Da agora99 al 14N. La Basic income Strategy

 Dal 1 al 4 novembre del 2012 ha avuto luogo a Madrid “Agora99”, un incontro dei movimenti sociali europei sui temi del Debito, dei Diritti e della Democrazia. In tale meeting il basic income è stato al centro del piano rivendicativo delle reti e dei collettivi che lottano contro l’austerity. Nell’incontro sono stati analizzati le politiche in atto nei diversi Paesi euromeditterranei. I processi politici trans-nazionali ed europei in atto, vogliono fare della povertà e della precarizzazione una variabile strategica del mercato del lavoro dietro il ricatto del debito, come sta accadendo in Italia, Spagna, Portogallo e Grecia. Le riforme del mercato del lavoro attuate negli ultimi mesi in questi Paesi seguono le indicazioni imposte dalla Troika: ulteriore flessibiliazzione, facilità di licenziamenti e taglio dei salari.

Nel workshop sul basic income si è articolata la rivendicazione di reddito universale e incondizionato come salario estensivo e co-estensivo che corrisponde a tutte le forme della produzione sociale (affettiva, reticolare, immateriale, cognitiva) ben oltre i perimetri formalmente segnati dal comando capitalista e dall’espropriazione dei dispositivi di cattura e sfruttamento globali della rete e della nuova organizzazione del lavoro. Reddito, quindi, per far saltare i dispositivi del biopotere e della sua governance. Reddito come riappropriazione del welfare dal basso, nell’abitare come nei servizi. Reddito garantito come quota parte forfettaria di ciò che ci viene continuamente espropriato dalle nuove forme della captazione di valore, attraverso la precarizzazione delle nostre vite. Reddito come riappropriazione  delle infrastrutture di produzione dei beni immateriali, che infatti mediano oggi la comunicazione, la socializzazione e le attività sociali in forma condivisa. Centinaia di attivisti provenienti dal Nord e dal Sud Europa, paesi con condizioni welferistiche completamente diverse, hanno evidenziato l’importanza di costruire uno spazio di cooperazione delle lotte indipedenti partendo da una comune rivendicazione strategica: “Basic Income Strategy“, un piano di azione comune contro le politiche di austerity, per ottenere un reddito di base, universale ed incondizionato per tutti i soggetti, nativi e migranti, che vivono
in Europa. Un reddito universale e incondizionato per contrastare il processi di precarizzazione ed impoverimento, per unificare le migliaia di vertenze in Italia che riguardano il mondo del lavoro e del non lavoro, per porre fine al ricatto delle produzioni nocive come mostrano in maniera emblematica la vicenda dell’lva, dell’Alcoa e tante altre.In questo modo sarebbe possibile porre fine al ricatto in cui territori e vita sono scambiati per il salario e la scelta obbligata è quella tra morire di inquinamento o morire di fame. Il lavoro che puzza di morte per noi non sarà mai un bene comune.  In tal senso la moltitudine precaria e precarizzata rivendica reddito universale e incondizionato dal ricatto del lavoro, precario, instabile, impoverito. A cominciare dalle giornata della prossima settimana che culmineranno con l’appuntamento del 14 novembre dove i movimenti sociali euromeditterraei in maniera coordinata proveranno a realizzare delle prove tecniche di sciopero sociale.

In queste date vogliamo costruire le nostre alleanze e complicità, partendo dalle iniziative di lotta che cercheranno di mettere in campo un processo sociale reale  che incida ma vada anche oltre i momenti di precipitazione sperimentando  nuove pratiche di sciopero per riprenderci il reddito e per riscrivere il nostro futuro. Ed è per questo che non bastano scelte tattiche e costruzione di sommatorie politiche, ma bisogna costruire spazi di cooperazione di lotte indipendenti capaci di generalizzare il conflitto sociale, unico motore di trasformazione su cui investire in un piano orizzontale, autorganizzato, questo sì, a vocazione maggioritaria. Costruire quotidianamente l’alternativa radicale che vive nell’autonomia e nell’indipendenza dal sistema, questa è la vera utopia concreta da cui ripartire!

 

#14N la riappropriazione, la trasformazione, la cospirazione..Riprendiamoci lo sciopero per riprenderci il reddito.

http://titanpad.com/ep/pad/view/A99Income/latest

questo il pad prodotto con il Workshop sul basic income

http://bambuser.com/v/3113718

link al video del Workshop

www.agora99.net

 

14 Novembre: Invadiamo Roma!

Contro l’austerity, perché è Ostia che ce lo chiede.

