27 Marzo. Raccontare la crisi comincia da uno sguardo

OCCHIROSSI, COMITATO NOMORTI SUL LAVORO e COMITATO DI QUARTIERE PIGNETO-PRENESTINO
presentano

“RACCONTARE LA CRISI COMINCIA DA UNO SGUARDO”
mostra fotografica dedicata ad Antonio Salerno Piccinino

Domenica 27 marzo 2011
CASA DEL QUARTIERE
Via del Pigneto, 22 (Ex Serono)


Se l’unica lente per leggere il presente è la visione dei media su collasso finanziario, crack, crisi dei mercati, licenziamenti, cassa integrazione, esuberi, disoccupazione, noi abbiamo voluto coinvolgere tutte e tutti in una narrazione diversa della crisi in cui siamo immersi.

Lo abbiamo fatto attraverso il linguaggio della fotografia e del video, allargando poi l’invito anche a scrittori e scrittrici.

Attraverso il blog narratingcrisis.org stiamo raccogliendo le foto e gli scritti di chi vuole raccontare le proprie esperienze di vita in costante equilibrio precario.

Dentro e oltre la “crisi”, un modo per incrociare sguardi diversi su una condizione di vita che ci accomuna.
Il 27 marzo 2011, presso la CASA DEL QUARTIERE, via del Pigneto 22, presenteremo le foto raccolte sul blog, un reading di testi inediti ispirati alle fotografie e “IN-PrecaVideo: interviste precarie in tempi di crisi”.

ROVESCIA LA CRISI, ALLARGA IL TUO SGUARDO!
Invia la tua foto al blog: http://narratingcrisis.org

Prime adesioni al contest di scrittura: giulia alberico, cristina ali farah, ivan arillotta, giosuè calaciura, lanfranco caminiti, roberto carvelli, giuseppe casa, elisa davoglio, anton de guglielmo, erri de luca, duka, tommaso giagni, luigi lorusso, marco mantello, monica mazzitelli, giusi palomba, marco philopat, christian raimo, giovanna paola soriga, carola susani.
———————-

PROGRAMMA DELLA GIORNATA
dalle ore 11:00 apertura della mostra
dalle ore 17:00 presentazione del progetto, reading degli scritti, proiezione di “IN-PrecaVideo: interviste precarie in tempo di crisi”, incursioni musicali e aperitivo.

INGRESSO LIBERO

http://nomortilavoro.noblogs.org
http://occhirossifestival.org

San Precario vs Librerie Rinascita e Camusso

Da San Precario vs Librerie Rinascita a San Precario vs Susanna Camusso:

La segretaria generale Cgil Camusso non accetta la denuncia contro i precarizzatori.

22 marzo 2011. i Punti San Precario hanno effettuato un’incursione comunicativa alla presentazione d’un libro nella Libreria Rinascita di via Savoia 30 a Roma, dove fra i relatori sedeva la segretaria generale Cgil.

Precarie e precari hanno chiesto a Susanna Camusso di prendere parola contro la precarizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori delle Librerie Rinascita, già denunciata pubblicamente in precedenza: lavoratrici e lavoratori che sono impiegati al nero, non pagati da mesi, talvolta licenziati senza preavviso come quelle e quelli d’una delle tre librerire romane, chiusa di recente in via Ostiense.
La segretaria generale della Cgil è stata invitata a prendere atto della natura del luogo nel quale era stata invitata a parlare di morti sul lavoro, nello specifico sulla nocività delle produzioni d’amianto, ma ha rifiutato duramente ogni confronto.
Letteralmente, di fronte all’insistenza delle domande su una sua presa di posizione a sostegno delle precarie e dei precari, e in seguito alla richiesta di chiarire come alle precarie e ai precari intenda parlare la piattaforma dello sciopero generale del 6 maggio, ha risposto: “Non mi interessa niente, con voi non parlo”.
Punti San Precario e l’intelligence delle precarie e dei precari di Roma, capitale della precarietà in Italia, convenutì nella libreria Rinascita, hanno così disturbato il camuffamento della precarizzazione sotto le vesti dell’impegno della “sinistra” e delle sue istituzioni sindacali.
Uno striscione è stato esposto davanti alla libreria, che recava scritto: “Sciopericchio del 6 maggio, si può fare di più. Voglia di sciopero precario”.

