Lettera aperta per la libertà di movimento

di Rafael Di Maio*

Quello che sta avvenendo nell’ultimo periodo è degno di nota e di riflessione se ancora si hanno a cuore gli spazi di democrazia reale e di agibilità politica in questa piccola parte di mondo. Ancor di più dovrebbe interessare chiunque voglia ancora opporsi ed alzare la testa di fronte alla dilagante e sistematica svolta autoritaria intrapresa dal nostro paese negli ultimi anni.
Scriviamo dalla condizione imposta della custodia cautelare che ha colpito noi dopo gli arresti e le carcerazioni durante le contestazione del G8 della crisi tenutosi in Italia nello scorso luglio e che ancora ci obbliga alla firma quotidiana. Un G8 2009 di repressione preventiva, gogna mediatica e carcere duro che ha colpito tutti coloro che vi si sono opposti con diverse pratiche e molteplici percorsi e che hanno animato i movimenti sociali contro la crisi che il senato globale neoliberista ha provocato e determinato nei primi scorci del nuovo millennio.
Quello che abbiamo assaggiato a luglio è ciò che si prepara per i movimenti sociali nel prossimo autunno.
Un trattamento particolare già avviato da tempo dentro quel generale laboratorio repressivo che i poteri dello Stato e dei centri di comando hanno inteso attuare all’interno di una profonda svolta autoritaria, cresciuta culturalmente e sedimentata, particolarmente in Italia, all’ombra della crisi economica che da qualche anno in forma epocale travolge e ri-significa lo spazio politico ed il tempo economico.
All’interno della dimensione globale e post/statuale si va costituendo ovviamente anche in Italia la forma dell’eccezionalità sulla norma, nel senso specifico della sospensione dell’ordinamento che la sorregge, trasformando in prassi consolidata la gestione autoritaria della crisi economica e sociale.
Nella crisi economica a cui corrisponde la crisi della politica e della sua rappresentanza formale, prende forma la crisi della cittadinanza e dei suoi fondamentali diritti.
La penalizzazione delle lotte sociali, dell’agibilità politica dei movimenti indipendenti, il bavaglio mediatico imposto alle opposizioni, il controllo poliziesco sugli attivisti, significano molto di più e rappresentano un tratto ancor più inquietante se considerati all’interno nel contesto politico e sociale più generale nel quale si ascrivono.
Dalle manifestazioni contro il Global Forum di Napoli nel 2001, tanto per prendere una data significativa nella storia recente delle lotte contro la globalizzazione neoliberista, la repressione sta colpendo ampi settori sociali, dai lavoratori in sciopero con migliaia di precettazioni, dalle cariche della polizia sui blocchi stradali di cassaintegrati e disoccupati agli sgomberi e agli sfratti delle case (e giù botte agli occupanti alle loro manifestazioni, distribuendo obblighi di firma, come fossero caramelle).
E ancora, dal sovraffollamento delle carceri, di cui la stragrande maggioranza della popolazione è ancora in attesa di giudizio all’applicazione infame del pacchetto sicurezza e delle leggi razziste che con gli illegali e famigerati CIE, contribuisce a rendere nauseabondo il clima che questo governo ci vuole far respirare. E poi la repressione sugli studenti, sui comitati territoriali contro le grandi opere e le speculazioni, sugli ultras, assunti già da diversi anni come cavie sociali nel grande laboratorio della repressione. Insomma, alle carcerazioni preventive per il G8 dell’università a Torino, Napoli e Padova e per quelle attuate a Roma nel giorno dell’accoglienza ai grandi della terra, si arriva solo dopo una lunga ed interminabile trafila di episodi e storie di quotidiana repressione ed intimidazione del dissenso e dell’opposizione sociale che si stanno succedendo costantemente e che con la riforma del processo penale ipotizzato dal governo si moltiplicheranno a dismisura.
Urge quindi una presa di parola. Urgono spazi di confronto e di discussione.
Oltre l’indignazione è necessaria l’attivazione, il protagonismo sociale, l’iniziativa politica. È necessario aprire una vasta ed ampia campagna informativa che quantifichi la dimensione del processo autoritario in corso e ne denunci le condizioni, i metodi e le responsabilità politiche.
È altrettanto necessaria una campagna comunicativa, una manifestazione dislocata e nazionale che dia voce alla libertà di opporsi e di resistere, alla libertà di vivere e di non sopravvivere, al diritto naturale e profondamente radicato nell’uomo di pensare liberamente e di lottare per la condivisione dei beni comuni. Infine è necessario che i movimenti a partire dalle realtà più giovani siano capaci di ristabilire le giuste connessioni per non subire passivamente la difficile stagione che attende tutti scandita dal dividi et impera. In sostanza ed oltre gli slogan, è necessario e vitale difendere e rilanciare per tutte e tutti, la libertà di movimento.

*tra gli arrestati a Roma durante il G8 del Luglio_2009

Roma, Italia, agosto 2009

http://altronline.it/node/842

C’era una volta il G8 di luglio

C’era una volta il G8 di luglio.

Era il 2001 e gli otto grandi si riunivano a Genova. 8 capi di stato, responsabili della crisi economica che sta devastando l’esistenza di milioni di persone.

Migliaia le persone in piazza. Diverse le pratiche, unite nei contenuti.
Poi le cariche indiscriminate, gli abusi di potere, i pestaggi, l’omicidio di Carlo. Un ragazzo che ha reagito alla violenza della polizia, del potere, del capitale, della vita. Carlo, un ragazzo che fino alla fine è rimasto davanti. E poi ancora l’irruzione, le false molotov,
la mattanza della scuola Diaz.

Oggi, ottobre 2009 ci svegliamo così: “Blitz alla scuola Diaz, De Gennaro e Mortola assolti per non aver commesso il fatto”. L’ex capo della Polizia Gianni De Gennaro e l’ex dirigente della Digos di Genova Spartaco Mortola accusati di aver indotto alla falsa testimonianza l’ex questore di Genova FrancescoColucci in riferimento all’irruzione della Polizia nella
scuola Diaz durante il G8 del 2001.”

Dopo pochi giorni le condanne in appello ai manifestanti, accusati di devastazione e saccheggio per le giornate di Genova: condanne confermate per 10 persone dei 25 imputati al processo, ma pene aumentate anche di 5 anni! Parliamo di condanne da 10 a 15 anni per dei danni fatti a merci, vetrine, proprietà private… Il reato di devastazione e saccheggio, come quello di rapina, spesso usati anche per colpire i movimenti sociali, sono nei fatti equiparati dalla giurisprudenza a un omicidio, uno stupro, un rapimento. E in particolare questa sentenza appare per quello che è: vendetta di Stato.

Noi non dimentichiamo.

C’era una volta il G8 di luglio.
2009. Molto è cambiato nella società, nel movimento.
Ma c’erano una volta ancora 8 capi di stato, responsabili della crisi economica che sta devastando l’esistenza di milioni di persone. Questi otto grandi scelsero di incontrarsi per decidere le sorti del mondo proprio all’Aquila distrutta dal terremoto, banchettando alla mensa di Berlusconi, alla faccia delle migliaia di persone nelle tende e dei 307 morti, sotto le macerie del terremoto. Nell’Italia ormai assopita da un’informazione annichilita dal potere, tutto fu dipinto come un grande successo mentre la gente, preoccupata di come arrivare alla fine del mese, guardò con la coda dell’occhio le immagini del gran galà globale scorrere sugli schermi. Il G8 della crisi. Ma qualcuno, anche stavolta,
disse no.

Un movimento di persone, di precari, studenti, senza casa, migranti che in quei giorni si mobilitò in tutto il paese per dire no al G8 della crisi. Bloccando le strade, le università, manifestando nelle piazze, nei porti, davanti ai Cie lager di questo paese, portando la loro solidarietà alla gente abruzzese, che nulla ha ricevuto da questo consesso mondiale, se non
ulteriori disagi.
Il 7 luglio 2009, giorno prima della partenza del vertice, Roma iniziava i preparativi per dare il “benvenuto” ai grandi della terra. Una giornata di azioni e blocchi per disturbare la metropoli produttiva, costruita in rete e in maniera pubblica dai movimenti cittadini, riuniti nella ReteNOG8.
La manifestazione che si mosse da uno stabile occupato di Roma TRE per le strade di Testaccio la mattina, venne caricata pesantemente dalle forze dell’ordine e più di 30 persone vennero fermate nei rastrellamenti e nella caccia all’uomo delle ore successive.

Il potere difendeva ancora una volta se stesso con un dispositivo repressivo sproporzionato, violento, mirato. 8 compagni e compagne, italiani ed internazionali, rimasero in carcere fino alla fine del G8.

Le misure cautelari contro 4 di questi compagni e compagne sono continuate in questi mesi. Sono tre mesi che per uno c’è l’obbligo di firma, tutti i giorni. Lo si dipinge infatti agli atti come un capo, un leader, tra i “responsabili” dei fatti della mattina a Testaccio. Si descrive Acrobax come lo spazio che raccoglie l’ala radicale del movimento, sostanzialmente rappresentato da un gruppo ben preciso costituito da alcuni compagni che vengono indicati agli atti come la regia dell’organizzazione delle mobilitazioni più radicali che nei mesi avrebbero “preso le distanze dagli antagonisti considerati troppo moderati”. “Dividi et impera”, un copione già visto nella meta-narrazione dei movimenti sociali che da diversi anni a questa parte viene costruita meticolosamente da uffici politici della polizia e dei carabinieri e dalle Procure di mezza Italia.

Dopo Genova 2001 partì il processo per il Sud Ribelle, un’accusa di associazione sovversiva che si risolse in una bolla di sapone, dopo anni di linciaggi giudiziari e mediatici. Altri processi per associazione si sono susseguiti negli anni, fino all’ultima infamante accusa di racket mossa ad attivisti e attiviste dell’ex-scuola occupata 8 marzo, alla Magliana,
Roma. Bolle di sapone.

Perché i Movimenti non sono associazioni a delinquere o sovversive o a scopo di estorsione!
Sono espressione del malessere sociale, voce del dissenso, rabbia contro i diritti negati, voglia di costruire un’alternativa. Autorganizzati in maniera pubblica e assembleare, in grado di costruire dal basso la nostra contro-informazione, distruttivi e costruttivi nei contenuti e nelle pratiche che, nelle differenze, portiamo avanti. E soprattutto chi fa
movimento non ha capi o gruppi dirigenti!
Siamo parte degli scioperi, animiamo i cortei, blocchiamo le strade, boicottiamo i produttori di morte, promuoviamo azioni pubbliche di denuncia, saliamo sui tetti… Insieme, in rete, per difendere e rilanciare le nostre idee, i nostri sogni, i nostri bisogni.

Ancora una volta abbiamo davanti la dimostrazione che in questo paese di nani e ballerine, di mafiosi e palazzinari che la fanno da padrone, si vuole azzerare ogni forma di dissenso, si vuole colpire chi ha l’unica colpa di voler cambiare lo stato delle cose presenti, chi non si volta dall’altra parte facendo finta che vada tutto bene, in un mondo nel quale
invece le libertà e i diritti fondamentali vengono continuamente negati.

Oggi, ottobre, a quasi tre mesi di distanza dall’ultimo G8 italiano, arriva quella che si potrebbe considerare quasi una buona notizia: gli obblighi di firma vengono ridotti ad un solo giorno a settimana per tutti e tutte.

A chi ci vorrebbe sconfitti battere la ritirata, noi diciamo che continueremo ad essere in prima fila contro i responsabili della crisi, contro chi sgombera le case occupate e gli spazi liberati di questa città, al fianco dei migranti, dei precari e dei disoccupati come noi, al fianco di chi, come 8 anni fa a Genova, crede ancora che il mondo possa essere migliore.

Le lotte sociali non si arrestano!
E in ogni caso nessun rimorso!

C’era una volta il G8 di luglio.

Era il 2001 e gli otto grandi si riunivano a Genova. 8 capi di stato, responsabili della crisi economica che sta devastando l’esistenza di milioni di persone.

Migliaia le persone in piazza. Diverse le pratiche, unite nei contenuti.
Poi le cariche indiscriminate, gli abusi di potere, i pestaggi, l’omicidio di Carlo. Un ragazzo che ha reagito alla violenza della polizia, del potere, del capitale, della vita. Carlo, un ragazzo che fino alla fine è rimasto davanti. E poi ancora l’irruzione, le false molotov,
la mattanza della scuola Diaz.

