana. Da tre anni vuoto e venduto a una immobiliaria, la
quale avrebbe dovuto costruire gli appartamenti piú lussuosi e cari di
tutta barcellona, peccato che l'anno scorso sia fallita!!

Precari: quelli senza pensione

33780_154012851301080_100000770991803_226984_7671919_nIl presidente dell’INPS Antonio Mastrapasqua ha finalmente risposto a chi gli chiedeva perché l’INPS non fornisce ai precari la simulazione della loro pensione futura come fa con gli altri lavoratori: “Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale”.

I precari, i lavoratori parasubordinati come si chiamano per l’INPS gli “imprenditori di loro stessi” creati dalle politiche neoliberiste, non avranno la pensione. Pagano contributi inutilmente o meglio: li pagano perché L’INPS possa pagare la pensione a chi la maturerà. Per i parasubordinati la pensione non arriverà alla minima, nemmeno se il parasubordinato riuscirà, nella sua carriera lavorativa, a non perdere neppure un anno di contribuzione.

L’unico sistema che l’INPS ha trovato per affrontare l’amara verità, è stato quello di nascondere ai lavoratori che nel loro futuro la pensione non ci sarà, sperando che se ne accorgano il più tardi possibile e che facciano meno casino possibile.

Non si può non notare come anche la politica taccia su questo scandalo, ma non ci si potrebbe attendere altrimenti, perché a determinare questo scandalo hanno contribuito tutti i partiti attualmente rappresentati in parlamento, nessuno escluso.

I precari, tenuti all’oscuro o troppo occupati a sopravvivere, difficilmente noteranno la dichiarazione di Mastropasqua al Corriere della Sera e i media sembrano proprio intenzionati a non rovinare loro la sorpresa. Proprio una bella sorpresa.

http://www.agoravox.it/L-Inps-nasconde-la-verita-sulle.html

Azione della Generazione Precaria all’INPS

http://roma.repubblica.it/cronaca/2010/10/15/foto/generazione_precaria-8097242/1/

Reclaim the money day

Dove sono i nostri soldi!

I cumuli sono vietati a pensionati, disoccupati e cassaintegrati. Per i precari altro che cumuli le pensioni non ci saranno mai.

Imponendo il divieto di cumulo anche ai distinti signori di seguito riportati, le casse pubbliche

risparmierebbero € 7.000.000.000,00

ALMENO 50.000 sono quelli che ricevono, oltre la pensione d’oro, altri soldi per consulenze ed incarichi!!

Giuliano AMATO pensione dal 1/1/1998 di € 22.151,10 mensili lordi (ex professore universitario) Incarico attuale: tra cui Presidente Enciclopedia Treccani, incarico Deutsche Bank.

Giuliano CAZZOLA pensione dal 1/4/2007 di € 11.445,04 mensili (ex dirigente pubblico) Incarico attuale: parlamentare, prolifico saggista in materia previdenziale.

Mario DRAGHI pensione dal 1/4/05 di € 14.843,56 mensili (ex dirigente pubblico) Incarico attuale: Governatore Banca d’Italia

Andrea MONORCHIO in pensione dal 1/7/2002 con € 19.051,51 (ex Ragioniere generale dello Stato) Incarico attuale: consulente Ministero Economia

Giorgio GUAZZALOCA pensione di 20.661,29 (ricongiunzione pagata 4.144,71) € mensili lordi dal 1/7/2009; attualmente consigliere comunale e membro dell’Antitrust

Sergio D’ANTONI pensione dal 1/4/2001 di € 8.595,74 mensili lordi (ex professore universitario); attualmente parlamentare PD

Renato Brunetta pensione dal 31/12/2009 di € 4.351,07 mensili (ex professore universitario); attualmente ministro per la P.A e l’Innovazione

Reclaim the money day

Dove sono i nostri soldi!

I cumuli sono vietati a pensionati, disoccupati e cassaintegrati. Per i precari altro che cumuli le pensioni non ci saranno mai.

Imponendo il divieto di cumulo anche ai distinti signori di seguito riportati, le casse pubbliche

risparmierebbero € 7.000.000.000,00

ALMENO 50.000 sono quelli che ricevono, oltre la pensione d’oro, altri soldi per consulenze ed incarichi!!

Giuliano AMATO pensione dal
1/1/1998 di € 22.151,10 mensili lordi
(ex professore universitario) Incarico attuale:
tra cui Presidente Enciclopedia Treccani,
incarico Deutsche Bank.

Giuliano CAZZOLA pensione dal
1/4/2007 di € 11.445,04 mensili (ex
dirigente pubblico) Incarico attuale:
parlamentare, prolifico saggista in materia
previdenziale.

Mario Draghi pensione dal

1/4/05 di € 14.843,56

mensili (ex dirigente pubblico)

Incarico attuale: Governatore

Banca d’Italia

Andrea MONORCHIO

in pensione dal 1/7/2002 con €

19.051,51 (ex Ragioniere

generale dello Stato) Incarico

attuale: consulente Ministero

Economia

Giorgio Guazzaloca

pensione di 20.661,29

(ricongiunzione pagata

4.144,71) € mensili lordi

dal 1/7/2009; attualmente

consigliere comunale e

membro dell’Antitrust

Sergio D’Antoni pensione dal

1/4/2001 di € 8.595,74 mensili

lordi (ex professore universitario);

attualmente parlamentare PD

Renato Brunetta pensione dal

31/12/2009 di € 4.351,07 mensili (ex

professore universitario); attualmente

mini-stro per la P.A e l’Innovazione

Canili Comunali: occupato l’assessorato al lavoro

canileRoma, 7 ottobre 2010 Questa mattina le lavoratrici e i lavoratori in lotta dei Canili Comunali di Roma, insieme ad attiviste e attivisti dei Movimenti Uniti Contro la Crisi della capitale, hanno presidiato l’Assessorato al Lavoro in via dei Cerchi, ottenendo rapidamente un incontro con l’assessore Bordoni. Un incontro determinante, intanto, per ottenere lo sblocco delle retribuzioni, non percepite da tre mesi: sblocco che assessore e Tesoreria comunale si sono impegnati a realizzare per lunedì 11 ottobre. Giorno nel quale si attiverà finalmente un tavolo con la stessa Tesoreria, l’Assessorato al Lavoro, il X Dipartimento, l’Ufficio Diritti Animali e il datore di lavoro Associazione Volontari Canili di Porta Portese, per avviare l’esame della richiesta di internalizzazione del servizio.
L’importante risultato della mobilitazione odierna segue il blocco dei licenziamenti ottenuto dalle lavoratrici e dai lavoratori del Canili a luglio, con la manifestazione unitaria dei Movimenti Contro la Crisi in Campidoglio. E’ la dimostrazione ulteriore dell’efficacia della cooperazione delle vertenze e delle lotte di lavoratori e precari che nella metropoli pagano il prezzo più alto della crisi. Proprio lunedì 11 ottobre, alle ore 17, presso l’ex cinema Volturno, le lavoratrici e i lavoratori dei Canili si ritroveranno con tutte e tutti coloro che insieme hanno animato l’appuntamento in Campidoglio di luglio scorso, da Trambus Open a Multiservizi alle Cooperative sociali ai movimenti di lotta per l’abitare agli spazi culturali ai Comitati per il reddito garantito, in un’assemblea pubblica che darà continuità alla convergenza delle mobilitazioni e lancerà la contestazione unitaria agli Stati Generali di Alemanno del 9 e 10 novembre, presenziati dal presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi.

