Ciao Antò, oggi brindiamo alla vita!
Antonio Salerno Piccinino è nato il 17 Dicembre 1977 all’ospedale
Fate Bene Fratelli di Napoli. Sua madre è Franca Salerno e suo padre è
Raffaele Piccinino. Dopo pochi giorni dalla nascita Antonio entra con
la madre a Badu ’e Carros, il carcere speciale di Nuoro. Antonio i
primi tre anni di vita li passa in carcere, rompendo il silenzio
pneumatico e creando calore in quell’istituzione totale che si chiama
carcere speciale utilizzata dallo Stato per portare avanti la sua
guerra. Ma non è soltanto questa la sua storia. Antonio è forza viva,
energia sonora, lotta per la libertà. Oggi il 17 dicembre del 2012
avrebbe compiuto 35 anni, ma la sua vita è stata interrotta dalla
violenza della precarietà.
“Di lavoro si muore perché di precarietà si vive” abbiamo scritto sui
muri di Roma quel maledetto 17 gennaio del 2006. Quel lavoro che ogni
giorno produce morte, malattie, ricatti, sfruttamento. Migliaia di
omicidi ogni anno vengo prodotti nella giungla del mercato del lavoro
in Italia, un lavoro che non è, non sarà mai un bene comune.
Sabato 15 dicembre una grande manifestazione ha percorso le strade di
Taranto contro il ricatto del lavoro che produce devastazione
ambientale e gravissimi danni alla salute. Al comitato cittadini
liberi e pensanti va il nostro più grande abbraccio e sostegno. Ci
accomuna il dolore e la rabbia che continuiamo a provare, ma soprattutto
la voglia di lottare per difendere la vita, la nostra nuda vita.
Antonio è un compagno del laboratorio Acrobax e nel nostro decimo
anniversario non smettiamo di credere che in ogni attimo di libertà
strappato lui è stato al nostro fianco.
Ciao Antonio, fratello e compagno!
Oggi brindiamo alla vita.
Con Antonio e Franca nel cuore!
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