Oggi, ottobre 2009 ci svegliamo così: “Blitz alla scuola Diaz, De Gennaro e Mortola assolti per non aver commesso il fatto”. L’ex capo della Polizia Gianni De Gennaro e l’ex dirigente della Digos di Genova Spartaco Mortola accusati di aver indotto alla falsa testimonianza l’ex questore di Genova FrancescoColucci in riferimento all’irruzione della Polizia nella
scuola Diaz durante il G8 del 2001.”

Dopo pochi giorni le condanne in appello ai manifestanti, accusati di devastazione e saccheggio per le giornate di Genova: condanne confermate per 10 persone dei 25 imputati al processo, ma pene aumentate anche di 5 anni! Parliamo di condanne da 10 a 15 anni per dei danni fatti a merci, vetrine, proprietà private… Il reato di devastazione e saccheggio, come quello di rapina, spesso usati anche per colpire i movimenti sociali, sono nei fatti equiparati dalla giurisprudenza a un omicidio, uno stupro, un rapimento. E in particolare questa sentenza appare per quello che è: vendetta di Stato.

Noi non dimentichiamo.

C’era una volta il G8 di luglio.
2009. Molto è cambiato nella società, nel movimento.
Ma c’erano una volta ancora 8 capi di stato, responsabili della crisi economica che sta devastando l’esistenza di milioni di persone. Questi otto grandi scelsero di incontrarsi per decidere le sorti del mondo proprio all’Aquila distrutta dal terremoto, banchettando alla mensa di Berlusconi, alla faccia delle migliaia di persone nelle tende e dei 307 morti, sotto le macerie del terremoto. Nell’Italia ormai assopita da un’informazione annichilita dal potere, tutto fu dipinto come un grande successo mentre la gente, preoccupata di come arrivare alla fine del mese, guardò con la coda dell’occhio le immagini del gran galà globale scorrere sugli schermi. Il G8 della crisi. Ma qualcuno, anche stavolta,
disse no.

Un movimento di persone, di precari, studenti, senza casa, migranti che in quei giorni si mobilitò in tutto il paese per dire no al G8 della crisi. Bloccando le strade, le università, manifestando nelle piazze, nei porti, davanti ai Cie lager di questo paese, portando la loro solidarietà alla gente abruzzese, che nulla ha ricevuto da questo consesso mondiale, se non
ulteriori disagi.
Il 7 luglio 2009, giorno prima della partenza del vertice, Roma iniziava i preparativi per dare il “benvenuto” ai grandi della terra. Una giornata di azioni e blocchi per disturbare la metropoli produttiva, costruita in rete e in maniera pubblica dai movimenti cittadini, riuniti nella ReteNOG8.
La manifestazione che si mosse da uno stabile occupato di Roma TRE per le strade di Testaccio la mattina, venne caricata pesantemente dalle forze dell’ordine e più di 30 persone vennero fermate nei rastrellamenti e nella caccia all’uomo delle ore successive.

Il potere difendeva ancora una volta se stesso con un dispositivo repressivo sproporzionato, violento, mirato. 8 compagni e compagne, italiani ed internazionali, rimasero in carcere fino alla fine del G8.

Le misure cautelari contro 4 di questi compagni e compagne sono continuate in questi mesi. Sono tre mesi che per uno c’è l’obbligo di firma, tutti i giorni. Lo si dipinge infatti agli atti come un capo, un leader, tra i “responsabili” dei fatti della mattina a Testaccio. Si descrive Acrobax come lo spazio che raccoglie l’ala radicale del movimento, sostanzialmente rappresentato da un gruppo ben preciso costituito da alcuni compagni che vengono indicati agli atti come la regia dell’organizzazione delle mobilitazioni più radicali che nei mesi avrebbero “preso le distanze dagli antagonisti considerati troppo moderati”. “Dividi et impera”, un copione già visto nella meta-narrazione dei movimenti sociali che da diversi anni a questa parte viene costruita meticolosamente da uffici politici della polizia e dei carabinieri e dalle Procure di mezza Italia.

Dopo Genova 2001 partì il processo per il Sud Ribelle, un’accusa di associazione sovversiva che si risolse in una bolla di sapone, dopo anni di linciaggi giudiziari e mediatici. Altri processi per associazione si sono susseguiti negli anni, fino all’ultima infamante accusa di racket mossa ad attivisti e attiviste dell’ex-scuola occupata 8 marzo, alla Magliana,
Roma. Bolle di sapone.

Perché i Movimenti non sono associazioni a delinquere o sovversive o a scopo di estorsione!
Sono espressione del malessere sociale, voce del dissenso, rabbia contro i diritti negati, voglia di costruire un’alternativa. Autorganizzati in maniera pubblica e assembleare, in grado di costruire dal basso la nostra contro-informazione, distruttivi e costruttivi nei contenuti e nelle pratiche che, nelle differenze, portiamo avanti. E soprattutto chi fa
movimento non ha capi o gruppi dirigenti!
Siamo parte degli scioperi, animiamo i cortei, blocchiamo le strade, boicottiamo i produttori di morte, promuoviamo azioni pubbliche di denuncia, saliamo sui tetti… Insieme, in rete, per difendere e rilanciare le nostre idee, i nostri sogni, i nostri bisogni.

Ancora una volta abbiamo davanti la dimostrazione che in questo paese di nani e ballerine, di mafiosi e palazzinari che la fanno da padrone, si vuole azzerare ogni forma di dissenso, si vuole colpire chi ha l’unica colpa di voler cambiare lo stato delle cose presenti, chi non si volta dall’altra parte facendo finta che vada tutto bene, in un mondo nel quale
invece le libertà e i diritti fondamentali vengono continuamente negati.

Oggi, ottobre, a quasi tre mesi di distanza dall’ultimo G8 italiano, arriva quella che si potrebbe considerare quasi una buona notizia: gli obblighi di firma vengono ridotti ad un solo giorno a settimana per tutti e tutte.

A chi ci vorrebbe sconfitti battere la ritirata, noi diciamo che continueremo ad essere in prima fila contro i responsabili della crisi, contro chi sgombera le case occupate e gli spazi liberati di questa città, al fianco dei migranti, dei precari e dei disoccupati come noi, al fianco di chi, come 8 anni fa a Genova, crede ancora che il mondo possa essere migliore.

Le lotte sociali non si arrestano!
E in ogni caso nessun rimorso!

C’era una volta il G8 di luglio.

Era il 2001 e gli otto grandi si riunivano a Genova. 8 capi di stato, responsabili della crisi economica che sta devastando l’esistenza di milioni di persone.

Migliaia le persone in piazza. Diverse le pratiche, unite nei contenuti.
Poi le cariche indiscriminate, gli abusi di potere, i pestaggi, l’omicidio di Carlo. Un ragazzo che ha reagito alla violenza della polizia, del potere, del capitale, della vita. Carlo, un ragazzo che fino alla fine è rimasto davanti. E poi ancora l’irruzione, le false molotov,
la mattanza della scuola Diaz.

Oggi, ottobre 2009 ci svegliamo così: “Blitz alla scuola Diaz, De Gennaro e Mortola assolti per non aver commesso il fatto”. L’ex capo della Polizia Gianni De Gennaro e l’ex dirigente della Digos di Genova Spartaco Mortola accusati di aver indotto alla falsa testimonianza l’ex questore di Genova FrancescoColucci in riferimento all’irruzione della Polizia nella
scuola Diaz durante il G8 del 2001.”

Dopo pochi giorni le condanne in appello ai manifestanti, accusati di devastazione e saccheggio per le giornate di Genova: condanne confermate per 10 persone dei 25 imputati al processo, ma pene aumentate anche di 5 anni! Parliamo di condanne da 10 a 15 anni per dei danni fatti a merci, vetrine, proprietà private… Il reato di devastazione e saccheggio, come quello di rapina, spesso usati anche per colpire i movimenti sociali, sono nei fatti equiparati dalla giurisprudenza a un omicidio, uno stupro, un rapimento. E in particolare questa sentenza appare per quello che è: vendetta di Stato.

Noi non dimentichiamo.

C’era una volta il G8 di luglio.
2009. Molto è cambiato nella società, nel movimento.
Ma c’erano una volta ancora 8 capi di stato, responsabili della crisi economica che sta devastando l’esistenza di milioni di persone. Questi otto grandi scelsero di incontrarsi per decidere le sorti del mondo proprio all’Aquila distrutta dal terremoto, banchettando alla mensa di Berlusconi, alla faccia delle migliaia di persone nelle tende e dei 307 morti, sotto le macerie del terremoto. Nell’Italia ormai assopita da un’informazione annichilita dal potere, tutto fu dipinto come un grande successo mentre la gente, preoccupata di come arrivare alla fine del mese, guardò con la coda dell’occhio le immagini del gran galà globale scorrere sugli schermi. Il G8 della crisi. Ma qualcuno, anche stavolta,
disse no.

Un movimento di persone, di precari, studenti, senza casa, migranti che in quei giorni si mobilitò in tutto il paese per dire no al G8 della crisi. Bloccando le strade, le università, manifestando nelle piazze, nei porti, davanti ai Cie lager di questo paese, portando la loro solidarietà alla gente abruzzese, che nulla ha ricevuto da questo consesso mondiale, se non
ulteriori disagi.
Il 7 luglio 2009, giorno prima della partenza del vertice, Roma iniziava i preparativi per dare il “benvenuto” ai grandi della terra. Una giornata di azioni e blocchi per disturbare la metropoli produttiva, costruita in rete e in maniera pubblica dai movimenti cittadini, riuniti nella ReteNOG8.
La manifestazione che si mosse da uno stabile occupato di Roma TRE per le strade di Testaccio la mattina, venne caricata pesantemente dalle forze dell’ordine e più di 30 persone vennero fermate nei rastrellamenti e nella caccia all’uomo delle ore successive.

Il potere difendeva ancora una volta se stesso con un dispositivo repressivo sproporzionato, violento, mirato. 8 compagni e compagne, italiani ed internazionali, rimasero in carcere fino alla fine del G8.

Le misure cautelari contro 4 di questi compagni e compagne sono continuate in questi mesi. Sono tre mesi che per uno c’è l’obbligo di firma, tutti i giorni. Lo si dipinge infatti agli atti come un capo, un leader, tra i “responsabili” dei fatti della mattina a Testaccio. Si descrive Acrobax come lo spazio che raccoglie l’ala radicale del movimento, sostanzialmente rappresentato da un gruppo ben preciso costituito da alcuni compagni che vengono indicati agli atti come la regia dell’organizzazione delle mobilitazioni più radicali che nei mesi avrebbero “preso le distanze dagli antagonisti considerati troppo moderati”. “Dividi et impera”, un copione già visto nella meta-narrazione dei movimenti sociali che da diversi anni a questa parte viene costruita meticolosamente da uffici politici della polizia e dei carabinieri e dalle Procure di mezza Italia.

Dopo Genova 2001 partì il processo per il Sud Ribelle, un’accusa di associazione sovversiva che si risolse in una bolla di sapone, dopo anni di linciaggi giudiziari e mediatici. Altri processi per associazione si sono susseguiti negli anni, fino all’ultima infamante accusa di racket mossa ad attivisti e attiviste dell’ex-scuola occupata 8 marzo, alla Magliana,
Roma. Bolle di sapone.

Perché i Movimenti non sono associazioni a delinquere o sovversive o a scopo di estorsione!
Sono espressione del malessere sociale, voce del dissenso, rabbia contro i diritti negati, voglia di costruire un’alternativa. Autorganizzati in maniera pubblica e assembleare, in grado di costruire dal basso la nostra contro-informazione, distruttivi e costruttivi nei contenuti e nelle pratiche che, nelle differenze, portiamo avanti. E soprattutto chi fa
movimento non ha capi o gruppi dirigenti!
Siamo parte degli scioperi, animiamo i cortei, blocchiamo le strade, boicottiamo i produttori di morte, promuoviamo azioni pubbliche di denuncia, saliamo sui tetti… Insieme, in rete, per difendere e rilanciare le nostre idee, i nostri sogni, i nostri bisogni.

Ancora una volta abbiamo davanti la dimostrazione che in questo paese di nani e ballerine, di mafiosi e palazzinari che la fanno da padrone, si vuole azzerare ogni forma di dissenso, si vuole colpire chi ha l’unica colpa di voler cambiare lo stato delle cose presenti, chi non si volta dall’altra parte facendo finta che vada tutto bene, in un mondo nel quale
invece le libertà e i diritti fondamentali vengono continuamente negati.

