Nel decennale dell’assassinio di Dax

16 MARZO 2013: CORTEO NAZIONALE ANTIFASCISTA E ANTICAPITALISTA

 

16 MARZO 2003: LA NOTTE NERA DI MILANO. I fascisti accoltellano a morte Davide Cesare, detto Dax. Subito dopo la polizia ed i carabinieri picchiano a sangue gli amici ed i compagni accorsi all’ospedale San Paolo per avere sue notizie. Squadrismo fascista e brutalità poliziesca.
Lame e manganelli.

MARZO 2013: nel decimo anniversario dell’assassinio di Dax, ucciso perché militante antifascista, Milano si prepara a ricordare i fatti della notte nera e a opporsi ad ogni tentativo di rigurgito fascista, con una tre giorni di controinformazione, lotta, musica e sport popolare.

15 MARZO, GIORNATA INTERNAZIONALE: dibattito e confronto fra esperienze di diversi paesi, perchè la solidarietà è un’arma contro chi ci governa e reprime. Interverranno Antifascist Network of South Athens, Jabalia Youth Activity Center Gaza, Marcha Patriottica Colombia, Antifascisti
Russi.

16 MARZO, CORTEO NAZIONALE: le lotte sociali attraverseranno Milano per ricordare Dax, contro la repressione, e per affermare il valore dell’antifascismo e dell’anticapitalismo come filo conduttore contro un modello di sviluppo economico neoliberista . Per questo si darà visibilità alla lotta per la casa, alla lotta studentesca, allo sport popolare.

17 MARZO, SPORT POPOLARE: giornata di attività sportive, interamente promosse, gestite e praticate dal basso. Perché è importate riappropriarsi e concepire lo sport come pratica sociale sempre aperta e percorribile da chiunque ne abbia la volontà.

Contro il fascismo, da sempre schierato a difesa degli interessi delle classi dominanti. Contro il capitalismo, responsabile dello sfruttamento e dell’oppressione che attanaglia il pianeta. Un modello in crisi endemica da abbattere dalla fondamenta, per costruire un’alternativa basata su giustizia sociale, solidarietà e rispetto di tutti gli esseri viventi.

16 MARZO 2013: DAX VIVE NELLE LOTTE DEL PRESENTE.

NELLA MILITANZA ANTIFASCISTA E ANTICAPITALISTA.

UNITI SI VINCE!

INFOPULLMAN SOLO PER GIORNATA CORTEO:  3333666713 – COSTO 30€ DA ROMA

Manifesto delle iniziative a sostegno delle spese per i pullmann: http://www.facebook.com/events/475632285819330/# [1]
www.daxvive.info [2]

I compagni e le compagne di Dax

Links:
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[1] http://www.facebook.com/events/475632285819330/
[2] http://www.daxvive.info/

Primo sciopero nazionale dei giornalisti precari

PARTE DA L’UNITA’ IL PRIMO SCIOPERO NAZIONALE DEI GIORNALISTI PRECARI, ERRORI DI STAMPA AL FIANCO DEI COLLEGHI

 

Che il rispetto dei diritti dei lavoratori fosse stato sacrificato anche sull’altare delle politiche della cosiddetta sinistra, purtroppo, era un’evidenza ormai da troppo tempo.

