Lettera aperta al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, alla giunta e a tutti i neoeletti consiglieri regionali.

 

Dopo la scandalosa / fallimentare / drammatica esperienza dell’amministrazione Polverini, anche noi confidiamo che il rinnovato consiglio restituisca dignità a questa regione e renda giustizia a chi ne ha subito i torti più grandi.

Ci indirizziamo prioritariamente a Lei, Presidente Zingaretti, e alla sua squadra in quanto, nel ricco programma di governo emerge fin dai primi capitoli la volontà di un cambiamento radicale nel modo di lavorare della regione. Con un paragrafo dedicato all’utilizzo efficiente delle risorse, una indicazione chiara per la riorganizzazione  del sistema degli enti strumentali e un particolare riferimento al ruolo strategico di Sviluppo Lazio.

Siamo ex lavoratrici e lavoratori precari di questa agenzia, rimasti senza lavoro a causa di scelte incomprensibili e ingiustificabili di una amministrazione incapace e incompetente, che ha continuato a gonfiare le rendite parassitarie dei super-consulenti inutili e ha incassato come unico risultato lo spreco delle ingenti risorse dei fondi europei.

Siamo persone serie e qualificate che dopo aver lavorato per anni dentro Sviluppo Lazio, offrendo tutta la nostra competenza e disponibilità, malgrado rapporti di lavoro precari e illegittimi, definiti dalle forme contrattuali più odiose (lavoro dipendente mascherato da finte partite IVA, contratti a progetto, lavoro interinale e quant’altro) sono state lasciate a casa senza un futuro e senza dignità.

____ La nostra storia ____

Sviluppo Lazio svolge un ruolo strategico per lo sviluppo e l’attrazione degli investimenti, è il principale strumento regionale per l’attuazione delle politiche comunitarie, per la gestione dei fondi europei destinati all’innovazione, all’ambiente, alla cultura, alla coesione sociale, è interamente a capitale pubblico e riceve affidamenti in-house esclusivamente dalla Regione Lazio, che esercita sull’agenzia un controllo funzionale “analogo” a quello esercitato sui propri servizi.

Negli ultimi 2/3 anni, nel nome di una non meglio definita razionalizzazione delle risorse, decine di collaboratori precari di questa agenzia hanno perso il loro posto di lavoro entrando nel tunnel della disoccupazione, delle lunghe vertenze legali, della perdita di dignità e sicurezza.  Il lavoro precario si è trasformato in una vita precaria.

Con grande disinvoltura si è scelto di non rinnovare i contratti di collaborazione, che pure permettevano l’attuazione dei programmi finanziati con i fondi europei, mentre si è continuato impunemente ad affidare consulenze d’oro a pensionati e ad ex dirigenti fallimentari e a sperperare risorse in inutili eventi autocelebrativi e altrettanto inutili consigli di amministrazione.

I programmi di sostegno alle piccole e medie imprese, agli Enti locali, alle scuole, agli ospedali, per la cultura, per la ricerca e l’innovazione, per lo sviluppo sostenibile restavano al palo mentre l’azienda navigava a vista, senza un organigramma, senza una visione, senza strategie, e mandava in fumo milioni di euro dei fondi strutturali europei.

Sviluppo Lazio adesso è una società dove il numero delle figure apicali (dirigenti e quadri di 3°/4° livello) è superiore a quello dei dipendenti, con un consiglio di amministrazione eccessivamente numeroso e retribuito e con risultati di spesa sulla programmazione europea 2007-2013 tra i peggiori d’Italia e d’Europa.

La classe dirigente di Sviluppo Lazio e della passata amministrazione regionale, ha preferito dover affrontare decine e decine di cause e vertenze legali, con costi imprevedibili, piuttosto che razionalizzare realmente l’azienda e affrontare seriamente i propri compiti e i propri obiettivi.

____ Le nostre istanze ____

Alla nuova classe politica chiamata a governare la Regione Lazio

chiediamo che sia ristabilita giustizia ed equità:

–        attraverso il reintegro immediato di tutti i lavoratori e le lavoratrici espulsi senza motivo, ponendo fine a tutte le vertenze legali in corso;

–        attraverso l’individuazione delle gravi responsabilità del ‘servizio acquisti e risorse umane’ e dei vertici della società nella gestione del personale, nell’uso improprio di contratti di lavoro autonomo per attività di routine e negli inutili sprechi di risorse per consulenze altamente remunerate non giustificabili per lo svolgimento delle attività aziendali.

Proponiamo inoltre l’attuazione di una reale razionalizzazione delle risorse che comprenda:

–  una attenta e puntuale valutazione delle responsabilità dirigenziali nella mancata attuazione dei programmi europei e nella perdita di gran parte dei contributi relativi alla programmazione 2007-2013;

–  l’accorpamento di tutta la rete delle agenzie strumentali partecipate da Sviluppo Lazio (BIC, FILAS, Unionfidi ecc.) e lo spostamento in un’unica sede di proprietà regionale;

–  la riduzione del numero di consiglieri di amministrazione di Sviluppo Lazio e la soppressione dei compensi e del gettone presenza come previsto dalla normativa vigente (L 122/2010 art.6 co.2)

–  la pubblicazione on-line delle retribuzioni annuali e di tutte le informazioni previste dalla L.69/2009 art.21, di tutti i dirigenti, in quanto società interamente a capitale pubblico;

–  l’imposizione di un tetto massimo al reddito dei dirigenti, nonché un tetto massimo per la variabile “ad-personam” dei  quadri direttivi.

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