Ai Punti San Precario il Santo ha sorriso anche questa volta: e, come per miracolo, dopo il muro di Susanna Camusso il proprietario della catena di librerie si è fatto vivo personalmente, via telefonica, fissando con urgenza un incontro sulla questione delle condizioni di lavoro (o meglio, precarietà assoluta) nella sua azienda, per lunedì prossimo nella sede di Largo Agosta.

La luce di San Precario, accesa così sui precarizzatori più imprevedibili, ha rischiarato al termine dell’iniziativa la prossima tappa della cospirazione precaria: gli Stati Generali della Precarietà 3.0, il 15-16-17 aprile a Roma, interamente dedicati alla costruzione dello sciopero precario che verrà.

Stay tuned…

Punti San Precario – Roma

www.indipendenti.eu  |  www.precaria.org

Video della contestazione

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Camusso: “Non mi interessa niente…con voi non parlo”

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Intervista ex lavoratrice Rinascita

Puntate precedenti di San Precario vs Librerie Rinascita:

Agenzie

RINASCITA, GIOVANI PRECARI CONTESTANO CAMUSSO
OMR0208 3 CRO LAV TXT Omniroma-RINASCITA, GIOVANI PRECARI CONTESTANO CAMUSSO (OMNIROMA) Roma, 22 MAR
– Slogan, striscione e urla questo pomeriggio contro il segretario generale della Cgil Susanna Camusso da parte di alcune decine di manifestanti dei «Punti San Precario». La contestazione è avvenuta all’interno della libreria Rinascita di Via Savoia dove la leader sindacale era intervenuta per una conferenza. «Abbiamo chiesto al segretario di non essere presente in questa libreria perchè da tempo i lavoratori delle tre librerie Rinascita attendono di essere pagati e sono precari – ha detto uno dei ragazzi dei Punti San Precario – e invece lei non ha voluto ascoltarci ed è intervenuta lo stesso». I manifestanti hanno esposto alcuni striscioni uno tra i quali recitava «Rinascita libreria di precarietà, la Cgil da che parte sta?». Continuando ad interrompere l’intervento della Camusso con slogans. A parte l’accesa discussione comunque non ci sono stati momenti di tensione. Poco fa la direzione della libreria ha proposto ai ragazzi un incontro per discutere della vicenda. gca 221823 MAR 11

LAVORO:CONTESTAZIONE PRECARI PRESENTAZIONE LIBRO CON CAMUSSO
ECO S0A QBXB LAVORO:CONTESTAZIONE PRECARI PRESENTAZIONE LIBRO CON CAMUSSO (ANSA) – ROMA, 22 MAR
– Contestazione di un gruppo di giovani della rete ‘San Precariò in una delle sedi della libreria Rinascita a Roma, storico marchio legato al Pci, a cui partecipa il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. I giovani, una ventina, hanno fatto irruzione nella libreria poco prima che cominciasse la presentazione di un libro sui morti causati dall’amianto a Casale Monferrato. Hanno denunciato l’impiego da parte della nuova proprietà di lavoratori precari, in nero e ritardi nei pagamenti e contestato, tra striscioni e qualche urla la leader della Cgil per la sua presenza in tale luogo. «Si parla con i lavoratori e non con chi urla», è stata la replica di Camusso. (ANSA). MRG/ML 22-MAR-11 19:00 NNN

Voglia di sciopero precario: e tu che sciopero faresti?