Lavoratrici e lavoratori dei Canili Comunali in lotta
e Movimenti Uniti Contro la Crisi

29 Settembre. Occupato canile di Muratella.

Sui tetti i lavoratori e le lavoratrici dei canili comunali protestano per il mancato pagamento degli stipendi da oltre due mesi e per il loro futuro molto incerto.

I lavoratori e le lavoratrici dei Canili Comunali di Roma, non avendo avuto notizie certe e rassicuranti da parte dell’Amministrazione Comunale sul pagamento dei loro stipendi arretrati di oltre due mesi, intraprendono da oggi una protesta ancora più forte occupando il canile di Muratella e salendo sui tetti della struttura fino a quando il datore di lavoro, l’Associazione Volontari Canile di Porta Portese, non troverà una soluzione immediata che possa consentire l’erogazione di tutti gli stipendi arretrati.

I 113 lavoratori e lavoratrici che tuttora garantiscono, nonostante le gravi difficoltà, i servizi al pubblico e il benessere dei cani e dei gatti ospitati nella struttura, non sono più disposti a tollerare che venga calpestata la loro dignità e quella di tutti gli animali presenti nei canili.

CANILI DI ROMA: IL TEMPO DELL’ABBONDANZA E’ FINITO

MURATELLA, 28 Maggio. Grandi novità in canile, ieri 27 maggio c’è stata una riunione del direttivo (consiglio di amministrazione) di AVCPP (associazione che gestisce il servizio) nel quale è stato votato a maggioranza lo stato di crisi aziendale, nonostante una delegazione di lavoratori fosse presente per chiedere di tornare su questa decisione viste le conseguenza che questa porterà:

  • inizio procedure di licenziamento collettivo con la partenza di 101 lettere di licenziamento
  • inizio di una trattativa tutta al ribasso tra datore di lavoro, assessorato al lavoro della regione lazio, ente committente (comune di roma), e sindacati che si ritroverebbero senza nessun rapporto di forza in un tritacarne disposto solo a ridurre le spese e licenziare

I lavoratori hanno chiesto al presidente di AVCPP di fare un passo indietro, rinunciando alla convenzione e passare la palla al comune senza stabilire lo stato di crisi, ma è stato loro risposto che per mantenere il servizio sono disposti a tutto, anche a fare a meno dei lavoratori o gran parte di loro. Questa la sintesi della sintesi di una giornata lunghissima  ieri in canile..
I lavoratori che fanno? Incassato lo stato di crisi passano alle contromosse: per il 4 giugno hanno in programma una iniziativa dal titolo CRITICAL DOG “Il tempo dell’abbondanza è finito”. Dalle ore 16. Di seguito il manifesto.

manifestodefweb

GIOVEDI 13 MAGGIO ORE 16

CRITICAL DOG. PASSEGGIATA CRITICA CON I NOSTRI CANI

DA LGO ARGENTINA A PIAZZA DEL CAMPIDOGLIO

I 120 lavoratori del canile della Muratella denunciano a piena voce la situazione lavorativa in cui versano dall’insediamento della Giunta Alemanno: a scadenza regolare il Comune di Roma ritarda il pagamento della rata dovuta e il gestore dei canili (AVCPP), di conseguenza, ritarda, fino a tre  mesi, il pagamento degli stipendi.
Badare a oltre mille cani, gestire tutte le decine di emergenze che ogni giorno arrivano alla nostra attenzione è un lavoro impegnativo, continuo e totalizzante, che come lavoro, e non passione, deve essere trattato e retribuito. Pulire le gabbie, portare a spasso i cani con la pioggia o sotto il solleone, educare anche quelli con i temperamenti più difficili, cambiare le bende, sono attività che ognuno di noi ha intrapreso per passione e amore e che, con il tempo, sono diventati una professionalità. Conosciamo uno per uno tutti i cani e i gatti che sono ospitati nella struttura, quando trovano una casa li guardiamo andare via con ansia e gioia, come un genitore che vede il figlio, finalmente, partire per la sua strada indipendente, ci prendiamo cura di loro anche dopo, ci assicuriamo che siano trattati con lo stesso amore con cui noi li abbiamo trattati, per mesi o solo per giorni.
Tutto questo è ora considerato non significativo. L’AVCPP ci vede come un puro costo e, da mesi, ci tratta come tali. Ad alcuni di noi non è stato rinnovato il contratto di lavoro, gli altri sono ogni giorno trattati in modo tale da rendere allettante l’idea di abbandonare questa attività. Il Comune, dal canto suo, continua a ritardare una decisione in tal senso, parla di una nuova gara, di una nuova struttura amministrativa, di accorpamenti con altri enti, ma di tutto questo non si vede l’ombra.
La nostra proposta, illustrata nella conferenza stampa del 5 maggio scorso, è molto semplice: per il bene dei „nostri“ animali e per la tranquillità di chi di loro si occupa, la gestione del servizio pubblico deve rimanere bene comune di questa città, libero da speculazioni, privatizzazioni e tagli indiscriminati.
Il nostro modello di gestione  prevede il riconoscimento della professionalità che i lavoratori hanno acquisito in dieci anni di autoformazione e una presa di responsabilità diretta da parte del Comune di Roma, con l’internalizzazione dei 120 lavoratori che operano nelle tre strutture comunali, garantendo continuità occupazionale e, oltre tutto, un notevole risparmio economico per l‘amministrazione comunale.
DIAMO APPUNTAMENTO A TUTTI E A TUTTE LE CITTADINE DI QUESTA CITTA‘, AI LORO CANI E A TUTTI COLORO CHE VOGLIONO SOSTENERE LE LOTTE DEI LAVORATOR@ DEI CANILI COMUNALI A LARGO ARGENTINA GIOVEDI 13 MAGGIO ORE 16: CRITICAL DOG

Di  lavoro si muore perchè di precarietà si vive.

Le lavoratrici e i lavoratori  dei canili comunali

http://roma.repubblica.it/cronaca/2010/05/13/foto/minisindaci_centrosinistra-4044636/5/

canile_muratella_occupato (300 x 250)Roma, 5 maggio. Al canile di muratella si è tenuta una conferenza stampa che denuncia la situazione di lavoro, di vita che mette a rischio 119 posti di lavoro e il benessere di cani (e gatti). Il canile della Muratella paradossalmente è quello “meno disastrato”, le altre sedi sono in condizioni peggiori. Finora cadute nel vuoto le segnalazioni di Rls e sindacati
su salute e sicurezza dei luoghi di lavoro e in parte disattesi impegni e accordi sottoscritti con Comune di Roma, nella sostanziale indifferenza dell’associazione che gestisce il servizio in proroga e con affidamento diretto, cioè senza gara nonostante un’ammontare di circa 4 milioni di euro annui.

Oltre alla conferenza stampa, i lavoratori annunciano iniziative di mobilitazione in città a carattere “popolare”, come la “CRITICAL DOG” prevista per il 13 maggio fino al Campidoglio.

Il 19 maggio, alle 20.30 riunione pubblica su tutte le situazioni cittadine a rischio per appalti e affidamenti scaduti, precariato, ritardi e mancati pagamenti di salari e stipendi, stabilizzazioni.

Qui sotto il video e l’articolo apparso su La Repubblica:

http://tv.repubblica.it/roma/canile-di-roma-la-protesta-dei-lavoratori/46644?video

La nave dei folli tornerà davvero.