Ma se anche un quotidiano come l’Unita’ perde ormai ogni scrupolo, e arriva a non pagare per sette mesi le decine di collaboratori sparsi nello stivale, lo scenario è davvero compromesso.
Il quotidiano fondato da Gramsci, il quotidiano che nella sua linea editoriale continua a raccontare la precarietà di un’intera generazione, si comporta oggi esattamente come il più meschino degli imprenditori: non riconosce il lavoro dei giornalisti precari, li chiama ‘fornitori’, risponde picche al tavolo delle trattative e si affida a un amministratore delegato sordo all’assurda pretesa dei giornalisti di essere pagati per il proprio lavoro.
I giornalisti che ancora non si arrendono e che per quel quotidiano si ostinano a lavorare, invece, tengono alto il glorioso nome della testata e, per la prima volta, con l’appoggio della redazione, danno vita ad uno sciopero nazionale della massa degli invisibili dell’informazione. Uno sciopero che coinvolge dal più giovane al più anziano dei precari, chi ha scritto pochi pezzi e chi da dieci anni combatte contro la deriva precarizzante dei padroni della testata.
Uno sciopero che non può non accendere i riflettori anche sull’insostenibile situazione dei precari storici del giornale, firme ormai note a tutti i lettori, dopo anche dieci anni di stabile precarietà.
Per questo “Errori di stampa”, coordinamento dei giornalisti precari di Roma, appoggia lo sciopero delle firme precarie del giornale, che si sono riunite dalla Sicilia al Piemonte e hanno deciso di incrociare le braccia, dopo mesi e mesi passati prima a non credere ai propri occhi e poi a cercare di trattare con la proprietà per ottenere i sacrosanti compensi per il loro lavoro.
Siamo con loro e con tutte le altre redazioni che, come auspichiamo, vorranno seguire l’esempio dei giornalisti de l’Unità.

Intanto, ingenui e ostinati, non perdiamo la speranza che il direttore del giornale, prima o poi, firmi un servizio sui numeri del precariato giornalistico. Per i precari all’interno del giornali di Gramsci, invece, ci accontenteremmo anche di un boxino.

http://erroridistamparm.blogspot.it/2012/10/parte-da-lunita-il-primo-sciopero.html

Agorà99

Introdurre e proporre la presentazione del prossimo meeting che si terrà a Madrid dall’1 al 4 novembre significa, continuare un ragionamento aperto su quell’orizzonte di conflitto che nei territori europei si sta dando ormai da parecchi mesi. Le cartoline e le immagini che intravediamo da lontano nei paesi limitrofi al nostro evidenziano come impulsi di originalità, che stanno pervadendo e contaminando esponenzialmente lo scenario politico, fa della cooperazione sociale in lotta, un’anima viva contro la governance europea dominato dalla Troika.

La peculiare ondata di movimento in Grecia, da sempre caratterizzata da un’inconfutabile opposizione sociale contro l’assunzione indiscussa del “modello Merkel” e delle sue politiche di austerity, è arrivata ultimamente anche in Spagna e Portogallo. Gli assedi in massa ai palazzi del potere delle settimane scorse, come quelli a Piazza Syntagma, hanno ampiamente dimostrato come la crisi della rappresentanza politica e la critica alla governance europea, sedimentata anche in terra spagnola dal movimento 15M nei due anni precedenti,  si stiano trasformando nell’apertura di un nuovo processo costituente. Una fase che in loco trova la sua forza nella straordinaria eterogeneità con cui la rabbia individuale sta diventando “inteligencia colectiva”, ma che, oltretutto, ha l’attitudine analitica di capire come solo nel terreno europeo delle lotte sia possibile instaurare meccanismi e dispositivi in grado di trasformare gli attuali rapporti di forza senza tornare indietro nella storia riproponendo nostalgiche visione sovranistiche e statalistiche.

Quanto detto però non è da confondere con sterili dinamiche di voler determinare una risposta globale ad una crisi globale solo enunciando connessioni o presenziando meeting internazionali come quello di Madrid. Non si tratta quindi di scimmiottare i movimenti europei o peggio ancora di usarli formalmente per poi riposizionarsi a casa propria dove meglio conviene nella magia puzzolente della macchina elettorale. Si tratta al contrario di contaminare il nostro paese con lo spazio politico dei conflitti europei a partire però dalle lotte e dai conflitti fin’ora troppo spesso frammentati e separati che si stanno dando nel nostro paese per allargare uno spazio di generalizzazione del conflitto sociale, cogliendone semmai le tendenze e le rivendicazioni più avanzate che guardano alla ricomposizione sociale come quella del reddito universale ed incondizionato, inteso però non come dispositivo di mediazione al ribasso di una logica tutta regolativa interna allo sfruttamento e alla precarizzazione del dominio capitalistico quanto al contrario come riconoscimento continuo e progressivo della produttività sociale permanente di cui siamo portatori dentro le nuove leve della valorizzaizone capitalistica, al cospetto delle nuove frontiere della sottomissione del lavoro vivo al capitale.