Scioperare, di questi tempi, è diventato difficile, se non impossibile. Bisogna ripartire da zero. Dall’immaginazione di ognuno di sottrarsi ai meccanismi di profitto, produzione, valorizzazione, non solo sul posto di lavoro.  La precarietà infatti non è più solo una forma contrattuale, ma una condizione esistenziale, un dispositivo di controllo, una dimensione che riguarda i vari aspetti della vita. Ma allora, se la precarietà è ovunque, ovunque può esserci un precario o una precaria che si vogliono sottrarre, e scioperare.
Allora abbiamo deciso di auto-inchiestarci.  Naturalmente è un indagine che non ha valore sociologico e/o statistico, ma una vera è propria inchiesta-attiva che deve suscitare curiosità, spirito di immaginazione ma sopratutto idee ed attivazione cospirativa.  Vogliamo iniziare a capire qual’è potrebbe essere la nostra forma di sciopero.
Siamo partiti dall’assunto: cosa accadrebbe se ci fosse una giornata senza precari? Una giornata in cui i precari non spariscono, anzi si rendono proprio visibili. Nel nostro paese uno sciopero precario non c’è mai stato (in realtà è tanto che non si vede neanche uno sciopero generale), quindi c’è bisogno del più grande sforzo immaginativo mai fatto dalla cospirazione dei precar@ per organizzarne uno.
Uno sciopero sulla precarietà che deve parlare della nostra condizione esistenziale e generazionale. Non più nei termini di autonarrazione e autocommiserazione. Il racconto della sfiga lo fanno ormai i politici, i media, il papa.
La precarietà è diventata un feticcio ormai. Questo è il tempo della rabbia precaria, quella che vive nel presente e non può immaginare un progetto di futuro.

***

Suggestioni

http://cualestuhuelga.net/

E tu che sciopero faresti?

Scrivi nei commenti qui di seguito  la situazione di precarietà in cui ti trovi e proponi il tuo sciopero precario..

12 e 13 Giugno, Referendum per l’Acqua Bene Comune

Oltre un milione e quattrocentomila donne e uomini hanno sottoscritto i referendum per togliere la gestione del servizio idrico dal mercato e i profitti dall’acqua.

Lo hanno fatto attraverso una straordinaria esperienza di partecipazione dal basso, senza sponsorizzazioni politiche e grandi finanziatori, nel quasi totale silenzio dei principali mass-media.

Grazie a queste donne e questi uomini, nella prossima primavera l’intero popolo italiano sarà chiamato a pronunciarsi su una grande battaglia di civiltà: decidere se l’acqua debba essere un bene comune, un diritto umano universale e quindi gestita in forma pubblica e partecipativa o una merce da mettere a disposizione del mercato e dei grandi capitali finanziari, anche stranieri.

Noi che ci siamo impegnati nelle mobilitazioni del popolo dell’acqua, nelle battaglie per la riappropriazione sociale dei beni comuni e per la difesa dei diritti pensiamo che i referendum siano un’espressione sostanziale della democrazia attraverso la quale i cittadini esercitano la sovranità popolare su scelte essenziali della politica che riguardano l’esistenza collettiva.

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Per consentire la massima partecipazione, chiediamo che il voto referendario sia accorpato alle prossime elezioni amministrative e che prima della celebrazione dei referendum si imponga la moratoria ai processi di privatizzazione.

Crediamo anche che il ricorso all’energia nucleare sia una una scelta sbagliata perché è una fonte rischiosa, costosa, non sicura e nei fatti alternativa al risparmio energetico e all’utilizzo delle fonti rinnovabili.

Siamo convinti che una vittoria dei SI ai referendum della prossima primavera possa costituire una prima e fondamentale tappa, non solo per riconsegnare il bene comune acqua alla gestione partecipativa delle comunità locali, bensì per invertire la rotta e sconfiggere le politiche liberiste e le privatizzazioni dei beni comuni che negli ultimi trent’anni hanno prodotto solo l’impoverimento di larga parte delle popolazioni e dei territori e arricchito pochi gruppi finanziari con una drastica riduzione dei diritti conquistati, determinando la drammatica crisi economica, sociale, ecologica e di democrazia nella quale siamo tuttora immersi.

Cambiare si può e possiamo farlo tutte e tutti assieme.

VOTA SI’ AI REFERENDUM PER L’ACQUA BENE COMUNE!

SI’ per fermare il nucleare, per la difesa dei beni comuni,

dei diritti, della democrazia

Referendum Acqua

Rinascita, libreria della precarietà

Da storico marchio culturale del PCI a libreria della precarietà. Rinascita oggi è stipendi non pagati, lavoro nero, licenziamenti ingiustificati. Per il ciclo: sputtanamenti dei precarizzatori, intervista ad un lavoratore, a cura dei Punti San Precario Roma.

VS.

1. Perché ti sei rivolto ai Punti San Precario?

Perché volevo capire come riuscire ad ottenere sei mesi di stipendio arretrati pur essendo un lavoratore in nero. Sono preoccupato perché in caso l’azienda dichiari fallimento rischio di perdere tutto quello che mi devono.