La nostra risposta ad un editoriale del 5/9/10 di Barbara Spinelli su La Stampa, dal titolo “La nave dei folli ritornerà

artegeniofollia_navedeipazzi“Quando il cavallo acquistò la sua forma definitiva era enorme e bello […] Marco Cavallo è una macchina teatrale. I matti non lo hanno costruito materialmente, non lo hanno mai toccato. Mentre cresceva la sua struttura in legno, mentre prendeva forma la cartapesta, mentre si plasmava la testa, i matti hanno costruito, senza mai toccare il cavallo, ripeto, qualcosa di più duraturo, di più indefinito. Il colore azzurro. La pancia piena di desideri, dall’orologio di Tinta al porto con le navi della giovinezza di Ondina, dalle tante Marie all’immancabile «fiasco de vin», dalla casa alle scarpe, al volo, al viaggio, alla corsa, all’amico, alla libertà.”

(da: “Non ho l’arma che uccide il leone. Storie dal manicomio di Trieste.”
Giuseppe Dell’Acqua)

Proviamo ad immaginare una narrazione che ci traghetti, in un tempo ed in uno spazio. Da sponda a sponda.

Una nave su cui imbarcare tutti i nostri sogni e desideri; tutte le nostre immaginazioni e analisi. Una stiva con molte storie di giovani e meno giovani, di migranti e nativi, di precarietà e diritti, di sfruttamento e ribellione, di partenza ed arrivo. Una nave dei folli.

Perhè la follia è il nostro stato per rivoltare la pazzia dello Stato fatto di politicanti e forti poteri imprenditoriali che con le parole descrivono un cielo sereno e celeste e che, in realtà, è solo un fondale che nasconde un buco nero: il futuro.

Ed è questa porzione temporale che non possiamo immaginare, semplicemente perchè si costruisce qui ed ora, nel presente.

E questo nostro presente è fatto di precarietà, di diffidenza, di battaglie collettive trasformate in grida solitarie; chi riesce con le unghie e con i denti a garantire diritti erosi giorno dopo giorno, parola dopo parola, ipocrisia dopo ipocrisia lo fa spesso nella solitudine, sotto la minaccia del tribunale e del manganello. Mentre le parole strumentali creano un sipario che nasconde le nostre vite.

Nasconde, dietro parole forgiate nel tempo del “moderno e post-industriale”, una tensione reazionaria, un ritorno agli ’50 (fate voi se del ‘900 o dell’800), senza reti né di salvataggio, né di solidarietà, né di lotta. Costruiscono paure sociali, capri espiatori su cui scaricare frustrazione quotidiane.

Ma la paura, quella vera, ce l’hanno loro: perdere il controllo, il profitto, il potere.

Per questo trasformano noi in pazzi che accettiamo di lavorare in condizioni di merda, con paghe irrisorie, spesso a rischio della vita stessa; noi che paghiamo affitti e mutui da capogiro; noi che facciamo ipotecare dal ghigno beffardo di qualche centinaio di amministratori delegati il sorriso di milioni di persone.

Ci trasformano in pazzi ancor più quando prendiamo parola, alziamo la testa, ci organizziamo. E a quel punto ci ospedalizzano, ci mettono in quarantena, ci rinchiudono perchè lontani dalla loro idea di democrazia e società civile.

Ed allora noi ci imbarchiamo: una nave dei folli che prendono in mano la propria condizione e rivendicano nuovi diritti. Costruiamo il nostro vascello che si allontanerà dai porti del capitale e dello sfruttamento ed approderà in un territorio di conflitto e rivendicazione. Sogni che si fanno forza collettiva e indipendenza. Battaglie reali che conquistano metro dopo metro un’uscita dalla crisi che il sistema neoliberista ha costruito e continua perpetrare e, soprattutto, che vuole farci pagare.

Affermiamo la nostra carnevalesca follia per sovvertire la natura mortifera di un sistema.

Regione Lazio. Polverini cancella il reddito minimo garantito

“Via il reddito minimo
il bilancio targato Polverini”

L’opposizione: tagliati i fondi per disoccupati, case popolari, ambiente
Nieri: “Il paradosso è che aumentano altre voci, dalla comunicazione alle fiere agricole”

di CHIARA RIGHETTI

"Via il reddito minimo  il bilancio targato Polverini"


“La manovra regionale azzera il reddito minimo garantito”. A lanciare l’allarme è Giulia Rodano: l’assestamento di bilancio, che comincerà domani l’iter in Commissione prima dell’approvazione definitiva entro il 7 agosto, “decurta di 17 milioni – spiega la consigliera Idv – il capitolo di spesa “Politiche per l’occupazione””. E azzera del tutto il fondo da 15 milioni di euro che avrebbe dovuto finanziare il cosiddetto “reddito di cittadinanza”: la legge voluta dalla giunta Marrazzo per garantire un piccolo stipendio ai disoccupati. “Mentre la crisi si acuisce – attacca Rodano – il centrodestra costringe il Lazio a non avvalersi di un ammortizzatore perlomeno utile, se non indispensabile, e senza prevedere un’alternativa”.

Ma nella manovra da un miliardo e 18 milioni messa a punto dall’assessore al Bilancio Stefano Cetica “non è questo è l’unico taglio al sociale – segnala il suo predecessore di Sel, Luigi Nieri – C’è un’altra voce che di fatto cancella il nostro piano decennale per la costruzione di nuove case popolari”. E i tagli, denuncia Nieri, arrivano “mentre si stanziano quasi 3 milioni di euro per la comunicazione, altrettanti per promuovere le fiere agroalimentari”. Sulle case popolari, a entrare nei dettagli è l’ex assessore Pd Mario Di Carlo: “Avevamo vincolato il 5% delle entrate del bollo auto a finanziare alloggi di edilizia sovvenzionata. Legare quei fondi al pagamento degli interessi dei mutui accesi per le case da costruire è solo apparentemente la stessa cosa: basta non costruire per ritrovarsi i soldi in cassa”. La somma così liberata, stima Di Carlo, “si aggira sui 36 milioni all’anno: immagino che l’attuale assessore quando se ne accorgerà farà fuoco e fiamme”.

Infine, denuncia il capogruppo dei Verdi Angelo Bonelli, “la stangata peggiore è quella sul trasporto pubblico locale, che perde oltre 400 milioni di euro. Ma la scure della Polverini si abbatte principalmente su Roma, con tagli che rischiano di portare al blocco il trasporto nella Capitale”. Effetto della manovra del governo? “Sì, ma altri tagli sono frutto di scelte precise: vengono azzerati i fondi – 10 milioni di euro – per le energie rinnovabili e la ricerca sull’idrogeno, settori considerati strategici in tutta Europa. E Polverini elimina anche la sicurezza stradale, con il taglio di ben 45 milioni sugli interventi di messa in sicurezza delle strade”. Enzo Foschi, Pd, si limita a una battuta: “La stessa maggioranza che presenta la “legge Tarzia” poi taglia di 1,5 milioni i fondi ai consultori: così quella riforma tanto strombazzata viene svuotata di contenuti”.

(28 luglio 2010)

L’Aquila a Roma. Un anno dopo il G8

sangue--180x140A 15 mesi dal terremoto e a 12 da quel G8 spostato in fretta e furia dalla Maddalena a l’Aquila, ‘epicentro del sisma del 6 aprile 2009, gli aquilani sono tornati a far sentire le proprie ragioni a Roma, manifestando per i propri diritti e per ottenere il giusto sostegno ad una vita sempre più precaria nonostante le new town e i proclami del governo sotto campagna elettorale. Pochi si sarebbero aspettati la reazione scomposta che il governo ha avuto, attraverso il braccio delle forze di polizia, caricando e manganellando e ferendo i manifestanti colpevoli solo di voler raggiungere i palazzi del potere per prendere parola. Ma questo atto di forza non ha indebolito la protesta che si è spostata nelle strade del centro della capitale guadagnandosi lo spazio che meritava. A qualche giorno di distanza, con le polemiche in corso per la gestione di piazza della polizia, ecco arrivare la stretta repressiva e il teorema secondo cui a guidare i disordini c’erano i centri sociali.

