Precari: quelli senza pensione

33780_154012851301080_100000770991803_226984_7671919_nIl presidente dell’INPS Antonio Mastrapasqua ha finalmente risposto a chi gli chiedeva perché l’INPS non fornisce ai precari la simulazione della loro pensione futura come fa con gli altri lavoratori: “Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale”.

I precari, i lavoratori parasubordinati come si chiamano per l’INPS gli “imprenditori di loro stessi” creati dalle politiche neoliberiste, non avranno la pensione. Pagano contributi inutilmente o meglio: li pagano perché L’INPS possa pagare la pensione a chi la maturerà. Per i parasubordinati la pensione non arriverà alla minima, nemmeno se il parasubordinato riuscirà, nella sua carriera lavorativa, a non perdere neppure un anno di contribuzione.

L’unico sistema che l’INPS ha trovato per affrontare l’amara verità, è stato quello di nascondere ai lavoratori che nel loro futuro la pensione non ci sarà, sperando che se ne accorgano il più tardi possibile e che facciano meno casino possibile.

Non si può non notare come anche la politica taccia su questo scandalo, ma non ci si potrebbe attendere altrimenti, perché a determinare questo scandalo hanno contribuito tutti i partiti attualmente rappresentati in parlamento, nessuno escluso.

I precari, tenuti all’oscuro o troppo occupati a sopravvivere, difficilmente noteranno la dichiarazione di Mastropasqua al Corriere della Sera e i media sembrano proprio intenzionati a non rovinare loro la sorpresa. Proprio una bella sorpresa.

http://www.agoravox.it/L-Inps-nasconde-la-verita-sulle.html

Azione della Generazione Precaria all’INPS

http://roma.repubblica.it/cronaca/2010/10/15/foto/generazione_precaria-8097242/1/

Reclaim the money day

Dove sono i nostri soldi!

I cumuli sono vietati a pensionati, disoccupati e cassaintegrati. Per i precari altro che cumuli le pensioni non ci saranno mai.

Imponendo il divieto di cumulo anche ai distinti signori di seguito riportati, le casse pubbliche

risparmierebbero € 7.000.000.000,00

ALMENO 50.000 sono quelli che ricevono, oltre la pensione d’oro, altri soldi per consulenze ed incarichi!!

Giuliano AMATO pensione dal 1/1/1998 di € 22.151,10 mensili lordi (ex professore universitario) Incarico attuale: tra cui Presidente Enciclopedia Treccani, incarico Deutsche Bank.

Giuliano CAZZOLA pensione dal 1/4/2007 di € 11.445,04 mensili (ex dirigente pubblico) Incarico attuale: parlamentare, prolifico saggista in materia previdenziale.

Mario DRAGHI pensione dal 1/4/05 di € 14.843,56 mensili (ex dirigente pubblico) Incarico attuale: Governatore Banca d’Italia

Andrea MONORCHIO in pensione dal 1/7/2002 con € 19.051,51 (ex Ragioniere generale dello Stato) Incarico attuale: consulente Ministero Economia

Giorgio GUAZZALOCA pensione di 20.661,29 (ricongiunzione pagata 4.144,71) € mensili lordi dal 1/7/2009; attualmente consigliere comunale e membro dell’Antitrust

Sergio D’ANTONI pensione dal 1/4/2001 di € 8.595,74 mensili lordi (ex professore universitario); attualmente parlamentare PD

Renato Brunetta pensione dal 31/12/2009 di € 4.351,07 mensili (ex professore universitario); attualmente ministro per la P.A e l’Innovazione

Reclaim the money day

Dove sono i nostri soldi!

I cumuli sono vietati a pensionati, disoccupati e cassaintegrati. Per i precari altro che cumuli le pensioni non ci saranno mai.

Imponendo il divieto di cumulo anche ai distinti signori di seguito riportati, le casse pubbliche

risparmierebbero € 7.000.000.000,00

ALMENO 50.000 sono quelli che ricevono, oltre la pensione d’oro, altri soldi per consulenze ed incarichi!!

Giuliano AMATO pensione dal
1/1/1998 di € 22.151,10 mensili lordi
(ex professore universitario) Incarico attuale:
tra cui Presidente Enciclopedia Treccani,
incarico Deutsche Bank.

Giuliano CAZZOLA pensione dal
1/4/2007 di € 11.445,04 mensili (ex
dirigente pubblico) Incarico attuale:
parlamentare, prolifico saggista in materia
previdenziale.

Mario Draghi pensione dal

1/4/05 di € 14.843,56

mensili (ex dirigente pubblico)

Incarico attuale: Governatore

Banca d’Italia

Andrea MONORCHIO

in pensione dal 1/7/2002 con €

19.051,51 (ex Ragioniere

generale dello Stato) Incarico

attuale: consulente Ministero

Economia

Giorgio Guazzaloca

pensione di 20.661,29

(ricongiunzione pagata

4.144,71) € mensili lordi

dal 1/7/2009; attualmente

consigliere comunale e

membro dell’Antitrust

Sergio D’Antoni pensione dal

1/4/2001 di € 8.595,74 mensili

lordi (ex professore universitario);

