Beni comuni: la nostra follia

Diritto all’abitare, ambiente, cultura, formazione, diritti individuali.

[singlepic id=733 w=320 h=240 float=left] Cosa hanno in comune una devastazione ambientale, una speculazione edilizia, la privazione del diritto all’acqua (cioè al 70% di se stessi), la privatizzazione della cultura, l’aziendalizzazione della formazione e delle università, il ritorno al nucleare, la sottrazione dei diritti fondamentali dell’individuo?

1. La prima è la legge del profitto. Il principio di massimizzazione dei profitti è l’unica regola che ordina, trasforma e governa i nostri territori e le nostre vite.

2. La seconda è un conflitto di decisione. In altre parole: chi decide sullo sviluppo di un territorio e sulle vite che in esso si svolgono? Chi ha diritto di fare e disfare? Migliaia di speculazioni e migliaia di comitati di lotta e resistenza a tutto ciò. Per la legge dei grandi numeri, non è più dunque questione di partecipazione o di informare i cittadini. E’ un modello di gestione. Sempre più spesso le decisioni, le opere, le trasformazioni vengono imposte, ma non solo: vengono ostacolate e represse le esperienze di autorganizzazione e di autogoverno dei territori. Motivo? Vedi al punto 1.

3. La terza è la precarizzazione della vita nella sua complessità e in tutti i suoi aspetti.

In quest’epoca in l’unica razionalità, l’unica normalità è quella della logica d’impresa e dei suoi atteggiamenti, reclamara diritti per tutti e tutte è diventata una follia.

E noi vogliamo vivere una Vida Loca!

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