Sotto trovate l’evoluzione di questa vicenda, dalla convocazione della manifestazione al comunicato dei centri sociali che rivendicano il loro appoggio alle lotte de l’Aquila.

Appello de l’Aquila per una manifestazione a Roma il 7 luglio.

Scriviamo a tutte quelle persone, i movimenti, le associazioni, i collettivi che in questi 14 mesi di esistenza del nostro comitato e di un movimento spontaneo e dal basso che a L’Aquila prova a resistere, ci sono stati vicini e solidali, diffondendo le nostre denunce, sostenendoci, venendo qui nella nostra città a conoscere la realtà in cui viviamo.

Vi scriviamo perché, ancora una volta, abbiamo bisogno di tutt* voi. Il nostro territorio, tra mille difficoltà, ha saputo esprimere in questi mesi la ferrea volontà di non morire e resistere dando vita ad articolate e numerose forme di protesta e di proposta, dall’esperienza dei comitati cittadini al movimento delle carriole, dalle sperimentazioni di progettazione partecipata alle assemblee cittadine all’interno del Presidio Permanente di Piazza Duomo.

Questo nonostante una gestione dell’emergenza inedita in Italia che ha escluso in ogni modo la partecipazione delle persone dalla definizione del loro futuro imponendo scelte e modelli culturali che hanno ridefinito sotto i nostri occhi il territorio, favorendo lo spopolamento, la speculazione edilizia e lasciando tutti i problemi irrisolti, primo fra tutti la ricostruzione della nostra città, dei nostri borghi e di quella dei 59 comuni colpiti, mai iniziata. In più quello che qui si è costruito lo si è fatto in stato di emergenza ma in maniera definitiva e a proprio piacimento edilizio, inibendo – anche con dosi di assistenzialismo esagerate e concentrate – la ricostruzione sociale e culturale della comunità senza rispettare la sua autonomia e la capacità di autodeterminarsi dal basso.

Tra i primi abbiamo denunciato la trasformazione in atto della Protezione Civile che qui a L’Aquila, come in Campania per i rifiuti, ha sperimentato un modus operandi fatto di grandi appalti, grandi eventi e di scarsa o nessuna trasparenza, poi resa evidente dalle inchieste in corso, e grazie alla rete messa in piedi con altre realtà italiane abbiamo organizzato le mobilitazioni contro la sua trasformazione in una Società per Azioni.

L’articolo 39 inserito nella manovra finanziaria che il governo si appresta ad approvare è l’ennesima “mazzata” che il “Sistema Italia” riserva al nostro territorio. Ci si chiede di tornare a pagare le tasse, i mutui, le imposte dal 1° luglio 2010 e a restituire tutti i contributi che sono stati ad oggi sospesi in tempi brevissimi ed in modalità non chiare.

Ad oggi è per noi semplicemente impossibile far fronte a questa richiesta. Perché nel nostro territorio ci sono 16.000 persone che hanno perso o stanno perdendo il lavoro, e di questi migliaia sono cassaintegrati; Perché nulla è stato pensato o fatto dal governo e dalle varie strutture commissariali per favorire il rilancio dell’economia se escludiamo il ridicolo contributo di 800 euro per tre mesi erogato ai commercianti e agli artigiani, insufficiente perfino per pagare i debiti con i fornitori.

Non stiamo chiedendo particolari privilegi ma semplici diritti. Dopo il terremoto che ha colpito l’Umbria e le Marche le popolazioni terremotate hanno restituito le imposte sospese dopo 12 anni e solo al 40%.

Stiamo chiedendo una legge organica che stabilisca fondi e tempi certi per affrontare la ricostruzione. La popolazione già a giugno 2009 sapeva, quando ha contestato il decreto Abruzzo, che i fondi finora stanziati erano totalmente insufficienti. Ora anche le istituzioni locali ci vengono a dire che sono esauriti i fondi anche per coprire l’emergenza che non è ancora finita (come i soldi per gli alberghi dove sono costretti ancora in migliaia di aquilani, per il contributo di autonoma sistemazione di cui l’erogazione e ferma a gennaio o per la ristrutturazione degli immobili lievemente danneggiati).

Vogliamo uscire dalla continua incertezza dettata dal sistema delle ordinanze e delle proroghe all’ultimo minuto, vogliamo ricostruire e crediamo che questa non possa essere una battaglia solo di questo territorio.

E’ una lotta che ci riguarda tutti. L’aquila e i borghi colpiti sono di tutte le italiane e di tutti gli italiani, patrimonio collettivo del paese che non può permettersi di perderlo per abbandono o spopolamento.

Ci riguarda tutti perché il Modello L’Aquila è un tentativo di annullare la solidarietà, primo sintomo di un federalismo dell’egoismo che non possiamo permettere diventi prassi nel nostro paese.

L’Aquila non si arrende e prova a resistere. In oltre 20.000 il 16 giugno hanno attraversato le strade della città e occupato l’autostrada A 24 per due ore. La notizia è stata silenziata o censurata dai grandi media. Purtroppo siamo abituati ad una informazione che sul nostro territorio ha favorito la propaganda dando risalto alle migliaia di passerelle di politici e mondo dello spettacolo e ignorando sistematicamente le reali condizioni in cui viviamo.

Il 7 luglio, in occasione del voto sulla manovra, L’Aquila invaderà Roma. In questa occasione abbiamo bisogno di solidarietà vera. Quel tipo di solidarietà che non è fatta di carità e pietismo, ma di condivisione reale dei nostri problemi. Vorremmo avervi al nostro fianco tutte e tutti, con i colori nero-verdi che sono stati dati alla nostra città dopo il terremoto del 1703 (nero come il lutto, verde come la speranza di rinascita) perché il 7 luglio è il momento per urlare

IO STO CON L’AQUILA!

APPUNTAMENTO ore 10.00 Piazza Venezia – Roma

Agenzie sulle cariche della mattina del 7 luglio

TERREMOTO: MANIFESTANTI DELL’AQUILA TENTANO DI FORZARE BLOCCO FORZE DELL’  (Adnkronos) – I cittadini aquilani che stanno manifestando a Roma in piazza Venezia stanno tentando di superare con la forza il blocco di polizia e carabinieri che impedisce loro di accedere a via del Corso. Al momento, al grido «l’Aquila, l’Aquila» continuano a spingere, respinti dalle forze dell’ordine. I manifestanti vorrebbero raggiungere la sede della Camera e successivamente quella del Senato per protestare contro l’abbandono dell’Aquila dopo il terremoto e per chiedere soprattutto una legge organica per la ricostruzione, oltre alla protesta per il pagamento delle tasse che da dicembre i cittadini dovrebbero ricominciare a pagare al cento per cento. (Fei/Col/Adnkronos) 07-LUG-10

TERREMOTO: TAFFERUGLI A MANIFESTAZIONE AQUILANI A ROMA (ANSA) – ROMA, 7 LUG – Il corteo degli aquilani diretto a Montecitorio è stato bloccato dai mezzi blindati della polizia, messi di traverso all’imbocco di via del Corso. Ci sono stati tafferugli tra una cinquantina di manifestanti e le forze dell’ordine che attuano il blocco. Una ragazza lamenta di essere stata colpita accidentalmente al volto. Al momento i cinquemila aquilani sono concentrati in piazza Venezia, esibiscono i gonfaloni dei comuni presenti e fanno sentire la propria voce scampanellando e fischiando. (ANSA).