Oggi, ottobre, a quasi tre mesi di distanza dall’ultimo G8 italiano, arriva quella che si potrebbe considerare quasi una buona notizia: gli obblighi di firma vengono ridotti ad un solo giorno a settimana per tutti e tutte.

A chi ci vorrebbe sconfitti battere la ritirata, noi diciamo che continueremo ad essere in prima fila contro i responsabili della crisi, contro chi sgombera le case occupate e gli spazi liberati di questa città, al fianco dei migranti, dei precari e dei disoccupati come noi, al fianco di chi, come 8 anni fa a Genova, crede ancora che il mondo possa essere migliore.

Le lotte sociali non si arrestano!
E in ogni caso nessun rimorso!

C’era una volta il G8 di luglio.

Era il 2001 e gli otto grandi si riunivano a Genova. 8 capi di stato, responsabili della crisi economica che sta devastando l’esistenza di milioni di persone.

Migliaia le persone in piazza. Diverse le pratiche, unite nei contenuti.
Poi le cariche indiscriminate, gli abusi di potere, i pestaggi, l’omicidio di Carlo. Un ragazzo che ha reagito alla violenza della polizia, del potere, del capitale, della vita. Carlo, un ragazzo che fino alla fine è rimasto davanti. E poi ancora l’irruzione, le false molotov,
la mattanza della scuola Diaz.

Oggi, ottobre 2009 ci svegliamo così: “Blitz alla scuola Diaz, De Gennaro e Mortola assolti per non aver commesso il fatto”. L’ex capo della Polizia Gianni De Gennaro e l’ex dirigente della Digos di Genova Spartaco Mortola accusati di aver indotto alla falsa testimonianza l’ex questore di Genova FrancescoColucci in riferimento all’irruzione della Polizia nella
scuola Diaz durante il G8 del 2001.”

Dopo pochi giorni le condanne in appello ai manifestanti, accusati di devastazione e saccheggio per le giornate di Genova: condanne confermate per 10 persone dei 25 imputati al processo, ma pene aumentate anche di 5 anni! Parliamo di condanne da 10 a 15 anni per dei danni fatti a merci, vetrine, proprietà private… Il reato di devastazione e saccheggio, come quello di rapina, spesso usati anche per colpire i movimenti sociali, sono nei fatti equiparati dalla giurisprudenza a un omicidio, uno stupro, un rapimento. E in particolare questa sentenza appare per quello che è: vendetta di Stato.

Noi non dimentichiamo.

C’era una volta il G8 di luglio.
2009. Molto è cambiato nella società, nel movimento.
Ma c’erano una volta ancora 8 capi di stato, responsabili della crisi economica che sta devastando l’esistenza di milioni di persone. Questi otto grandi scelsero di incontrarsi per decidere le sorti del mondo proprio all’Aquila distrutta dal terremoto, banchettando alla mensa di Berlusconi, alla faccia delle migliaia di persone nelle tende e dei 307 morti, sotto le macerie del terremoto. Nell’Italia ormai assopita da un’informazione annichilita dal potere, tutto fu dipinto come un grande successo mentre la gente, preoccupata di come arrivare alla fine del mese, guardò con la coda dell’occhio le immagini del gran galà globale scorrere sugli schermi. Il G8 della crisi. Ma qualcuno, anche stavolta,
disse no.

Un movimento di persone, di precari, studenti, senza casa, migranti che in quei giorni si mobilitò in tutto il paese per dire no al G8 della crisi. Bloccando le strade, le università, manifestando nelle piazze, nei porti, davanti ai Cie lager di questo paese, portando la loro solidarietà alla gente abruzzese, che nulla ha ricevuto da questo consesso mondiale, se non
ulteriori disagi.
Il 7 luglio 2009, giorno prima della partenza del vertice, Roma iniziava i preparativi per dare il “benvenuto” ai grandi della terra. Una giornata di azioni e blocchi per disturbare la metropoli produttiva, costruita in rete e in maniera pubblica dai movimenti cittadini, riuniti nella ReteNOG8.
La manifestazione che si mosse da uno stabile occupato di Roma TRE per le strade di Testaccio la mattina, venne caricata pesantemente dalle forze dell’ordine e più di 30 persone vennero fermate nei rastrellamenti e nella caccia all’uomo delle ore successive.

Il potere difendeva ancora una volta se stesso con un dispositivo repressivo sproporzionato, violento, mirato. 8 compagni e compagne, italiani ed internazionali, rimasero in carcere fino alla fine del G8.

Le misure cautelari contro 4 di questi compagni e compagne sono continuate in questi mesi. Sono tre mesi che per uno c’è l’obbligo di firma, tutti i giorni. Lo si dipinge infatti agli atti come un capo, un leader, tra i “responsabili” dei fatti della mattina a Testaccio. Si descrive Acrobax come lo spazio che raccoglie l’ala radicale del movimento, sostanzialmente rappresentato da un gruppo ben preciso costituito da alcuni compagni che vengono indicati agli atti come la regia dell’organizzazione delle mobilitazioni più radicali che nei mesi avrebbero “preso le distanze dagli antagonisti considerati troppo moderati”. “Dividi et impera”, un copione già visto nella meta-narrazione dei movimenti sociali che da diversi anni a questa parte viene costruita meticolosamente da uffici politici della polizia e dei carabinieri e dalle Procure di mezza Italia.

Dopo Genova 2001 partì il processo per il Sud Ribelle, un’accusa di associazione sovversiva che si risolse in una bolla di sapone, dopo anni di linciaggi giudiziari e mediatici. Altri processi per associazione si sono susseguiti negli anni, fino all’ultima infamante accusa di racket mossa ad attivisti e attiviste dell’ex-scuola occupata 8 marzo, alla Magliana,
Roma. Bolle di sapone.

Perché i Movimenti non sono associazioni a delinquere o sovversive o a scopo di estorsione!
Sono espressione del malessere sociale, voce del dissenso, rabbia contro i diritti negati, voglia di costruire un’alternativa. Autorganizzati in maniera pubblica e assembleare, in grado di costruire dal basso la nostra contro-informazione, distruttivi e costruttivi nei contenuti e nelle pratiche che, nelle differenze, portiamo avanti. E soprattutto chi fa
movimento non ha capi o gruppi dirigenti!
Siamo parte degli scioperi, animiamo i cortei, blocchiamo le strade, boicottiamo i produttori di morte, promuoviamo azioni pubbliche di denuncia, saliamo sui tetti… Insieme, in rete, per difendere e rilanciare le nostre idee, i nostri sogni, i nostri bisogni.

Ancora una volta abbiamo davanti la dimostrazione che in questo paese di nani e ballerine, di mafiosi e palazzinari che la fanno da padrone, si vuole azzerare ogni forma di dissenso, si vuole colpire chi ha l’unica colpa di voler cambiare lo stato delle cose presenti, chi non si volta dall’altra parte facendo finta che vada tutto bene, in un mondo nel quale
invece le libertà e i diritti fondamentali vengono continuamente negati.

Oggi, ottobre, a quasi tre mesi di distanza dall’ultimo G8 italiano, arriva quella che si potrebbe considerare quasi una buona notizia: gli obblighi di firma vengono ridotti ad un solo giorno a settimana per tutti e tutte.

A chi ci vorrebbe sconfitti battere la ritirata, noi diciamo che continueremo ad essere in prima fila contro i responsabili della crisi, contro chi sgombera le case occupate e gli spazi liberati di questa città, al fianco dei migranti, dei precari e dei disoccupati come noi, al fianco di chi, come 8 anni fa a Genova, crede ancora che il mondo possa essere migliore.

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Un morto in conseguenza degli scontri

Una persona è morta e un centinaio sono gli arrestati durante gli scontri per il summit di FMI e BM

Una persona è morta e un centinaio sono gli arrestati durante gli scontri tra polizia e i manifestanti che protestavano contro la celebrazione della assemblea annuale del Fondo Monetario Internazionale e del Banco Mondiale in Istambul, Turchia. La rete “Haberturk” informa che il morto si chiamava Ishak Kavlo, e che ha avuto un attacco cardiaco durante gli scontri quando la polizia penetrò nella strada pedonale Istiklal, nel centro di Istambul, sparando gas lacrimogeno. Una ambulanza raccoglie quest’uomo di 55 anni che secondo le informazioni, muore poco dopo. Sempre secondo Haberturk, circa 100 persone sono detenute durante gli scontri, anche se la televisione turca CNN-Turk riduce la cifra a 78. Dalle 10:00 ora locale rappresentanti di sindacati e partiti di sinistra si riuniscono in diversi punti del quartiere di Beyoglu e un migliaio di persone camminano verso la piazza centrale di Taksim, da dove pretendono di raggiungere il posto dove si celebrano le riunioni dell’FMI e del BM. Per mezz’ora circa di concentrazione pacifica, che taglia la circolazione della piazza si urlano slogan tipo “FMI fuori dalla Turchia” e si spiegano striscioni con le scritte “Fai che il capitalismo passi alla storia” e “La Banca Mondiale è un ecoterrorista” (El banco mundial es un criminal medioambiental) Verso le 11:30 ora locale, la polizia tenta di dissolvere la manifestazione con cannoni ad acqua compressa, e lanciando gas lacrimogeno per evitare che i manifestanti accedano all’area dove si tengono le riunioni. Quindi, come mostrano le televisioni turche, cominciano una serie di inseguimenti tra polizia e manifestanti per le vie del centro, specialmente per via Istiklal e i viali adiacenti. Alcuni manifestanti di gruppi radicali lanciano cocktail molotov alla polizia e tirano pietrate alle vetrine e fermate degli autobus. Si sono fatte anche proteste pacifiche all’interno dell’area dove, sotto ristrette misure di sicurezza, si riuniscono FMI e BM. “Dobbiamo ascoltare anche quelli che protestano” ha chiesto il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan, durante l’inaugurazione dell’assemblea. “Accettiamo le critiche e le proteste pero si devono fare in maniera civilizzata” afferma in una dichiarazione a Haberturk il ministro dello stato turco Cevdet Yilmaz e dice che “questi tafferugli non influiscono sulla riunione”. in inglese http://istanbul.indymedia.org/features/english/?l=en

Un morto in conseguenza degli scontri

Una persona è morta e un centinaio sono gli arrestati per il summit del FMI e BM

Una persona è morta e un centinaio sono gli arrestatidurante gli scontri tra polizia e i manifestanti che protestavano contro la celebrazione della assemblea annuale del Fondo Monetario Internazionale e del Banco Mondiale in Istambul, Turchia.

La rete “Haberturk” informa che il morto si chiamava Ishak Kavlo, e che ha
avuto un attacco cardiaco durante gli scontri quando la polizia
penetrò nella strada pedonale Istiklal, nel centro di Istambul, sparando
gas lacrimogeno.

Una ambulanza raccoglie quest’uomo di 55 anni che secondo le informazioni,
muore poco dopo. Sempre secondo Haberturk, circa 100
persone sono detenute durante gli scontri, anche se la televisione turca
CNN-Turk riduce la cifra a 78.

Dalle 10:00 ora locale rappresentanti di sindacati e partiti di sinistra si
riuniscono in diversi punti del quartiere di Beyoglu e un migliaio di
persone camminano verso la piazza centrale di Taksim, da dove pretendono di
raggiungere il posto dove si celebrano le riunioni dell’FMI e del BM.

Per mezz’ora circa di concentrazione pacifica, che taglia la circolazione
della piazza si urlano slogan tipo “FMI fuori dalla Turchia” e si spiegano
striscioni con le scritte “Fai che il capitalismo passi alla storia” e “La
Banca Mondiale è un ecoterrorista” (El banco mundial es un criminal
medioambiental)

Verso le 11:30 ora locale, la polizia tenta di dissolvere la manifestazione
con cannoni ad acqua compressa, e lanciando gas lacrimogeno per evitare che
i manifestanti accedano all’area dove si tengono le riunioni.

Quindi, come mostrano le televisioni turche, cominciano una serie di
inseguimenti tra polizia e manifestanti per le vie del centro, specialmente
per via Istiklal e i viali adiacenti.

Alcuni manifestanti di gruppi radicali lanciano cocktail molotov alla
polizia e tirano pietrate alle vetrine e fermate degli autobus.

Si sono fatte anche proteste pacifiche all’interno dell’area dove, sotto
ristrette misure di sicurezza, si riuniscono FMI e BM. “Dobbiamo ascoltare
anche quelli che protestano” ha chiesto il primo ministro turco Recep
Tayyip Erdogan, durante l’inaugurazione dell’assemblea.

