Collettivo Fuorilegge sul 15 ottobre

IL DISSENSO NON SI ARRESTA

Giunge oggi la notizia della convalida del carcere per 9 dei 12 compagni fermati dalle forze dell’ordine durante i fatti verificatisi a Roma lo scorso 15 ottobre. Molto è stato detto in merito a questi fatti, a partire dai quali, a livello mediatico, politico e giurisdizionale, si è innescata una deprecabile gara allo sdegno ed alla delazione, che ha travolto tutte e tuttiTutte le motivazioni di un percorso complesso e partecipato da migliaia, che ha portato ad affrontare in modo critico ed alternativo i temi della crisi economica e politica che stiamo attraversando, noi italiani come molti altri in Europa e nel Mediterraneo. Tutti i soggetti che in questo percorso sono confluiti, per arricchirlo con le proprie idee ed il proprio impegno politico, e che lottano ogni giorno sul territorio per portare avanti un ideale di militanza politica in cui credono, senza averne in cambio nulla se non la soddisfazione di esser parte di quel piccolo cambiamento che giorno dopo giorno potrà portarci a costruire quella società più giusta a cui tutto il movimento tende.
Se questi temi sono stati offuscati la colpa è da ricercarsi anche nei mezzi di stampa, che non hanno certo perso l’occasione di lanciarsi nel sensazionalismo, fantasticando sull’esistenza di registi occulti e nuovi brigatisti. Hanno scordato invece di rilevare quanto gremita fosse piazza San Giovanni: non 50, né 500, bensì almeno 5000 erano i compagni che, di qualsiasi foggia vestiti, hanno resistito alle vili cariche dei blindati; ed evitando di rilevare che tutta la folla che in quella piazza era presente, seppur con pratiche diverse, ha cercato di difenderla con le proprie forze, tutti e tutte opponendosi al comportamento delle forze dell’ordine, manovrate a tavolino per esasperare la situazione e distogliere l’attenzione mediatica e dell’opinione pubblica dalle ragioni della protesta. Inoltre vergognoso è stato puntare il dito contro il centro sociale Acrobax, definito gestore e manipolatore delle vicende di piazza, per il semplice fatto di aver espresso alla luce del sole la propria contrarietà alla scelta di piazza san giovanni come meta del corteo, critica non solo condivisa da parte nostra, ma legittimamente espressa nell’ottica di discussione e confronto orizzontale all’interno del movimento. Delegittimare a mezzo stampa ed in sedute parlamentari una struttura considerata “scomoda” perché attiva nei percorsi più critici di questi tempi di crisi causati dalle politiche governative neoliberiste miranti alla distruzione dello stato sociale, con il chiaro intento di fare terra bruciata intorno a ciò che è considerato un ostacolo per le forze partitiche di qualsiasi schieramento, costituisce una pratica a cui troppo spesso abbiamo assistito e che continueremo a condannare con fermezza. Nessuno nega che vi siano stati errori nel corso del corteo, che saranno oggetto di autocritica all’interno del movimento, ma questi non possono costituire l’unico elemento di analisi sulla giornata del 15, offuscando di conseguenza, non ci stancheremo mai di ripeterlo, le ragioni della protesta; né tanto meno possono essere capo di imputazione nei confronti di precise realtà sociali all’interno del corteo, che con i singoli episodi nulla hanno a che vedere.

Quello che abbiamo visto sabato non è stata un’azione premeditata, con un mandante ed un fine sovversivo. Ciò che noi abbiamo visto, invece, è stata in gran parte l’espressione frustrata e rabbiosa del disagio di quella parte del nostro Paese che è umiliata ogni giorno da una politica strafottente, incapace di dare risposte concrete alle richieste di cambiamento che il progresso ci impone. Molti politici e giornalisti non sono in grado di comprendere le istanze, così come i sentimenti, di un “ceto” al quale essi sono totalmente estranei e con il quale, a forza di occuparsi delle concubine del Presidente del Consiglio, hanno perso qualsiasi contatto.
Davanti al procedere combinato della macchina repressiva dello Stato e della macchina del fango mediatica, sale la nostra autentica indignazione, e non si placa la nostra rabbia.
Né buoni, né cattivi.
Libertà per tutte e tutti.
Collettivo Fuorilegge

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