Un vecchio slogan dei medio-attivisti spagnoli recita copiar, pegar, poder modificar! ed è proprio qui l’intrinseca natura con cui dovremmo approcciarci al prossimo incontro di Madrid. Un incontro che pretende generalizzare le lotte contro le politiche di austerity individuando le linee di frattura e i punti di contatto dentro le lotte si organizzano.

Non è, quindi una casualità che siano tre i nodi principali con cui si articolerà l’incontro: debito, diritti e democrazia – caratteristiche comuni attraverso le quali ricercare una narrazione comune che miri a creare nuove pratiche di conflitto nell’attuale contesto di crisi e di austerity. Un debito che noi non abbiamo creato, un debito che non è legittimo e il cui rifiuto implica il non voler sottostare al dominio della tecnocrazia neoliberista. Vogliamo il superamento reale del ricatto, della crisi, del debito della precarizzazione per costruzione spazi reali di democrazia radicale che sia la base della potenza sociale che attraverso il conflitto dobbiamo e possiamo voler praticare.

 

Incontro con Dario Lovaglio (attivista del movimento 15M)

Giso Amendola (Uninomade)

Andrea Bonadonna (CSOA Askatasuna)


LOA Acrobax

Venerdi 26 h20,30

 

 

FAQ Agorà99

http://99agora.net/2012/07/incontro-europeo-debito-democrazia-e-diritti/

Se rimani neutrale nelle ingiustizie, hai scelto di stare dalla parte dell’oppressore. # Anonymous

Il nodo redazionale indipendenti.eu ritiene fondamentale l’op. #Italy e #OperationGreenRights (svolta ad Agosto 2012 e pubblicata sul sito: http://anon-news.blogspot.it/), perché ha prodotto un livello di trasparenza e controinformazione in merito alla devastazione e contaminazione ambientale realizzata dall’ILVA GROUP sulla vita di migliaia di persone nella città di Taranto.

Per continuare a dare il massimo sostegno e contributo alle lotte del Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti, pubblichiamo, diffondiamo e re-interpretiamo i risultati dei dati estratti dai database dell’ILVA.

 

 

#Italy e #OperationGreenRights hanno dimostrato che l’ILVA di Taranto supera i limiti permessi dalle leggi in materia di sostanze inquinanti emesse

Anonymous è penetrato nel server dell’Ilva di Taranto, ha estrapolato i valori degli inquinanti riportati nei database dell’ILVA e del Gruppo Riva  (www.ilvataranto.com e www.rivagroup.com) ed ha dimostrato che nel mese di Maggio i valori di furano (conosciuto chimicamente come furfurano o ossido di divinilene, un pericoloso contaminante ambientale) immesso nell’atmosfera siano usciti dai limiti di legge.

Il furano (C4H4O) e’ un composto organico inquinante che persiste nell’ambiente e che si trasforma in condizioni ambientali naturali (decade naturalmente) in policlorodibenzofurani (PCDF), un composto associato alle diossine (policlorodibenzodiossine, PCDD). Il furano e’ volatile a temperatura ambiente e le concentrazioni rilevate nelle prossimità dell’ILVA sono comparabili a quelle di un disastro ambientale. Tale composto non solo e’ cancerogeno, ma puo’ anche causare sindromi respiratorie croniche, disordini immunologici atipici e neoplasie. Il furano e’ inoltre anche un teratogeno ovvero può causare di malformazioni fetali.