2. In che azienda lavori?

Lavoro in una delle tre sedi (Viale Agosta, Via Savoia e Via Prospero Alpino, ormai due, ndr) della Libreria Rinascita di Roma. L’amministratore della società, e mio datore di lavoro, ha acquistato lo storico marchio Rinascita e da circa 6 anni gestisce le librerie romane. Anche se si spaccia per uomo di sinistra, e sfrutta l’immaginario culturale legato alla storica libreria del PCI, in realtà impone condizioni di lavoro intollerabili ai suoi dipendenti.

3. Quante persone lavorano per la libreria?

Rinascita è una s.r.l. e ci lavorano una trentina di persone in tutto, compresi i librari e i baristi, visto che in ognuna delle librerie c’è un bar.

4. Quali sono le vostre condizioni di lavoro?

Io lavoro in nero. Ho iniziato a Settembre 2010 e mi è stato detto che m’avrebbero fatto il contratto subito, sto ancora aspettando. Inoltre – le poche volte che vengono effettuati – i pagamenti non sono mai puntuali. Fino ad adesso ho percepito una sola mensilità in sei mesi di lavoro.

5. Nella tua situazione ci sono anche altri lavoratori?

Si, la maggior parte dei lavoratori delle tre librerie vive la mia stessa condizione, non percepisce lo stipendio da mesi pur continuando a lavorare quotidianamente. Anche i lavoratori contrattualizzati non vengono pagati regolarmente, alcuni hanno arretrati di migliaia di euro. Una delle tre librerie, quella di via Prospero Alpino, è appena stata chiusa, con il conseguente licenziamento di librai e baristi, alcuni dei quali lavoravano per la libreria da moltissimi anni.

6. Quali sono le motivazioni del datore di lavoro?

Alle nostre legittime richieste si risponde con generici: “Non ci sono soldi, dovete essere comprensivi, gestire una libreria è difficile, non si possono pagare gli stipendi e i libri insieme.” Inoltre, i discorsi del datore di lavoro agiscono sul livello psicologico, innescando meccanismi di fidelizzazione: “Insieme dobbiamo fare in modo che la libreria vada meglio, il nostro è un progetto culturale, tutti dobbiamo impegnarci a vendere più libri, se la libreria va meglio ci saranno stipendi per tutti.” Alcuni lavoratori dopo mesi di attesa, sono stati addirittura pagati con assegni scoperti.

7. Avete mai fatto delle proteste?

Non molte. A parte alcune azioni individuali di lavoratori arrivati all’esasperazione che non riuscivano a pagare l’affitto e a fare la spesa. I lavoratori della neonata sede di via Savoia però, hanno scioperato per due settimane, tenendo la libreria chiusa.

8. Qual è l’età media dei lavoratori?

Tra i 20 e i 40 anni.

9. Come fai a sopravvivere se non ti pagano?

Molti lavoratori di Rinascita fanno altri lavori. Io per esempio ho fatto e faccio mille lavoretti precari: call center, promozioni, indagini di mercato, cameriere nei ristoranti.

10. Perché continuate a lavorare lì?

Perché questo lavoro ci piace, e ci piacerebbe farlo con professionalità. E anche perché non è facilissimo trovare un altro lavoro.

11. La CGIL ha proclamato per il 6 maggio uno sciopero generale di 4 ore, tra i punti della piattaforma ci sono: “ridare fiducia ai giovani”, secondo te è sufficiente?

Non è sufficiente, non posso scioperare perché lavoro in nero, c’è una grandissima parte dei giovani che non può scioperare perché lavora in nero, è disoccupata o ha contratti di lavoro intermittenti. Mi sembra un momento importante, ma non rappresentativo del mondo della precarietà che non potrà partecipare.

12. In molte città d’Italia si stanno creando dei laboratori per lo sciopero precario, una sperimentazione importante che dovrebbe creare le condizioni per far esplodere la rabbia delle Generazioni Precarie. Non parliamo solamente di sciopero dei precari, ma di sciopero tout court, uno sciopero sulla precarietà e nella precarietà. Aderiresti all’iniziativa e se si, quali rivendicazioni dovrebbero caratterizzare lo sciopero precario?