attualmente parlamentare PD

Renato Brunetta pensione dal

31/12/2009 di € 4.351,07 mensili (ex

professore universitario); attualmente

mini-stro per la P.A e l’Innovazione

Canili Comunali: occupato l’assessorato al lavoro

canileRoma, 7 ottobre 2010 Questa mattina le lavoratrici e i lavoratori in lotta dei Canili Comunali di Roma, insieme ad attiviste e attivisti dei Movimenti Uniti Contro la Crisi della capitale, hanno presidiato l’Assessorato al Lavoro in via dei Cerchi, ottenendo rapidamente un incontro con l’assessore Bordoni. Un incontro determinante, intanto, per ottenere lo sblocco delle retribuzioni, non percepite da tre mesi: sblocco che assessore e Tesoreria comunale si sono impegnati a realizzare per lunedì 11 ottobre. Giorno nel quale si attiverà finalmente un tavolo con la stessa Tesoreria, l’Assessorato al Lavoro, il X Dipartimento, l’Ufficio Diritti Animali e il datore di lavoro Associazione Volontari Canili di Porta Portese, per avviare l’esame della richiesta di internalizzazione del servizio.
L’importante risultato della mobilitazione odierna segue il blocco dei licenziamenti ottenuto dalle lavoratrici e dai lavoratori del Canili a luglio, con la manifestazione unitaria dei Movimenti Contro la Crisi in Campidoglio. E’ la dimostrazione ulteriore dell’efficacia della cooperazione delle vertenze e delle lotte di lavoratori e precari che nella metropoli pagano il prezzo più alto della crisi. Proprio lunedì 11 ottobre, alle ore 17, presso l’ex cinema Volturno, le lavoratrici e i lavoratori dei Canili si ritroveranno con tutte e tutti coloro che insieme hanno animato l’appuntamento in Campidoglio di luglio scorso, da Trambus Open a Multiservizi alle Cooperative sociali ai movimenti di lotta per l’abitare agli spazi culturali ai Comitati per il reddito garantito, in un’assemblea pubblica che darà continuità alla convergenza delle mobilitazioni e lancerà la contestazione unitaria agli Stati Generali di Alemanno del 9 e 10 novembre, presenziati dal presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi.

Lavoratrici e lavoratori dei Canili Comunali in lotta
e Movimenti Uniti Contro la Crisi

29 Settembre. Occupato canile di Muratella.

Sui tetti i lavoratori e le lavoratrici dei canili comunali protestano per il mancato pagamento degli stipendi da oltre due mesi e per il loro futuro molto incerto.

I lavoratori e le lavoratrici dei Canili Comunali di Roma, non avendo avuto notizie certe e rassicuranti da parte dell’Amministrazione Comunale sul pagamento dei loro stipendi arretrati di oltre due mesi, intraprendono da oggi una protesta ancora più forte occupando il canile di Muratella e salendo sui tetti della struttura fino a quando il datore di lavoro, l’Associazione Volontari Canile di Porta Portese, non troverà una soluzione immediata che possa consentire l’erogazione di tutti gli stipendi arretrati.

I 113 lavoratori e lavoratrici che tuttora garantiscono, nonostante le gravi difficoltà, i servizi al pubblico e il benessere dei cani e dei gatti ospitati nella struttura, non sono più disposti a tollerare che venga calpestata la loro dignità e quella di tutti gli animali presenti nei canili.

CANILI DI ROMA: IL TEMPO DELL’ABBONDANZA E’ FINITO

MURATELLA, 28 Maggio. Grandi novità in canile, ieri 27 maggio c’è stata una riunione del direttivo (consiglio di amministrazione) di AVCPP (associazione che gestisce il servizio) nel quale è stato votato a maggioranza lo stato di crisi aziendale, nonostante una delegazione di lavoratori fosse presente per chiedere di tornare su questa decisione viste le conseguenza che questa porterà:

  • inizio procedure di licenziamento collettivo con la partenza di 101 lettere di licenziamento
  • inizio di una trattativa tutta al ribasso tra datore di lavoro, assessorato al lavoro della regione lazio, ente committente (comune di roma), e sindacati che si ritroverebbero senza nessun rapporto di forza in un tritacarne disposto solo a ridurre le spese e licenziare

I lavoratori hanno chiesto al presidente di AVCPP di fare un passo indietro, rinunciando alla convenzione e passare la palla al comune senza stabilire lo stato di crisi, ma è stato loro risposto che per mantenere il servizio sono disposti a tutto, anche a fare a meno dei lavoratori o gran parte di loro. Questa la sintesi della sintesi di una giornata lunghissima  ieri in canile..
I lavoratori che fanno? Incassato lo stato di crisi passano alle contromosse: per il 4 giugno hanno in programma una iniziativa dal titolo CRITICAL DOG “Il tempo dell’abbondanza è finito”. Dalle ore 16. Di seguito il manifesto.