I dati di Anonymous pubblicati su: http://pastebin.com/RrcF5RqW mostrano come questo composto sia prodotto al di sopra del limite. Tali dati sono suddivisi per valvola (di scarico). Ogni valvola è distinta con un codice, ad esempio, CK2SO2 giornaliero – il che dovrebbe indicare il tipo di furano monitorato (una a base SO2, biossido di zolfo) e la frequenza, sebbene i controlli in alcuni casi siano mensili. Anonymous ha presentato diversi valori che mostrano una generale tendenza in crescita di alcuni contaminanti.

Riportiamo una nostra elaborazione grafica (indipendenti.eu)di una delle tabelle pubblicate da Anonymous che corrisponde a quello della valvola CK2SO2. Il grafico mostra la prima rilevazione il giorno 15 Maggio 2012, con il limite massimo posto a 640 ng/m3. Il 31 Maggio il valore massimo degli inquinanti viene innalzato a 800 ng/m3.  Qui sorge la prima domanda: come è possibile che un valore limite  fissato per legge possa essere arbitrariamente cambiato? Poiché non ci sono prove che la legislazione al riguardo sia stata cambiata, l’aumento di produzione di questa sostanza e’ illegale. Si può altresì notare che il 31 Maggio 2012, quando il limite massimo di furano rilasciabile era già stato portato arbitrariamente a 800 ng/m3, il valore dell’inquinate supera i 640 ng/m3 dimostrando come L’llva, abbia manipolato i dati in modo da rendere l’emissioni di questa sostanza all’interno dei limiti previsti dalla legge.

I limiti di legge sono stabiliti dalla Legge Regionale della Puglia del19 Dicembre 2008 (firmata da Vendola) la quale riporta, per quanto ci  interessa, i limiti dei gas di scarico (somma di PCDD e PCDF 0,4 nanogrammi  TEQ su metro cubo (ng TEQ/Nm3), soglia limite in vigore dal 31 dicembre  2010). Per quanto riguarda i fattori di equivalenza per le dibenzodiossine e i dibenzofurani la concentrazione TEQ va calcolata mediante  i fattori di equivalenza tossica riportati al punto 4 dell’allegato 1  del decreto legislativo 11 maggio 2005, n. 133 (Diossine e furani (PCDD +  PCDF) 0,1 ng/m3, idrocarburi policiclici aromatici (IPA)  0,01 mg/m3)

Da qui è possibile scaricare in formato .pdf l’allegato n.1 del Decreto legislativo 11 Maggio 2005, n. 133 riguardante le emissioni:  http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/05133dl.pdf

(*) I valori limite di emissione si riferiscono alla concentrazione totale di diossine e furani, calcolata come concentrazione “tossica equivalente. Nel link riportato ci sono tutti i valori limite delle  singole sostanze prima della somma.

 

Di seguito i comunicati stampa di Anonymous pubblicati su:

http://pastebin.com/jzBzzpNV

 

