Roma Tre | Aggressione Casa Pound a studenti e Rete Sociale

La Rete Sociale dell’XI Municipio sulla verità dei fatti di stanotte a Valco San Paolo e le menzogne degli squadristi di Casa Pound e della loro succursale Blocco Studentesco.

Oggi ore 14 conferenza stampa nella sala consiliare XI Municipio in via B. Croce 50.

LOCANDINARETERoma, 14 Aprile. La notte tra il 13 e il 14 aprile la rete sociale dell’XI municipio, rete plurale di associazioni, centri sociali, movimenti per il diritto all’abitare e collettivi studenteschi del territorio, mentre attacchinava i manifesti per la campagna referendaria per l’acqua pubblica e i manifesti dei collettivi studenteschi impegnati nella campagna elettorale universitaria, ha incontrato in zona Valco San Paolo un gruppo di militanti di estrema destra appartenente al Blocco Studentesco alias Casapound che si aggiravano armati di mazze chiodate, catene e bastoni fra i quali indubbiamente vanno annoverati quelli poi sequestrati, abbandonati per strada, dalle forze dell’ordine. Dopo aver più volte chiesto ai neofascisti di allontanarsi da un quartiere che in più occasioni ha dimostrato la sua natura antifascista e che troppo spesso è stato teatro, specie dentro e intorno all’ateneo di Roma 3, di aggressioni degli squadristi, siamo stati attaccati da una formazione paramilitare che ha rivelato gli stessi protagonisti e le stesse modalità del noto episodio dell’attacco all’Onda in Piazza Navona nel 2008.

La vittoria della destra alle ultime elezioni regionali ha rafforzato la convinzione di questi gruppi, che hanno le loro rappresentanze istituzionali all’interno del Pdl capitolino, di godere d’una totale impunità in forza dell’ampia copertura politica nelle istituzioni, come apparso già durante la campagna elettorale con i sanguinosi raid nell’ateneo di Tor Vergata da parte di Blocco Studentesco e di noti esponenti della sua casa-madre ossia Casapound, così come con la più folkloristica parata allestita nel quartiere Esquilino alla vigilia della “festa del Pdl” per la vittoria di Renata Polverini che ha sollevato proteste dei residenti. Non è dunque un caso che sia la stessa Casapound Italia, che si prepara a schierare le sue forze e a coinvolgere il Pdl nella marcia nazionale lanciata per il 7 maggio a Roma sotto le mentite spoglie di Blocco studentesco, a intervenire adesso sulla vicenda chiamando in causa sindaco della Capitale, neopresidente della Regione Lazio e addirittura il ministro degli Interni, oltre a cercare di imporre una pressione sulle autorità accademiche dell’Università Roma 3.

Respingiamo la montatura vittimista costruita da Casa Pound su un episodio che ha semplicemente fatto prendere corpo al clima di odio e d’intimidazione fatto crescere attraverso Blocco Studentesco nella sua scalata alle elezioni universitarie, ribadiamo la necessità di sospendere da queste la lista del Blocco Studentesco e denunciamo l’unilateralità dei fermi effettuati stanotte dalle forze dell’ordine intervenute. Chiamiamo alla solidarietà, alla vigilanza e alla mobilitazione tutta la Roma democratica, antifascista, antirazzista e antisessista, a partire dalla conferenza stampa che svolgeremo alle 14 di oggi stesso sui fatti della scorsa notte nella sala consiliare dell’XI Municipio e dall’iniziativa già da tempo stabilita per lunedì 19 aprile alle 15 nella facoltà di Lettere di Roma 3 dall’Assemblea permanente dell’ateneo e dalla rete Ram, in preparazione del prossimo 25 aprile.

Roma, 14 aprile 2010

Rete Sociale XI Municipio

S’INVITANO TUTTE E TUTTI A PARTECIPARE ALLA CONFERENZA STAMPA DI OGGI E DI

FAR GIRARE IL PIU’ POSSIBILE QUESTO COMUNICATO

Scontri Ostiense: aggressione di Casa Pound e Blocco Studentesco

La notte tra il 13 e il 14 aprile la Rete Sociale dell’XI municipio, rete plurale di associazioni, centri sociali, movimenti per il diritto all’abitare e collettivi studenteschi del territorio, affiggendo manifesti per la campagna referendaria per l’acqua pubblica e quelli dei collettivi studenteschi impegnati nella campagna elettorale universitaria, ha incontrato in zona Valco San Paolo un gruppo di militanti di estrema destra appartenente al Blocco Studentesco alias Casapound che si aggiravano armati di mazze chiodate, catene e bastoni fra i quali indubbiamente vanno annoverati quelli poi sequestrati dalle forze dell’ordine. Attaccati da una formazione paramilitare che ha rivelato gli stessi protagonisti e le stesse modalità del noto episodio dell’attacco all’Onda in Piazza Navona nel 2008 – la rete è comunque riuscita ad allontanare la squadraccia.