La rivoluzione non è un lavoro da esperti: questo la gioventù lidense lo sa bene, e ne ha fatto tesoro. Quei ragazzi e quelle ragazze, sembravano aver questa frase stampata in fronte, mentre per la prima volta si confrontavano con le difficoltà che occupare la propria scuola comporta. Parlando, riunendosi e sognando insieme, sono arrivati a delle soluzioni organizzative efficaci, che hanno radicalmente segnato e trasformato il territorio di Ostia, che hanno cambiato i ragazzi stessi. Soprattutto nelle periferie il peso dell’austerità è sempre più forte, i loro genitori hanno perso il lavoro, sono in cassa integrazione, la loro scuola è un carcere (con le grate alle finestre!) e loro non ci stanno più. Occupando le scuole cambieranno il mondo? Questo non lo sanno, ma sanno che stanno cambiando loro stessi, le relazioni, i rapporti, ed è questo che fa la differenza.

I ragazzi di Ostia ci hanno indicato una direzione chiara, che parla di riappropriazione di spazi, tempi, saperi, che passa per l’occupazione delle scuole, delle case, delle facoltà, che ci racconta come forme di autorganizzazione siano in grado di autodeterminare i percorsi di lotta, e di allargarli. Questa direzione ce l’hanno indicata con una semplicità disarmante. Sta a noi assumerla e praticarla.

Il 14 Novembre sarà un passaggio importante, ed è per questo che abbiamo deciso di praticare il percorso di avvicinamento a questa giornata scegliendo di parlare lo stesso linguaggio che le lotte sociali sia nostrane che non, ci indicano.

Abbiamo scelto di costruire un percorso pubblico, autorganizzato, che si basasse su parole d’ordine condivise e che si interrogasse su pratiche nuove ed efficaci.

Per questo proponiamo per le giornate del 12 e del 13 Novembre nell’università La Sapienza di far rivivere un spazio adesso in disuso, di cui ci riapproprieremo giusto il tempo di creare un laboratorio che arricchisca tutti e tutte in vista del 14 Novembre.

Vinceremo soltanto cantando più forte!

 

Programma 12 e 13 Novembre

 

LUNEDI 12

Questa giornata la dedicheremo all’immaginario della piazza che i media hanno costruito negli ultimi anni dopo l’onda. Le piazze sono state descritte in modo distorto da professionisti della notizia che non vivono la crisi come tutti noi, ma hanno un unico scopo quello di indirizzare l’opinione pubblica contro chi scende in piazza. Noi, al contrario, vorremmo dare risalto alla nostra visione dei momenti di piazza, che non si limitano agli episodi istantanei catturati dalle fotografie sui quotidiani, ma sono la manifestazione pubblica di quello che cerchiamo di costruire nei nostri spazi e territori. Vorremmo, quindi, ragionare sulla piazza insieme, pubblicamente, per determinare ancora una volta questa giornata di lotta.

H 15 – ASSEMBLEA PUBBLICA

H 20 – APERICENA + READING

Lo scrittore Romano DUKA leggerà brani del libro GRAN TORINO dedicato all’esperienza di un editore squattrinato in giro per l’Italia che parteciperà alla manifestazione contro il G8 di Torino (Summit sull’Università) il 19 Maggio 2010.

H 22 – DJ SET

 

MARTEDI 13

Durante la mattinata cercheremo di costruire insieme la giornata del 14 praticamente. E’ sempre più importante attraversare in modo intelligente la piazza per determinarla attraverso i nostri contenuti politici. Lontani dalla logica del corteo come sfilata di bandiere e camion sonori, vorremmo imparare come stare in piazza attraverso due workshop sul mediattivismo e la produzione di materiale grafico informativo. Nella seconda parte della giornata, invece, parleremo di inchiesta come metodo politico necessario per analizzare la realtà. Un metodo che, usato quotidianamente, ci rende capaci di arrivare ai momenti di piazza, attraversarli e superarli non subendo il processo ma determinandolo fino in fondo.

A partire dalle H 11 Laboratorio di piazza

workshop1: Laboratori di serigrafia e stencil

Costruzione pratica di materiali informativi e azioni comunicative utili durante il corteo.

Workshop2: Mediattivismo: Laboratorio di fotografia, di riprese video e corrispondenza radiofonica in piazza. Con l’aiuto dell’esperienza di mediattivisti capiremo come costruire informazione dalla piazza garantendo la sicurezza dei compagni durante il corteo.