manifestodefweb

GIOVEDI 13 MAGGIO ORE 16

CRITICAL DOG. PASSEGGIATA CRITICA CON I NOSTRI CANI

DA LGO ARGENTINA A PIAZZA DEL CAMPIDOGLIO

I 120 lavoratori del canile della Muratella denunciano a piena voce la situazione lavorativa in cui versano dall’insediamento della Giunta Alemanno: a scadenza regolare il Comune di Roma ritarda il pagamento della rata dovuta e il gestore dei canili (AVCPP), di conseguenza, ritarda, fino a tre  mesi, il pagamento degli stipendi.
Badare a oltre mille cani, gestire tutte le decine di emergenze che ogni giorno arrivano alla nostra attenzione è un lavoro impegnativo, continuo e totalizzante, che come lavoro, e non passione, deve essere trattato e retribuito. Pulire le gabbie, portare a spasso i cani con la pioggia o sotto il solleone, educare anche quelli con i temperamenti più difficili, cambiare le bende, sono attività che ognuno di noi ha intrapreso per passione e amore e che, con il tempo, sono diventati una professionalità. Conosciamo uno per uno tutti i cani e i gatti che sono ospitati nella struttura, quando trovano una casa li guardiamo andare via con ansia e gioia, come un genitore che vede il figlio, finalmente, partire per la sua strada indipendente, ci prendiamo cura di loro anche dopo, ci assicuriamo che siano trattati con lo stesso amore con cui noi li abbiamo trattati, per mesi o solo per giorni.
Tutto questo è ora considerato non significativo. L’AVCPP ci vede come un puro costo e, da mesi, ci tratta come tali. Ad alcuni di noi non è stato rinnovato il contratto di lavoro, gli altri sono ogni giorno trattati in modo tale da rendere allettante l’idea di abbandonare questa attività. Il Comune, dal canto suo, continua a ritardare una decisione in tal senso, parla di una nuova gara, di una nuova struttura amministrativa, di accorpamenti con altri enti, ma di tutto questo non si vede l’ombra.
La nostra proposta, illustrata nella conferenza stampa del 5 maggio scorso, è molto semplice: per il bene dei „nostri“ animali e per la tranquillità di chi di loro si occupa, la gestione del servizio pubblico deve rimanere bene comune di questa città, libero da speculazioni, privatizzazioni e tagli indiscriminati.
Il nostro modello di gestione  prevede il riconoscimento della professionalità che i lavoratori hanno acquisito in dieci anni di autoformazione e una presa di responsabilità diretta da parte del Comune di Roma, con l’internalizzazione dei 120 lavoratori che operano nelle tre strutture comunali, garantendo continuità occupazionale e, oltre tutto, un notevole risparmio economico per l‘amministrazione comunale.
DIAMO APPUNTAMENTO A TUTTI E A TUTTE LE CITTADINE DI QUESTA CITTA‘, AI LORO CANI E A TUTTI COLORO CHE VOGLIONO SOSTENERE LE LOTTE DEI LAVORATOR@ DEI CANILI COMUNALI A LARGO ARGENTINA GIOVEDI 13 MAGGIO ORE 16: CRITICAL DOG

Di  lavoro si muore perchè di precarietà si vive.

Le lavoratrici e i lavoratori  dei canili comunali

http://roma.repubblica.it/cronaca/2010/05/13/foto/minisindaci_centrosinistra-4044636/5/

canile_muratella_occupato (300 x 250)Roma, 5 maggio. Al canile di muratella si è tenuta una conferenza stampa che denuncia la situazione di lavoro, di vita che mette a rischio 119 posti di lavoro e il benessere di cani (e gatti). Il canile della Muratella paradossalmente è quello “meno disastrato”, le altre sedi sono in condizioni peggiori. Finora cadute nel vuoto le segnalazioni di Rls e sindacati
su salute e sicurezza dei luoghi di lavoro e in parte disattesi impegni e accordi sottoscritti con Comune di Roma, nella sostanziale indifferenza dell’associazione che gestisce il servizio in proroga e con affidamento diretto, cioè senza gara nonostante un’ammontare di circa 4 milioni di euro annui.

Oltre alla conferenza stampa, i lavoratori annunciano iniziative di mobilitazione in città a carattere “popolare”, come la “CRITICAL DOG” prevista per il 13 maggio fino al Campidoglio.

Il 19 maggio, alle 20.30 riunione pubblica su tutte le situazioni cittadine a rischio per appalti e affidamenti scaduti, precariato, ritardi e mancati pagamenti di salari e stipendi, stabilizzazioni.

Qui sotto il video e l’articolo apparso su La Repubblica:

http://tv.repubblica.it/roma/canile-di-roma-la-protesta-dei-lavoratori/46644?video

La nave dei folli tornerà davvero.

La nostra risposta ad un editoriale del 5/9/10 di Barbara Spinelli su La Stampa, dal titolo “La nave dei folli ritornerà

artegeniofollia_navedeipazzi“Quando il cavallo acquistò la sua forma definitiva era enorme e bello […] Marco Cavallo è una macchina teatrale. I matti non lo hanno costruito materialmente, non lo hanno mai toccato. Mentre cresceva la sua struttura in legno, mentre prendeva forma la cartapesta, mentre si plasmava la testa, i matti hanno costruito, senza mai toccare il cavallo, ripeto, qualcosa di più duraturo, di più indefinito. Il colore azzurro. La pancia piena di desideri, dall’orologio di Tinta al porto con le navi della giovinezza di Ondina, dalle tante Marie all’immancabile «fiasco de vin», dalla casa alle scarpe, al volo, al viaggio, alla corsa, all’amico, alla libertà.”

(da: “Non ho l’arma che uccide il leone. Storie dal manicomio di Trieste.”
Giuseppe Dell’Acqua)

Proviamo ad immaginare una narrazione che ci traghetti, in un tempo ed in uno spazio. Da sponda a sponda.

Una nave su cui imbarcare tutti i nostri sogni e desideri; tutte le nostre immaginazioni e analisi. Una stiva con molte storie di giovani e meno giovani, di migranti e nativi, di precarietà e diritti, di sfruttamento e ribellione, di partenza ed arrivo. Una nave dei folli.

Perhè la follia è il nostro stato per rivoltare la pazzia dello Stato fatto di politicanti e forti poteri imprenditoriali che con le parole descrivono un cielo sereno e celeste e che, in realtà, è solo un fondale che nasconde un buco nero: il futuro.

Ed è questa porzione temporale che non possiamo immaginare, semplicemente perchè si costruisce qui ed ora, nel presente.

E questo nostro presente è fatto di precarietà, di diffidenza, di battaglie collettive trasformate in grida solitarie; chi riesce con le unghie e con i denti a garantire diritti erosi giorno dopo giorno, parola dopo parola, ipocrisia dopo ipocrisia lo fa spesso nella solitudine, sotto la minaccia del tribunale e del manganello. Mentre le parole strumentali creano un sipario che nasconde le nostre vite.