“Accettiamo le critiche e le proteste pero si devono fare in maniera
civilizzata” afferma in una dichiarazione a Haberturk il ministro dello
stato turco Cevdet Yilmaz e dice che “questi tafferugli non influiscono
sulla riunione”.

in inglese
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Un morto in conseguenza degli scontri

Una persona è morta e un centinaio sono gli arrestati per il summit del FMI e BM

Una persona è morta e un centinaio sono gli arrestatidurante gli scontri tra polizia e i manifestanti che protestavano contro la celebrazione della assemblea annuale del Fondo Monetario Internazionale e del Banco Mondiale in Istambul, Turchia.

La rete “Haberturk” informa che il morto si chiamava Ishak Kavlo, e che ha
avuto un attacco cardiaco durante gli scontri quando la polizia
penetrò nella strada pedonale Istiklal, nel centro di Istambul, sparando
gas lacrimogeno.

Una ambulanza raccoglie quest’uomo di 55 anni che secondo le informazioni,
muore poco dopo. Sempre secondo Haberturk, circa 100
persone sono detenute durante gli scontri, anche se la televisione turca
CNN-Turk riduce la cifra a 78.

Dalle 10:00 ora locale rappresentanti di sindacati e partiti di sinistra si
riuniscono in diversi punti del quartiere di Beyoglu e un migliaio di
persone camminano verso la piazza centrale di Taksim, da dove pretendono di
raggiungere il posto dove si celebrano le riunioni dell’FMI e del BM.

Per mezz’ora circa di concentrazione pacifica, che taglia la circolazione
della piazza si urlano slogan tipo “FMI fuori dalla Turchia” e si spiegano
striscioni con le scritte “Fai che il capitalismo passi alla storia” e “La
Banca Mondiale è un ecoterrorista” (El banco mundial es un criminal
medioambiental)

Verso le 11:30 ora locale, la polizia tenta di dissolvere la manifestazione
con cannoni ad acqua compressa, e lanciando gas lacrimogeno per evitare che
i manifestanti accedano all’area dove si tengono le riunioni.

Quindi, come mostrano le televisioni turche, cominciano una serie di
inseguimenti tra polizia e manifestanti per le vie del centro, specialmente
per via Istiklal e i viali adiacenti.

Alcuni manifestanti di gruppi radicali lanciano cocktail molotov alla
polizia e tirano pietrate alle vetrine e fermate degli autobus.

Si sono fatte anche proteste pacifiche all’interno dell’area dove, sotto
ristrette misure di sicurezza, si riuniscono FMI e BM. “Dobbiamo ascoltare
anche quelli che protestano” ha chiesto il primo ministro turco Recep
Tayyip Erdogan, durante l’inaugurazione dell’assemblea.

“Accettiamo le critiche e le proteste pero si devono fare in maniera
civilizzata” afferma in una dichiarazione a Haberturk il ministro dello
stato turco Cevdet Yilmaz e dice che “questi tafferugli non influiscono
sulla riunione”.

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Un morto in conseguenza degli scontri

Una persona è morta e un centinaio sono gli arrestati per il summit del FMI e BM

Una persona è morta e un centinaio sono gli arrestatidurante gli scontri tra polizia e i manifestanti che protestavano contro la celebrazione della assemblea annuale del Fondo Monetario Internazionale e del Banco Mondiale in Istambul, Turchia.

La rete “Haberturk” informa che il morto si chiamava Ishak Kavlo, e che ha
avuto un attacco cardiaco durante gli scontri quando la polizia
penetrò nella strada pedonale Istiklal, nel centro di Istambul, sparando
gas lacrimogeno.

Una ambulanza raccoglie quest’uomo di 55 anni che secondo le informazioni,
muore poco dopo. Sempre secondo Haberturk, circa 100
persone sono detenute durante gli scontri, anche se la televisione turca
CNN-Turk riduce la cifra a 78.

Dalle 10:00 ora locale rappresentanti di sindacati e partiti di sinistra si
riuniscono in diversi punti del quartiere di Beyoglu e un migliaio di
persone camminano verso la piazza centrale di Taksim, da dove pretendono di
raggiungere il posto dove si celebrano le riunioni dell’FMI e del BM.

Per mezz’ora circa di concentrazione pacifica, che taglia la circolazione
della piazza si urlano slogan tipo “FMI fuori dalla Turchia” e si spiegano
striscioni con le scritte “Fai che il capitalismo passi alla storia” e “La
Banca Mondiale è un ecoterrorista” (El banco mundial es un criminal
medioambiental)

Verso le 11:30 ora locale, la polizia tenta di dissolvere la manifestazione
con cannoni ad acqua compressa, e lanciando gas lacrimogeno per evitare che
i manifestanti accedano all’area dove si tengono le riunioni.

Quindi, come mostrano le televisioni turche, cominciano una serie di
inseguimenti tra polizia e manifestanti per le vie del centro, specialmente
per via Istiklal e i viali adiacenti.

Alcuni manifestanti di gruppi radicali lanciano cocktail molotov alla
polizia e tirano pietrate alle vetrine e fermate degli autobus.

Si sono fatte anche proteste pacifiche all’interno dell’area dove, sotto
ristrette misure di sicurezza, si riuniscono FMI e BM. “Dobbiamo ascoltare
anche quelli che protestano” ha chiesto il primo ministro turco Recep
Tayyip Erdogan, durante l’inaugurazione dell’assemblea.

“Accettiamo le critiche e le proteste pero si devono fare in maniera
civilizzata” afferma in una dichiarazione a Haberturk il ministro dello
stato turco Cevdet Yilmaz e dice che “questi tafferugli non influiscono
sulla riunione”.

in inglese
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Siamo tutt@ aquilani

“Siamo tutti aquilani”, questo lo slogan ricorrente insieme a “L’Aquila libera, liberi tutti” e “case si, ghetti no”, che lo smisurato corteo forte di oltre 10.000 presenze ha lanciato migliaia di volte lungo la marcia di 8 Km che divide la stazione di Paganica dai giardini pubblici de L’Aquila.

Oggi Il Centro, il giornale più venduto in Abruzzo con il titolo “Questo corteo è servito agli aquilani, ora bisogna andare avanti” fa ammenda delle varie denigrazioni opposte ai “no global”. Contro il corteo NOG8, NO Crisi e NO Ricostruzione berlusconiana, si era fatto un fuoco di fila orchestrato dal governo, a cui avevano contribuito non poco i media sguazzando tra alcuni detrattori locali e nazionali. Alla fine c’è questo variopinto, rumoroso, partecipato risultato di chi vi ha creduto fin dal primo momento – e dei tanti che si sono impegnati in tutta Italia per mantenere alta la dignità e la battaglia contro i prepotenti della terra.

Un grazie sentito a tutti i partecipanti organizzati e spontanei, a partire dai tanti aquilani e abruzzesi presentii e aggregati lungo il percorso; alle compagini del NO Ponte, No dal Molin, NO Piano Rifiuti Campano, del movimento per l’acqua pubblica, del collettivo pistoiese “ dalla parte degli orsi”; dei milanesi dei Transiti,dei compagni di Lecce, Brindisi, Taranto, Bari, Salerno, Benevento, Napoli, al migliaio di compagni/e romani; ai pompieri di Alessandria; un ringraziamento particolare ai legali “legal team” (intervenuti per il rilascio di 4 fermati), presenti a Roma fin dall’avvio del G8.

Una giornata ben spesa, che ricorderemo a lungo per l’abbraccio con la realtà aquilana – con la presa in diretta degli effetti del terremoto e l’impegno per la ricostruzione sociale – e la felicità nell’apprendere della liberazione dei/delle compagni/e arrestati a Roma il 7 luglio, buon auspicio per la prossima liberazione dei 22 studenti arrestati per gli scontri a Torino durante il G8 Università.

“Adesso non ci scordate”, a questa preoccupazione degli aquilani che abbiamo incontrato ai margini dei campi e lungo la strada, abbiamo risposto“ che non eravamo li solo per contestare la vetrina e la boria del G8, soprattutto per sostenere le loro battaglie

A Testaccio…

Contro il G8 della crisi

Noi la crisi non la vogliamo pagare!

Siamo ritornati in queste strade dopo le brutali cariche della polizia e della guardia di finanza e i rastrellamenti che ne sono seguiti.

Vogliamo raccontare la nostra verità al quartiere che ci ha ospitato ed offerto protezione e solidarietà.

Martedì mattina una rete composita di studenti, precari, disoccupati, senza casa, attivisti dei centri sociali sono partiti dall’info point allestito in uno stabile dell’università di roma tre dentro l’ex mattatoio, per esprimere il loro dissenso nei confronti del vertice del G8 ma soprattutto contro i governi e le politiche che ci hanno imposto la crisi di cui ci vogliono far pagare il prezzo.

Infatti la crisi che per i potenti della terra è un titolo di giornale o, tuttalpiù, una questione da discutere è per noi pane quotidiano; è l’impossibilità di arrivare alla fine del mese, sono gli affitti sempre più alti, gli sfratti, i licenziamenti, la precarietà e mutui impossibili con le banche.

Per questo martedì con il nome di V strategy siamo scesi in piazza, dando vita ad un corteo spontaneo che voleva raggiungere la metro piramide e raggiunge la manifestazione convocata all’Università La Sapienza. Come siamo arrivati davanti alla metro, la polizia e la guardia di finanza hanno chiuso l’accesso della stazione e hanno fatto partire una prima carica. A quel punto il corteo si è spostato verso Testaccio ed ha subito un’altra carica a cui ne sono seguite altre tre. E’ chiaro, dalle immagini stesse dei giornali e della questura, che il corteo si è limitato a rientrare nel quartiere senza contatto con le forze dell’ordine.

E’ugualmente chiaro che sono loro ad aver voluto così duramente caricare il corteo ignorando le nostre ripetute richieste di fermarsi e di darci la possibilità di andare via.

Inoltre dopo l’ultima carica si è scatenata una caccia all’uomo che ha portato a 36 fermi. Di questi sono stati confermati 8 arresti.

Sostanzialmente le immagini e e le “prove” mostrate dalla questura sono inconsistenti; nonostante questo ci hanno dipinto come teppisti.

La verità è che hanno eseguito un’indicazione politica del governo che ha voluto e vuole nascondere la debolezza con cui è arrivato a questo vertice internazionale e reprimere qualunque dissenso contro la crisi economica, finanziaria e sociale e il loro modo di gestirla.

Ringraziamo ancora una volta questo quartiere e i suoi abitanti.

E ancora una volta diciamo che rivogliamo i nostri compagni e compagne in libertà.

Andremo a gridarlo anche all’Aquila venerdì 10, riprendendoci tutte e tutti insieme il diritto di manifestare il nostro rigetto del G8 della crisi, insieme alla nostra concreta solidarietà con le popolazioni colpite dal terremoto, dalla speculazione assassina e dal malgoverno berlusconiano.

Siamo tutte e tutti terremotati!

No G8, agenzie 7 luglio

G8: ROMA; 27 IDENTIFICATI DOPO PRIMI BLITZ

ROMA, 7 LUG – Sono 27 i giovani manifestanti fermati a Roma questa mattina dalla polizia dopo i primi blitz in alcune parti della citta’ da San Giovanni a Piazzale Ostiense fino al quartiere San Lorenzo. I dimostranti della Rete No G8 partiti da San Giovanni si sono diretti verso l’Universita’ Roma Tre e poi verso il Lungotevere dove poi si sono sparpagliati in piccoli gruppi. I fermati sono ora negli uffici della Questura. La posizione dei giovani verra’ ora vagliata dagli uomini della Digos. (ANSA).

G8: ROMA; CORTEO STUDENTI ALL’UNIVERSITA’ LA SAPIENZA (ANSA)

ROMA, 7 LUG – ”Tutti liberi”. Con questo slogan, decine di studenti, alcuni imbavagliati in segno di protesta, stanno manifestando con un corteo all’interno dell’universita’ La Sapienza di Roma. Il corteo sta attraversando diverse facolta’: i manifestanti hanno annunciato anche proteste all’esterno della Sapienza. Tra gli striscioni ‘L’Onda perfetta non si arresta, tutti liberi subito’, ‘G8 a Torino: io c’ero’.(ANSA).