COMUNICATO STAMPA UFFICIALE

A seguito delle nostre ricerche, emerge che i grafici dei valori delle polveri emesse dall’impianto dell’ILVA sono stati manipolati. Ancora una volta, gli interessi economici e l’avidità di padroni e istituzioni relegano in secondo piano i diritti umani e la questione ambientale. In nome del profitto, la menzogna e l’inganno diventano routine.
Nella maggioranza dei casi, i valori riportati rimangono molto al di sotto della soglia legale ma la variazione è minima. In altre parole, rilevazioni compiute a settimane di distanza l’una dall’altra e in condizioni atmosferiche differenti non presentano variazioni significative degli agenti inquinanti. Ciò chiaramente induce a pensare a una manipolazione dei rilevamenti effettuati.
Nel caso della valvola CK2NO2, invece, vediamo che la rilevazione della concentrazione ambientale di contaminanti sale di giorno in giorno fino ad arrivare a quota 561.3 il 31 di Maggio 2012. Il limite è fissato a 600. I dati estrapolati mostrano inoltre come l’Ilva abbia deliberatamente aumentato il valore della soglia di tolleranza iniziale, che passa da 640 a 800. L’andamento dei dati rende plausibile analoghi incrementi delle emissioni dell’inquinante anche nei mesi successivi (superando, in data attuale, i valori limite di molti punti).
A tal proposito segnaliamo che Ilva ha cancellato dal proprio database la cronologia dei rilasci di contaminanti (furfurani) rilevati dalla valvola CK2SO2 a giugno. Tutto ciò costituisce un indizio del fatto che Ilva ha deliberatamente cancellato dai database dati compromettenti. Possiamo quindi affermare non solo che l’Ilva ha avvelenato i lavoratori e i cittadini di Taranto ma persino che ha anche agito in modo tale da nascondere la verità a spese della salute pubblica e dell’ambiente. Le valvole in questione servono a misurare la concentrazione di diossine, in particolare del furano.
Il furano o furfurano (anche conosciuto come ossido di divinilene) è un contaminate organico ambientale persistente che decade naturalmente in benzofurani policlorurati, i quali sono associati alle diossine. Già allo stato naturale, il furano è volatile a temperatura ambiente e le concentrazioni rilevate sono comparabili a quelle rilevabili in caso di disastro ambientale. L’azione del furano non è solo cancerogena: la sola concentrazione del prodotto volatile basta ad incrementare di una percentuale considerevole il manifestarsi di malattie pneumologiche croniche, disordini immunologici atipici e persino malattie neoplastiche, ma è anche teratogena, ovvero causa problemi fetali.
Invitiamo i lavoratori dell’Ilva a riflettere sui rischi del furano che mette a rischio il futuro dei loro figli oltre che di loro stessi; l’alterazione del genoma può dare origine a deformità, malattie immunologicamente congenite e persino aumentare la probabilità di malattie neoplastiche nei nascituri.
Lottare per difendere non solo il posto di lavoro ma anche la propria salute è un diritto e un dovere allo stesso tempo. Chi ricatta i propri dipendenti obbligandoli a scegliere tra salario o malattia è solo un deplorevole profittatore accecato dal denaro. Continueremo a scagliarci contro i fautori dell’inganno e dell’estorsione e reclamiamo a gran voce, insieme ai lavoratori, il diritto di ogni persona a poter svolgere il proprio lavoro nel rispetto dei diritti.

 

