La piscina di Valco San Paolo

05Dopo 9 mesi dai mondiali, ecco la piscina che doveva tornare al quartiere e ai cittadini. Al contrario di altri cantieri legati ai mondiali di nuoto, come il famoso Salaria Sport Village salito alle cronache per il coinvolgimento di Bertolaso, o altri  sequestrati lo scorso anno per irregolarità, la piscina di Valco San Paolo è stata iniziata e conclusa in tutta fretta ma senza essere usata durante i mondiali. La piscina è tutt’ora chiusa nonostante le promesse fatte alla cittadinanza e rappresenta al pari delle altre uno sperpero di risorse pubbliche. Ci chiediamo se anche questo è stato l’ennesimo regalo a qualche privato o verrà trasformato in un bene comune per tutti.

[slideshow id=283]

Qui sotto foto del blocco del cantiere della piscina per i mondiali di nuoto Roma 2009, il 16 luglio 2008. L’iniziativa è promossa dal Comitato Ansa del Tevere contro una strada a 4 corsie per l’accesso alla piscina che affosserebbe definitivamente ogni progetto di riqualificazione verde della sponda sinistra del fiume dopo ponte Marconi. Le mobilitazioni avranno successo e la strada verrà ridimensionata. I lavori sono attualmente in corso, così come il monitoraggio sul loro corretto svolgimento da parte delle realtà di zona.

[nggallery id=53]

Non numeri ma persone

CONCORSO FOTOGRAFICO “ANTONIO SALERNO PICCININO”.

lescelte

Stiamo organizzando un contest di fotografia con occhirossi dedicato ad Antonio. Le foto ci permettono di avere una mappa narrativa e visiva della crisi che possiamo utilizzare come suggetioni immaginifiche, testimonianze reali, documentazione. I vincitori vedranno le loro foto prodotte e esibite in varie iniziative.

La foto che vedete  è un’interpretazione di altissimo livello del senso che vogliamo attribuire al progetto. E’ di Stefano Parrini. Questo il testo che l’accompagna:

“Io penso che l’aspetto peggiore della crisi sia la mancanza di scelte, la mancanza di poter individuare una propria prerogativa di vita. Penso che Antonio, come tanti altri lavoratori, sia morto proprio perche’ non aveva altra scelta, se non quella di essere “Affidabile”. Questa immagine vuol essere una riflessione per chi afferma che nella societa’ moderna si abbia il piacere di poter sceglere e che sia una societa’ delle possibilita’, spesso dietro questo piacere si cela la mancanza di aspettative e la mortificazione.”

PER PARTECIPARE: http://occhirossifestival.org/contest-antonio

NON NUMERI MA PERSONE. Il comitato contro le morti sul lavoro di Roma presenterà nel mese di Marzo a Roma la mostra fotografica “Non numeri,ma persone” dell’Associazione per la sicurezza nazionale Ruggero Toffolutti di Piombino. Per le agenzie di stampa sono morti bianche, per l’Inail numeri, come se queste morti fossero il frutto della casualità o della sfortuna. Questa mostra vuole ridare un volto, un nome e un cognome a chi tutti i giorni muore perchè vittima dello sfruttamento e di chi fa della sicurezza sul lavoro solo uno slogan propagandistico. La mostra, accompagnata anche da un’installazione a cura di Eraldo Riti è composta da fotografie, scelte dai familiari delle vittime sul lavoro durante la loro vita quotidiana. Si tratta di 28 foto che non danno un volto a tutte le persone morte ma che vuole comunque essere un primo passo per cominciare ad urlare che non vogliamo rientrare in nessuna statistica nè tanto meno essere sacrificati per superare la crisi. Tra le 28 fotografie della mostra ci sono anche quelle di Antonio Salerno Piccinino, pony express morto il 17 Gennaio 2006 e Anthony Harold Forsythe, operaio di Rfi morto la notte tra il 9 e il 10 Dicembre 2007. Per non dimenticare.

Programma

fronteweb-1*12 marzo – Inaugurazione mostra e concerto dei 24 Grana al LOA

Acrobax – Via della Vasca Navale 6 – Ponte Marconi

*18 marzo – Proiezione della video-intervista Cantieri Letali di Francesca Mannoni che racconta la vicenda del RLS di Palermo Salvatore Palumbo licenziato per aver denunciato le condizioni di insicurezza dei lavoratori della Fincantieri e Articoli Amari di Marco Ferini, vincitore del Premio Giornalistico Ilaria Alpi 2009 al LOA Acrobax – Via della Vasca Navale 6 – Ponte Marconi