TERREMOTO: MANIFESTANTI AQUILANI CHIEDONO DI SUPERARE BLOCCO  (Adnkronos) – Sale la tensione alla manifestazione dei cittadini aquilani in corso a piazza Venezia, a Roma. Al momento il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente e il parlamentare aquilano Giovanni Lolli stanno trattando con alcuni funzionari di polizia per superare il blocco che le forze dell’ordine all’inizio di via del Corso. Nel frattempo i manifestanti premono con la forza il cordone di poliziotti per arrivare davanti alla Camera e continuare la loro protesta. «Siamo venuti fin qui per chiedere i nostri diritti e per farlo davanti al Parlamento – riferisce uno degli organizzatori del comitato aquilano 3.32- aspettiamo ancora un pò, sperando che ci facciano passare. Se ciò non dovesse accadere però siamo pronti a forzare il blocco e raggiungere piazza Montecitorio».

TERREMOTO: ACCORDO MANIFESTANTI E FORZE DELL’ORDINE, CORTEO AQUILANI VA VERSO LA CAMERA = Roma, 7 lug. – (Adnkronos) – Dopo una trattativa tra i manifestanti e le forze dell’ordine che impedivano loro di entrare in via del Corso per raggiungere la Camera in piazza Montecitorio, è stato rimosso il blocco e i manifestanti, quasi di corsa hanno cominciato a percorrere via del Corso al grido di «l’Aquila, l’Aquila». Al momento stanno percorrendo via del Corso con un coloratissimo corteo: su tutto spiccano i colori della città: nero e verde, due colori che per gli aquilani rappresentano lutto e speranza. Tantissimi i gonfaloni delle città del cratere, tanti gli slogan e le magliette con la scritta «Ricostruiamo l’Aquila e il suo territorio».

TERREMOTO: ROMA, SCONTRI TRA MANIFESTANTI AQUILANI E FORZE ORDINE, FERITO (Adnkronos) – Scontri tra i manifestanti aquilani e forze dell’ordine. Dopo che il corteo aveva superato il primo blocco delle forze di polizia, grazie a una trattativa con gli organizzatori e alcuni funzionari, i manifestanti sono stati nuovamente bloccati su via del Corso all’incrocio con via di Pietra. La tensione è salita nuovamente e ci sono stati scontri, in particolare sono state lanciate bottiglie piene di acqua e un ragazzo è stato ferito al volto ed è uscito dal corteo con il viso completamente sanguinante. Si cerca ora di far ritornare la calma, ma gli aquilani sono determinati a raggiungere piazza Montecitorio.

Agenzie dei giorni successivi

TERREMOTO: CONSAP, INGIUSTE ACCUSE A POLIZIA PER SCONTRI A ROMA = Roma, 9 lug. (Adnkronos) – «Le responsabilità degli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine avvenuti giorno 7 luglio a Roma durante il corteo degli aquilani sono stati determinati dalle provocazioni violente di noti elementi appartenenti all’area antagonista romana ed abruzzese come si evince dai video della Polizia Scientifica. Come al solito prima si spara a zero contro la polizia poi si minimizza e ci si dimentica dell’operato malpagato delle forze dell’ordine». Lo afferma, in una nota, il sindacato di Polizia Consap. «Ci spiace per i cittadini Aquilani pacifici che andrebbero ascoltati e soddisfatti, ma ancora una volta, purtroppo, a causa di elementi estranei e fomentatori che andrebbero isolati e non difesi, gli operatori delle forze dell’ordine vengono accusati , ingiustamenti, di aver caricato manifestanti inermi -affermano i segretari Provinciali Romani Incoronato e Russo- Nel quotidiano vengono feriti operatori di polizia durante servizi di ordine pubblico, che la polizia e le forze dell’ordine svolge con abnegazione, ai loro uomini e donne, che per pochi euro di accessorio, ed in particolare ai colleghi dei reparti mobili va tutta la nostra solidarietà e stima». (Sin/Zn/Adnkronos) 09-LUG-10 13:44 NNN


TERREMOTO: QUESTURA ROMA, DUE DENUNCE PER MANIFESTAZIONE AQUILANI
= PROMOTORE MANIFESTAZIONE E APPARTENENTE A CENTRO SOCIALE Roma, 12 lug. – (Adnkronos) – Una prima informativa predisposta dalla Digos contenente una ricostruzione dei fatti avvenuti a Roma, durante la manifestazione indetta dai Comitati dei terremotati della Provincia de L’Aquila è stata consegnata all’autorità giudiziaria. Lo precisa la Questura di Roma sottolineando che sono state segnalate due persone: il promotore della manifestazione e un appartenente al Csa di Roma La Strada. M.E. di 39 anni, promotore della manifestazione, è stato segnalato per inosservanza dei provvedimenti dell’autorità di Polizia, in quanto l’iniziativa si è svolta senza tenere conto delle modalità concordate. C.G. di 26 anni, noto antagonista romano appartenente al Csa La Strada, è stato segnalato all’autorità giudiziaria per i reati di violenza e resistenza a pubblico ufficiale e inosservanza dei provvedimenti dell’autorità di polizia. C.G., fa sapere la Questura di Roma, «noto antagonista romano» è stato più volte denunciato in occasione di manifestazioni non autorizzate. L’ultima denuncia risale all’ottobre scorso per i reati di violenza, resistenza a pubblico ufficiale e altro in occasione di tafferugli tra antagonisti e forze dell’ordine nel corso di una manifestazione contro i Cie. (segue) (Sod/Zn/Adnkronos) 12-LUG-10 15:04 NNN

Comunicato dopo le denunce.

SIAMO TUTTI AQUILANI: ERAVAMO IN PIAZZA E LO RIVENDICHIAMO

Questo è il Governo delle bugie. Sono grosse bugie che la questione aquilana sia stata affrontata; che tutto va bene; che chi si lamenta è soltanto un estremista che si contrappone al governo per motivi ideologici.

Ma queste bugie non sono passate. Perché a sbugiardare Berlusconi è scesa in piazza tutta l’Aquila. Ieri abbiamo visto la città. I sindaci, i lavoratori, i giovani, le donne. Persone che non hanno accettato di trasformare il dolore in rassegnazione, e che chiedono giustizia.

Immediatamente la questura e la destra hanno diramato il solito messaggio: i disordini sono stati provocati da alcuni giovani dei centri sociali. E adesso si sta costruendo un’ indagine ad arte finalizzata a confermare questo teorema, denunciando il promotore della manifestazione e un militante della centro sociale la strada ( cs aderente ad action) e preparando altre ingiustificate incriminazioni.

Noi c’eravamo. Abbiamo aderito fin da subito alla chiamata che gli aquilani hanno fatto a tutte le realtà italiane. Siamo scesi in piazza perché il problema degli aquilani riguarda tutti e rimanda al deficit di democrazia dell’era Berlusconiana. Eravamo dalla parte degli Aquilani, associazioni, centri sociali, reti di solidarietà, attivandoci al loro fianco per esprimere con loro, il nostro sdegno.

Il 7 mattina abbiamo assistito ad un bagno di Democrazia. E di questo il Governo ha avuto paura. Davanti a un sondaggio, alle dichiarazioni di Bersani o a un corteo rituale, Berlusconi non si scompone. Davanti alle persone arrabbiate, determinate e nel giusto, il governo è andato in tilt e ha mostrato il suo volto autoritario, giungendo ad avere un atteggiamento degno di una dittatura.