I giorni successivi. Il quartiere, le realtà autogestite, la rete sociale dell’XI municipio hanno risposto a modo proprio ai gravissimi eventi della notte precedente, quando appartenenti a Casa Pound/Blocco Studentesco, dopo aver incassato la partecipazione di parlamentari PDL, sono finalmente riusciti a realizzare il proprio sogno, un attacchinaggio nella zona per  cui hanno dovuto chiedere la collaborazione e la protezione esplicita delle forze dell’Ordine,che presidiavano tutta la zona. Oggi pomeriggio invece, da soli ma davanti a tutta la cittadinanza, collettivi, studenti, centri sociali e associazioni del territorio, alla luce del sole, hanno ripulito i muri del quartiere dalla propaganda elettorale neofascista, sostituendola con messaggi più degni dell sua storia recente. Seguono alcune foto dell’iniziativa.

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acro03216 Aprile. Nella notte tra giovedi e venerdi gravissimo episodio e inquietante precedente. Casa Pound e Blocco Studentesco sono tornati in zona San Paolo Ostiense, dove  nelle notte tra martedi e mercoledi avevano tentato di aggredire gli attivisti della Rete sociale dell’XI municipio che li avevano respinti. Alcune decine di auto, coadiuvate da alcune volanti di Polizia e Carabinieri, hanno scorrazzato per ore in lungo e in largo, attaccando manifesti sulla loro campagna elettorale. Lo hanno fatto protetti dalle forze dell’ordine che avevano militarizzato tutta la zona.

Nel frattempo il laboratorio Acrobax, sotto attacco neofascista e mediatico nei giorni scorsi, era presidiato da centinaia di attivisti provenienti da molteplici realtà antifasciste della città, giunte sul posto in pochissimo tempo. Come si nota nella foto, molte volanti controllavano – come richiesto dai ribelli di Casa Pound – che nessuno si avvicinasse alla coraggiosa truppa attacchinante.

22 aprile | Tentata aggressione di Casa Pound a Ostia

17 aprile | Imbrattato murales per Renato Biagetti a San Paolo

16 aprile | Breve storia di tre giorni inquietanti

14 aprile | Appello alla mobilitazione

14 aprile | Comunicato della Rete sociale XI Municipio sugli scontri di Roma Tre

Il tam tam delle agenzie stampa

Ostia. Tentata aggressione di CasaPound

Nella notte del 20 Aprile, mentre G.C. stava attaccando delle locandine per la commemorazione del 25 Aprile, due macchine e un motorino si sono fermate in viale dei Promontori con l’intenzione di aggredirlo fisicamente.

Una decina di fascisti legati a Casa Pound Ostia sono scesi dalla macchina con cinte e coltelli, gridandogli che non poteva attacchinare in quella zona. Fortunatamente il compagno è riuscito a correre in macchina e l’aggressione si è conclusa soltanto con diverse cintate sul suo veicolo.

Nella stessa notte sono comparse intorno alla Vittorio Emanuele decine di celtiche e scritte contro il Collettivo L’Officina.

Denunciamo il tentativo d’aggressione, avvenuto dopo i gravi eventi di Roma Tre, nei quali è rimasta coinvolta la rete sociale del XI Municipio. Questi fascisti del terzo millennio, di giorno fanno la parte dei cittadini democratici mentre la notte mostrano alla città il loro vero volto squadrista.

A pochi giorni dalla festa della liberazione chiediamo che tutte le forze democratiche e antifasciste si schierino contro questo clima generale di violenza. Il fascismo purtroppo non è un ricordo lontano e lo dimostrano le continue aggressione che stanno avvenendo in tutta Roma.

Collettivo L’Officina – Vittorio Occupato

Tor Vergata: aggressione neofascista

rissa

Sotto campagna elettorale riemergono le tensioni e i provocatori che, ben collaudati ormai, e sostenuti da forze politiche e con la connivenza immobilista delle forze dell’ordine, compiono aggressioni squadristiche di antica memoria ma evidentemente molto attuali. Stampa e media ripropongono la solita litania degli opposti estremismi e degli scontri fra bande. Per questo, per rompere questa cortina fumogena di menzogne e mezze verità, pubblichiamo il racconto più lucido dei fatti, opera del Collettivo Lavori in Corso di Tor Vergata.