*19 marzo – Aperitivo e spettacolo Il Teatro delle ceneri presenta

“Ballata per una morte bianca” al Volturno Occupato, via volturno 37 Nell’aprile del 2006, debutta “Ballata per una morte bianca”, scritto e interpretato da Stefano Seproni (collaborazione alla regia di Claudio Beghelli), con Ljuba De Angelis, Eros Lancianese e Filippo Brandimarte; luci e fotografie di Luca Mennon. Lo spettacolo prende le mosse da un fatto di cronaca: un operaio perde la vita sul posto di lavoro. Questo doloroso episodio, uno dei molti che si verificano quotidianamente in Italia (nel nostro Paese, ogni anno, si contano più di mille incidenti mortali sul lavoro), diventa il tema centrale di un ‘monologo a più voci’ dal quale emerge il drammatico ritratto di uomini che lavoravano per vivere e che, a causa del lavoro, hanno sacrificato la vita. Lo spettacolo ha già fatto più di 40 date in tutta Italia.

*28 marzo – Dibattito “La salute e la sicurezza sul lavoro nel tempo della crisi” interverranno Fabrizio Ricci autore del libro “Se la colpa è di chi muore”, Claudio Petrelli (Ispettore del Lavoro), Associazione Ruggero Toffolutti di Piombino, Vincenzo Di Nucci, presidente associazione tecnici della prevenzione, Comitato contro le morti sul lavoro di Roma presso la Libreria Rinascita – Viale Agosta 36.

Info: nomortilavoro@noblogs.org | www.acrobax.org | www.indipendenti.eu

DATI INAIL SUGLI INCIDENTI SUL LAVORO.

Le stime sull’ultimo numero di Dati INAIL: nel 2008 gli incidenti dei lavoratori stranieri residenti in Italia sono stati 143mila, con 189 casi mortali. Il 57% delle denunce complessive pervenute all’Istituto si è concentrato in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto
ROMA – Cresce in Italia, accanto al fabbisogno di manodopera straniera, anche il numero di infortuni sul lavoro che coinvolgono gli immigrati. Nel 2008 sono stati il 2% in più rispetto all’anno precedente. Un fenomeno a cui Dati INAIL ha deciso di dedicare un focus nell’ultimo numero della rivista disponibile su questo portale. Secondo le stime dell’Istituto, il 16,4% degli incidenti ha interessato un immigrato, con un’incidenza media che oscilla tra il 12,3% delle donne e il 18,1% degli uomini. In totale sono stati 143mila gli infortuni sul lavoro che hanno colpito i nati all’estero: il 15,1% in più rispetto al 2005. I casi mortali sono stati, invece, 189. A livello territoriale si confermano differenze significative. Oltre il 57% delle denunce relative a questa categoria di lavoratori si concentra, infatti, in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Le tre regioni sono al primo posto anche per quanto riguarda i decessi, con il 49,2% dei casi registrati contro il 36% della media nazionale. La distanza tra Nord e Sud è estremamente evidente se si considera la percentuale di infortuni (denunciati) di immigrati rispetto al totale. L’incidenza oscilla infatti tra i 4-5 punti percentuali del Mezzogiorno e i 29-30 del Nord. In particolare, al primo posto si colloca il Friuli Venezia Giulia, dove un infortunio su quattro riguarda un lavoratore nato all’estero. La punta massima si raggiunge, poi, nella provincia di Pordenone, dove uno ogni tre incidenti coinvolge un immigrato, seguono Treviso e Piacenza con il 27,5%. Per quanto riguarda le comunità di provenienza, se a livello nazionale le principali comunità sono la marocchina, l’albanese e la rumena che insieme raggiungono il 41% dei casi di infortunio, la comunità marocchina è, invece, al primo posto in cinque regioni del Paese. Per le donne, invece, quella rumene è la nazionalità più a rischio in ben dodici regioni. Anche per i casi mortali il primato spetta alla Romania che, nel 2008, ha registrato 50 casi (uno ogni quattro stranieri deceduti). In totale dei circa quattro milioni di stranieri in Italia, più di tre sono lavoratori assicurati all’INAIL (fonte Denuncia Nominativa Assicurati), con aumento del 34% rispetto al 2005. Si tratta in prevalenza di dipendenti di piccole aziende dell’Italia settentrionale, che operano nell’Industria e nel terziario. fonte inail.it

Precari e disoccupati: “Ridateci i soldi dei monopoli”

0710 MARZO 2010. ROMA. Flash-mob precario questa mattina,  “Win for Rights – Welfare for Life”, alla sede dell’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, per sostenere lo stanziamento in un Fondo straordinario per disoccupati e precari degli utili raccolti dall’erario con giochi e lotterie, a cura di Indipendenti, Comitati per il Reddito, Generazione P… sotto lo sguardo benevolo di San Precario ovviamente.