Nasconde, dietro parole forgiate nel tempo del “moderno e post-industriale”, una tensione reazionaria, un ritorno agli ’50 (fate voi se del ‘900 o dell’800), senza reti né di salvataggio, né di solidarietà, né di lotta. Costruiscono paure sociali, capri espiatori su cui scaricare frustrazione quotidiane.

Ma la paura, quella vera, ce l’hanno loro: perdere il controllo, il profitto, il potere.

Per questo trasformano noi in pazzi che accettiamo di lavorare in condizioni di merda, con paghe irrisorie, spesso a rischio della vita stessa; noi che paghiamo affitti e mutui da capogiro; noi che facciamo ipotecare dal ghigno beffardo di qualche centinaio di amministratori delegati il sorriso di milioni di persone.

Ci trasformano in pazzi ancor più quando prendiamo parola, alziamo la testa, ci organizziamo. E a quel punto ci ospedalizzano, ci mettono in quarantena, ci rinchiudono perchè lontani dalla loro idea di democrazia e società civile.

Ed allora noi ci imbarchiamo: una nave dei folli che prendono in mano la propria condizione e rivendicano nuovi diritti. Costruiamo il nostro vascello che si allontanerà dai porti del capitale e dello sfruttamento ed approderà in un territorio di conflitto e rivendicazione. Sogni che si fanno forza collettiva e indipendenza. Battaglie reali che conquistano metro dopo metro un’uscita dalla crisi che il sistema neoliberista ha costruito e continua perpetrare e, soprattutto, che vuole farci pagare.

Affermiamo la nostra carnevalesca follia per sovvertire la natura mortifera di un sistema.

Regione Lazio. Polverini cancella il reddito minimo garantito

“Via il reddito minimo
il bilancio targato Polverini”

L’opposizione: tagliati i fondi per disoccupati, case popolari, ambiente
Nieri: “Il paradosso è che aumentano altre voci, dalla comunicazione alle fiere agricole”

di CHIARA RIGHETTI

"Via il reddito minimo  il bilancio targato Polverini"


“La manovra regionale azzera il reddito minimo garantito”. A lanciare l’allarme è Giulia Rodano: l’assestamento di bilancio, che comincerà domani l’iter in Commissione prima dell’approvazione definitiva entro il 7 agosto, “decurta di 17 milioni – spiega la consigliera Idv – il capitolo di spesa “Politiche per l’occupazione””. E azzera del tutto il fondo da 15 milioni di euro che avrebbe dovuto finanziare il cosiddetto “reddito di cittadinanza”: la legge voluta dalla giunta Marrazzo per garantire un piccolo stipendio ai disoccupati. “Mentre la crisi si acuisce – attacca Rodano – il centrodestra costringe il Lazio a non avvalersi di un ammortizzatore perlomeno utile, se non indispensabile, e senza prevedere un’alternativa”.

Ma nella manovra da un miliardo e 18 milioni messa a punto dall’assessore al Bilancio Stefano Cetica “non è questo è l’unico taglio al sociale – segnala il suo predecessore di Sel, Luigi Nieri – C’è un’altra voce che di fatto cancella il nostro piano decennale per la costruzione di nuove case popolari”. E i tagli, denuncia Nieri, arrivano “mentre si stanziano quasi 3 milioni di euro per la comunicazione, altrettanti per promuovere le fiere agroalimentari”. Sulle case popolari, a entrare nei dettagli è l’ex assessore Pd Mario Di Carlo: “Avevamo vincolato il 5% delle entrate del bollo auto a finanziare alloggi di edilizia sovvenzionata. Legare quei fondi al pagamento degli interessi dei mutui accesi per le case da costruire è solo apparentemente la stessa cosa: basta non costruire per ritrovarsi i soldi in cassa”. La somma così liberata, stima Di Carlo, “si aggira sui 36 milioni all’anno: immagino che l’attuale assessore quando se ne accorgerà farà fuoco e fiamme”.

Infine, denuncia il capogruppo dei Verdi Angelo Bonelli, “la stangata peggiore è quella sul trasporto pubblico locale, che perde oltre 400 milioni di euro. Ma la scure della Polverini si abbatte principalmente su Roma, con tagli che rischiano di portare al blocco il trasporto nella Capitale”. Effetto della manovra del governo? “Sì, ma altri tagli sono frutto di scelte precise: vengono azzerati i fondi – 10 milioni di euro – per le energie rinnovabili e la ricerca sull’idrogeno, settori considerati strategici in tutta Europa. E Polverini elimina anche la sicurezza stradale, con il taglio di ben 45 milioni sugli interventi di messa in sicurezza delle strade”. Enzo Foschi, Pd, si limita a una battuta: “La stessa maggioranza che presenta la “legge Tarzia” poi taglia di 1,5 milioni i fondi ai consultori: così quella riforma tanto strombazzata viene svuotata di contenuti”.

(28 luglio 2010)

Irrompiamo sul bilancio. Presentiamo il conto ad Alemanno!

Layout 115 luglio. Manifestazione in Campidoglio. (vedi le foto)

Iniziativa di lancio Fontana di Trevi:

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Ancora una volta assistiamo ad un balletto mediatico attorno ad una manovra finanziaria che si vorrebbe far passare per una necessità da digerire in silenzio, proprio mentre colpisce inesorabilmente e nuovamente i servizi sociali ed i circuiti delle cultura indipendente e di base, penalizza il mondo del lavoro e della cooperazione, dimentica ed aggrava l’emergenza abitativa investendo sull’idea di una “città vetrina”, sulla politica dei cosiddetti grandi eventi (grandi per chi?), scommettendo ancora una volta sulla rendita immobiliare ed il consumo di suolo.