Tor Vergata: dopo i 7 feriti di ieri, altre pesanti aggressioni squadriste in  ateneo durante la seduta del Senato Accademico.

Oggi alle 15.00 si è riunito il Senato Accademico di Tor Vergata, luogo in cui si voleva far esprimere l’Ateneo in merito ai fatti accaduti ieri durante i quali 40 neofascisti di “Casapound” e “Blocco Studentesco” provenienti da tutta  Roma e provincia hanno aggredito venti studenti e studentesse che stavano iniziando un volantinaggio a Giurisprudenza per smascherare la prima iniziativa pubblica di questi soggetti, coperta dal prestanome di una onlus ad essi collegata (“Comunità solidarista Popoli”). Ieri sono stati feriti e medicati in diversi pronto soccorso della città cinque studenti, una studentessa e un lavoratore dell’ateneo tutti/e colpiti/e ripetutamente alla testa, con nasi e braccia fratturate, traumi causati da pugni, calci, cinghiate, caschi ed altri oggetti contundenti. La polizia già presente in loco non ha fermato i neofascisti che hanno poi continuato ad effettuare ronde squadriste dentro e fuori Giurisprudenza.

Oggi è successo ancora di peggio, se possibile. Davanti al Rettorato dal primo pomeriggio erano presenti un centinaio di fascisti armati di spranghe, bastoni, manganelli telescopici, cinghie e caschi che hanno impedito al rappresentate del Collettivo di prendere parte al Senato Accademico e agli altri studenti e studentesse che lo stavano accompagnando di  avvicinarsi, aggredendoli sotto gli occhi delle forze dell’ordine che hanno permesso agli squadristi di fare i loro comodi. C’erano oltre ai 40 di “Casapound” e “Blocco Studentesco” altre decine di camerati da loro reclutati per l’occasione.

La polizia era presente sia a Lettere, da dove ci si stava trasferendo a seguito della conferenza stampa da noi indetta, che a Giurisprudenza e ha collaborato attivamente alla riuscita dell’agguato squadrista che ha per altro portato al fermo di 7 ragazzi antifascisti che si trovano presso il commissariato di zona. Il Rettore e gli altri componenti del Senato Accademico hanno continuato, come se nulla stesse succedendo, ad eccezione di due senatori accademici (RDB e CGIL) che hanno chiesto invano la sospensione della seduta per quanto accadeva all’esterno e per il fatto che ad un senatore è stato impedito fisicamente di esercitare il suo diritto a partecipare alla seduta.

Dopo l’aggressione fascista di ieri, il Rettore è stato inoltre protagonista di un provvedimento disciplinare vergognoso: ha annunciato di voler bloccare le  iniziative studentesche fino al mese di maggio. Reputiamo tale misura cautelativa sbagliata e del tutto fuori luogo rispetto ai fatti accaduti. Sono quasi due anni che denunciamo i tentativi portati avanti tramite minacce, intimidazioni e aggressioni fisiche dai neofascisti di queste organizzazioni alleate con Azione Universitaria e PdL che li hanno sempre coperti e tutelati politicamente per via di comuni accordi elettorali.
Dopo l’ennesima aggressione il Rettore Renato Lauro e l’Amministrazione dovranno assumersi la responsabilità politica e giuridica di quanto avvenuto in Ateneo, per aver permesso una seconda volta, dopo aver visto i corridoi  insanguinati, a questi picchiatori di farla da padroni nell’Ateneo di Tor Vergata.

Convochiamo quindi un’assemblea pubblica d’ateneo per giovedì alle ore 13.00 presso la Facoltà di Lettere e, a seguire, nel pomeriggio un’assemblea cittadina sempre a Lettere a Tor Vergata per portare alla luce la verità e la gravità dei fatti che si stanno susseguendo in questi giorni. Invitiamo studenti, ricercatori, professori e realtà sociali e politiche a partecipare a questi appuntamenti dove sarà illustrato quanto avvenuto e per dare un’immediata risposta a questa pesante situazione. Invitiamo tutti/e ad esprimere pubblicamente la propria solidarietà nelle forme che ciascuno riterrà più opportuno.