Il flash-mob ha ottenuto un incontro con dirigenti dell’AAMS, fra i quali il dottor Tagliaferri responsabile dell’Area Giochi, che ha dichiarato di “non avere nulla in contrario alla proposta” che vede in linea con le finalità dell’AAMS. I dirigenti dell’amministrazione hanno proposto l’apertura d’un confronto con il sottosegretario competente, on. Giorgetti.

VIDEO.

[media id=243 width=400 height=300]

clicca sull’icona “schermo intero” per ingrandire.

WIN FOR RIGHTS!

Si dice in giro che sia stato il loro santo, il santo di molti, San Precario, a trasformare il celebre Win for life in Win for rights, vinci i tuoi diritti. Dopo anni di sottrazioni, di spazi e tempi di vita, di diritti, finalmente il santo ha compiuto il miracolo, sconvolto dal fatto che la vita fosse messa in palio in una lotteria, facendo in modo che tutti i precari possano rivendicare anche loro ciò che gli spetta.

Conoscete Win for Life? Certo, e saprete che si vince anche con zero. Così loro, con zero diritti, hanno capito di aver vinto a Win for rights e sono andati a prendersi i soldi direttamente dai gestori del gioco, cioè all’AAMS, amministrazione autonoma dei monopoli di stato… Ma chi erano? Precari ovviamente,  nel lavoro e nell’abitare, disoccupati, giovani e meno giovani, la generazione P, i comitati per il reddito, cioè coloro che hanno presentato domanda per il reddito garantito da mesi alla Regione lazio e non hanno ancora visto un euro, o chi è stato escluso da un diritto sancito dalla recente legge regionale. Con l’aiuto di San Precario sono andati tutti insieme a reclamare ciò che gli spetta, la loro vincita, un reddito garantito mensile, contro la crisi e la precarietà. Altro che bamboccioni

[slideshow id=273]

Comunicato.

La nostra vita non è un gioco! Tremonti fa il pieno di soldi con i giochi dei Monopoli di Stato? Noi vogliamo quei soldi per reddito, welfare, diritti!

La “finanza creativa” del superministro Giulio Tremonti, nel fuoco della crisi economica e sociale, è ridotta ormai all’essenza: è stata infatti quella dei giochi e delle lotterie dei Monopoli di Stato la performance migliore del 2009, quanto a gettito fiscale. Ben 54 miliardi e 400 milioni di euro entrati nelle casse dello Stato per questa via, circa il 15 per cento in più dell’anno precedente.

Si invita a giocare e si gioca a tutto, nell’Italia della crisi. Chi si aggrappa alle leve delle Slot Machine è quasi la metà del gettito totale dei giochi. Per chi gratta il fondo del salario e del reddito disponibile alla terza settimana del mese, se non prima, è il Gratta e Vinci la scommessa della disperazione: da solo, nel 2009, ha portato all’erario 9 miliardi e 400 milioni. Per le tanti e i tanti la cui vita è sempre più una lotteria, non resta che il Superenalotto: 3 miliardi e 300 milioni di euro, aumentato di oltre un terzo rispetto al 2008.

Win For Life ha portato alle casse del governo, in tre mesi, poco meno di mezzo miliardo di euro. Il sogno d’una rendita. E una nuova tassa mascherata. Già nel 2008 questa forma di fiscalità rapace quanto subdola, puntata alla desolazione in cui sono costretti precari e disoccupati, aveva rappresentato da sola il 3 per cento del Prodotto interno lordo italiano. Nella settimana della discussione in Parlamento sulla crisi, abbiamo scelto di presidiare la sede dell’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato.

La migliore fonte di introito dello Stato sono i giochi cui si fa giocare chi è gettato nella miseria? Allora noi diciamo che debbono vincere tutti!

Una briciola dei soldi ottenuti dalle casse pubbliche con questi giochi è stata devoluta all’emergenza del terremoto in Abruzzo? Noi puntiamo l’indice sul gettito dei giochi e delle lotterie, per parlare del gettito fiscale tutto. E per dire che occorre ridistribuire questi soldi per un reddito a tutti i precari e i disoccupati. Occorrono nuovi ammortizzatori sociali per I lavoratori che attualmente ne sono scoperti e per le centinaia di lavoratori a cui da mesi non vengono erogati gli stipendi.

Ogni giorno centinaia di migliaia di persone restano senza stipendio, non sanno più come pagare l’affitto o il mutuo. Ma giorno dopo giorno migliaia stanno imparando a riconoscersi: perché si ritrovano sugli stessi tetti, dalle fabbriche occupate contro le dismissioni, al Campidoglio e al Colosseo occupati dai movimenti per il diritto all’abitare, agli istituti d’eccellenza della ricerca in lotta per difendere salario e ambiente.