Anche i progetti di housing sociale che si vuole, con una tempistica furbesca, associare alla discussione sul bilancio, non solo sono, in realtà, lontani a venire, ma prevedranno case ancora troppo costose che non serviranno ad affrontare e risolvere l’emergenza profonda in cui stanno vorticosamente cadendo tutti i settori sociali colpiti dalla crisi. In un contesto nel quale l’impatto della crisi nel 2009 classifica Roma come la capitale della precarietà in Italia, dove la precarizzazione del mercato del lavoro colpisce soprattutto le giovani precarie generazioni strette tra contratti a termine, stage, lavori intermittenti e disoccupazione giovanile con i tassi più alti d’Europa.

Le parole spese da Alemanno sono simili a quelle usate da Berlusconi, con il termine “sacrifici” che risuona come un tetro presagio insieme ad una generica e mediatica attenzione verso le famiglie e le fasce sociali deboli. La falsità di queste argomentazioni è evidenziata non solo dalla lettura del bilancio (fatti), ma soprattutto dal susseguirsi di iniziative che investono come controparte il Comune di Roma in questi giorni: le maestre d’asilo, gli operatori sociali, i lavoratori dei canili comunali, i movimenti per il diritto all’abitare, le reti sociali per i beni comuni e per la difesa dell’ambiente, le associazioni e gli spazi sociali che producono cultura indipendente, e tanto altro, spesso oscurato dalla cappa mediatica che sindaco dopo sindaco continua sempre più ad avvolgere la nostra città. Rivendicazioni e lotte unite da un unico filo conduttore: la denuncia che gli “sprechi” vanno cercati nelle consulenze pagate a peso d’oro, ne tanti soldi dispersi in mani amiche, nelle ruberie di una classe politica ormai in buona parte completamente asservita agli interessi privati; l’urlo collettivo di chi si rifiuta di pagare ancora una volta il prezzo salato della loro crisi.

Proprio il “Bilancio Lacrime e Sangue” che il primo cittadino della capitale vuole propinarci, al rovescio, può rappresentare l’occasione di unire i tanti percorsi che dal basso si articolano, costruendo lotte ed agitando le acque della metropoli che quotidianamente attraversiamo e viviamo. Insieme possiamo smontare lo stile “piacione” che il sindaco ha utilizzato anche nella presentazione video ai cittadini – da novello Goebbels – , per aprire un contenzioso e una vertenza generalizzata sull’impostazione stessa della politica economica dell’amministrazione, mettendo in discussione a partire da questa, l’idea di città che ancora una volta si vuole disegnare e far passare sulle nostre teste.

Possiamo iniziare così a tracciare un percorso che ci porti ad uscire dal vortice della crisi, mettendo all’angolo gli interessi privati e speculativi, riconquistando al contrario una nuova sfera di diritti sociali e di cittadinanza per tutti/e.

La stagione delle “grandi opere” verso le Olimpiadi del 2020 sarà definita economicamente ed urbanisticamente opponendo la “necessità” di tenuta della rendita ai nostri bisogni, alle nostre lotte ed ai nostri desideri. Opponiamo noi, allora, la nostra fame di diritti, di cultura libera ed indipendente, di qualità della vita, al loro bilancio ed alla loro idea di città. Conquistiamo insieme, gettando il cuore oltre l’ostacolo, reagendo, un’altra idea di città libera dal cemento e dalle privatizzazioni, dagli sfratti e dalle dismissioni, dai licenziamenti e dall’emergenza abitativa, dalla precarietà.

Incontro Pubblico per costruire la manifestazione in Campidoglio martedì 6 Luglio ore 18.00 presso Volturno occupato.

PRESENTIAMO IL CONTO AD ALEMANNO

GIOVEDI 15 LUGLIO ORE 16

MANIFESTAZIONE IN CAMPIDOGLIO

Movimenti per il Diritto all’Abitare (Coordinamento Cittadino di Lotta per la Casa, Blocchi Precari Metropolitani, Comitato Obiettivo Casa), Operatori

Sociali in Lotta, Lavoratori e Lavoratrici dei Canili Comunali, Coordinamento Lavoratori Autoconvocati, Comitato “Riapriamo il Teatro del Lido”, Cine-teatro “Volturno Occupato”, Generazione Precaria, L.o.a. Acrobax, Collettivo l’Officina, Laboratorio Sociale la Talpa, Multivercity, Non Bruciamoci il Futuro, USB, Usi-Ait, Confederazione Cobas, Rete Romana Contro la Crisi.

Aderiscono: Coordinamento Provinciale Sinistra Ecologia e Libertà, Federazione della Sinistra, Sinistra Critica

Riprova, sarai più fortunato. Ma siamo proprio liberi di scegliere?

lescelteLa precarietà giovanile nel tempo della crisi

24 giugno presso la facoltà di Architettura di Roma Tre

Nelle ultime settimane siamo stati definiti Generazione NEET (ne’ studio ne’ lavoro e ne’ formazione), bamboccioni, mammoni e nullafacenti coperti dal welfare familiare attraverso un’operazione di mistificazione dei dati pubblicati dal Rapporto annuale a cura dell’Istat e di altri enti di ricerca.

Dietro i nuovi stereotipi e le ridicole banalizzazioni si cela una condizione materiale che parla di precarietà, lavoro nero e disoccupazione giovanile con i tassi più alti d’Europa : Il 30% dei giovani tra i 18 e i 25 anni è disoccupato. Il confronto con il resto dei paesi europei rileva la necessità di riflettere sul tema della redistribuzione della ricchezza, così quello delle politiche di welfare e delle forme di protezione sociale. l’Italia e la Grecia sono gli unici due paesi in Europa a non avere nessuna forma di protezione sociale e di sostegno al reddito.