GIOVEDI’ 18 MARZO – ORE 13.00 – FACOLTA’ DI LETTERE E FILOSOFIA – ASSEMBLEA D’ATENEO
SUBITO DOPO, A SEGUIRE, ASSEMBLEA CITTADINA SEMPRE A LETTERE E FILOSOFIA

Roma, 16 marzo 2010

audio ror sulla giornata di oggi:
> http://roma.indymedia.org/node/18135

comunicato dopo le aggressioni di ieri:
http://roma.indymedia.org/node/18117

ALTRI COMUNICATI DI SOLIDARIETA’

MADRI X ROMA CITTA’ APERTA. Anche nell’Università di Tor Vergata, dopo quella di Romatre di un anno fa, è avvenuta l’ennesima gravissima aggressione che ha portato tre studenti feriti in ospedale. Questo è l’ esito delle attività che nelle università romane sono portate avanti da Blocco Studentesco, gruppo che ha nell’organizzazione neofascista di Casa Pound il suo partito di riferimento.

Noi Madri di Roma Città Aperta esprimiamo tutta la nostra preoccupazione perchè riteniamo che sia in atto proprio a causa di queste iniziative, un attacco alla vita democratica degli atenei romani , delle nostre scuole e della nostra città.

Da una parte infatti, si organizzano negli ambienti universitari, con l’approvazione delle istituzioni accademiche che dovrebbero formare gli studenti alla cultura e ai principi nati dalla costituzione, convegni sul tema dei cosiddetti ”popoli identitari” che ormai trova grande rilievo nei siti della destra fascista e neonazista , dove parlare di popoli perseguitati è occasione di deliranti analisi di complotti delle attuali democrazie con richiami ad epoche e a stati facilmente identificabili in quelli che hanno portato , a regimi assassini e liberticidi ,alla guerra mondiale e alla morte di milioni di uomini.

Dall’altra si continua da anni a portare lo scontro fisico negli atenei stessi con continue provocazioni tali da rendere impossibile lo svolgimento democratico delle attività , in modo tale da configurare un progetto politico di “occupazione fisica ” delle istituzioni accademiche da parte dei gruppi neofascisti.

Le istituzioni, anche quelle accademiche, stano sottovalutando la presenze e le azioni negli atenei e nelle scuole superiori di Blocco Studentesco e nel sociale di Casa Pound, due organizzazioni neofasciste ormai diffusa a livello nazionale che si rifanno al “patrimonio ideale ed umano che il Fascismo italiano ha costruito con immenso sacrificio”.

Nelle disgregate periferie urbane sta crescendo una generazione sottoposta ad ossessioni sicuritarie; la rinascita ed il proliferare di gruppi neofascisti e neonazisti per i quali la violenza, la prevaricazione e la xenofobia sono azioni e condizioni quotidiane di vita, favorite spesso da un atteggiamento di tolleranza e di sottovalutazione della portata reale del pericolo da parte delle istituzioni, che sembrano dimenticare il legame indissolubile fra democrazia e antifascismo, un legame che ha trovato la sua radice più profonda, nei principi fondamentali e, secondo noi, intoccabili, custoditi nella nostra Costituzione.

E’ il ritorno di un’area fascista, con la sua componente di consenso in molte frange della società , della scuola e delle istituzioni. .

Invitiamo quindi tutte le associazioni, i partiti, le organizzazioni sindacali, i cittadini democratici ad impedire il tentativo dei neofascisti di legittimarsi nella nostra città e chiedere che non venga concesso nessuno spazio politico e istituzionale , né venga consentito l’ingresso nelle scuole e nelle università a chi si rifà al fascismo in qualsiasi forma.

Fuori Blocco Studentesco e Casa Pound dalle scuole, dagli atenei e dalla città.

Madri per Roma Città Aperta

madrixromacittaperta.noblogs.org

ACROBAX E COORDINAMENTO PER LA CASA. Esprimiamo la nostra solidarietà ai compagni e alle compagne del collettivo Lavori in Corso che questa mattina hanno subito la violenta aggressione fascista da parte dei soliti noti di Casapound e Blocco Studentesco.

Una violenta aggressione a freddo, mentre gli studenti dell’Ateneo ancora una volta difendevano un principio fondamentale della nostra Costituzione, l’Antifascismo.

Una responsabilità che avrebbero dovuto assumersi le istituzioni universitarie non concedendo iniziative a chi sui propri siti e nei propri modi di fare si dichiara e si dimostra espressamente fascista.