Certo aderisco, la condizione di precarietà è la vera centralità in questo momento storico. Io vorrei nuovi diritti sociali per i precari, la possibilità di progettare il proprio futuro, uscire dal ricatto del lavoro nero e precario, la possibilità di scegliere il proprio lavoro e non accettare qualsiasi prestazione lavorativa.

***

L’intervista  è una delle tante testimonianze della giungla che rappresenta la precarietà nella nostra città e nell’intero paese. Per ovvi motivi di ricattabilità sul posto di lavoro l’intervistato è rimasto anonimo. I punti San Precario sono parte di un network nazionale. Sono un innovativo spazio di relazione e conflitto contro la precarietà, una camera del lavoro e non lavoro di chi rivendica diritti sindacali e reclama un reddito di cittadinanza e nuovi ammortizzatori sociali per tutti i precari. Attraverso la consulenza del nostro team legale i PSP mettono in campo dispositivi di difesa, agitazione e cospirazione contro i  precarizzatori. La cosa che ci riesce meglio è sputtanare l’immagine delle imprese che precarizzano. I PSP sono aperti il martedi all’ex cinema volturno (via volturno 37) dalle 17 alle 20, il mercoledi ad  Acrobax Project (via della vasca navale 6) dalle 19 alle 21).

Per informazioni contattateci a questo recapito, per consulenza on line contattateci su Facebook: Punti San Precario Roma o via mail sanprecario@indipendenti.eu

PSP. Punti San Precario

Partite Iva, lavoratori a progetto, consulenti, precari dell’abitare, senza casa, studenti, acrobati delle prestazioni occasionali, lavoratori in nero, precari senza pensione: non siete più soli. Da oggi avete anche voi un santo in paradiso: San Precario. Precarizzatori, attenti: i precari non sono più soli, e San Precario vi osserva…

Metterà in campo  dispositivi di agitazione e  di cospirazione contro i  precarizzatori.

Un innovativo spazio di relazione e conflitto contro la precarietà, una camera del lavoro e non lavoro di chi rivendica diritti sindacali e reclama un reddito garantito per tutti i precari.

I Punti San Precario sono aperti il martedi all’ex cinema volturno (via volturno 37) dalle 17 alle 20, il mercoledi ad  Acrobax Project (via della vasca navale 6) dalle 19 alle 21)

Contattaci a questo recapito: sanprecario@indipendenti.eu

Le 95 tesi di San Precario

Importante! Attenzione al “collegato lavoro”…

Il 9 novembre scorso è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il cosiddetto “collegato lavoro”, una legge che, nei fatti, è una sorta di maxi-condono per le aziende che hanno (ab)usato dei contratti di lavoro “atipici”.

E’ stato introdotto l’obbligo di impugnazione entro 60 giorni di ogni forma di cessazione (scadenza, interruzione) di tutti i contratti atipici (contratti a termine, collaborazioni a progetto, somministrazione etc.). Tale obbligo è inoltre esteso nei casi di allontanamento verbale dal posto di lavoro.

Ogni lavoratore precario assunto con i contratti “atipici” vedrá vanificata la possibilitá di impugnare un passato contratto precario. Quindi non ci resta che impugnare tutti i contratti di lavoro siano essi a termine o a progetto, entro 60 giorni dalla loro scadenza. Per i contratti già scaduti alla data del 24 novembre, l’impugnazione dovrà essere comunicata al datore di lavoro entro e non oltre il 23 gennaio, pena la perdita di ogni diritto.

L’approvazione della legge 183 “collegato lavoro” garantisce quindi nuove tutele per le aziende ai danni dei precari: piú difficile vincere cause di lavoro, impugnare licenziamenti ingiusti, mancati rinnovi e ottenere legittimi risarcimenti. Un grave indebolimento dei diritti dei lavoratori.

I Punti San Precario sono a vostra completa disposizione per informazioni, consulenze e chiarimenti, non chiederemo tesseramenti, o compensi di sorta.

Spot contro il collegato lavoro (1).

Animal Precario from San Precario on Vimeo.

Spot contro il collegato lavoro (2).

Blues precario from San Precario on Vimeo.

San Precario.

San Precario, da anni il protettore dei flessibili e degli interinali, dei senza casa e dei senza denari, degli “a progetto” e degli autonomi, dei tassati e delle partite iva, ha deciso di raddoppiare il suo impegno: dopo il cielo, scende in campo anche in terra. Angeliche notizie lo danno particolarmente vicino alla causa delle domande dimenticate per il reddito garantito nella Regione Lazio.