Quando non si trova un lavoro a progetto, intermittente o occasionale ci si immerge nel grande universo degli stage, una recente ricerca dell’Isfol sottolinea che siamo diventati una “nazione di stagisti seriali” con il 19% dei giovani precari che si è ritrovato a farne almeno tre, naturalmente senza nessun rimborso spese o retribuzione. Riprova, sarai più fortunato sembra lo slogan annunciato mentre sorridendo, ci danno una pacca sulla spalla. Infatti soltanto il 2% degli stage arriva ad avere una stabilizzazione contrattuale.

Nella Roma capitale della precarietà giovanile incontro-dibattito tra le realtà universitarie e le reti metropolitane per rilanciare dei percorsi comuni contro i processi di precarizzazione che invadono le nostre vite. Sono invitati a partecipare: stagisti, ricercatori precari, studenti, precari dell’abitare, liberi pensatori, attivisti, le generazioni precarie ect

24 giugno presso la facoltà di Architettura di Roma Tre> via Aldo Manunzio n 72, ex Mattatoio Testaccio- Aula Quadrio Pirani

Dalle 16: proiezione del Contest di fotografia “Raccontare la crisi inizia da uno sguardo” dedicato ad Antonio Salerno Piccinino.

16.30: assemblea pubblica

Promuovono: Multivercity, Generazione Precaria, Loa Acrobax, Festival Indipendente di fotografia Occhirossi, Comitato contro le morti sul lavoro (Roma)

Link:

http://multivercity.weebly.com,

Indipendenti.eu,

nomortilavoro.noblogs.org,

http://occhirossifestival.org/

Bamboccioni: occupata sede Informagiovani

Bamboccioni alla riscossa, le generazione precarie reclamano il diritto al futuro.

Informagiovani, dove sono le politiche di sostegno ai giovani precari?

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Oggi le Generazioni Precarie prendono parola dopo una settimana di martellante azione mediatica imposta dal governo come corollario all’imminente approvazione della legge finanziaria.

Siamo stati definiti Generazione NEET (ne studio ne lavoro e ne formazione), bamboccioni, mammoni e nullafacenti coperti dal welfare familiare attraverso la mistificazione dei dati pubblicati dal Rapporto annuale a cura dell’Istat e di altri enti di ricerca. Dietro i freddi numeri e le cicliche statistiche c’è la nostra vita, i nostri sogni, il nostro futuro.

L’operazione mediatica costruita per cancellare e rovesciare la verità e per sublimarla ai fini del consenso governativo non può coprire la realtà materiale che si cela dietro ai numeri: Il 30% dei giovani tra i 18 e i 25 anni è disoccupato. Nel complesso dei senza lavoro nella fascia fino ai 45 anni il tasso di disoccupazione arriva a sfiorare il 45%. Tra disoccupati che sono oltre 2.5 ML, i cassaintegrati superano 1.5 ML di lavoratori, si sommano gli inattivi e i lavoratori a nero.

La condizione sociale e lavorativa di questo pezzo di paese precipita verso il baratro.

La crisi la stanno pagando e la continueranno a pagare invece della banche, dei grandi manager, della cricca dei costruttori e speculatori, tutti questi soggetti insieme ai lavoratori del pubblico impiego, gli ultimi colpiti dai provvedimenti della finanziaria. Per questo siamo qui ad occupare gli uffici di Inforomagiovani che rappresenta l’inconsistenza di un vero sistema di welfare e di protezione sociale per i giovani, i disoccupati e i tanti precari che vivono tra un lavoro a termine ed un affitto insostenibile. Un condizione simile nel contesto europeo esiste solo in Grecia dove insieme ai salari da fame non esiste nessuna rete di welfare realmente corrispondente ai bisogni sociali delle generazioni precarie.

Siamo qui per lanciare la manifestazione del 5 giugno contro la crisi economica nella quale daremo vita ad una giornata della rabbia precaria.

Appuntamento ore 14 da porta pia per confluire nel corteo convocato dai sindacati di base.

Contro la crisi>Casa e reddito garantito per le generazioni precarie

Giornata della Rabbia Precaria | 5 giugno 2010

I ministeri non sono off limits!
Libertà di manifestare contro la crisi e la manovra finanziaria.

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Sabato 5 giugno ore 14 Porta Pia

scatti di rabbia copiaLa pesante e iniqua manovra economica del governo arriva come un meteorite sulle nostre vite. L’enorme precarietà in cui versano milioni di uomini e di donne aumenterà ancora e getterà nel cratere della crisi fasce  sempre più larghe della società. Non solo i disoccupati, le precarie, i pensionati al minimo, le studentesse, i migranti avranno il respiro corto, ma lavoratori e lavoratrici saranno sempre meno al sicuro di un reddito da lavoro a tempo indeterminato. La difficoltà di arrivare a fine mese, di pagare affitti e mutui, di essere puntuali con bollette e tariffe in genere sono problemi sempre più estesi.
Per questo è giusto manifestare il disagio nei confronti dei responsabili diretti della situazione e contro questa manovra finanziaria che toglierà molte risorse destinate a Regioni ed Enti locali, tagliando l’erogazione dei Servizi sociali essenziali come la sanità, le politiche per la casa, i trasporti e gli asili nido, prosciugando le risorse del welfare locale e dei servizi fondamentali. Dopo aver decurtato gli stipendi dei lavoratori del privato con oltre 1.5 ML di procedure in Cassa Integrazione si arriva ora al blocco degli aumenti (che corrisponde di fatto ad una decurtazione) per i dipendenti del Pubblico Impiego, lavoratori che da anni denunciano i salari i più bassi d’Europa. E’ senz’altro la peggiore finanziaria della storia repubblicana.