G8:TENSIONE FUORI UNIVERSITA’ ROMA 3,BOTTIGLIE CONTRO AGENTI (ANSA)

ROMA, 7 LUG – Tensione vicino all’universita’ Roma Tre quando alcuni  manifestanti, allontanandosi da Piazzale Ostiense, dopo alcuni tentati blitz, hanno lanciato bottiglie, sassi e dei ”fumoni” contro le forze dell’ordine. Ci sono stati attimi di tensione ma nessun contatto tra manifestanti e forze dell’ordine. Polizia e carabinieri stanno presidiando il quartiere Testaccio, nei pressi dell’ex Mattatoio, dove molti manifestanti sono fuggiti allontanandosi da Piazzale Ostiense.

G8: ROMA; SALGONO A 35 IDENTIFICATI, SEQUESTRATE MAZZE (ANSA)

ROMA, 7 LUG – Sale a 35 il numero dei manifestanti fermati stamani dalla polizia nel corso di alcuni blitz della Rete No G8. Ai 27 gia’ negli uffici della Digos si aggiungono altri otto giovani bloccati dai Falchi della squadra mobile. Le forze dell’ordine hanno, inoltre sequestrato, mazze, bastoni e candelotti.(ANSA).

G8: ROMA; TENSIONE ALLA SAPIENZA,CALCI CONTRO CAMIONETTA GDF (ANSA)

ROMA, 7 LUG – Momenti di tensione a piazzale Aldo Moro, fuori dall’Universita’ La Sapienza di Roma, quando un corteo di circa cento studenti dell’Onda e’ uscito fuori dalla citta’ universitaria. I manifestanti, arrivati da via de Lollis, stavano tentando di arrivare a piazzale Aldo Moro, dove c’e’ l’entrata principale dell’ateneo capitolino, quando delle camionette della Guardia di Finanza gli hanno sbarrato la strada. Uno dei mezzi ha tamponato l’altro e i manifestanti, alcuni con caschi e il volto travisato, hanno preso d’assalto una camionetta con calci, pugni e rompendo anche un vetro. Ora piazzale Aldo Moro e’ presidiato da polizia e carabinieri in assetto antisommossa. Il corteo all’esterno della citta’ universitaria non era autorizzato.

G8: ROMA; SEQUESTRATI BOTTIGLIE, PIETRE E UN ESTINTORE (ANSA) – ROMA, 7 LUG – Alcune casse con bottiglie di vetro vuote, numerosi ‘sanpietrinì, un estintore, un respingente in plexiglas, un palo di ferro ed un coltello a serramanico: è una parte del materiale sequestrato questa mattina dalla polizia ai manifestanti della rete ‘No G8’ che hanno messo in atto un blitz a Roma. Gli agenti hanno inoltre recuperato due striscioni, entrambi viola, con una V nera disegnata sopra. Molti anche i fumogeni e una fionda con delle biglie sottratti ai manifestanti che sono stati bloccati mentre si allontanavano dalla zona di via Ostiense in direzione di Testaccio. (ANSA).

G8, SAMPIETRINI MAZZAFIONDA E SCUDO TRA OGGETTI SEQUESTRATI DA PS (OMNIROMA) Roma, 07 lug – Alcune casse con bottiglie di vetro vuote, sampietrini, un estintore, un carrello della spesa per contenere i vari oggetti e un coltello a serramanico. Questi alcuni degli oggetti che gli agenti della Polizia di Stato hanno sequestrato stamattina ai manifestanti anti G8 fermati. Tra gli oggetti in possesso dei manifestanti anche un palo di ferro, uno scudo in plexiglass artigianale, fumogeni, una mazzafionda e due striscioni viola con su scritto «V-strategy». kia

G8: ROMA; TRA ARRESTATI ANCHE UN MINORENNE
– ROMA, 7 LUG – C’è anche un italiano minorenne tra i dieci arrestati dalla polizia in relazione al blitz dei No G8 avvenuto questa mattina a Roma. La posizione degli altri fermati è ancora al vaglio degli agenti della Digos e della Squadra Mobile della Questura di Roma. (ANSA).

G8: ROMA; MANIFESTANTI, DA FORZE ORDINE RASTRELLAMENTI (ANSA) – ROMA, 7 LUG – «Stamattina siamo partiti da Testaccio in corteo verso Piramide, ma alcuni manifestanti sono stati fermati dalla polizia in borghese e abbiamo subito da loro rastrellamenti nel quartiere Testaccio». Lo hanno denunciato alcuni studenti di Roma 3 che stamattina avevano organizzato un corteo della ‘V-strategy’ contro il G8. «Eravamo in 200, siamo stati anche caricati dalla polizia all’altezza della stazione Ostiense – hanno aggiunto gli studenti – poi a Testaccio, dove ieri erano stati occupati alcuni edifici di Architettura a Roma 3, si è scatenata una caccia all’uomo. I ragazzi sono stati inseguiti all’interno del quartiere, sembravano veri e propri rastrellamenti con irruzioni delle forze dell’ordine in bar e locali che si sono tradotti in fermi e dieci arresti solo nel nostro quartiere». «Non ci sono tracce di danneggiamenti nella zona della stazione Ostiense – hanno proseguito gli studenti – dove siamo stati caricati, ma rimangono gli arresti. Una parte dell’edificio di Architettura che era stato occupato ieri è presidiato dalla polizia e anche l’ex Mattatoio occupato adesso è vuoto». I manifestanti hanno anche riferito che la Guardia di Finanza, a bordo di camionette, ha sparato lacrimogeni all’interno del quartiere Testaccio per disperdere i gruppetti.(ANSA).

G8: RETE STUDENTI, SCONTRI VOLUTI PER FOMENTARE TENSIONE (ANSA)
– ROMA, 7 LUG – Il trasferimento del G8 all’Aquila «ha impedito di fatto l’organizzazione di appuntamenti di protesta e di alternativa ampi e partecipati nei confronti del meeting dei grandi» e «in questo contesto di immobilismo indotto viene il sospetto che gli episodi di queste ore scaturiscano da una regia precisa che vuole fomentare un clima di tensione e irrequietezza». Interviene così la Rete degli studenti in merito agli scontri e agli arresti di ieri e oggi. Secondo l’organizzazione studentesca «forse l’obbiettivo è coprire la verità sulla completa inutilità del G8, che si riconferma come un luogo antidemocratico e incapace di risolvere le questioni essenziali per il pianeta. O ancor peggio – si legge in una nota – ci viene da pensare che quello che si vuole coprire è il fallimento della gestione del summit da parte del governo italiano, compromesso da una parte dall’indebolimento dell’immagine del premier e dall’altra da un’ormai evidente incapacità di gestire la situazione dei terremotati abruzzesi». «i auguriamo – conclude la Rete degli studenti – che non sia passato in mente a nessuno di nascondere queste verità con gli allarmi sulla sicurezza nazionale, magari facendo ricadere la responsabilità sul movimento studentesco, che questo governo ha in più occasione cercato di criminalizzate e demonizzare». (ANSA).

G8, PEDUZZI (PRC): «CONDANNIAMO AZIONE REPRESSIVA» (OMNIROMA)
Roma, 07 lug – «Condanniamo con forza l’azione repressiva in atto per fermare la protesta nelle università e chiediamo la liberazione immediata degli studenti arrestati e in stato di fermo». Lo dichiara in una nota il capogruppo del Prc alla Regione Ivano Peduzzi. «Gli arresti di oggi – aggiunge – ancora una volta mostrano il vero volto del Governo. Berlusconi davanti alla protesta e al dissenso reagisce con le intimidazioni e l’uso della forza confermando che in questo Paese nel Dna dei governi di destra resistono le peggiori tentazioni illiberali e antidemocratiche. Maroni, degno sostituito oggi di quel ministro Scajola che nel 2001 tracciò la strada della repressione con i fatti di Genova, è perfettamente a suo agio quando si tratta di autorizzare l’uso dei manganelli e reprimere le proteste pacifiche. Ci chiediamo cosa dobbiamo aspettarci ancora affinché le forze democratiche capiscano la gravità del momento e che quella che stiamo vivendo è una situazione di allarme democratico». red

G8, LUCIANI (SL): «ARRESTI E FERMI INGIUSTIFICATI» (OMNIROMA) Roma, 07 lug – «Prima gli arresti per i fatti del 19 maggio, poi quanto sta avvenendo oggi a Roma alla vigilia del tanto atteso G8 dell’Aquila: una repressione ingiustificata e di entità sproporzionata che colpisce chi legittimamente sta dimostrando il proprio dissenso». A dichiararlo in una nota è Enrico Luciani, consigliere di Sinistra e libertà alla Regione Lazio. «Una condotta, quella della polizia, che davvero risulta inquietane e che non giova al clima pre G8, un clima destinato, con queste modalità, a divenire sempre più teso. La criminalizzazione del movimento dell’Onda è quindi inaccettabile, perché sanziona chi si interessa del futuro della scuola di questo paese e lo etichetta come un facinoroso sovversivo – continua Luciani – Quella della Gelmini è una riforma che distrugge la scuola pubblica e condanna la nostra società a retrocedere in modo preoccupante. Gli studenti dell’Onda ne sono consapevoli ed hanno il diritto di manifestare. Indispensabile quindi ribadire con forza, nella condanna generale di ogni forma di violenza, il diritto di manifestare liberamente il proprio dissenso. A l’Onda, e in particolare ai fermati, va tutta la mia solidarietà». red

G8, AMA PARTE CIVILE IN PROCESSO PER INCENDIO CASSONETTI (OMNIROMA) Roma, 07 lug – Ama, riferisce una nota, «si costituirà parte civile nel procedimento penale per l’incendio dei cassonetti avvenuto oggi durante le manifestazioni di protesta contro il G8. L’azienda, nei giorni scorsi, aveva già deciso di costituirsi parte civile anche nel procedimento contro due piromani, un romano e un senegalese, arrestati la notte di sabato 20 giugno nel quartiere Esquilino. Ama, dunque, in qualità di soggetto danneggiato da questo tipo di reati, intende, per la prima volta, far valere i suoi diritti innanzi al giudice penale. La costituzione di parte civile, in entrambi i casi, servirà a ottenere il risarcimento per i danni materiali subiti, e testimonia la rinnovata attenzione dell’azienda al proprio patrimonio e alla propria immagine». red

G8, MEGA STRISCIONE SU PALAZZO INA ASSITALIA PIAZZA CINECITTÀ (OMNIROMA) Roma, 07 lug – Uno striscione di 15 metri anti G8 è stato appeso sul palazzo dell’Ina Assitalia di piazza di Cinicittà coprendo lo «storico» orologio che sovrasta la piazza con la scritta: «Banche, governi, assicurazioni: solo crisi e illusioni. No al G8». gca

G8, ALZETTA: SI REPRIME DISSENSO COME IN IRAN (OMNIROMA) Roma, 07 lug – «Leggendo le notizie di queste ore viene spontaneo il parallelismo con la repressione in Iran. Anche in Italia, un leader in crisi, che presiede un consesso in crisi come il g8, ha bisogno di militarizzare Roma e l’Aquila e di reprimere ogni forma di dissenso, con arresti e fermi. Anche la giornata di oggi, con azioni e mobilitazioni in tutta la città e un forum all’Aquila, dimostra che le risposte alla crisi possono venire solo dai movimenti». Lo dichiara in una nota Andrea Alzetta, capogruppo capitolino Roma in Action. red

G8,ROCCA(PDL):CHI MANIFESTA CON VIOLENZA NON PARLI DI BENE COMUNE (OMNIROMA) Roma, 07 lug – «Ancora una volta i movimenti no-global non hanno perso l’occasione per dimostrare la natura violenza che oramai li contraddistingue. Chi manifesta a volto coperto con caschi, bastoni, pietre, rovesciando ed incendiando i cassonetti, difficilmente può arrogarsi il diritto di insegnare a qualcun altro cosa sia la democrazia e il rispetto degli altri». Lo dichiara in una nota Federico Rocca, consigliere del PdL del Comune di Roma: «Il bene comune si persegue nel rispetto delle regole, delle leggi e anche di chi può avere un’idea diversa dalla propria, ma lo spettacolo al quale stiamo assistendo da questa mattina a Roma non ha nulla a che vedere con tutto questo – aggiunge – I metodi utilizzati dai no-global per manifestare le proprie idee sono fuori da ogni logica democratica, poichè dar vita a cortei non autorizzati e occupare facoltà delle università privando altri studenti del loro diritto allo studio è una prevaricazione dei diritti altrui ma questo non sembra interessare a questi ragazzi che per creare caos e disordini hanno aggregato anche giovani provenienti da altri paesi, portandoli a compiere le solite devastazione per le vie delle nostre città. A tutti è garantito il diritto di manifestare, non siamo in Iran e alcuni esponenti delle sinistra cha hanno anche un ruolo istituzionale non li dicano neanche per scherzo, primo per rispetto a chi vede realmente limitate le proprie libertà, secondo perchè se si rispettano le regole nessuno avrebbe motivi contrari a far manifestare i movimeti no-global. Certo presentarsi in piazza con caschi e bastoni non un è atteggiamento pacifico e il fatto che già da oggi abbiamo dato vita a diversi disordini lascia presagire che c’era premeditazione. L’Italia e Roma – conclude Rocca – non hanno alcun bisogno di questa teppaglia per poter affrontare gli importanti argomenti che riguardano la fame nel mondo, il problema ambientale e la tutela dei più deboli». red

G8: ROMA; TRA I FERMATI ANCHE STRANIERI (ANSA)
– ROMA, 7 LUG – Ci sono anche cittadini stranieri tra i 36 manifestanti fermati dalla polizia questa mattina dopo il blitz messo in atto nella zona di San Giovanni da appartenenti alla Rete «No G8». I fermati sono 27 italiani, un cittadino polacco, un francese, due tedeschi, quattro svedesi e uno svizzero. Tutti si trovano attualmente negli uffici della Digos per essere identificati.(ANSA).