COMUNICATO STAMPA PRECEDENTE 8/8/2012

Oggi, quando entrerete in fabbrica, saranno le 8 del mattino, ma quando ne uscirete sarà già buio. Per voi la luce del sole, oggi, non splenderà (dal film “La classe operaia va in paradiso”)
La spietata logica del profitto non ci lascia scelta, se vogliamo vivere dobbiamo lavorare. Questo non solo è inumano, ma nessuno può chiederci di morire per la nostra sopravvivenza. Nessuno può utilizzare una persona come pedina per far pressione sulla politica al fine di incrementare il profitto. Lo sappiamo, e lo sapete, acciaierie come l’Ilva provocano malattie terribili.
Guardiamoci attorno: le amministrazioni provinciali e regionali hanno abbandonato Taranto; stanno trasformando la città in una discarica a cielo aperto. In pochi anni sono stati costruiti 4 inceneratori. Che futuro possiamo avere in queste condizioni?
OPERAIO!
Nessuno è moralmente autorizzato a chiederti di sacrificare la tua vita, tantomeno tua moglie o i tuoi figli. Nessun ideale o bisogno materiale vale la tua esistenza. Opeai, occupiamo la fabbrica e sabotiamo ogni impianto.
L ‘Ilva di Taranto non è altro che un lager che devasta l’ambiente e laclede il diritto alla vita. Non abbiamo bisogno del loro acciaio!
Costringere un uomo a scegliere tra lo stipendio e la salute è non solo un deplorevole ricatto ma anche una gravissima infrazione del diritto di ogni persona a poter esercitare un mestiere nel rispetto delle normative vigenti (in materia di sicurezza sul lavoro e protezione ambientale). Ci sentiamo offesi innanzitutto come esseri umani perché numerosi lavoratori rischiano la vita ogni giorno, avvelenati dall’alta tossicità di quei luoghi, per portare a casa un misero salario. Siamo fortemente indignati anche come Cittadini: questa fabbrica non si preoccupa minimamente dei suoi dipendenti, trattandoli come merce di scambio facilmente sostituibile.
Come si evince dal cosiddetto ‘Codice Etico’ dell’azienda, la tutela sanitaria non solo è un diritto ma anche una priorità innegabile, un diritto inviolabile. Ecco alcuni passaggi tratti dal Codice Etico della fabbrica dell’Ilva (http://www.rivagroup.com/download/ita/ILVA_CodiceEtico.pdf):
2.1 DIGNITA’, SALUTE, SICUREZZA E PARI OPPORTUNITA’ SUL LAVORO: La Società tutela la dignità, salute e sicurezza sul lavoro, attraverso l’applicazione di tutte le normative vigenti in materia. La Società, essendosi sempre distinta nel campo della protezione della salute umana e della difesa dell’ambiente, promuove e protegge la salute dei propri collaboratori.
7.1.2 RAPPORTI CON GLI OPERATORI SANITARI: La Società si impegna, alo scopo di tutelare la salubrità dell’ambiente in cui svolge la propria attività, a conformare il proprio comportamento alla normativa sanitaria e/o ambientale vigente. A tal proposito, la Società conferma il proprio impegno nel rispetto delle direttive emanate dalle competenti autorità sanitarie locali e nazionali; un trasparente e collaborativo rapporto con le autorità in campo sanitario costituisce un criterio guida nello sviluppo dei propri programmi industriali e commerciali.
Come viene sopracitato, questi diritti di tutela verso i lavoratori dovrebbero essere rispettati poiché conformi alle norme imposte dall’azienda stessa. Invece, come numerose testimonianze e condanne subite dalla società confermano, niente di tutto ciò esiste: la storia dell’Ilva è la storia di una fabbrica perennemente manipolata dagli artigli di chi baratta salari col veleno per ingrassare le proprie tasche.
Già nel 1982, il direttore dell’allora Italsider (l’attuale Ilva) subì una condanna per “emissioni di polveri”; venti anni dopo, il magnate Emilio Riva viene condannato per i cosiddetti “parchi minerali” con l’accusa di getto pericoloso di materiali e violazione dell’articolo 13 del PDR 203-244 del maggio 1988; nel 2007 Emilio Riva viene condannato per estorsione (ricatto occupazionale) e truffa (incasso dei contributi Inps attraverso le assunzioni dalla mobilità); inoltre, sia lui che suo figlio Claudio vengono interdetti dall’esercizio di attività industriale.
Siamo davanti ad una vera mancanza di umanità e responsabilità da parte di questi datori di lavoro. Gli operai sono costretti ad interminabili turni, trattati quasi come bestie, condannati a rinunciare alla salute. Il rispetto e la tutela per la Persona devono essere una priorità, non un optional.
I colpevoli hanno avvelenato le coscienze e i corpi di chi è stato costretto a vivere per lavorare; hanno tarpato le ali a settori occupazionali che avrebbero altrimenti trovato una rigogliosa espansione; hanno obbligato gli abitanti di un’ intera città a respirare la tossicità dell’accumulazione del Capitale sprezzante dei Diritti Umani.
Siamo vicini alle famiglie di chi si è spento, avvelenato dalla sete incondizionata di vili profittatori.
Siamo vicini a chi ancora lotta per sopravvivere e trascina ogni giorno la sua malattia, messo spalle al muro da uno Stato che copre la sua sporca coscienza con miseri indennizzi, e dietro le quinte stringe loschi accordi con i padroni.
Disprezziamo l’operato di chi, con i propri tentacoli, ha elargito ricatti lavorativi e seminato menzogne cavalcando accordi e deroghe in barba alle leggi sulle emissioni: lucrare sulla pelle dei Cittadini, trincerandosi dietro protocolli d’intesa e burocrazia, è una forma di criminalità legalizzata.

We’re Anonymous.

We’re legion.

We don’t forgive.

We don’t forget.

Expect us!