machettte2webLe banche, i ministeri e il governo sono le sedi che stanno gestendo la crisi. Una gestione strabica, che anche con l’ultima manovra favorisce la rendita e il consumo di suolo, le imprese e gli evasori fiscali, la speculazione e il profitto. Nessuna attenzione per coloro che sopravvivono con redditi precari e intermittenti, che non hanno una casa o rischiano di perderla, che vedono il diritto alla salute e allo studio diventare sempre più inaccessibili, che subiscono il peggioramento delle condizioni ambientali.
Dentro questo quadro di distruzione complessiva delle misure di welfare necessarie, c’è una generazione a “rischio di estinzione”, una generazione precaria che per avere una percezione di futuro accettabile deve subire il ricatto quotidiano di un mercato del lavoro frammentato e senza diritti. Quei diritti che oggi vengono messi in discussione anche per il lavoro dipendente classicamente inteso.
Facciamo appello alla città precaria, a quella di città di sotto che non ha governi amici e che si autorganizza nei territori in difesa di una qualità della vita con al centro la casa, il reddito garantito e i diritti di cittadinanza. A quelle reti territoriali impegnate contro le nocività ambientali e urbanistiche, ai comitati di difesa dei migranti, agli studenti e alle studentesse che si battono per una scuola e un’università pubblica.
Lanciamo dal 5 giugno una mobilitazione permanente contro la crisi che dia voce e protagonismo alla rabbia dei precari. Per questo lanciamo l’appuntamento a Porta Pia alle ore 14 per dare vita ad un concentramento cittadino indipendente dei precari e delle precarie nel tempo della crisi. A Porta Pia c’è il Ministero delle Infrastrutture, uno dei ministeri che gestirà milioni di euro da utilizzare nelle cosiddette “Grandi Opere” osteggiate da tante comunità territoriali, dalla Val di Susa al Ponte sullo Stretto, dal Mose di Venezia alla variante di valico sull’appennino, dagli inceneritori alle centrali nucleari. Un ministero che dovrebbe elaborare un vero “piano casa” e che invece pensa alle banche e alle imprese.
Partire da qui, per attraversare la città dei ministeri, compreso quello delle Finanze, portare davanti a questi portoni la nostra rabbia e confluire nel corteo dei sindacati di base deve essere possibile. La corruzione e il malgoverno non possono essere lasciati indisturbati a confezionare provvedimenti che aumentano la nostra precarietà, le forme di controllo e di egoismo sociale, devastando l’ambiente e le città.
Invitiamo tutti a  portare delle pentole per animare un caserolaso contro la crisi sotto i ministeri.

Le false virtù della Cassa Integrazione

link:  http://www.precaria.org/le-false-virtu-della-cassa-integrazione.html

Le false virtù della Cassa Integrazione

MicroMega – 19 aprile 2010

Abbiamo sentito spesso ripetere che la Cassa Integrazione italiana ha mostrato tutte le sue mirabolanti virtù nel far fronte alla crisi economica attuale.

In realtà, quello della Cassa Integrazione è uno strumento arcaico, nato vecchio, e del tutto lontano dalla logica europea, ma estremamente prezioso per mantenere lo status quo del potere italiano.

Qual è la differenza essenziale tra la Cassa Integrazione e il reddito minimo garantito in vigore in tutta Europa?

La differenza è racchiusa nella locuzione “diritto soggettivo esigibile”. Il salario di disoccupazione (chiamiamolo così, con formula generale) si ottiene nei Paesi europei (Francia, Germania, Gran Bretagna, Olanda, Belgio, Austria, Lussemburgo, Spagna, oltre che Danimarca, Svezia, Norvegia…) senza alcuna mediazione: è appunto un diritto soggettivo esigibile. Se si è maggiorenni e disoccupati, si entra in un ufficio, si riempie un modulo e si ottiene, oltre a una somma in denaro (determinata da parametri oggettivi), mensile o settimanale, anche un aiuto (sempre in base a parametri definiti e oggettivi) per l’alloggio. Tutto libero, senza mediazioni, con la possibilità potenziale di beneficiarne in modo illimitato.

Non così in Italia. La Cassa Integrazione italiana presuppone infatti una mediazione, sindacale e governativa. È uno strumento discrezionale. Qualcuno decide se erogarla, a chi concederla e per quanto tempo. E non ne beneficiano tutti i lavoratori.

La differenza, come si capisce, è enorme.

La discrezionalità fa sì che chi ottiene la Cassa Integrazione è di fatto condannato a dipendere dal sindacato e dalla politica.

Non solo. Rispetto al salario di disoccupazione europeo, la Cassa integrazione produce lavoro e nero e disoccupazione. Il cassintegrato che trova un lavoro, infatti, perde il diritto al sussidio senza la sicurezza di riaverlo se viene licenziato di nuovo; quindi non accetterà mai dei lavori temporanei o insicuri. Mentre accetterà di lavorare in nero.

Al contrario, il salario di disoccupazione europeo, proprio perché è un diritto e non presuppone alcuna “concessione”, mette chi ne beneficia nella condizione di accettare un lavoro temporaneo o insicuro. Se va male, si fa sempre in tempo a tornare nell’ufficio, compilare di nuovo il modulo etc.

Non solo, dunque, la Cassa Integrazione sperpera denaro, ma lo sperpera producendo una serie di danni aggiuntivi: incoraggia il lavoro nero e scoraggia la ricerca di un lavoro.