G8: ROMA; BLITZ RETE NO G8, 10 ARRESTI SU 36 FERMATI (ANSA) – ROMA, 7 LUG – Sono dieci le persone arrestate dalla polizia dopo i blitz contro il G8 avvenuti stamani nella capitale. In seguito alle azioni erano stati fermati 36 manifestanti sia italiani sia stranieri. Gli arrestati dovranno rispondere degli incendi a pneumatici e cassonetti, del possesso di oggetti «atti a offendere» oltre che del reato di blocco stradale. Al vaglio della squadra mobile e della Digos le posizioni degli altri fermati ancora negli uffici della Questura. (ANSA).

G8:PLACANICA;ALTO UFFICIALE SPARÒ A GIULIANI,STATO MI AIUTI (ANSA) – ROMA, 7 LUG – «Io non c’entro, sono solo l’utile idiota per coprire le responsabilità di un alto ufficiale. Uno che quel giorno in piazza Alimonda ha sparato, per colpire e uccidere». Così Mario Placanica, l’ ex carabiniere accusato di aver ucciso con un colpo di pistola Carlo Giuliani durante il G8 genovese del 2001, in un’intervista rilasciata al settimanale Oggi. «Finora – spiega Placanica – ho tenuto la bocca chiusa per paura, adesso parlo perchè non ce la faccio più. Chiedo allo Stato di aiutarmi. A Berlusconi, al presidente della Repubblica, ai servizi segreti… chiedo che qualcuno mi ascolti, mi renda una volte per tutte libero da chi vuole utilizzare la mia storia per colpire lo Stato e le sue istituzioni». Secondo il giovane, «c’è gente vicina a clan mafiosi della zona che vuol farmi passare per una vittima, il capro espiatorio di un omicidio commesso da altri. Hanno fatto di tutto per non farmi rientrare nei carabinieri. Mi hanno fatto passare per idiota, stressato ed esaurito, e nell’aprile 2005 quando l’Arma mi ha messo in congedo hanno stuzzicato il mio desiderio di vendetta». (ANSA).

No G8, agenzie 10 luglio

G8: ROMA;SCARCERATI GLI 8 FERMATI A ROMA,PER 5 OBBLIGO FIRMA
ROMA, 10 LUG – Tornano in libertà gli otto giovani fermati tre giorni fa a Roma in occasione dei disordini scoppiati in concomitanza con le iniziative di protesta contro il G8. Lo ha deciso il gip Barbara Callari che ha anche imposto a cinque di loro l’obbligo di firma quotidiano. Respinta, quindi, la richiesta di mantenimento degli otto in carcere fatta dal pm Giuseppe De Falco. I giovani sono indagati, a seconda delle singole posizioni, di danneggiamento, violenza e resistenza a pubblico ufficiale nonchè di porto e detenzione di oggetti contundenti. Tutti facevano parte del gruppo di 36 che erano finiti in Questura in seguito all’intervento delle forze dell’ordine.

G8, SCARCERATI 8 MANIFESTANTI ARRESTATI: OBBLIGO FIRMA PER 5 (OMNIROMA) Roma, 10 lug – Sono stati scarcerati gli otto manifestanti arrestati tre giorni fa durante le manifestazioni contro il G8. Lo ha deciso il gip Barbara Callari che ha disposto comunque per cinque degli arrestati l’obbligo di firma quotidiana presso un posto di polizia. Respinta l’istanza del pm Giuseppe De Falco che aveva chiesto al gip di emettere un provvedimento cautelare in carcere per i manifestanti, accusati di resistenza a pubblico ufficiale aggravata dal lancio di oggetti atti ad offendere e ieri interrogati dallo stesso gip davanti al quale hanno respinto le contestazioni formulate nei loro confronti.

G8: IRAN CONVOCA AMBASCIATORE ITALIA PER CHIARIMENTO SU MANIFESTAZIONI
Teheran, 10 lug. – (Adnkronos/Aki) – L’ambasciatore italiano a Teheran, Alberto Bradanini, sarebbe stato convocato oggi dal ministero degli Esteri iraniano per fornire spiegazioni riguardo al modo in cui le forze dell’ordine italiane avrebbero «represso» le proteste contro il vertice G8 dell’Aquila. Lo riferisce l’agenzia d’informazione semi-ufficiale ‘Fars News’. – L’Iran – è scritto sull’agenzia ‘Fars’ – «condanna l’uso della forza da parte della polizia italiana per reprimere le proteste di chi si oppone» al vertice G8 dell’Aquila. L’invito che giunge alle autorità italiane è dunque «di rispettare gli impegni presi a livello internazionale». L’agenzia iraniana precisa quindi che il motivo principale della convocazione di Bradanini sarebbe una richiesta di spiegazioni sul silenzio degli Stati occidentali, definiti ironicamente dalla ‘Fars’ «avvocati della democrazia e dei diritti umani», sull’omicidio di Marwa Sherbini, la donna egiziana di religione musulmana uccisa nei giorni scorsi in Germania. L’ambasciatore Bradanini avrebbe avuto un colloquio con il direttore generale della sezione Affari dell’Europa occidentale del ministero degli Esteri di Teheran. Nel corso dell’incontro il rappresentante iraniano avrebbe affermato che «l’atteggiamento degli Stati membri del G8 riguardo all’omicidio di Sherbini è un chiaro esempio dell’approccio che i Paesi occidentali hanno su questioni come i diritti umani delle minoranze, in particolare dei musulmani d’Europa».

No G8, agenzie 8 luglio

G8, TROVATI MAPPA LUOGHI SENSIBILI E VADEMECUM ANTI-REPRESSIONE

(OMNIROMA) Roma, 07 lug – Una mappa del centro di Roma, con una dettagliata lista dei luoghi ‘sensibilì della lotta no-global, come sedi di banche, agenzie immobiliari e interinali, tutto individuato con varie simbologie, e un «Piccolo vademecum anti-repressione G8 luglio 2009» con i consigli da eseguire nell’eventualità di controlli da parte della polizia. È quanto distribuivano i manifestanti durante la protesta di stamattina tra il materiale sequestrato dagli agenti della polizia di Stato. Nella mappa vengono indicati anche i presidi delle forze dell’ordine, come le caserme dei carabinieri e i commissariati di polizia, ma anche carceri, ospedali, fermate della metropolitane e, come vengono chiamate nella mappa, «sedi fasciste» tra cui Casa Pound. È indicata inoltre la partenza della manifestazione di oggi a piazza Barberini con tre cerchi concentrici. Tra i consigli del vademecum quello di «rimanere vicino ai compagni e alle compagne e perder tempo» se durante una manifestazione vengono chiesti i documenti. In caso di cariche della polizia il consiglio è di fare in modo «di proteggerti sempre la testa dalle manganellate». C’è anche un riferimento all’episodio di Carlo Giuliani: «È bastata una minaccia con un estintore – si legge nel testo – a giustificare un proiettile sparato direttamente in testa». kia

G8, ‘CANCELLATÀ IMPEDISCE ACCESSO IN VIA VENETO DA PIAZZA BARBERINI (OMNIROMA)

Roma, 07 lug – L’accesso a via Veneto da piazza Barberini sta per essere chiuso da una cancellata mobile di colore blu installata dalla polizia in occasione del presidio anti G8 che inizierà alle 17 proprio in piazza Barberini. I manifestanti ancora non si vedono mentre sulla piazza, chiusa anche dalla parte di via di San Basilio, sono presenti giornalisti, fotografi e cameraman di diverse testate nazionali e internazionali. gca

G8: ROMA; SEQUESTRATÀCRISIS MAP’, CON LUOGHI SIMBOLO LOTTA (ANSA)

ROMA, 7 LUG – Una mappa di Roma, di quelle che si scaricano da internet, con una dettagliata lista di luoghi simbolo della lotta dei no-global come sedi di banche, agenzie immobiliari e interinali, è stata sequestrata dalla polizia questa mattina a Roma. La cartina, che è stata distribuita ai giovani manifestanti che hanno partecipato al blitz nella zona di via Ostiense, indica anche i presidi presenti sul territorio delle forze dell’ordine come le caserme dei carabinieri e i commissariati della polizia. Indicati anche gli ospedali e le fermate della metropolitana. La mappa, scritta anche in inglese e intitolata ‘Crisis map’ individua anche delle «sedi fasciste» come il centro sociale Casapound in via Napoleone III. Il volantino segnala anche l’ufficio passaporti della Questura, il tribunale militare e quello di piazzale Clodio. Inoltre viene cerchiata piazza Barberini dove oggi, intorno alle 17.00, avrà luogo il sit-in della rete «No G8».(ANSA).

G8: ROMA;POLIZIA SEQUESTRA ANCHÈVADEMECUM ANTI REPRESSIONÈ (ANSA)

ROMA, 7 LUG – L’intestazione porta la scritta «Piccolo vademecum anti repressione G8 luglio 2009, Roma». Si tratta di un ciclostilato di quattro pagine dove vengono riportati i consigli «utili» per i manifestanti che parteciperanno alle manifestazioni in concomitanza del supervertice de L’Aquila. Nel volantino, sequestrato questa mattina dalla polizia a Roma, vengono descritte alcune ipotesi legate a situazioni che potrebbero crearsi nel corso delle manifestazioni. «Se la polizia mi chiede i documenti durante una manifestazione? È sempre meglio – si legge nel documento – rimanere vicino a un compagno e perdere tempo. Se infatti dai i documenti è molto probabile che ti arrivi una denuncia». E ancora, consigli pratici: «In caso di cariche fai in modo di proteggerti sempre la testa dai manganelli ma se vedi che qualcuno viene preso dalla polizia ed è impossibile liberarlo devi gridargli di dire il suo nome in modo che si possano avvertire gli avvocati». Nel volantino viene messa a disposizione anche una linea telefonica per consigli di tipo legale e una sede della «Casa dei Diritti Sociali» in via Giolitti, sempre a Roma. Il vademecum si conclude con i consigli in caso di fermo di polizia: «hai il diritto – si legge – di chiedere di cosa sei accusato e di avvisare una persona. In caso di interrogatorio ti puoi rifiutare di parlare (è sempre meglio) finchè non arriva l’avvocato». (ANSA).