Questi siamo noi, Roma dentro e contro la crisi. Ci ritroviamo oggi qui per dire che non giochiamo più.

AGENZIA STAMPA.

ROMA, 10 MARZO. SIT-IN COMITATO PER REDDITO GARANTITO DAVANTI A MONOPOLI (Adnkronos) – Usare parte degli introiti dei monopoli di Stato come integrazione ai fondi stanziati dalla regione Lazio per il sussidio minimo garantito. Lo hanno chiesto i rappresentanti dei comitati per il reddito che questa mattina hanno manifestato davanti alla sede dei monopoli di Stato, a Roma. «La legge garantisce un reddito minimo a disoccupati o cassaintegrati, ma – dichiarano dal comitato – meno del 10% delle domande presentate sono state soddisfate per via della scarsità dei fondi messi a disposizione dalla regione». Una delegazione degli attivisti del movimento è riuscita ad ottenere un incontro con il direttore dell’Area Giochi dei monopoli, Antonio Tagliaferri, che ha espresso un giudizio positivo sul progetto «ma – ha precisato – certo non possiamo essere noi a prendere l’iniziativa. È una scelta che deve avvenire a livello parlamentare. Dal canto nostro, possiamo sicuramente dire che non siamo contrari e che non abbiamo ostacoli a livello tecnino o amministrativo che ci impediscano di dare un parere favorevole ad un progetto di questo tipo». (Bro/Col/Adnkronos)DicoDicoDico

Brunetta occhio ai bamboccioni!

ikeaQui sotto trovate un paio di simpatiche iniziative di alcuni bamboccioni stuzzicati da… ve lo ricordate quel ministro…Padoa Schioppa?

Ora Brunetta insiste e vuole darci 500 euro per farci uscire di casa. Commovente. Ma proprio non avete capito allora che punzecchiare i bamboccioni è un pò rischiosetto. Poi si fanno delle figuracce…

Stay tuned!

La scommessa dei Bamboccioni | esci di casa se ci riesci…da Ikea

[media id=183 width=400 height=300]

I bamboccioni precari chiedono asilo all’ambasciata svedese

[media id=23 width=280 height=210]

Mappa della crisi e dei conflitti

waldoMa quale crisi? Non c’è più la crisi, e bisogna essere ottimisti. E’ verissimo, ma per essere ottimisti non bisogna rimuovere la crisi, come fanno i mezzi di informazione ufficiali, ma risolverla, uscirne, organizzarsi per una solidarietà attiva e mutuale. E’ per questo che vogliamo dare spazio ai conflitti, alle vertenze, alle lotte per i diritti, ma anche ad alcune informazioni utili. Cominciando da Roma certo, per costruire un quadro comune di uscita dalla crisi, perchè da soli non si va da nessuna parte. E per partire insieme bisogna iniziare da una narrazione comune.

Di seguito trovate dunque una serie di link ad articoli interni ed esterni al sito de*** indipendenti ma che, tutti insieme, iniziano a delineare una mappa della crisi e dei conflitti.

APPELLI E COMUNICATI

BLOGs

ARTICOLI

Una storia di ordinaria repressione

I pericolosi siete voi!

Questo vuole essere un atto di denuncia, una dura condanna e una chiara presa di posizione di fronte alla grave iniziativa intrapresa dalla Questura di Roma nei confronti di un attivista del Laboratorio Acrobax da tempo impegnato a fianco delle lotte sociali dei precari e dei disoccupati, per la difesa dei beni comuni sul territorio e per il diritto all’abitare a fianco dei movimenti di lotta per la casa.

Ci riferiamo alla disposizione per l’articolo 1 della legge 1423 varata dal famigerato governo Tambroni nel lontano 1956 sulla pericolosità sociale, che dal novembre dello scorso anno ha colpito Rafael con il provvedimento della durata di tre anni e che da ieri è stato confermato e reso esecutivo dal Questore di Roma, respingendo formalmente il ricorso legale. Vi include per di più la minaccia di ricorrere ad ulteriori misure di prevenzione come la sorveglianza speciale prevista dagli articoli che seguono nell’infame dispositivo di legge nei “confronti delle persone pericolose per la sicurezza e per la pubblica moralità” qualora vi siano ulteriori deferimenti o segnalazioni di violazione delle disposizioni inerenti la legge stessa.