H 17 – Inchiesta militante

Parleremo dell’inchiesta militante e dell’importanza della sua riproducibilità nel territorio urbano con:

-Gli studenti del “Gruppo Inchiesta” dell’assemblea Permanente di Sociologia autori della ricerca sull’emergenza abitativa tra gli studenti universitari della facoltà di sociologia.

– Alberto Violante compagno del collettivo “Inchiesta Operaia”

-Stefano Macera sociologo ed esperto di inchiesta

-Gigi Roggero compagno del collettivo Uninomade

H 22 – DJ SET

 

MERCOLEDì 14 – APPUNTAMENTO A PIAZZALE ALDO MORO ALLE ORE 9.30 JOIN THE INVASION!

 

Report dei giorni precedenti

Martedì 6 Novembre:

Coperte le strisce blu a via De Lollis. Un gruppo di studenti de La sapienza questa mattina ha coperto le strisce blu dei parcheggi di via Dei Lollis, all’ingresso dell’università. Aumentano i parcheggi, aumentano i prezzi dei biglietti degli autobus, aumentano le tasse universitarie, a pagare siamo sempre noi ma da oggi ci riprendiamo tutto!

Blitz di studenti alla mensa di via De Lollis. Alcuni studenti della Sapienza hanno fatto un blitz nella mensa di via de Lollis, per protestare contro l’innalzamento dei prezzi della mensa, quest’anno infatti sono state tolte le riduzioni in base al reddito e si é definito un prezzo unico. Aumentano le tasse, aumentano i prezzi delle mense. Vogliamo riprenderci tutto quello di cui abbiamo bisogno, alloggi, cibo, saperi.

Video azioni: http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=upZ03TNA9KU

Mercoledì 7 Novembre:

Assemblea pubblica di confronto e condivisione verso il 14.

Leggi l’appello: http://jointheinvasion.wordpress.com/14-novembre/

Giovedì 8 Novembre:

Contestazione al convegno ‘ARMI CIBERNETICHE E PROCESSI DECISIONALI’. Gli studenti hanno dato il benvenuto agli sgraditi ospiti al grido “Fuori la guerra e i profitti dall’Università”, tentando di bloccare il convegno e riempiendo di uova marcie il rinfresco di militari, padroni e baroni vari, ribadendo che nelle università non ci sono certamente per divenire bassa manovalanza di un sistema repressivo e guerrafondaio, ma che il loro sapere e le loro coscienze è finalizzato, al contrario, a combatterlo.

http://www.infoaut.org/index.php/blog/saperi/item/5984-welfare?-no-warfare-contestati-i-guerrafondai-a-la-sapienza

Venerdì 9 Novembre:

Azione alla metro Policlinico. Gli studenti hanno bloccato i tornelli con delle fascette permettendo a un centinaio di persone di entrare in metropolitana senza pagare il biglietto.

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=H5V5aELWzdY

Azione alla mensa universitaria di Roma3. Aumentano le tasse universitarie, aumentano i prezzi dei mezzi pubblici (mentre  spariscono le riduzioni per gli studenti), riducono gli alloggi universitari (già miseri e mal collegati e che RomaTre in parte ha deciso di affittare privatamente), tagliano le borse di  studio che, anche quando assegnate, sono pagate con inaccettabili ritardi e che presto saranno sostituite con i “prestiti d’onore”, ennesimo meccanismo di indebitamento che arricchisce banche e agenzie finanziari e, costringono tanti studenti e studentesse a lavorare in nero per mantenersi durante gli studi

 

VIDEO SPOT VERSO IL 14 NOVEMBRE:

http://www.youtube.com/watch?v=XFLh2PIIXjw&feature=player_embedded

TEST INVADERS:

jointheinvasion.wordpress.com/test-invaders

 

SCENDI IN PIAZZA IL 14 NOVEMBRE!