Altri miracoli di San Precario e iniziative dei fedeli:

San Precario interviene a Rai3 versus la Camusso

16-25 novembre | Due apparizioni alla Regione Lazio

3 novembre | Aprono i Punti San Precario

San Precario gioca alla Lotteria: Win For Rights, Vinci i tuoi diritti!

29 marzo | Miracolo al Seggio: precari votano San Precario

10 marzo | Fedeli di San Precario chiedono soldi dei Monopoli

San Precario ama i bamboccioni

Primavera 2010 | Corsi Professione Precario

i Punti San Precario a Milano

SPQR. Sono Precari Questi Romani!

Il 19 Febbraio, a Roma, ci sarà un corteo per contestare gli Stati Generali  indetti da Alemanno.

Una delle ennesime vetrine organizzate da uno dei peggiori sindaci che questa città abbia avuto.

Una città che siamo abituati, da sempre, ad abbinare alla sigla SPQR, che nella nostra educazione dovrebbe rappresentare le origini della nostra città, la dicotomia del senato e del popolo e la sempre esistita contrapposizione ma fondamento della città.

Ma l’appuntamento indetto dal sindaco Alemanno sarà una vetrina di finta collegialità dove si sancirà ancora una volta la condanna, già attuata dal precedente sindaco Veltroni, della metropoli di Roma: essere la capitale italiana della precarietà.
Per questo motivo pensiamo sia appropriato ridefinire il significato storico dell’acronimo e del blasone  che rappresentano il simbolo della città  per attualizzarlo al presente in: Sono Precari Questi Romani!

La condizione di precarietà generalizzata è il fondamento attuale della nostra città. Per chi non ha parenti illustri o ben inseriti nelle municipalizzate  il lavoro a chiamata diretta si trasforma in lavoro a progetto, occasionale, intremittente, precarietà.

Sancita nei numeri dei contratti precari, con condizioni di lavoro capestro; una città basata sulle esternalizzazioni, sul lavoro nero, sul lavoro nei servizi, nel ricatto quotidiano fatto a migliaia di precari.
Sancita da un disoccupazione giovanile altissima senza nessuna forma di tutela sociale, dove quelli che dovrebbero essere diritti vengono elargiti come regalie.
Sancita da una precarietà abitativa enorme basata sulla speculazione edilizia e lo sfruttamento del territorio. L’unica garanzia per il nostro futuro è il cemento che ci sommergerà!

Per questo,  attraverseremo la manifestazione per esprimere il punto di vista precario nel tempo della crisi, per gridare la nostra voglia di sciopero precario, per rivendicare un reddito incondizionato diretto ed indiretto e nuovi diritti di cittadinanza.

Segui gli Stati Generali della Precarietà>partecipa, attivati, cospira
Sabato 19 Febbraio
Roma capitale della crisi
S.P.Q.R.: Sono Precari Questi Romani!