Gli vengono contestati i carichi pendenti relativi a processi in corso per i quali gli viene attribuita la supposta pericolosità sociale e che rappresentano secondo la Questura le sufficienti motivazioni per “configurare un profilo del soggetto in linea con le categorie previste dall’art. 1 e conforme al concetto di condotta e pericolosità sociale, espresso nell’art. 4 della citata legge”. Non solo, il provvedimento prosegue aggravando l’ipotesi, poichè si valuta addirittura che “l’asserito e spiccato interesse per le forme di partecipazione politica di base che pone all’attenzione pubblica temi di interesse generale, non esclude la commissione di reati specifici per i quali l’istante si è reso già responsabile”. Nel pieno della devastante crisi globale, siamo alla pantomima del peggiore processo alle intenzioni o nella migliore delle ipotesi, dentro il set di minority report. Invece è purtroppo un decreto ufficiale del questore di Roma.

Riteniamo poi gravissimo l’accostamento dello spiccato interesse alla partecipazione della vita politica di base con le ipotesi di reiterazioni di reati già contestati, peraltro di lieve entità e tutti legati alle lotte sociali che non possono e non devono subire in silenzio la demonizzazione giudiziaria o, come spesso accade, il linciaggio mediatico, dentro quel generale “laboratorio della repressione” che vede nella penalizzazione della partecipazione politica alla vita sociale e all’autorganizzazione uno degli strumenti più usati dal potere. Spazi di democrazia diretta e di autogoverno che vogliamo difendere fino all’ultimo respiro, per la difesa della democrazia e della partecipazione politica dal basso di tutti i cittadini e per l’agibilità democratica che giorno dopo giorno la svolta autoritaria in corso da anni nel nostro paese ci vorrebbe progressivamente sottrarre.

Chiediamo l’immediata revoca del provvedimento sulla pericolosità sociale per il nostro compagno e rivendichiamo il diritto alla partecipazione democratica della vita politica nella nostra città e che continueremo a lottare per la libertà e la dignità di tutte e tutti oltre i limiti imposti da queste leggi ridicole e fuori dai tempi della storia che vogliamo costruire per il nostro futuro.

Per questo insieme ad un gruppo di attivisti delle lotte sociali sparsi per l’Italia e a diverse realtà impegnate sul carcere,abbiamo iniziato a lavorare ad un’inchiesta/libro bianco sulla repressione e il controllo, dal titolo provvisorio di “Sorvegliati e puniti”. Un percorso che coinvolga singoli attivisti, collettivi autorganizzati, sindacati di base, reti che si muovono per i diritti e la libertà, ma anche studi legali, giuristi, intellettuali.

Per manifestare il proprio sdegno e segnalare la propria solidarietà inoltre chiediamo di sottoscrivere questo appello che verrà inoltrato alla questura di Roma insieme al nuovo ricorso per la sospensione immediata del decreto.

Laboratorio Acrobax

Coordinamento cittadino di lotta x la casa

Rete degli Indipendenti

Per sottoscrivere l’appello libertadimovimento@inventati.org

Rave Art ::: techno minimal night

Acrobax Expo è lieta di invitarti a partecipare alla presentazione di RAVE ART

raveart1La Rave Art sarà un azione artistica organizzata da Acrobax Expo in uno dei tanti spazi abbandonati nella metropoli roma che noi andremo a riqualificare, questa volta a modo nostro, con interventi artistici di tutti i tipi: fotografia, stencil, pittura, scultura, ecc.
Rivendicheremo la città come spazio comune di tutti e tutte contro la politica securitaria che criminalizza gli artisti di strada e privatizza gli spazi.
Durante la serata di venerdi inizieranno le iscrizzioni al progetto RAVE ART.
Dalle 19:00 aperitivo e vernissage con mostre fotografiche, videoproiezioni, pittura e performance  con il tema: acqua bene comune in preparazione della manifestazione del 20 marzo contro la privatizzazione dell’ acqua a Roma.
Dalle 23:00 dj set Techno minimal con dj kumm e ospiti
Per partecipare con la propria arte alla serata scrivi una mail a
acrobax.expo@gmail.com
partamevia@yahoo.it
www.myspace.com/acrobaxexpo
Venerdi 19 Marzo 2010 LOA Acrobax – ex cinodromo della capitale – via della vasca navale 6. METRO B S.Paolo

ACROBAX EXPO – LABORATORIO ARTISTICO-MUSICALE

Acrobax Expo è un progetto che nasce all’ ex cinidomo della capitale, laboratorio del precariato metropolitano L.O.A. Acrobax Project.
Da questo spazio liberato, nella metropoli Roma, attraverso l’ autogestione, l’ autodeterminazione e la collaborazione attiva, Acrobax Expo intende dar vita a nuovi luoghi  d’ espressione artistica che sappiano valorizzare l’ arte slegata da parametri commerciali e convenzionali.
Acrobax Expo cresce e si ramifica, si sottrae e produce nella metropoli, con la metropoli e contro un certo tipo di metropoli, contro la politica securitaria che criminalizza gli artisti di strada e che privatizza gli spazi comuni.
Acrobax Expo sorge negli spazi metropolitani abbandonati e in disuso con la volontà di reclamare la città e rivendicarla come spazio di tutti e tutte.
Questo spazio non si pone limiti sulle metodologie d’ epsressione: fotografia, pittura, scultura, videoarte, istallazioni…, né pone limiti di selezione o valutazione personale.
Oltre ad uno spazio espositivo Acobax Expo è un laboratorio artistico dove produrre fisicamente e collettivamente la propria arte, interagendo con lo spazio stesso.