Ha manganellato i cittadini e gli istituzionali aquilani che chiedevano di manifestare liberamente. Denunciando le dichiarazioni della questura di roma, come bieco tentativo di distrarre l’opinione pubblica dalle vere responsabilità, diffidiamo la magistratura a non indagare altri che non siano berlusconi, bertolaso e i soliti speculatori.

Quello di ieri è un modello. Occorre invadere il centro di Roma, chiedere giustizia. E chiunque, da ogni parte d’Italia intenda farlo per rivendicare diritti e dignità ci troverà al suo fianco.

TERREMOTO: MANIFESTANTI DELL'AQUILA TENTANO DI FORZARE BLOCCO FORZE DELL'
TERREMOTO: MANIFESTANTI DELL'AQUILA TENTANO DI FORZARE BLOCCO FORZE
DELL'ORDINE = Roma, 7 lug. - (Adnkronos) - I cittadini aquilani che stanno
manifestando a Roma in piazza Venezia stanno tentando di superare con la
forza il blocco di polizia e carabinieri che impedisce loro di accedere a
via del Corso. Al momento, al grido «l'Aquila, l'Aquila» continuano a
spingere, respinti dalle forze dell'ordine. I manifestanti vorrebbero
raggiungere la sede della Camera e successivamente quella del Senato per
protestare contro l'abbandono dell'Aquila dopo il terremoto e per chiedere
soprattutto una legge organica per la ricostruzione, oltre alla protesta
per il pagamento delle tasse che da dicembre i cittadini dovrebbero
ricominciare a pagare al cento per cento. (Fei/Col/Adnkronos) 07-LUG-10
11:04 NNN
FINE DISPACCIO 

TERREMOTO: TAFFERUGLI A MANIFESTAZIONE AQUILANI A ROMA
CRO S0B S43 QBXB TERREMOTO: TAFFERUGLI A MANIFESTAZIONE AQUILANI A ROMA
(ANSA) - ROMA, 7 LUG - Il corteo degli aquilani diretto a Montecitorio è
stato bloccato dai mezzi blindati della polizia, messi di traverso
all'imbocco di via del Corso. Ci sono stati tafferugli tra una cinquantina
di manifestanti e le forze dell'ordine che attuano il blocco. Una ragazza
lamenta di essere stata colpita accidentalmente al volto. Al momento i
cinquemila aquilani sono concentrati in piazza Venezia, esibiscono i
gonfaloni dei comuni presenti e fanno sentire la propria voce
scampanellando e fischiando. (ANSA). Y12-AB/SAF 07-LUG-10 11:21 NNN
FINE DISPACCIO 

TERREMOTO: MANIFESTANTI AQUILANI CHIEDONO DI SUPERARE BLOCCO
TERREMOTO: MANIFESTANTI AQUILANI CHIEDONO DI SUPERARE BLOCCO = Roma, 7
lug. - (Adnkronos) - Sale la tensione alla manifestazione dei cittadini
aquilani in corso a piazza Venezia, a Roma. Al momento il sindaco
dell'Aquila Massimo Cialente e il parlamentare aquilano Giovanni Lolli
stanno trattando con alcuni funzionari di polizia per superare il blocco
che le forze dell'ordine all'inizio di via del Corso. Nel frattempo i
manifestanti premono con la forza il cordone di poliziotti per arrivare
davanti alla Camera e continuare la loro protesta. «Siamo venuti fin qui
per chiedere i nostri diritti e per farlo davanti al Parlamento -riferisce
uno degli organizzatori del comitato aquilano 3.32- aspettiamo ancora un
pò, sperando che ci facciano passare. Se ciò non dovesse accadere però
siamo pronti a forzare il blocco e raggiungere piazza Montecitorio».
(Fei/Col/Adnkronos) 07-LUG-10 11:39 NNN
FINE DISPACCIO 

TERREMOTO: ACCORDO MANIFESTANTI E FORZE DELL'ORDINE, CORTEO AQUILANI VA V
TERREMOTO: ACCORDO MANIFESTANTI E FORZE DELL'ORDINE, CORTEO AQUILANI VA
VERSO LA CAMERA = Roma, 7 lug. - (Adnkronos) - Dopo una trattativa tra i
manifestanti e le forze dell'ordine che impedivano loro di entrare in via
del Corso per raggiungere la Camera in piazza Montecitorio, è stato rimosso
il blocco e i manifestanti, quasi di corsa hanno cominciato a percorrere
via del Corso al grido di «l'Aquila, l'Aquila». Al momento stanno
percorrendo via del Corso con un coloratissimo corteo: su tutto spiccano i
colori della città: nero e verde, due colori che per gli aquilani
rappresentano lutto e speranza. Tantissimi i gonfaloni delle città del
cratere, tanti gli slogan e le magliette con la scritta «Ricostruiamo
l'Aquila e il suo territorio». (Fei/Zn/Adnkronos) 07-LUG-10 11:40 NNN
FINE DISPACCIO 

TERREMOTO: ROMA, SCONTRI TRA MANIFESTANTI AQUILANI E FORZE ORDINE, FERITO
TERREMOTO: ROMA, SCONTRI TRA MANIFESTANTI AQUILANI E FORZE ORDINE, FERITO
GIOVANE = Roma, 7 lug. - (Adnkronos) - Scontri tra i manifestanti aquilani
e forze dell'ordine. Dopo che il corteo aveva superato il primo blocco
delle forze di polizia, grazie a una trattativa con gli organizzatori e
alcuni funzionari, i manifestanti sono stati nuovamente bloccati su via del
Corso all'incrocio con via di Pietra. La tensione è salita nuovamente e ci
sono stati scontri, in particolare sono state lanciate bottiglie piene di
acqua e un ragazzo è stato ferito al volto ed è uscito dal corteo con il
viso completamente sanguinante. Si cerca ora di far ritornare la calma, ma
gli aquilani sono determinati a raggiungere piazza Montecitorio.
(Fei/Col/Adnkronos) 07-LUG-10 11:40 NNN
FINE DISPACCIO

Un tuffo nel vuoto. Dossier Mondiali Roma 2009

04

Cosa accade quando i territori vengono sfruttati.

MONDIALI DI NUOTO ROMA 2009. CRONACA DI UNA SPECULAZIONE ANNUNCIATA. UN PROGETTO CALATO DALL’ALTO, NESSUNA PARTECIPAZIONE DA PARTE DEI CITTADINI. EPPURE QUALCUNO L’AVEVA DETTO. ECCO COSA SUCCEDE QUANDO I TERRITORI SONO TERRA DI CONQUISTA E NON PROGETTO CONDIVISO.

Qui sotto trovate l’anteprima del pdf per sfogliare il dossier e scaricarlo. Di seguito invece trovate l’introduzione testuale del dossier.

Guarda il servizio del TG3 del 5/8/10

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Intro.

Cosa accade quando i territori vengono sfruttati, saccheggiati, strumentalizzati ?

Cosa accade quando si costruiscono cattedrali nel deserto promettendo ristrutturazioni e migliorie per la cittadinanza?

Cosa accade quando i promotori, i costruttori, che ne hanno tratto vantaggio, e chi dovrebbe gestire finisce sotto inchiesta per tangenti; se poi tutte queste persone, nella città di Roma, appartengono tutti ad una rete che unisce rappresentanti politici, imprenditori, malavita organizzata e settori dell’estrema destra, che cosa accade?

Molto spesso nulla.

Ma , in alcuni casi, un tessuto sociale multiforme, eterogeneo ed attivo si mobilita, si informa ed informa il resto dei cittadini e delle cittadine; in poche parole si indigna e richiede i propri diritti, si riappropria del suo territorio.