Avanti a sinistra con lo sciopero politico

26/09/2010

Ilmanifesto

Tommaso De Berlanga

Avanti a sinistra con lo sciopero politico

Oskar Lafontaine è uno dei pochi «statisti» espressi dalla Sinistra europea. Ieri era a Roma, alla festa nazionale della Federazione della Sinistra, per il confronto con Paolo Ferrero.
Mercoledì sarà presentata la riforma del patto di Maastricht; cosa prevede?
È un trattato neoliberista fin dalle origini. Il suo scopo è la stabilità dei prezzi, e questo porta a una politica economica sbagliata. Avrà per conseguenza l’aumento della disoccupazione e delle condizioni di vita precarie. Se l’Unione europea prosegue su questa strada, i problemi si aggraveranno.
Quale configurazione dovrebbe avere la Ue per evitare che le popolazioni vedano l’Europa come un nemico?
In molti paesi si registra già una disaffezione verso le elezioni europee. In Germania vota solo il 40%. Si è persa fiducia. I popoli hanno tutte le ragioni visto che le misure europee finora hanno portato al dumping salariale, sociale e fiscale. E il rischio è che la destra aumenti i consensi.
C’è una responsabilità della sinistra?
Se la sinistra non propone politiche alternative, la gente si rivolge alla destra. In Germania, invece, la Linke raggiunge il 12% e non c’è un partito di estrema destra. In tutta Europa la sinistra si pone il problema del governo; la questione decisiva è la credibilità.
Dall’inizio del prossimo anno, il bilancio sarà europeo. I singoli stati avranno meno spazio per politiche nazionali. Cosa dovrebbe fare la sinistra?
Bisogna capire cosa significa una moneta unica. Quando c’è, scompare un importante strumento di politica monetaria come la svalutazione o la rivalutazione. Oggi, in Europa, serve una politica salariale coordinata, che segua i movimenti della produttività. In caso contrario, avremo le tensioni attuali. Per esempio, in Grecia i salari aumentano troppo, ma la moneta non può essere svalutata. Al contrario, in Germania sono fermi, ma non si può rivalutarla. Una soluzione, per esempio, sarebbe aumentare i salari in Germania, mentre in Grecia li si modera. Altrimenti si sgretola la Ue.
È una proposta?
Abbiamo bisogno di un salario minimo europeo, stabilito per contratto. Ma vale anche per le tasse e i servizi sociali. La terza proposta proposta riguarda il potere. Una risposta per facilitare la redistribuzione dal basso verso l’alto è lo sciopero generale. A lunga scadenza, la soluzione è la redistribuzione delle ricchezze create dai lavoratori nel loro complesso, a livello delle grandi imprese. È necessario un nuovo ordine economico. E che lo stato prenda in mano la circolazione del denaro. La circolazione in mano ai privati non ha funzionato. Queste sono le cinque nostre proposte.
Quanto pesa il potere economico?

Il potere economico è per la vita delle persone ancor più importante di quello politico. La proprietà dovrebbe essere delle maestranze che l’hanno creata. Se lo stato dà soldi a Opel o Fiat, siano i lavoratori ad avere il controllo, non il management. La Linke non ha proposto la partecipazione statale, come in Volkswagen, ma quella dei lavoratori.
Cosa deve fare la sinistra per riguadagnare consenso a livello europeo?
Noi abbiamo il 12% perché abbiamo proposto un programma credibile e alternativo rispetto agli altri partiti. Che non hanno potuto esagerare nel diventare neoliberisti proprio perché c’era la Linke. Noi avremmo preso i loto voti, insomma; e i rapporti sociali sono migliori di quanto sarebbero stati altrimenti. Anche da noi si discute se partecipare a un governo oppure no. Ma la risposta è «sì» solo quando ci sono le condizioni per realizzare i progressi sociali reali, visibili, tangibili per l’elettorato.
È accettabile, come in Siemens, la sicurezza del posto di lavoro in cambio di minor salario?
Se lo fa una sola impresa può funzionare, se lo fanno tutte, no. E il sindacato diventa inutile. Il modello neoliberista è stato assunto dai partiti socialdemocratici, ma anche dal sindacato. È necessario un rinnovamento anche a questo livello.
Cambia qualcosa sul piano delle forme di lotta?
Le grandi manifestazioni non bastano. Le imprese e i governi ci sono abituati. Sono parte integrante di un «teatro». Bisogna incidere sui rapporti di distribuzione. Se la produzione viene paralizzata, allora c’è una reazione anche da parte delle classi dirigenti. Per questo la Linke ha per la prima volta nel programma anche lo sciopero politico. La tradizione socialdemocratica è sempre stata contro questa forma, per esempio.