G8, GROSSO (PDCI): «A ROMA STUDENTI PICCHIATI VIOLENTEMENTE» (OMNIROMA)

Roma, 07 lug – «Il vero volto del governo e il suo mancato rispetto per la democrazia e il dissenso – dichiara in una nota Maria Antonietta Grosso capogruppo del PdCI alla Pisana – si sono manifestati oggi in tutta la loro ampiezza». «All’Università di Roma – continua Grosso – sono stati violentemente picchiati degli studenti contrari al G8. Come se non bastasse molti di loro sono stati arrestati. Sono ancora vive le ferite di Genova con la vergogna di torture, gli accadimenti di Bolzaneto e la morte di un giovane ragazzo. Viviamo un momento grave non solo per le scelte miopi e le menzogne di un governo che quotidianamente minaccia i valori della nostra stessa Carta Costituzionale ma soprattutto perché accadimenti come quelli di oggi che vedono reprimere a manganellate ragazzi e ragazze che esprimono un’idea di libertà sono inquietanti. Ci auguriamo che i ragazzi vengano rilasciati al più presto e che le forze democratiche facciano sentire la loro voce». red

G8: ROMA; MANIFESTANTI, DA FORZE ORDINE RASTRELLAMENTI (ANSA)

ROMA, 7 LUG – «Stamattina siamo partiti da Testaccio in corteo verso Piramide, ma alcuni manifestanti sono stati fermati dalla polizia in borghese e abbiamo subito da loro rastrellamenti nel quartiere Testaccio». Lo hanno denunciato alcuni studenti di Roma 3 che stamattina avevano organizzato un corteo della ‘V-strategy’ contro il G8. «Eravamo in 200, siamo stati anche caricati dalla polizia all’altezza della stazione Ostiense – hanno aggiunto gli studenti – poi a Testaccio, dove ieri erano stati occupati alcuni edifici di Architettura a Roma 3, si è scatenata una caccia all’uomo. I ragazzi sono stati inseguiti all’interno del quartiere, sembravano veri e propri rastrellamenti con irruzioni delle forze dell’ordine in bar e locali che si sono tradotti in fermi e dieci arresti solo nel nostro quartiere». «Non ci sono tracce di danneggiamenti nella zona della stazione Ostiense – hanno proseguito gli studenti – dove siamo stati caricati, ma rimangono gli arresti. Una parte dell’edificio di Architettura che era stato occupato ieri è presidiato dalla polizia e anche l’ex Mattatoio occupato adesso è vuoto». I manifestanti hanno anche riferito che la Guardia di Finanza, a bordo di camionette, ha sparato lacrimogeni all’interno del quartiere Testaccio per disperdere i gruppetti.(ANSA).

G8: RETE STUDENTI, SCONTRI VOLUTI PER FOMENTARE TENSIONE (ANSA)

ROMA, 7 LUG – Il trasferimento del G8 all’Aquila «ha impedito di fatto l’organizzazione di appuntamenti di protesta e di alternativa ampi e partecipati nei confronti del meeting dei grandi» e «in questo contesto di immobilismo indotto viene il sospetto che gli episodi di queste ore scaturiscano da una regia precisa che vuole fomentare un clima di tensione e irrequietezza». Interviene così la Rete degli studenti in merito agli scontri e agli arresti di ieri e oggi. Secondo l’organizzazione studentesca «forse l’obbiettivo è coprire la verità sulla completa inutilità del G8, che si riconferma come un luogo antidemocratico e incapace di risolvere le questioni essenziali per il pianeta. O ancor peggio – si legge in una nota – ci viene da pensare che quello che si vuole coprire è il fallimento della gestione del summit da parte del governo italiano, compromesso da una parte dall’indebolimento dell’immagine del premier e dall’altra da un’ormai evidente incapacità di gestire la situazione dei terremotati abruzzesi». «i auguriamo – conclude la Rete degli studenti – che non sia passato in mente a nessuno di nascondere queste verità con gli allarmi sulla sicurezza nazionale, magari facendo ricadere la responsabilità sul movimento studentesco, che questo governo ha in più occasione cercato di criminalizzate e demonizzare». (ANSA).

G8: STUDENTI, VOGLIONO CREARE IL NEMICO PUBBLICO (ANSA)

ROMA, 7 LUG – «Vogliono costruire la figura del nemico pubblico, invece noi siamo scesi oggi in corteo per chiedere la liberazione dei 21 studenti arrestati per i fatti di Torino e continuiamo a protestare contro questo G8». Lo hanno detto gli studenti dell’Onda, che oggi dopo un corteo si sono riuniti nei pressi del Rettorato della Sapienza. Alcuni uffici del Rettorato, che ieri erano stati occupati per protesta, sono stati «momentaneamente – hanno detto – lasciati dagli studenti. Ieri abbiamo messo simbolicamente sotto custodia cautelare i rettori e i propri uffici».(ANSA).

G8: PDCI, GOVERNO TENTA DI CRIMINALIZZARE MOVIMENTO PROTESTA (ANSA)

ROMA, 7 LUG – «La repressione in corso in queste ore, i fermi dei giovani studenti, le cariche ai cortei pacifici in vista del G8 ci preoccupa in maniera profonda», affermano in una nota il Pdci e la Federazione giovanile del partito. «È in atto – continua la nota – un chiaro tentativo da parte del governo di criminalizzare il movimento, di alzare la tensione per creare una situazione potenzialmente ingestibile a L’Aquila. Facciamo appello al movimento affinchè emargini le frange violente e porti allo scoperto i sicuri tentativi di infiltrazione che in queste ore si susseguiranno». «A Berlusconi e Maroni, che ben ricordano le giornate del 2001 – conclude la nota – chiediamo invece semplicemente di rispettare la Costituzione e di non continuare su questa strada autoritaria». (ANSA).

G8, SCHIUMA (MPI): «CENTRI SOCIALI FIANCHEGGIANO VIOLENZE» (OMNIROMA)

Roma, 07 lug – «I centri sociali romani sono in prima linea nel fiancheggiare e supportare le violenze dei no global: cosa aspetta il sindaco Alemanno ad avviare una stagione di sgomberi e di ripristino della legalità?». È quanto dichiara, in una nota, Fabio Sabbatani Schiuma, coordinatore regionale del Movimento per l’Italia. «Dai primi arresti di no global e dalle dinamiche delle proteste violente di oggi, emerge una verità, ossia il ruolo da protagonisti, per lo meno di basisti, dei numerosi centri sociali della capitale. Il sindaco Alemanno – conclude Schiuma – aveva annunciato di voler perseguire la strada del dialogo nel caso di accettazione delle regole democratiche da parte della frange della sinistra antagonista. Con quello che sta accadendo avrà la prova che così non è e che magari sarebbe il caso di tornare alle promesse elettorali, allorquando l’attuale primo cittadino promise che a Roma sarebbe stato risparmiato il triste primato europeo di città con il più alto numero di centri sociali occupati». red

G8: TORINO; CARUSO, ARRESTI IGNOBILI E INUTILI (ANSA)

L’AQUILA, 7 LUG – «Gli arresti di Torino, la campagna di allarmismo sul territorio, le cinque denunce dei francesi sul nulla, sono tentativi ignobili, indegni ma anche inutili». Lo ha detto Francesco Caruso, intervenendo sugli arresti dei no global a Torino, tra cui anche un aquilano, e sulla operazione di ieri dei carabinieri che hanno denunciato cinque francesi trovati all’Aquila in possesso di mazze da baseball e spranghe di ferro. «È veramente patetico – ha concluso questo clichè della criminalizzazione delle mobilitazioni popolari. Il Governo deve temere la indignazione popolare dei terremotati». (ANSA).

G8: CARUSO, BERLUSCONI ABBIA PAURA DI INDIGNAZIONE POPOLARE (ANSA)

L’AQUILA, 7 LUG – «Il governo Berlusconi dovrà fare i conti e temere non tanto un presunto rischio che viene dai professionisti della protesta, ma deve aver paura dell’indignazione popolare di migliaia e migliaia di terremotati che dovranno subire questa passerella mediatica sulle loro spalle». Lo ha detto Francesco Caruso, ex parlamentare Prc e no global intervenendo all’Aquila, come rappresentante dei movimenti popolari meridionali, al forum per la ricostruzione sociale. A proposito del G8, Caruso ha sottolineato che «i cittadini devono subire anche lo sperpero di denaro pubblico per l’ostentazione di questo rituale del potere globale mentre gli sfollati vivono in condizioni disastrate nelle tende che difficilmente a breve potranno lasciare. Credo che da questo punto di vista le mobilitazioni siano importanti perchè hanno l’epicentro e il baricentro sui comitati aquilani». Caruso ha sostenuto che «non c’è nessuna guida calata dall’alto, nessuna sopraffazione» da parte dei movimenti che vengono da fuori: «Questo – ha affermato – sarebbe troppo un piacere per Berlusconi. Ma si tratta di movimenti dal basso che attuano il mutuo soccorso tra di loro». «A noi – ha aggiunto – interessa valorizzare questa esperienza di riappropriazione della democrazia che i comitati stanno provando a fare qui all’Aquila contro l’espropriazione democratica che è congenita a questo sistema dell’emergenza, cioè la shock economy, l’economia attraverso la quale dal disastro, come quello dei rifiuti e del terremoto, si costruiscono un’ulteriore accumulazione di ricchezza e un ulteriore impoverimento della stragrande maggioranza delle persone, in questo caso i terremotati». (ANSA).

G8, PECIOLA (SL): «SOLIDARIETÀ A STUDENTI» (OMNIROMA)

Roma, 07 lug – «È incomprensibile l’accanimento delle forze dell’ordine nei confronti delle azioni compiute in occasione del G8. Azioni sproporzionate che hanno pochi precedenti nella storia di questo Paese. Bisogna arrivare agli anni ’70 con la memoria, per recuperare lo scenario, a cui sono consegnate le nostre città: arresti preventivi, militarizzazione della vita civile, stroncatura sul nascere di ogni forma di dissenso. In Italia inizia a profilarsi una questione democratica e i fatti di questi giorni ne sono la prova. È preoccupante il silenzio di quello che un tempo si sarebbe definito l»arco democraticò. Chiediamo di ristabilire forme di vigilanza del territorio consone a uno Stato di Diritto. Agli studenti la solidarietà del Gruppo Sinistra e Libertà della Provincia di Roma«. A dichiararlo in una nota è Gianluca Peciola, consigliere provinciale di Sinistra e Libertà e coordinatore del Gruppo Federato della Sinistra in Provincia. red

G8: ROMA; BLITZ DA BENETTON, NO GLOBAL AGGREDITI DA PASSANTI (ANSA)

ROMA, 8 LUG – Tre manifestanti a volto coperto della V-Strategy, un gruppo che fa parte della rete di contestazione al G8, hanno compiuto un blitz all’interno di un negozio Benetton a Roma. I manifestanti hanno tirato vernice viola prima sulle vetrine e poi all’interno del locale. Al momento del blitz, nel negozio c’erano dei clienti e una bimba su un passeggino è stata colpita da schizzi di vernice. Alcuni passanti, vista la scena, hanno reagito e c’è stata una colluttazione con i tre manifestanti che poi sono riusciti a fuggire. Sulla vetrina del negozio con spray viola i manifestanti hanno lasciato scritto: «Benetton uguale Impregilo». (ANSA)

G8, IMBRATTATA VETRINA NEGOZIO VIA MAGNA GRECIA:FERMATI 2 FOTOGRAFI (OMNIROMA)

Roma, 08 lug – Blitz anti G8 in via Magna Grecia intorno alle 14. Tre manifestanti a volto coperto hanno tirato vernice contro la vetrina di un negozio della catena Benetton. I manifestanti sarebbero riusciti a scappare. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Polizia di Stato che avrebbero fermato due fotoreporter perché alcuni testimoni hanno raccontato che i due avrebbero favorito la fuga dei manifestanti.

G8, BLITZ ANARCHICO FUORI CARCERE REBIBBIA (OMNIROMA)

Roma, 08 lug – Blitz anarchico fuori al carcere di Rebibbia. Un gruppo di persone ha esposto un lenzuolo grande circa due metri con scritto: «Burn The State». Sul posto gli agenti della polizia di Stato.

G8, BLITZ NO GLOBAL A 2 BANCHE IN VIA XX SETTEMBRE (OMNIROMA)

Roma, 08 lug – Blitz no global contro due banche in via XX Settembre. Davanti agli istituti di credito gli attivisti hanno improvvisato dei picchetti per spiegare «le responsabilità delle banche nella crisi economica». Hanno poi contrattato con le forze dell’ordine un percorso verso piazza Fiume.

G8: RILASCIATI 4 OLANDESI FERMATI A CARSOLI (V. ‘FERMATI A CARSOLI 4 OLANDESI…DELLE 12.55) (ANSA)

L’AQUILA, 8 LUG – Sono stati rilasciati senza alcuna denuncia i 4 giovani olandesi che erano stati fermati stamattina dalla polizia stradale a Carsoli. Dagli accertamenti effettuati è infatti emerso che uno dei 4 aveva un tesserino professionale da giornalista della federazione olandese, mentre gli altri 3 sono cineoperatori e tecnici. All’interno dell’auto la polizia aveva trovato un caschetto e una maschera antigas che avevano fatto scattare i controlli. I 4 hanno però spiegato che si trattava di materiale che sarebbe servito loro in caso di manifestazione dei No-global. (ANSA)

G8: ROMA; STRISCIONE PIAZZA SPAGNA, RILASCIATI ATTIVISTI

ROMA, 8 LUG – Sono stati rilasciati, dopo essere stati identificati, gli attivisti del movimento «Avaaz-Il mondo in azione», che questa mattina avevano esposto uno striscione sulla scalinata di piazza di Spagna a Roma. Nello striscione, sequestrato dai carabinieri, era stata tracciata la scritta: «Manteniamo il clima freddo così Berlusconi può tenere i suoi vestiti addosso». (ANSA).