Chi va Piano resta senza casa

2 MAR. Ieri 1 marzo movimentata seduta del Consiglio Comunale dove si votava l’approvazione  del Piano Casa. La presenza massiccia dei movimenti per il diritto all’abitare, sia in Aula sia nel presidio in Piazza del Campidoglio ha portato ad una importante vittoria: migliorare un piano Casa mediocre e totalmente incentrato sulla ripresa edilizia piuttosto che sulla garanzia del diritto all’abitare.

Nonostante le cifre dilaganti dell’emergenza abitativa, la realtà di precarietà quotidiana che tutti conosciamo, nonostante l’opposizione (annacquata) in aula, e quella sostanziosa dei movimenti in strada e sui tetti, il Piano ancora una volta si annunciava timido, con poche case popolari, senza un vero rilancio dell’abitare pubblico e con la totale cancellazione di ogni possibilità di recupero del patrimonio immobiliare in abbandono (le cui cifre a Roma sono da capogiro).

I movimenti per il diritto all’abitare, con il sostegno di molti altri collettivi e situazioni in lotta, si sono dati appuntamento in Campidoglio, per comunicare alla città le proprie ragioni e per farle recepire, almeno in parte, all’assemblea comunale, sommersa da 1.500 emendamenti.  Mentre una cospicua delegazione dei movimenti veniva accreditata ad entrare in Consiglio, sotto la piazza del Campidoglio veniva blindata e chiusa da ogni lato dalle forze dell’ordine. Anche Veltroni, in occasione dell’appovazione del Piano Regolatore, aveva fatto la stessa scelta: militarizzare la piazza a dimostrazione che la forza è sempre il migliore argomento politico.

Non contente le forze dell’ordine sono entrate anche in Aula del Consiglio, contravvenendo a qualsiasi pratica e consuetudine e creando così un inquietante precedente di prevaricazione della dimensione politica di quei luoghi. Gli agenti inoltre non hanno esitato a spintonare, per salire in Aula, alcune manifestanti che erano rimaste nell’anticamera, anche con bambini in braccio.

Ciò non ha però impedito che i movimenti strappassero 6.000 case popolari invece delle 3.000 previste. Un risultato ancora insufficiente di fronte all’emergenza, ma altri emendamenti devono ancora essere discussi giovedi prossimo nella seduta conclusiva. Tra i punti più importanti la sanatoria delle occupazioni di stabili abbandonati dopo il 2007 (anno dell’ultima sanatoria, la delibera 206) ed un censimento di edifici vuoti da requisire e recuperare nel patrimonio pubblico.

[slideshow id=263]

Nel frattempo i movimenti rimangono sull’impalcatura della cupola in piazza Madonna di Loreto e sul Colosseo, in segno di protesta contro lo sgombero e per acquisire la meritata visibilità in vista dell’approvazione del Piano. Lo scorso 26 febbraio, in occasione delle prime discussioni sul Piano Casa in consiglio comunale, ci sono stati dei momenti di tensione – presto rientrati – nel momento in cui i molti manifestanti hanno lasciato sdegnati la piazza del Campidoglio per raggiungere il presidio dei manifestanti sulla cupola, dopo che gli era stato rifiutato un incontro.

Thyssenkrupp | Lavoratori presidiano palazzo della giunta regionale

I lavoratori ThyssenKrupp di Torino in cassa integrazione da tempo ormai chiedono a gran voce il rispetto dell’accordo siglato da Azienda, Sindacati ed Enti Locali in seguito alla chiusura del sito torinese che prevede la ricollocazione per tutti i lavoratori dello stabilimento torinese.

Circa una cinquantina di lavoratori in seguito alla tragedia si sono costituiti parte civile contro l’azienda (per la prima volta in Italia) per vedere riconosciuto un risarcimento per aver lavorato, almeno nell’ultimo periodo prima e dopo l’annuncio della chiusura (2006/2007), in una situazione di completo e totale abbandono delle norme di sicurezza anche più elementari, assenza di corsi di formazione antinfortunistica, in palese carenza di personale manutentivo qualificato e con una squadra di emergenza interna completamente inadeguata ai compiti preposti, con un piano di distribuzione del personale, nella fase di chiusura, assolutamente improvvisato e totalmente non curante delle capacità professionali .