Più case nelle caserme. Incontro pubblico a Porto Fluviale

18 febbraio ore 17,30
presso la ex caserma di via del Porto Fluviale, 12

La delibera 8/2010 del Comune di Roma da il via ad un’operazione di vendita su larga scala di un patrimonio pubblico immenso e di grande valore come le 15 caserme presenti nel cuore del territorio metropolitano e dismesse dal ministero della difesa.
La scelta della privatizzazione che il Comune di Roma ha preso indica ancora una volta la volontà di questa amministrazione di abdicare al proprio ruolo di pianificazione, progettazione e decisione, possibilmente in accordo con i territori interessati, sulle trasformazioni urbane e il miglioramento della qualità della vita attraverso la creazione di nuovi servizi sempre troppo carenti. Il riutilizzo pubblico delle caserme permetterebbe di risparmiare soldi e tempo sulla realizzazione di servizi che altrimenti vedremmo solo con il cannocchiale e, rimanendo all’interno di territori già strutturati, ridurrebbe la necessità di nuove cementificazioni che ci sottraggono verde ed estendono a dismisura i confini di una città in cui diventa sempre più difficile muoversi da una parte all’altra.
Spetta ancora una volta a noi cittadini, alle associazioni attive nei quartieri, ai movimenti per i diritti sociali come quello ad un abitare dignitoso e accessibile mobilitarci per impedire che nei nostri quartieri si verifichino operazioni dal sapore meramente speculativo privandoci per sempre della possibilità di utilizzare questa immensa risorsa, di aree ed edifici già pubblici, che con pochissimi investimenti potrebbero essere recuperati per le esigenze sociali, in alcuni casi drammatiche, che attraversano questa città. Soluzioni in termini di accoglienza e assistenza alloggiativa da approntare in tempi brevi per rispondere alla grande richiesta abitativa che non trova risposte, ma anche nuovi spazi per le biblioteche comunali che non sono un lusso ma un servizio assolutamente indispensabile nei tanti quartieri dormitorio di questa città così come gli asili nido che non bastano mai e quant’altro. Dopo aver contestato duramente la delibera sulle caserme, strappando qualche lieve miglioramento che ancora non ci soddifa, siamo oggi pronti a rilanciare una battaglia sulla riqualificazione urbana basata sul recupero per fini pubblici del patrimonio in disuso all’interno di una contestazione più ampia contro i processi di privatizzazione e precarizzazione con cui il Sindaco sta governando la città di Roma al tempo della crisi.
Per questo parteciperemo alla mobilitazione del 19 febbraio prossimo contro gli Stati generali di Alemanno per una Roma bene comune.
L’assemblea sarà inoltre l’occasione per la presentazione delle iniziative che il neonato comitato cittadino per l’uso pubblico delle caserme intende portare avanti per far sì che in questa città non regni la speculazione e la logica dei profitti ma quella dell’attivazione dal basso e della partecipazione dei territori alle trasformazioni che li riguardano.

Comitato cittadino per l’uso pubblico delle caserme e Movimenti per il diritto all’Abitare

Contro gli Stati Generali di Alemanno e Berlusconi

Cosa sono questi Stati Generali?
La vetrina che il sindaco Alemanno sta allestendo  per presentare in pompa magna alla presenza di Giulio Tremonti e  del sultano Berlusconi,  progetti improbabili e devastanti che nulla hanno a che fare con le reali necessità della nostra città. Nono sono idee sue ma dei costruttori e dei potenti che vogliono ancora una volta saccheggiare le risorse della città, facendo di Roma LA CAPITALE DEL CEMENTO, DELLA CRISI E DELLA PRECARIETA’.Si parlerà di radere al suolo Torbellamonaca invece che di riqualificarla; di realizzare “isole artificiali” e di altro cemento da rovesciare sul “Mare di Roma” per fare case ed alberghi di lusso; si parlerà delle speculazioni che già coinvolgono l’EUR come tanti altri quartieri della città; di come regalare le caserme ai privati; di come privatizzare ulteriormente servizi pubblici fondamentali come Acqua, Luce, Rifiuti, Asili e Scuole. Di come spacciare  il cosiddetto  housing sociale per una soluzione al problema della casa. Di come disegnare a colpi di razzismo una città ancora più fragile ed escludente. Si parlerà di come S/VENDERE ROMA e i suoi abitanti.
Facciamo i seri! Roviniamo la Vetrina di Alemanno e Berlusconi!
Siamo quelli in difesa dei territori e del verde dall’aggressione del cemento. Siamo quelli per l’acqua e per i servizi pubblici contro la privatizzazione di Acea, Ama, Atac, degli Asili.Siamo lavoratori ed utenti scontenti del trasporto pubblico sempre più insufficiente, sempre  meno pubblico. Siamo quelli che si sono veramente stancati di vedere quanti bambini/e rimangono fuori dagli asili pubblici.Siamo il mondo della cultura a cui si continuano a tagliare fondi e a chiudere spazi.Siamo quelli che non riescono a pagare affitti e mutui e reclamano case popolari.

Siamo precari e precarie che reclamano tariffe sociali e reddito garantito per tutti e tutte.