Noi siamo donne e uomini, , precari, studenti attivisti che vivono nell’XI municipio e, nello specifico, guardano con attenzione quello che succede nella zona di Valco S.Paolo, dove più di un anno fa iniziavano i lavori di una piscina per i mondiali di nuoto, svolti a Roma a Luglio 2009.

Quell’opera ha trasformato la fisionomia dell’ansa del Tevere, con una vocazione naturale al verde. Ha costruito cemento su cemento. Noi, riuniti in un comitato territoriale insieme ad altre associazioni e cittadini, 2 anni fa, abbiamo impedito che lo scempio fosse ancora più grande; ci siamo mobilitati e ci siamo battuti perché in quell’area fossero costruiti anche delle aree verdi, dei giochi per bambini, che uno spazio fosse riqualificato per gli abitanti del territorio. Ma soprattutto avevamo chiesto ed ottenuto che non fosse distrutta la possibilità di costruire un possibile parco del Tevere.

Inoltre avevamo avuto garanzie che la piscina sarebbe stata impostata nella sua gestione per il soddisfacimento dei bisogni del territorio.

A distanza di 8 mesi dal mondiale dobbiamo tristemente prendere atto dello stato dei fatti.

Ad oggi i lavori per l’area verde non sono stati minimamente attivati e, probabilmente, non lo saranno.

La strada che hanno costruito è un piccolo circuito automobilistico che non ha certo l’accoglienza per le passeggiate dei cittadini, che siano piccoli o grandi.

Ma, soprattutto, la piscina è stata usata 20 giorni a Luglio e, da allora, è stata chiusa ed abbandonata.

Uno spazio vuoto, in parte incompleto, che rimane a simbolo di uno spreco di soldi pubblici, dei nostri soldi. Come in passato (ricordate Italia’90?) nuove cubature di cemento vengono costruite e i soliti noti ci si arricchiscono.

Quello che segue è una raccolta di documenti ed articoli di giornale che provano a raccontare una storia lunga un anno e mezzo, con un triste epilogo, di cui avevamo avuto sentore sin dall’inizio.

Un tempo strettissimo e striminzito in cui la giunta di centro sinistra ha deciso di fare i lavori e la giunta del centro destra li ha attivati con modalità decisamente discutibili. Quindi, tutti hanno le proprie responsabilità.

Ma questo piccolo dossier non serve solo a denunciare lo stato attuale ma, bensì, a rilanciare e a rivendicare!

Vogliamo infatti che la piscina sia completata e messa in funzione come spazio popolare e dunque ai prezzi delle piscine comunali. Ovvero che sia data la possibilità a chi vive questo territorio, chi lo attraversa quotidianamente per lavoro o per studio, di usufruire di uno spazio affinché possa vivere uno sport per tutti/e che significa avere prezzi popolari, fuori dalle logiche della speculazione e libero dai diktat dello sport per soli professionisti.

Inoltre vogliamo che vengano ultimati i lavori dell’area verde in carico al Comune, per garantire uno spazio di socialità e possibilità di accedere ad una area verde, a partire dai bambini.

Vogliamo che ci venga restituito il nostro territorio e che vengano garantiti i nostri diritti.

Irrompiamo sul bilancio. Presentiamo il conto ad Alemanno!

Layout 115 luglio. Manifestazione in Campidoglio. (vedi le foto)

Iniziativa di lancio Fontana di Trevi:

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Ancora una volta assistiamo ad un balletto mediatico attorno ad una manovra finanziaria che si vorrebbe far passare per una necessità da digerire in silenzio, proprio mentre colpisce inesorabilmente e nuovamente i servizi sociali ed i circuiti delle cultura indipendente e di base, penalizza il mondo del lavoro e della cooperazione, dimentica ed aggrava l’emergenza abitativa investendo sull’idea di una “città vetrina”, sulla politica dei cosiddetti grandi eventi (grandi per chi?), scommettendo ancora una volta sulla rendita immobiliare ed il consumo di suolo.

Anche i progetti di housing sociale che si vuole, con una tempistica furbesca, associare alla discussione sul bilancio, non solo sono, in realtà, lontani a venire, ma prevedranno case ancora troppo costose che non serviranno ad affrontare e risolvere l’emergenza profonda in cui stanno vorticosamente cadendo tutti i settori sociali colpiti dalla crisi. In un contesto nel quale l’impatto della crisi nel 2009 classifica Roma come la capitale della precarietà in Italia, dove la precarizzazione del mercato del lavoro colpisce soprattutto le giovani precarie generazioni strette tra contratti a termine, stage, lavori intermittenti e disoccupazione giovanile con i tassi più alti d’Europa.

Le parole spese da Alemanno sono simili a quelle usate da Berlusconi, con il termine “sacrifici” che risuona come un tetro presagio insieme ad una generica e mediatica attenzione verso le famiglie e le fasce sociali deboli. La falsità di queste argomentazioni è evidenziata non solo dalla lettura del bilancio (fatti), ma soprattutto dal susseguirsi di iniziative che investono come controparte il Comune di Roma in questi giorni: le maestre d’asilo, gli operatori sociali, i lavoratori dei canili comunali, i movimenti per il diritto all’abitare, le reti sociali per i beni comuni e per la difesa dell’ambiente, le associazioni e gli spazi sociali che producono cultura indipendente, e tanto altro, spesso oscurato dalla cappa mediatica che sindaco dopo sindaco continua sempre più ad avvolgere la nostra città. Rivendicazioni e lotte unite da un unico filo conduttore: la denuncia che gli “sprechi” vanno cercati nelle consulenze pagate a peso d’oro, ne tanti soldi dispersi in mani amiche, nelle ruberie di una classe politica ormai in buona parte completamente asservita agli interessi privati; l’urlo collettivo di chi si rifiuta di pagare ancora una volta il prezzo salato della loro crisi.

Proprio il “Bilancio Lacrime e Sangue” che il primo cittadino della capitale vuole propinarci, al rovescio, può rappresentare l’occasione di unire i tanti percorsi che dal basso si articolano, costruendo lotte ed agitando le acque della metropoli che quotidianamente attraversiamo e viviamo. Insieme possiamo smontare lo stile “piacione” che il sindaco ha utilizzato anche nella presentazione video ai cittadini – da novello Goebbels – , per aprire un contenzioso e una vertenza generalizzata sull’impostazione stessa della politica economica dell’amministrazione, mettendo in discussione a partire da questa, l’idea di città che ancora una volta si vuole disegnare e far passare sulle nostre teste.

Possiamo iniziare così a tracciare un percorso che ci porti ad uscire dal vortice della crisi, mettendo all’angolo gli interessi privati e speculativi, riconquistando al contrario una nuova sfera di diritti sociali e di cittadinanza per tutti/e.

La stagione delle “grandi opere” verso le Olimpiadi del 2020 sarà definita economicamente ed urbanisticamente opponendo la “necessità” di tenuta della rendita ai nostri bisogni, alle nostre lotte ed ai nostri desideri. Opponiamo noi, allora, la nostra fame di diritti, di cultura libera ed indipendente, di qualità della vita, al loro bilancio ed alla loro idea di città. Conquistiamo insieme, gettando il cuore oltre l’ostacolo, reagendo, un’altra idea di città libera dal cemento e dalle privatizzazioni, dagli sfratti e dalle dismissioni, dai licenziamenti e dall’emergenza abitativa, dalla precarietà.

Incontro Pubblico per costruire la manifestazione in Campidoglio martedì 6 Luglio ore 18.00 presso Volturno occupato.