Ma allora perché se ne cantano le lodi?

Perché il bisogno crea consenso. La discrezionalità della Cassa Integrazione può essere piegata a varie esigenze di clientela e di potere. Al contrario, il diritto soggettivo esigibile rende il cittadino libero e indipendente da partiti e apparati.

In un recente articolo, Tito Boeri ha rilevato che la discrezionalità della Cassa Integrazione è stata ulteriormente piegata ad usi politici e clientelari: “La Cassa Integrazione in deroga, pagata da tutti i contribuenti e non dalle imprese ed erogata con discrezionalità quasi totale della politica, è, dopotutto, un’invenzione della Lega. Ha dato più risorse al tessile della bergamasca che a molte altre aziende che avevano altrettanto bisogno di aiuto (e un futuro meno improbabile) in altre parti del paese. Nelle province dove la Lega governava, vi è stato un ricorso massiccio a questo strumento: Brescia, ad esempio, ha raccolto il 20 per cento dei fondi stanziati in Lombardia quando il suo peso sull’occupazione della Regione supera di poco il 10 per cento. Ma ci sono tanti altri trasferimenti occulti, di cui non si ha traccia”.

La logica è la stessa che al Sud è stata utilizzata per le pensioni di invalidità, che in Italia vanno a comporre l’altra voce (clientelare) che sostituisce il salario di disoccupazione. La “rivoluzione” della Lega non si è proposta di cancellare gli sprechi in nome dell’equità; no, ha preteso che il Nord, o meglio, il bacino del proprio elettorato, ottenesse le stesse forme di elemosina statale del Sud. Non diritti, ma concessioni di appartenenza.

Pensioni di invalidità e Cassa integrazione sono due colonne importanti del “consenso” in Italia. E, manco a dirlo, costano molto di più del salario di disoccupazione europeo, producendo in più degli effetti disastrosi non solo sul piano civile, ma anche su quello economico. Mentre il salario di disoccupazione europeo crea maggiore disponibilità al rischio d’impresa, la cassa integrazione e le pensioni di invalidità producono parassitismo, furbizia e corruzione.

È facile capire che se si parla poco della differenza tra Italia ed Europa nel gestire la disoccupazione è perché i partiti, i sindacati, e anche parte dell’economia, ne traggono vantaggi.

Non è assolutamente vero che in Italia la crisi è stata più dolce che in altri paesi. È vero invece che la crisi è stata più dolce con il ceto politico. Per le ragioni dette.

In Italia la crisi crea “consenso”, perché l’unica salvezza alla miseria è il clientelismo. Del resto, il modello del consenso basato sul bisogno è quello secolare della Chiesa cattolica, grande ispiratrice, culturale e non solo, della politica italiana.

di Giovanni Perazzoli

Professione precario: i percorsi della crisi nel lavoro che cambia

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Martedì 20 aprile ore 20.00

C’ERA UNA VOLTA…

…IL POSTO FISSO – L’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO NEL MODELLO DI PRODUZIONE FORDISTA

…IL DIRITTO DEL LAVORO – IL SISTEMA DI GARANZIE PER IL LAVAORATORE PARTE DEBOLE DEL RAPPORTO

…IL CONTRATTO COLLETTIVO – L’AUTONOMIA DELLE PARTI SOCIALI IN UN SISTEMA DI REGOLE CERTE

Martedì 11 maggio ore 19:30

I SOMMERSI E I SALVATI

L’ASSALTO AL FORTINO DEL LAVORO GARANTITO

IL LAVORO ATIPICO DIVENTA LA REGOLA?

TORNARE INDIETRO E’ POSSIBILE?

ESISTE UNA FLESSIBILITA’ “BUONA”?

Martedì 18 maggio ore 19:30

L’ORGANIZZAZIONE DEL MERCATO DEL LAVORO DOPO LA “RIFORMA BIAGI”

IL RAPPORTO DI APPRENDISTATO

IL LAVORO RIPARTITO E IL LAVORO A CHIAMATA

SOMMINISTRAZIONE DI MANODOPERA

IL PART-TIME

IL LAVORO A PROGETTO

Martedi 1 giugno h 19:00

DALLO STATUTO DEI LAVORATORI ALLO STATUTO DEI LAVORI?

LO STATUTO DEI LAVORATORI – PROFILO STORICO E VALORE ATTUALE

RIGIDITA’ E FLESSIBILITA’ NEL RAPPORTO E NEL MERCATO

LO ZOCCOLO DURO – LE TUTELE DENTRO IL RAPPORTO – LICENZIAMENTI, CONTRATTO A TEMPO DETERMINATO – I LIMITI AL POTERE DISCIPLINARE DEL DATORE DI LAVORO – LA TUTELA DELLA MATERNITA’

QUALI TUTELE NEL RAPPORTO PER I LAVORATORI PRECARI?

Martedì 15 giugno ore 19:30

E SE NON SI APRE IL PARACADUTE?

LE TUTELE NEL MERCATO – GLI AMMORTIZZATORI SOCIALI

I MODELLI DI FLEXICURITY FUORI DALL’ITALIA

IL REDDITO GARANTITO – IL SOSTEGNO NELLA TRANSIZIONE DA UN LAVORO AD UN ALTRO

WELFARE E WORKFARE – DOV’E’ LA SOLUZIONE?

Martedì 29 giugno ore 19:30

INVISIBILE A CHI?

IL MODELLO ATTUALE DELLA RAPPRESENTANZA SINDACALE

I PERCORSI E GLI STRUMENTI DI AUTORGANIZZAZIONE DEI LAVORATORI PRECARI