Repubblica su assemblea a l’Aquila del 21 giugno

G8, la strategia dei No global
“Cortei, blitz e azioni di disturbo”

Ma gli aquilani si dissociano: non aderiamo

di GIUSEPPE CAPORALE

L’AQUILA – Partirà dalla stazione di Paganica la marcia dei comitati No global contro il G8. La manifestazione di protesta si terrà all’Aquila il 10 luglio. Toccherà i luoghi simbolo del terremoto. Passerà vicino alle tendopoli di Onna, Tempera, San Gregorio, Sant’Elia, per proseguire verso Bazzano, accanto al primo cantiere del “piano di ricostruzione” voluto dal Governo, per concludersi all’ingresso del centro storico. E non è escluso che alla manifestazione aquilana partecipino anche esponenti del “Block G8 2009” provenenti da diversi parti dell’Europa.

Questo è stato deciso, ieri, durante l’assemblea nazionale della Rete dei Comitati “NoG8” che si è svolta all’Aquila. Ma la “zona rossa” (l’area posta a difesa del summit internazionale) non sarà comunque violata – almeno a quanto deciso fino a ieri – anche perché non sarà solo la città terremotata la protagonista dei “tre giorni dell’ira” della rete internazionale anti-G8. La mobilitazione sarà diffusa su tutto il territorio italiano e avrà inizio il 4 luglio, a Vicenza, in solidarietà con il comitato “No Dal Molin” e contro la base americana. La notte del 6 luglio, poi, alle 3.32 (la stessa della scossa che ha martoriato parte dell’Abruzzo) si terrà una fiaccolata in memoria delle vittime del terremoto.

Il 7 luglio, invece, un “comitato d’accoglienza” aspetterà i grandi della Terra agli aeroporti di Roma. E qui forse si rischiano i maggiori momenti di tensione. A seguire, l’8 e 9 luglio, saranno organizzate azioni di disturbo e forum disseminati sul territorio nazionale e abruzzese. Infine, il 10 luglio, si terrà la manifestazione conclusiva, dove parteciperanno quasi tutti i comitati della rete “NoG8”. A quest’ultimo evento non saranno presenti, invece, alcuni movimenti aquilani.

Ieri, durante l’assemblea, la discussione sull’opportunità della marcia, si è animata fino a raggiungere momenti di tensione. Contrari alcuni comitati abruzzesi e soprattutto il movimento 3e32, promotore della azione di protesta a Roma (davanti Montecitorio), contro il decreto del governo per la ricostruzione.

“Una massiccia manifestazione nazionale contro il G8 all’Aquila rischia di essere strumentalizzata da chi vuole bloccare le giuste ragioni di protesta dei terremotati – spiega Mattia Lolli del movimento 3e32 – Non aderiremo, ma comunque rispettiamo la volontà degli altri comitati, che intendono comunque portare avanti battaglie giuste che sono alla base del “No al G8″”.

Di segno opposto la replica dei comitati (tra cui Rete Campana, Cobas, Socialismo Rivoluzionario, Patto di Base, Medicina Democratica, Presidio Italiano, Rete dei Comunisti, Unione Universitari, Avvocati Democratici). “Non dobbiamo cadere nella trappola di non protestare contro questo summit, solo perché si svolge all’Aquila – spiega Vincenzo Miliucci dei Cobas – dobbiamo tenere assieme le ragioni dei terremotati con il diritto di manifestare contro quei pochi che decidono sulle nostre teste e sulla nostra pelle. Una manifestazione unitaria finale è necessaria e basilare”.
(22 giugno 2009)

Lo sciopero della celere

da Repubblica.it

L’iniziativa di un sindacato di destra: “Da cinque mesi senza straordinari”
L’agitazione al G8 dei ministri della Giustizia e dell’Interno che inizia domani

Roma, la rivolta della Celere

“Non ci pagano, scioperiamo”

di ALBERTO CUSTODERO e GIOVANNA VITALE

Roma, la rivolta della Celere "Non ci pagano, scioperiamo"

ROMA – I poliziotti del reparto Mobile hanno proclamato “il primo sciopero delle forze dell’ordine per sabato”. A ventiquattr’ore dal G8 dei ministri della Giustizia e dell’Interno, sono i “celerini” – proprio quelli che devono garantire l’ordine pubblico contro i disordini dei manifestanti – e non gli anarchici o i no global a creare il primo, serio problema per il Viminale. La protesta degli agenti dei 14 reparti Mobile italiani è originata dal mancato pagamento da gennaio degli straordinari. Ma a rendere ancor più imbarazzante la situazione per i ministri Angelino Alfano e Roberto Maroni che presiederanno il G8 è che la clamorosa forma di protesta degli agenti giunge da un sindacato di recente costituzione. Ma di ispirazione di centrodestra: si tratta del Movimento per la sicurezza affiliato al Coisp che, solo a Roma, ha mille iscritti, quasi tutti del reparto Mobile. E, non a caso, un segretario generale, Adolfo Guglielmi, con un passato nell’Ugl.

“Facciamo turni massacranti anche di 12 ore – tuona Gugliemi – ci spediscono come pacchi postali da una città all’altra per coprire i buchi degli organici. Ci fanno tornare a Roma dalle trasferte a Napoli o da altre città d’Italia perché è più conveniente pagarci 3 o 4 ore di straordinario piuttosto che il pernottamento in albergo. Poi, però, non ci pagano proprio quegli straordinari che ci obbligano a fare”. “Sono 5 mesi che non vediamo un centesimo – aggiunge Guglielmi – e intanto le ore di lavoro extra aumentano e i soldi non arrivano, mentre il governo continua a fare operazioni di facciata come quella dei militari e ora delle ronde”.

Ecco i conti secondo il segretario di Movimento per la Sicurezza: “Considerato che i “celerini” in Italia sono circa 5 mila, e che ognuno di essi ha un credito di 340 euro per straordinario arretrato non pagato, significa che il governo Berlusconi ci deve 8 milioni e mezzo di euro. Faremo causa al ministro Maroni perché ci paghi ciò che ci spetta”.


Lo sciopero, va detto, è vietato alle forze dell’ordine. “E’ vero – spiega Guglielmi – ma abbiamo visto a Torino, al G8 università, che è stato concesso ai manifestanti di portare in piazza caschi, mazze, scudi ed estintori. Se è concesso a loro fare un reato, allora perché non permettere a noi di scioperare per ottenere ciò che ci spetta?”. “La nostra – dice Guglielmi – naturalmente, è una provocazione. Ma sabato adotteremo una forma di “sciopero bianco”: useremo ogni modalità consentita dalla legge per esprimere la nostra protesta. Rispetteremo l’orario, oppure, se qualcuno sta male, si metterà in malattia. E se arriveranno sassi o botte, non faremo i martiri. E non ci immoleremo per il piacere di qualche politico, o la carriera di qualche funzionario”.