PRESENTIAMO IL CONTO AD ALEMANNO

GIOVEDI 15 LUGLIO ORE 16

MANIFESTAZIONE IN CAMPIDOGLIO

Movimenti per il Diritto all’Abitare (Coordinamento Cittadino di Lotta per la Casa, Blocchi Precari Metropolitani, Comitato Obiettivo Casa), Operatori

Sociali in Lotta, Lavoratori e Lavoratrici dei Canili Comunali, Coordinamento Lavoratori Autoconvocati, Comitato “Riapriamo il Teatro del Lido”, Cine-teatro “Volturno Occupato”, Generazione Precaria, L.o.a. Acrobax, Collettivo l’Officina, Laboratorio Sociale la Talpa, Multivercity, Non Bruciamoci il Futuro, USB, Usi-Ait, Confederazione Cobas, Rete Romana Contro la Crisi.

Aderiscono: Coordinamento Provinciale Sinistra Ecologia e Libertà, Federazione della Sinistra, Sinistra Critica

Riprova, sarai più fortunato. Ma siamo proprio liberi di scegliere?

lescelteLa precarietà giovanile nel tempo della crisi

24 giugno presso la facoltà di Architettura di Roma Tre

Nelle ultime settimane siamo stati definiti Generazione NEET (ne’ studio ne’ lavoro e ne’ formazione), bamboccioni, mammoni e nullafacenti coperti dal welfare familiare attraverso un’operazione di mistificazione dei dati pubblicati dal Rapporto annuale a cura dell’Istat e di altri enti di ricerca.

Dietro i nuovi stereotipi e le ridicole banalizzazioni si cela una condizione materiale che parla di precarietà, lavoro nero e disoccupazione giovanile con i tassi più alti d’Europa : Il 30% dei giovani tra i 18 e i 25 anni è disoccupato. Il confronto con il resto dei paesi europei rileva la necessità di riflettere sul tema della redistribuzione della ricchezza, così quello delle politiche di welfare e delle forme di protezione sociale. l’Italia e la Grecia sono gli unici due paesi in Europa a non avere nessuna forma di protezione sociale e di sostegno al reddito.

Quando non si trova un lavoro a progetto, intermittente o occasionale ci si immerge nel grande universo degli stage, una recente ricerca dell’Isfol sottolinea che siamo diventati una “nazione di stagisti seriali” con il 19% dei giovani precari che si è ritrovato a farne almeno tre, naturalmente senza nessun rimborso spese o retribuzione. Riprova, sarai più fortunato sembra lo slogan annunciato mentre sorridendo, ci danno una pacca sulla spalla. Infatti soltanto il 2% degli stage arriva ad avere una stabilizzazione contrattuale.

Nella Roma capitale della precarietà giovanile incontro-dibattito tra le realtà universitarie e le reti metropolitane per rilanciare dei percorsi comuni contro i processi di precarizzazione che invadono le nostre vite. Sono invitati a partecipare: stagisti, ricercatori precari, studenti, precari dell’abitare, liberi pensatori, attivisti, le generazioni precarie ect

24 giugno presso la facoltà di Architettura di Roma Tre> via Aldo Manunzio n 72, ex Mattatoio Testaccio- Aula Quadrio Pirani

Dalle 16: proiezione del Contest di fotografia “Raccontare la crisi inizia da uno sguardo” dedicato ad Antonio Salerno Piccinino.

16.30: assemblea pubblica

Promuovono: Multivercity, Generazione Precaria, Loa Acrobax, Festival Indipendente di fotografia Occhirossi, Comitato contro le morti sul lavoro (Roma)

Link:

http://multivercity.weebly.com,

Indipendenti.eu,

nomortilavoro.noblogs.org,

http://occhirossifestival.org/

Quando i diritti volano più alti dei grattacieli

DSCN7858Roma, 11 giugno. Questa mattina movimenti e comitati si sono rimessi in cammino intervenendo con una colorita manifestazione ad un convegno della Festa dell’Architettura in corso al MACRO. L’ennesimo convegno, per discutere il futuro di Roma. Per dare logica e lustro alle mirabilianti uscite del Sindaco di Roma (“Basta con il tabu dei grattacieli”) e soprattutto ai suoi desideri ormai non più tanto nascosti: servire ancora una volta Roma su un piatto d’argento al gran banchetto della rendita e della speculazione; s-vendere la città e le sue risorse nel grande circo globale: la Fiera del cemento è ripartita. Dove sono finiti i reali problemi della città e delle periferie? Come decidere come e cosa realizzare? Ma soprattutto: per chi?
Per questo comitati e movimenti questa mattina si sono rimessi in cammino per dire ad architetti ed urbanisti che non si può essere complici di nuovi scempi, né nascondersi dietro dorate conferenze.

Per ulteriori informazioni: coordinamento.info | abitarenellacrisi.noblogs.org

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Roma, 11 giugno. Questa mattina movimenti e comitati si sono rimessi in cammino intervenendo con una colorita manifestazione ad un convegno della Festa dell’Architettura in corso al MACRO. L’ennesimo convegno, per discutere il futuro di Roma. Per dare logica e lustro alle mirabilianti uscite del Sindaco di Roma (“Basta con il tabu dei grattacieli”) e soprattutto ai suoi desideri ormai non più tanto nascosti: servire ancora una volta Roma su un piatto d’argento al gran banchetto della rendita e della speculazione; s-vendere la città e le sue risorse nel grande circo globale: la Fiera del cemento è ripartita. Dove sono finiti i reali problemi della città e delle periferie? Come decidere come e cosa realizzare? Ma soprattutto: per chi?
Per questo comitati e movimenti questa mattina si sono rimessi in cammino per dire ad architetti ed urbanisti che non si può essere complici di nuovi scempi, né nascondersi dietro dorate conferenze.DSCN7858

Roma, 11 giugno. Questa mattina movimenti e comitati si sono rimessi in cammino intervenendo con una colorita manifestazione ad un convegno della Festa dell’Architettura in corso al MACRO. L’ennesimo convegno, per discutere il futuro di Roma. Per dare logica e lustro alle mirabilianti uscite del Sindaco di Roma (“Basta con il tabu dei grattacieli”) e soprattutto ai suoi desideri ormai non più tanto nascosti: servire ancora una volta Roma su un piatto d’argento al gran banchetto della rendita e della speculazione; s-vendere la città e le sue risorse nel grande circo globale: la Fiera del cemento è ripartita. Dove sono finiti i reali problemi della città e delle periferie? Come decidere come e cosa realizzare? Ma soprattutto: per chi?
Per questo comitati e movimenti questa mattina si sono rimessi in cammino per dire ad architetti ed urbanisti che non si può essere complici di nuovi scempi, né nascondersi dietro dorate conferenze.DSCN7858

Roma, 11 giugno. Questa mattina movimenti e comitati si sono rimessi in cammino intervenendo con una colorita manifestazione ad un convegno della Festa dell’Architettura in corso al MACRO. L’ennesimo convegno, per discutere il futuro di Roma. Per dare logica e lustro alle mirabilianti uscite del Sindaco di Roma (“Basta con il tabu dei grattacieli”) e soprattutto ai suoi desideri ormai non più tanto nascosti: servire ancora una volta Roma su un piatto d’argento al gran banchetto della rendita e della speculazione; s-vendere la città e le sue risorse nel grande circo globale: la Fiera del cemento è ripartita. Dove sono finiti i reali problemi della città e delle periferie? Come decidere come e cosa realizzare? Ma soprattutto: per chi?
Per questo comitati e movimenti questa mattina si sono rimessi in cammino per dire ad architetti ed urbanisti che non si può essere complici di nuovi scempi, né nascondersi dietro dorate conferenze.