Istituzioni che invece ancora una volta si sono voltate dall’altra parte.

Ci rendiamo conto di quanto sia sempre più importante e sempre più difficile difendere questo principio in una città e in un paese in cui i fascisti sono al governo, in cui continuano a fare giochi di potere con le mafie, in cui diffondono odio e intolleranza con le loro politiche securitarie e si preparano con i soliti modi ad affrontare la fase elettorale alle regionali e all’università.

Per questo ribadiamo ancora una volta Fuori i fascisti dall’Università!

Non un passo indietro!

Perché citando il Partigiano Foco “ Per combattere questo nuovo fascismo non ci saranno i vostri nonni, o i padri dei vostri nonni. Affrontarlo toccherà a voi”.

Una storia di ordinaria repressione

I pericolosi siete voi!

Questo vuole essere un atto di denuncia, una dura condanna e una chiara presa di posizione di fronte alla grave iniziativa intrapresa dalla Questura di Roma nei confronti di un attivista del Laboratorio Acrobax da tempo impegnato a fianco delle lotte sociali dei precari e dei disoccupati, per la difesa dei beni comuni sul territorio e per il diritto all’abitare a fianco dei movimenti di lotta per la casa.

Ci riferiamo alla disposizione per l’articolo 1 della legge 1423 varata dal famigerato governo Tambroni nel lontano 1956 sulla pericolosità sociale, che dal novembre dello scorso anno ha colpito Rafael con il provvedimento della durata di tre anni e che da ieri è stato confermato e reso esecutivo dal Questore di Roma, respingendo formalmente il ricorso legale. Vi include per di più la minaccia di ricorrere ad ulteriori misure di prevenzione come la sorveglianza speciale prevista dagli articoli che seguono nell’infame dispositivo di legge nei “confronti delle persone pericolose per la sicurezza e per la pubblica moralità” qualora vi siano ulteriori deferimenti o segnalazioni di violazione delle disposizioni inerenti la legge stessa.

Gli vengono contestati i carichi pendenti relativi a processi in corso per i quali gli viene attribuita la supposta pericolosità sociale e che rappresentano secondo la Questura le sufficienti motivazioni per “configurare un profilo del soggetto in linea con le categorie previste dall’art. 1 e conforme al concetto di condotta e pericolosità sociale, espresso nell’art. 4 della citata legge”. Non solo, il provvedimento prosegue aggravando l’ipotesi, poichè si valuta addirittura che “l’asserito e spiccato interesse per le forme di partecipazione politica di base che pone all’attenzione pubblica temi di interesse generale, non esclude la commissione di reati specifici per i quali l’istante si è reso già responsabile”. Nel pieno della devastante crisi globale, siamo alla pantomima del peggiore processo alle intenzioni o nella migliore delle ipotesi, dentro il set di minority report. Invece è purtroppo un decreto ufficiale del questore di Roma.

Riteniamo poi gravissimo l’accostamento dello spiccato interesse alla partecipazione della vita politica di base con le ipotesi di reiterazioni di reati già contestati, peraltro di lieve entità e tutti legati alle lotte sociali che non possono e non devono subire in silenzio la demonizzazione giudiziaria o, come spesso accade, il linciaggio mediatico, dentro quel generale “laboratorio della repressione” che vede nella penalizzazione della partecipazione politica alla vita sociale e all’autorganizzazione uno degli strumenti più usati dal potere. Spazi di democrazia diretta e di autogoverno che vogliamo difendere fino all’ultimo respiro, per la difesa della democrazia e della partecipazione politica dal basso di tutti i cittadini e per l’agibilità democratica che giorno dopo giorno la svolta autoritaria in corso da anni nel nostro paese ci vorrebbe progressivamente sottrarre.

Chiediamo l’immediata revoca del provvedimento sulla pericolosità sociale per il nostro compagno e rivendichiamo il diritto alla partecipazione democratica della vita politica nella nostra città e che continueremo a lottare per la libertà e la dignità di tutte e tutti oltre i limiti imposti da queste leggi ridicole e fuori dai tempi della storia che vogliamo costruire per il nostro futuro.

Per questo insieme ad un gruppo di attivisti delle lotte sociali sparsi per l’Italia e a diverse realtà impegnate sul carcere,abbiamo iniziato a lavorare ad un’inchiesta/libro bianco sulla repressione e il controllo, dal titolo provvisorio di “Sorvegliati e puniti”. Un percorso che coinvolga singoli attivisti, collettivi autorganizzati, sindacati di base, reti che si muovono per i diritti e la libertà, ma anche studi legali, giuristi, intellettuali.