Dopo il tentativo mal riuscito di chiedere la traduzione di tutti gli atti del processo, per renderli comprensibili ai due imputati tedeschi con invece il solo scopo di allungarne la durata, il tentativo di far passare i 7 colleghi morti per incapaci, l’iscrizione forzata (da parte della Provincia) su richiesta della TK , non concordata con le OO.SS. ad un corso di formazione svoltosi (dic. 2008-feb.2009) su macchine utensili degli anni ’70.

Inoltre l’iscrizione dei lavoratori ad agenzie selezionate ed indicate da TK come di outplacement/interinali, che poco o nulla hanno fatto in questi quasi tre anni (da maggio 2007).

La sistematica violazione della legge da parte di alcuni dirigenti aziendali per indurre testimoni a pronunziare falsa testimonianza (è giunto ormai a 10 il numero degli indagati per tale reato) e la sparizione di documenti richiesti dalla Procura dagli uffici dell’ ASL riguardanti vecchi infortuni occorsi ad alcuni lavoratori prima della tragedia ci inducono ad un’ulteriore reazione perché questa continua arroganza e prepotenza da parte dell’azienda nei confronti dei lavoratori ci induce per l’ennesima volta a manifestare e scendere in piazza.

Lunedì 22 in occasione dell’ incontro previsto tra Azienda, Sindacato e Regione per l’apertura del tavolo di crisi per la richiesta della deroga della CIGS allestiremo un presidio in Piazza Castello a partire dalle ore 17,00 nello spazio adiacente il Palazzo della Giunta Regionale per riportare con forza l’attenzione sul tema irrisolto della ricollocazione dei lavoratori costituitisi parte civile, dimenticati da Istituzioni e Azienda.

Siamo stanchi di essere presi in giro, rivendichiamo il diritto, quello ad un lavoro sicuro e dignitoso, come sancito dall’ Art. 4 della Costituzione Italiana e che è un nostro legittimo e sacrosanto diritto difendere!

Rivendichiamo con forza giustizia per i 7 compagni di lavoro morti perché d’innanzi alla legge si è tutti eguali, anche se la TK e il Padronato vogliono farci credere il contrario.

Chiediamo a tutte le realtà di fabbriche in lotta per la difesa del posto di lavoro, lavoratori, studenti, precari, disoccupati, progressisti, semplici cittadini di Torino di sostenere la nostra lotta nelle forme che riterranno opportune con una cassa di solidarietà, la presenza fisica al presidio, la richiesta di veicolare l’informazione, per sostenere questa importante lotta di giustizia legata all’occupazione ma anche in difesa di principi di giustizia e di solidarietà con le famiglie dei nostri colleghi morti in quella fabbrica.

In piazza per affermare la nostra dignità prima di uomini e poi di lavoratori, per una ricollocazione garantita dagli accordi, senza dimenticare Antonio, Roberto, Angelo, Bruno, Rocco, Saro e Giuseppe.

La ThyssenKrupp non era in crisi ma ha chiuso per speculazioni in nome del profitto delocalizzando a Terni.

Questa situazione non l’abbiamo creata noi lavoratori e non vogliamo pagarne le conseguenze!

Chiediamo alla Regione Piemonte ed alle altre Istituzioni locali di intervenire per far rispettare i vari accordi siglati in merito alla chiusura del sito ed alla ricollocazione dei lavoratori, anche in virtù del ruolo che le stesse Istituzioni hanno avuto in questa vicenda, ovvero nella predisposizione degli accordi e la costituzione di parte civile al fianco dei lavoratori.

Torino, 23/02/2010 COLLETTIVO (EX) LAVORATORI THYSSENKRUPP

Centocelle | Sgomberata la scuola occupata

DSCN6663_web

24 FEB. Questa mattina attorno alle 10 è stata sgomberata la ex scuola Grossi a Centocelle occupata venerdi scorso. Nonostante ieri, nell’assemblea cittadina tenutasi nel quartiere, si fosse capito che l’occupazione non rappresentava una minaccia contro la destinazione della ex scuola in ASL (dal momento che la Regione non ha ancora stanziato un centesimo per la sua riqualificazione), questa mattina le istituzioni comunali hanno mostrato che il metodo più veloce e sbrigativo per risolvere l’emergenza abitativa è sgomberare chi ha trovato un tetto e grazie alla sua attivazione recupera e riqualifica uno spazio lasciato all’abbandono. L’emergenza si risolve con il piano casa – dichiara Alemanno. E allora perché l’edilizia residenziale viene ancora una volta cestinata in questo nuovo, incompleto piano casa? La discussione finale verso l’approvazione del Piano Casa si terrà domani e lunedi 1 marzo in Consiglio Comunale. La maggioranza sembra intenzionata a procedere compatta verso l’approvazione a suon di delibere e polizia.