G8, ACTION LASCIA OCCUPAZIONE STABILE CASSA FORENSE (OMNIROMA)

Roma, 08 lug – «Action lascia l’occupazione dopo aver ottenuto un incontro con il Delegato alle Politiche Abitative, consigliere Marco Visconti e la Cassa Forense per martedì prossimo. Continueremo la nostra mobilitazione per ottenere che le case sfitte ed invendute vengano assegnate ad affitto sociale». Così in una nota di Action. red

G8: NO GLOBAL, TENSIONE DAVANTI SEDE TRIBUNALE PADOVA (ANSA)

PADOVA, 8 LUG – Momenti di tensione stamani tra una cinquantina di disobbedienti del centro sociale Pedro e le forze dell’ordine che presidiavano il Tribunale di Padova. I disobbedienti sono arrivati nella zona del palazzo di Giustizia con degli striscioni di solidarietà a favore di Massimiliano Gallob, leader del centro sociale patavino, e Benjamin Bondean, arrestati lunedì mattina su ordinanza di custodia cautelare del gip di Torino per gli incidenti in occasione del G8 dell’Università. Davanti a no delle forze dell’ordine all’affissione di alcuni striscioni sulla parete esterna del Tribunale, il gruppo dei manifestanti ha iniziato a spingere contro gli scudi degli agenti del reparto mobile. Il gruppo è stato allontanato con una breve carica di alleggerimento. Dopo una fitta serie di slogan in solidarietà agli arrestati e contro la polizia, il gruppo di attivisti si è sciolto. (ANSA).

G8: ROMA;VESTITI DA ‘BIANCONIGLIÒ OCCUPANO UFFICIO SAPIENZA (ANSA)

ROMA, 8 LUG – Alcune decine di studenti hanno occupato un ufficio dell’Univerità La Sapienza di Roma in via Regina Elena, di fronte alla città universitaria. Molti degli occupanti hanno il volto coperto dalla maschera del ‘Bianconigliò, il personaggio di «Alice nel paese delle meraviglie». Gli studenti hanno chiesto l’immediata liberazione degli arrestati per gli scontri di Torino lo scorso maggio e dei ragazzi di ieri per i disordini avvenuti a Roma. I manifestanti hanno simbolicamente circondato l’entrata dell’edificio con del nastro bianco e rosso. L’ufficio occupato è quello di ‘Sapienza e Innovazionè.(ANSA).

G8, STUDENTI ONDA OCCUPANO UFFICIO «SAPIENZA E INNOVAZIONE» (OMNIROMA)

Roma, 08 lug – Occupato l’ufficio di «Sapienza e innovazione», in viale Regina Elena, da un gruppo di studenti dell’Onda. I manifestanti, con una maschera del Bianconiglio di Alice nel paese delle meraviglie, hanno chiuso, poi, con del nastro le porte degli uffici dell’agenzia che si occupa dei rapporti tra Università e aziende. «Liberi tutti e subito», hanno gridato gli studenti che hanno continuato a manifestare intorno all’Università La Sapienza, distribuendo volantini e accendendo alcuni fumogeni. gca

G8, PIZZO (SL): «FARÒ VISITA AD ARRESTATI A REGINA COELI» (OMNIROMA)

Roma, 08 lug – «Per verificare di persona le loro condizioni e prendere atto della situazione, farò visita oggi a due degli otto ragazzi arrestati ieri nel corso delle mobilitazioni organizzate dalla Rete No G8». È quanto rende noto la consigliera regionale di Sinistra e Libertà, Anna Pizzo, che alle 14 si recherà nel carcere di Regina Coeli. red

G8, ALEMANNO: SICUREZZA IN CITTÀ REGGE, A PARTE GRUPPI PROVOCATORI (OMNIROMA)

Roma, 08 lug – «La sicurezza in città sta reggendo bene, a parte qualche gruppo di provocatori». Lo ha detto il sindaco Gianni Alemanno a margine dell’incontro con le first lady in Campidoglio. «Speriamo che questi gruppi di provocatori stiano un pò più calmi – ha aggiunto – perché queste cose sono davvero ridicole, non servono a niente, neanche a loro». gdr

G8: ROMA; BLITZ ANARCHICI DAVANTI A CARCERE REBIBBIA (ANSA)

ROMA, 8 LUG – Un gruppo di anarchici ha effettuato un blitz fuori dal carcere di Rebibbia a Roma. I manifestanti hanno esposto uno striscione con su scritto «Stop al G8, burn the state». Sul luogo sono intervenute alcune volanti della polizia di stato.(ANSA).

Arresti al Testaccio, alcuni comunicati

Comunicato Indipendenti

Italiano

Dopo la giornata di mobilitazione in molti atenei italiani a seguito dei 21 arresti eseguiti in tutta Italia per le manifestazioni contro il G8 dell’universita’, nella giornata di oggi la faccia repressiva di questo governo ha voluto colpire nuovamente chi nella citta’ di Roma continua a denunciare i veri responsabili di questa crisi globale.

Verso le 10 del mattino mentre un corteo spontaneo di aderenti all’appello “V-Strategy”, partito dal padiglione occupato dell’universita’ Roma Tre, attraversava le strade di Testaccio nella “giornata di accoglienza ai grandi della terra” andando verso Piramide per prendere la metropolitana e raggiungere il corteo che sarebbe partito dalla citta’ universitaria, le cosiddette forze dell’ordine hanno pesantemente caricato i manifestanti. Una reazione spropositata, una caccia all’uomo durata almeno un’ora per le strade del quartiere che ha portato al fermo di 34 persone, di cui ad oggi 8 tramutati in arresti. Tra questi ci sono diversi nostri compagni e compagne insieme ad attiviste/i giunti in citta’ per le contestazioni al G8.

In questa giornata l’ondata repressiva ha invaso la scena mediatica spostando l’attenzione di tutti dal G8 della crisi, in cui emergono tutte le debolezze del premier e del suo governo: e’ per cercare di coprirle che si sceglie di reprimere ogni forma di dissenso, in particolare nei confronti di chi tutti i giorni anima i percorsi di lotta e conflitto nei territori.

Il nostro pensiero va ai nostri compagni e compagne, a coloro che ad oggi sono privati della loro liberta’ personale. Non vediamo l’ora di riaverli al nostro fianco e per questo saremo domani, 8 luglio, dalle ore 17.00 sotto le finestre del carcere di Regina Coeli.

Tutte libere! Tutti liberi!

Rete delle/degli Indipendenti

English

After the day of actions in many italian universities, bloomed as a reaction to the arrests of 21 italian activists for protests against university g8, yesterday the repressive face of italian government hit again those who are active against the responsibles of this new global crisis.

Around 10 am a demonstration, following the “V-Strategy” call, inside the “Welcome Days to G8s”, started from the occupied building of university Roma3 and blocked the streets of Testaccio neighbourhood trying to reach subway station Piramide to join the other demonstration starting from La Sapienza. Police hardly attacked activists and started a 1 hour man-hunt through the neighbourhood with 34 people caught, 8 of whom got arrested and are now in jail waiting for confirmation. many of the others are still halted and will undergo on trial, assisted by a legal team. there’s no date for hearing yet. among the arrested there are many of our activists and people who had arrived from abroad to demostrate against G8.

Repression has caught media attention, moving it from the G8 of the Crisis, where the weakness of Berlusconi and the government emerges: they try to cover it repriming dissent, particularly against people active daily on social struggles.

Our mind goes to the comrades and to the people deprived of personal freedom. We are looking forward to have them back by our side. We’ll be today, 8 july, from 5 pm under Regina Coeli jail, Trastevere, centre Rome.

Tutte libere! Tutti liberi!
Freedom for all!

Rete delle/degli Indipendenti

Comunicato studenti e studentesse RomaTre

Che vantaggi porta il G8 a Testaccio? La Polizia!

Il 7 luglio, durante la “giornata dell’accoglienza ai grandi otto”, l’ Info Point messo a disposizione degli attivisti che volevano partecipare alla contestazione del summit G8 rispondendo all’appello della “V-strategy”  è stato sgomberato a seguito della smisurata repressione di polizia e guardia di finanza e degli arresti che ne sono seguiti.
Oggi 9 luglio si riparte proprio dall’ex Info Point presso lo stabile di Roma Tre al Mattatoio per continuare un percorso di collaborazione e protesta che ha visto come prima tappa la liberazione di uno spazio abbandonato per farlo vivere di contenuti e relazioni all’interno delle contestazioni al G8; un momento di condivisione tra studenti e attivisti locali e internazionali. E’ un percorso questo che vuole maturare attraverso esperimenti sociali portati avanti sinergicamente da realtà che condividono pratiche e interessi, diventando così più efficace. Non scoraggiati dalla forte repressione subita, rivendichiamo oggi il diritto di scendere in piazza e manifestare le nostre idee. Un diritto negato a chi l’altro ieri è stato privato della libertà personale e si trova ora in carcere esclusivamente perché stava manifestando il proprio dissenso contro chi dissenso non vuole per continuare a gestire e regolare indisturbati le nostre vite difendendo gli interessi personali degli otto grandi e della governance economica di cui sono servi, e non i diritti delle persone per cui stavamo manifestando.
Ragione che è stata evidentemente capita dagli abitanti del quartiere di Testaccio, che ha espresso solidarietà agli studenti e agli altri manifestanti inseguiti; è infatti importante mantenere una coesione dal basso, perché la crisi in atto non è fatta delle chiacchiere da salotto dei potenti ma presenta conseguenze che si stanno abbattendo e che si abbatteranno sempre più pesantemente sui ceti popolari e precari.
La crisi pesa e a farne le spese è doppiamente chi ne subisce le conseguenze economiche e che, consapevole di questo, manifesta il proprio dissenso.
Quella di oggi sarà un’iniziativa colorata e fantasiosa ma che punterà l’accento sulle tematiche gravi che colpiscono studenti e precari: una sfilata incentrata sulle tematiche della crisi, affrontate in maniera seria e declinata ognuno coi propri contenuti e peculiarità.

Metti in crisi il G8! Via la polizia da Testaccio!LIBERI/E TUTTI/E

Liberi tutti e libere tutteLibertà per gli studenti arrestati

Laura Libera

Studenti e studentesse di Roma Tre in lotta contro il G8

Comunicato di Acrobax Project, 9 luglio

Simona, Rafael e Laura liberi.

Liberare tutti e tutte

Questa è la nostra battitura per i nostri compagni e compagne tenuti in arresto in carcere.

E’, insieme a tutte le cose che stiamo facendo, un grido in più per chiedere la loro liberazione e per dire che li vogliamo liberi insieme a noi. Come la lettera aperta che abbiamo aiutato a costruire (petizionearrestig8.noblogs.org), come le mobilitazioni che continuiamo a vivere, come le lotte che continuiamo ad animare in questi giorni.

Il 7 Luglio siamo partiti insieme dall’infopoint occupato vicino ad Architettura di roma3 per andare verso Piramide in un corteo spontaneo di contestazione al G8.

La polizia ci ha caricato e, fino a qui, niente di nuovo; la polizia ci ha caricato senza giustificazione alcuna, con brutalità e mettendo in atto ancora una volta un’eccezione del diritto, come a Genova, come ogni qualvolta il potere è nudo e debole. E qui la novità è che, in Italia, sta diventando pericolosamente normale, attuale, quotidiano: la sospensione del diritto a contestare e ad esprimere il proprio dissenso.

E’ per questo che abbiamo deciso di manifestare Martedi mattina e in questi giorni. E’ per questo che domani saremo a L’Aquila: per dire che si riunisce un vertice illegittimo, la massima rappresentazione di chi decide le politiche economiche, sociali e culturali del capitalismo neoliberista. Gli stessi che sono in cerca delle soluzioni per farci pagare la crisi e continuare a subire precarietà, cassaintegrazioni, sfratti, debiti. Ma che, soprattutto, ci condannano a non poter immaginare un futuro libero ed autonomo.

Abbiamo percorso insieme quei metri perchè insieme l’abbiamo deciso e perchè le nostre vite sono legate da anni di complicità, di condivisione e di cospirazione. E mai come in questo caso cospirare vuol dire respirare insieme.

Rafael Laura e Simona liberi subito.

Liberi tutti e libere tutte adesso.

Con Carlo nel cuore.

AcrobaxProject