Per manifestare il proprio sdegno e segnalare la propria solidarietà inoltre chiediamo di sottoscrivere questo appello che verrà inoltrato alla questura di Roma insieme al nuovo ricorso per la sospensione immediata del decreto.

Laboratorio Acrobax

Coordinamento cittadino di lotta x la casa

Rete degli Indipendenti

Per sottoscrivere l’appello libertadimovimento@inventati.org

Genova 2001 | Condanne a due giornalisti

L’APPELLO DI SOLIDARIETA’ A CHECCHINO ANTONINI E PIERO SANSONETTI, CONDANNATI A 8 MESI DI CARCERE DOPO GLI ARTICOLI APPARSI SU LIBERAZIONE E RELATIVI ALLA MATTANZA DI GENOVA 2001!

Martedì 10 febbraio, il tribunale di Roma ha condannato per diffamazione, a otto mesi, il cronista di Liberazione, Checchino Antonini, e il suo ex direttore, Piero Sansonetti. I fatti risalgono al 2005 quando l’allora capo della polizia, De Gennaro, attribuì ottimi voti, relativi al 2001, a due funzionari coinvolti nelle violenze di quell’anno al G8 di Genova. Gigi Malabarba, allora capogruppo al Senato di Rifondazione, denunciò quei criteri di valutazione e di selezione dei quadri di Ps ma fu a sua volta attaccato dalle dichiarazioni dei segretari di alcuni sindacati di polizia che facevano quadrato attorno al Viminale. Liberazione raccontò di quello scontro, tutto interno alla battaglia per verità e giustizia sui fatti di Genova. E per quel racconto si è trovata sulle spalle una denuncia, e poi una condanna. Dopo quasi dieci anni, guai a toccare Genova 2001.

Checchino Antonini e Piero Sansonetti sono stati condannati per aver svolto il proprio lavoro come hanno sempre fatto, senza mai aver derogato alla propria serietà professionale. La solidarietà con i due cronisti ci sembra doverosa. Perché serve oggi a tenere aperti gli spazi per il conflitto sociale, per il diritto di cronaca, per tutte le battaglie di verità e giustizia in quello che il  familiare di una vittima della strage di Brescia chiama il Paese dei comitati. Doverosa anche per non smettere mai di ricordare cosa è stato il G8 di Genova 2001, quali libertà fondamentali sono state lì violate e quali ragioni di libertà sono state gridate. Da tutti e da tutte noi.

Crisi, conflitto, democrazia

img6594Le violente cariche di Mercoledì scorso 10 Febbraio 2010 davanti alla Prefettura di Roma hanno rappresentato l’ennesimo, gravissimo episodio di violenza poliziesca ed istituzionale. Di fronte alle cariche gratuite e ad un accanimento che ci ricorda le pagine buie di Genova 2001, nessuno può tacere. In gioco c’è la difesa delle legittime resistenze alla crisi e con esse degli spazi collettivi di agibilità democratica. Il rischio è che prevalga l’idea che dall’emergenza si esca con la sospensione dei diritti, la limitazione delle tutele, delle manifestazioni, del dissenso. Che la vera risposta alla crisi diventi la crisi della democrazia: un rapido declino verso l’autoritarismo e lo stato di polizia.

Il crescente numero di posti di lavoro a rischio, la crisi dei redditi, la devastante precarietà abitativa e sociale, la costante perdita di diritti in sempre più larghi settori di società, i meccanismi securitari e di controllo che indicano nel diverso e nel migrante le minacce da combattere, disegnano il panorama di una crisi profonda, di una caduta libera che sta trasformando il volto stesso del nostro paese. La risposta governativa alla crisi è il sostegno incondizionato a coloro che l’hanno generata, banche e grandi imprese, senza adeguati interventi a difesa dei posti di lavoro, misure reali per la garanzia dell’occupazione, dei redditi, del diritto alla casa. In un contesto in cui il tasso di disoccupazione supera ormai l’8.5% , dato sottostimato per via della casse integrazioni che ancora contengono il bacino della disoccupazione senza le quali avrebbe già superato il 10%, l’Italia e la Grecia, sono gli unici due paesi in Europa a non avere nessuna forma di protezione sociale e redistribuzione di  reddito per i disoccupati e i precari.