Alle 15 in Campidoglio i movimenti per il diritto all’abitare hanno tenuto una conferenza stampa sull’accaduto e sulla questione del Piano Casa

AGENZIE STAMPA.

CASA: ATTIVISTI, SGOMBERATA EX SCUOLA OCCUPATA A CENTOCELLE (ANSA) – ROMA, 24 FEB – È stato sgomberata questa mattina l’ex scuola occupata da un centinaio di nuclei famigliari venerdì scorso in via degli Eucalipti, zona Centocelle. A renderlo noto il Coordinamento cittadino di lotta per la casa che lancia l’allarme: «queste famiglie oggi sono state buttate fuori senza nessuna alternativa». «Questa mattina – racconta Luca Fagiano del Coordinamento – ci hanno sgomberato senza aprire nessun tavolo di trattativa, dobbiamo ancora recuperare i nostri oggetti. Questo uno stabile che dovrebbe diventare una Asl e noi non volevamo in alcun modo opporci a questo progetto, era solo una soluzione temporanea, in attesa di una alternativa vera». L’attivista riferisce infatti che «le cento famiglie che appena cinque giorni fa avevano occupato lo stabile di Centocelle, erano in cerca di casa da tre mesi senza trovare risposte». (ANSA)

CASA, ALZETTA: «CONTINUA VERGOGNA SGOMBERI» (OMNIROMA) Roma, 24 feb – «Continua la vergogna degli sgomberi e dell’incapacità di questa giunta di affrontare il problema del diritto all’abitare che viene affrontato sempre come una questione di ordine pubblico. Esprimo tutta la mia solidarietà ai movimenti che devono continuare ad andare avanti, proprio in questo momento che il piano casa si è rivelato una finzione. È giusto che i movimenti tutti giovedì facciano una battaglia in difesa del diritto all’abitare». Lo dichiara in una nota Andrea Alzetta-Roma in Action al Comune di Roma.

CASA, ALEMANNO: «RINGRAZIO QUESTORE PER SGOMBERO CENTOCELLE» (OMNIROMA) Roma, 24 feb – «Ringrazio il Questore di Roma, Giuseppe Caruso, e le forze di polizia per l’importante azione che hanno portato a termine questa mattina a Centocelle. Garantire la legalità a Roma è fondamentale per riportare regole certe in città. Le occupazioni non sono la risposta adatta al problema abitativo della Capitale, ma creano soltanto ingiustizie tra tutti coloro che affrontano il drammatico problema della mancanze di case. Il Campidoglio sta portando avanti un’azione decisa per risolvere questa piaga che da troppi anni affligge Roma con l’approvazione del Piano casa, l’acquisto di alloggi Erp, i contributi per gli affitti di case popolari e puntando molto sull’housing sociale». È quanto dichiara in una nota il sindaco di Roma, Gianni Alemanno.

CASA, NOBILE (PDCI): «CONDANNA PER SGOMBERO SCUOLA CENTOCELLE» (OMNIROMA) Roma, 24 feb – «Lo sgombero della scuola T.Grossi a Centocelle è un atto assurdo che condanniamo con forza. Le famiglie che occupavano il plesso sono state sempre disponibili al dialogo e l’idea della strutturazione del presidio sanitario non era in contraddizione con le richieste di queste famiglie. Il sindaco non sa rispondere ai problemi dei cittadini e utilizza la forza per imporre le sue idee, siamo solidali con gli sgomberati e saremo con loro nella lotta per il diritto all’abitare». Lo dice in una nota Fabio Nobile, portavoce della Federazione della Sinistra di Roma.

CASA, IN 4 PER PROTESTA SU CUPOLA CHIESA MADONNA LORETO
OMR0000 4 CRO TXT Omniroma-CASA, IN 4 PER PROTESTA SU CUPOLA CHIESA MADONNA LORETO (OMNIROMA) Roma, 24 feb – Quattro persone sono salite sulla cupola della chiesa Madonna di Loreto per protestare contro lo sgombero avvenuto stamani alla ex-scuola «Tommaso Grossi» di Centocelle. I manifestanti hanno srotolato dalla cupola due striscioni con la scritta: «Senza casa» e «Contro sfratti e sgomberi, legittimo impedimento». Insieme alle quattro persone ci sono altri manifestanti a piazza Madonna di Loreto, appartenenti al Coordinamento cittadino di lotta per la casa e ai Blocchi precari metropolitani. gca 241802 feb 10