Una sudditanza istituzionale e politica verso i poteri forti e il loro denaro, mascherata con la giustificazione delle insufficienti risorse pubbliche, che continua a svuotare le tasche di tante donne e tanti uomini che provano a sopravvivere ai licenziamenti, alla cassa integrazione, al lavoro interinale, agli sfratti, allo sfruttamento e alle deportazioni.
L’assenza di risposte e provvedimenti reali, genera fenomeni di resistenza diffusa, lotte, spinge chi è costretto a sopportare condizioni di vita sempre più difficili e precarie ad organizzarsi, ad unirsi per reclamare una via d’uscita alla crisi, per riconquistare diritti.
Vite che non accettano di essere sacrificate sull’altare del mercato, che vogliono rimanere aggrappate al presente per immaginare ancora un futuro diverso e migliore. Storie a cui si risponde sempre più spesso con l’uso della forza pubblica, con l’oscuramento e la repressione.

Martedì 16 febbraio 2010
Ore 17.00
presso la Provincia di Roma (Palazzo Valentini – Sala della Pace – via IV Novembre)
ASSEMBLEA PUBBLICA

Hanno già dato la propria disponibilità a partecipare:

Luigi Nieri (Assessore Regione Lazio), Pancio Pardi (Palramentare), Massimo Rendina (ANPI), Ivano Peduzzi (Consigliere Regionale), Gianluca Peciola (Consigliere Provinciale), Massimiliano Smeriglio (Assessore Provincia di Roma),

Promuovono:
Lavoratori Eutelia, Precari Ispra, Lavoratori Italtel, Autoconvocati Sirti, Cassintegrati Alitalia, Lavoratori Telecom, Coordinamento Precari della Scuola, Comitati per il Reddito, Movimenti per il Diritto all’Abitare , Rete Romana Contro la Crisi

Denunce per il G8 a Roma

Concluse le indagini giudiziarie contro chi contestò a Roma il G8 del luglio 2009.  Venti attiviste e attivisti denunciati con accuse paradossali, per colpire ancora una volta i movimenti sociali

g8Nei giorni scorsi sono state chiuse dalla magistratura inquirente le indagini preliminari a carico di chi contestò a Roma nel luglio 2009 il G8 della crisi e di Berlusconi. Ci sono ora formalmente 20 giovani attiviste e attivisti, di Roma e di Napoli ed internazionali, denunciati con accuse quali resistenza aggravata a pubblico ufficiale, lesioni aggravate e danneggiamento seguito da incendio. Accuse paradossali e che suonano come una beffa, visto l’unico episodio contestato: ossia il corteo di adesione alla “V Strategy” contro il summit, il 7 luglio 2009 nella zona di Testaccio-Piramide. In quell’occasione una manifestazione, partita da un’occupazione di studenti universitari e movimenti, fu caricata a freddo e per oltre un chilometro, con un intero quadrante di Roma completamente blindato e militarizzato, con una vera e propria caccia all’uomo, rastrellamenti dentro i palazzi e un già abnorme bilancio repressivo di 30 fermati, dei quali 8 arrestati e quattro sottoposti per molti mesi (fino a fine dicembre 2009) a pesanti misure cautelari.
E’ a partire da quella razzia poliziesca che dopo l’estate scorsa si è scatenata un’ondata di repressione contro i movimenti sociali nella Capitale, dagli interventi violenti contro le iniziative di lotta per il diritto all’abitare come contro manifestazioni studentesche e antirazziste, agli sgomberi di occupazioni abitative, campi rom, spazi sociali autogestiti vecchi e nuovi. Qualcosa che accade anche nel resto del Paese, a riprova che colpendo chi si attivò pubblicamente contro il G8 della crisi si voleva e si vuole colpire chi si attiva ogni giorno nei territori, nelle università, nei posti di lavoro per nuovi diritti, per la libertà, per l’autodeterminazione…
Chiunque si ribelli o contesti o trasgredisca viene colpito dalla scure repressiva , tanto più quanto peggiore si fa la crisi economica e sociale, proprio mentre chi della crisi è responsabile e insieme gestore si considera invece esente nelle parole e nei fatti da ogni denuncia, da ogni processo, da ogni giudizio.
Molti sono i ragionamenti e le parole che potremmo e dovremo spendere per analizzare l’attuale contesto sociale, economico, repressivo in Italia e in Europa, anche alla luce dell’ultimo vertice sul clima di Coopenhagen COP15 e molti sono i progetti atttivi e in attivazione intorno al tema della libertà di movimento per tutt*.
Ma una cosa è certa. Noi che aderimmo all’appello della tripla V – Viola, Vendetta, Vittoria – , vediamo oggi che quel grido si è fatto ancora più esteso, allargandosi a quante e quanti alzano la testa contro gli abusi di potere coi quali il governo della crisi procede a travolgere le nostre vite, i nostri diritti, le nostre libertà. E chi ci volle intimidire ci vede oggi al fianco di chi si batte contro la precarietà come i lavoratori dell’Eutelia, dell’Ispra, i precari della scuola e dell’università, per un diritto all’abitare per tutt*, per un diritto al reddito oltre le elemosine e le lotterie pubbliche attuali, per i diritti dei migranti e la costruzione dello sciopero del 1° marzo 2010.

Nel tempo della tanto agitata crisi e nella stagione italiana degli abusi di potere in nome della “sicurezza”, c’è davvero una montagna di ragioni per essere ancora, sempre di più, ostinatamente in movimento…

LEGGI ANCHE, SE TI VA:

C’era una volta il G8 di Luglio

La polizia carica la manifestazione della rete contro la crisiLa polizia carica la manifestazione della rete romana contro la crisi

roma_polizia_caricaUn arresto, oltre dieci i feriti.

Lavoratori in lotta di Eutelia, MVS ex-IBM, Coordinamento precari della scuola, Movimenti per il diritto all’abitare, Comitati per il reddito, lavoratori africani cacciati da Rosarno: tutte le realtà della Rete romana contro la crisi che oggi manifestava davanti alla prefettura per chiedere di partecipare al vertice interistituzionale indetto da Sindaco e Prefetto sul tema della crisi nella città di Roma. Nonostante la piazza fosse autorizzata, improvvisamente ed inaspettatamente la polizia ha caricato i manifestanti che pacificamente gridavano i loro slogan dietro gli striscioni. Le persone sono state inseguite fin dentro i vicoli dove cercavano riparo, la violenza e la durata della carica ha provocato più di dieci feriti alcuni dei quali già portati in ambulanza nei vicini ospedali. Un arresto,  liberato oggi 11 febbraio attorno alle 11.

Crisi, conflitti, democrazia | Assemblea pubblica martedi 16 febbraio


Video

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Rosarno | Una riflessione iconografica

Mettiamo a confronto due immagini. Una rappresenta quello che ci hanno raccontato le prime immagini di Rosarno. La rivolta degli immigrati, neri esasperati e pericolosi. L’altra quello che ci è venuto in mente per associazione. Sicuramente retrò ed antico, di un sapore che difficilmente riconosciamo immediatamente, ma eccezionalmente sovrapponibile. Se dovessimo fare un’analisi dell’opera ritroveremo le stesse linee di fuga, lo stesso pathos, la stessa propensione al movimento.

rosarnoquarto

Ma oltre a questo la cosa drammatica è la similitudine sociale e politica, dove braccianti sfruttati e senza diritti si ribellano e si uniscono, si ritrovano sulla necessità di abbandonare i campi e prendere la strada, con determinazione e un’irrimandabile esigenza di dignità. Stessi braccianti del sud Italia che paradossalmente si ritrovano nella necessità di migrare, di muoversi e trovare una possibilità da qualche altra parte.

E qui, probabilmente, sta la differenza. La stessa foto scattata prima e dopo che scatena reazioni differenti, nel primo caso l’orgoglio, nel secondo la paura.

E a Rosarno, dunque, c’è un elemento in più. C’è il razzismo e la paura rispetto allo straniero e al diverso; c’è il disprezzo per lo “schiavo” che manda avanti la baracca e che, in epoca di crisi, diventa scomodo e costoso e che certo non può ribellarsi; c’è la lunga mano dei ricchi rappresentati dall’Ndragheta che si fanno improvvisamente popolo che muove una guerra tra poveri. Improvvisamente esce fuori quella piccola Italia che era un impero piccolo, degno della fantasia di Guzzanti, ma che era capacissimo di disprezzo e violenza.

La foto che viene scattata è di una rimozione collettiva della memoria e la narrazione di una quotidianità che ha nuove paure, nuovi individualismi e nuovi sfruttamenti.
Ma quello che non tiene presente questa Italia è la realtà, la presenza di nuove generazioni, le dinamiche ventennali che già esistono nel resto d’Europa, la necessità delle presenze migranti. La storia di un territorio da sempre meticcio ed interculturale. Per questo auspichiamo nel prossimo futuro di poter guardare altre narrazioni iconografiche…

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