ORE 9.30 PIAZZALE ALDO MORO

http://www.facebook.com/events/468904446495355/?fref=ts

ORE 9 PIRAMIDE

http://www.facebook.com/events/130670330416655/?fref=ts

Join The Invasion! #14N invadiamo la città

Il 14 Novembre scenderanno in piazza in tutto il paese migliaia di studenti, precari, lavoratori, disoccupati, rispondendo all’appello europeo dei movimenti internazionali che dal basso hanno spinto all’indizione unitaria del primo sciopero sociale transnazionale formalizzato poi dalla CES in uno sciopero europeo coordinato dalle centrali sindacali, che qui in Italia, è stato raccolto anche dalla CGIL. Adesione del sindacato Camuffo giunta con una vergognosa e meschina proclamazione di quattro tiepidissime ore di sciopero e manifestazioni dislocate. Questo dopo mesi di silenzio o di qualche moderato ululato alla luna, dopo anni di reiterate politiche di austerity dettate dalla Commissione europea, nella piena voragine della crisi finanziaria dentro i nuovi processi della valorizzazione capitalistica che nella crisi tenta di trovare la sua nuova misura sulla nostra pellaccia precaria. I sindacati nel tentativo di co-gestire d’imperio la crisi, il risanamento del debito cosi detto sovrano, complici attivi del disegno neoliberista, si presentano oggi in difesa della loro retorica e del ruolo di filtro e tappo del conflitto sociale. Del resto non ci pare d’intravedere grandi spazi di avanzamento e di lotta anche nel mondo del sindacalismo di base, troppo spesso impegnato più nell’auto-rappresentazione delle proprie organizzazioni e molto meno nella disponibilità al conflitto per la ricomposizione sociale di quel precariato metropolitano, sempre più lontano dalle mediazioni speculari al ribasso che la logica sindacale riproduce. Sindacati che non possono e non vogliono difendere i precari, perché  nn fanno tessere, perché non li riguarda più l’elemento della contrattazione collettiva tradizionalmente costituita, non ne difendono la vita e i suoi bisogni. Sono, siamo i precari di una nuova composizione sociale in tendenza maggioritaria, segnata nella sua esistenza dall’esclusione e frammentazione sociale e spesso dal lavoro nero.

Negli interstizi della precarietà, del sindacato, non se ne vede l’ombra. Purtroppo nemmeno nel mondo del lavoro tradizionalmente inteso oggi indebolito, precarizzato, attaccato in ogni dove, è presente un’opzione sindacale realmente conflittuale che sappia rappresentare degnamente spunti reali di insubordinazione sociale e operaia che negli ultimi mesi pur taluni sussulti e fiammate di rabbia li aveva espressi. Oltre agli studenti autonomi per fortuna già scesi in piazza lo scorso 5 Ottobre, pensiamo al mondo del lavoro, alla lotta di Taranto e del Sulcis quest’estate, ma anche alle tante vertenze nella Fiat e in Fincantieri, o dell’indotto dei trasporti e logistica del nordest o come a Piacenza i lavoratori dell’Ikea. C’è una disponibilità al conflitto sociale nel nostro piccolo paese. Non c’è invece, ancora, un soggetto autonomo e indipendente del nuovo precariato sociale per dargli nel corpo, più testa e più gambe. Potremmo dire forza, densità, più potere per il contropotere, parole attualissime in giro per il mondo, almeno nuovamente, dal 2011 in avanti, almeno in ciò che e’ risuonato nell’ultimo incontro internazionale di Madrid  pochi giorni fa che del toma la huelga aveva già assunto la sua parola unificante  per la giornata del 14 novembre. 

Quella forza che abbiamo respirato, certamente a tratti, come dimensione sociale diffusa nella lotta No TAV in Val di Susa e in qualche giornata di rabbia e insubordinazione precaria, come nell’ottobre dell’anno scorso e nel dicembre del precedente. E già, una data utile da ricordare quella del 14 dicembre 2010 quando un’ondata di movimento studentesco scosse alle fondamenta la governabilità – il potere della ricomposizione del precariato, per l’appunto, si gridava, tutti insieme facciamo paura! – e che però troppo in fretta si volle congelarlo con strette di mano presidenziali e letterine a Napolitano di cui il movimento non ne sentiva certo il bisogno. Non a caso l’anno seguente seppur nella complessità della giornata del 15 Ottobre un elemento risulterà evidente a tutti e che oggi ancora si deposita nel dibattito del movimento. In quella piazza non c’eravamo tutti, non eravamo più gli stessi, e qualcuno si è trovato da un colle ad un altro di Roma, perdendo per intero un anno politico a capire come rimettere insieme i cocci ormai frantumati dell’ennesimo errore che i movimenti avrebbero commesso, questa volta con l’etichetta degli indignados: declinare la responsabilità storica della fase odierna, ovvero di farsi carico nelle macerie del neoliberismo dell’intelligenza e della rabbia di chi la crisi la sta pagando da anni, pensando che la sinistra di governo e le primarie di massa invertissero le politiche di dominio e di comando che stiamo invece subendo nella piena continuità di governi di destra, tecnici e di sinistra, in ogni angolo della comunità europea. Noi vogliamo andare avanti, senza la paura del futuro da costruire con le nostre mani, con lo spirito dell’umiltà e con lo sguardo trasparente, con la migliore attitudine alla ricomposizione sociale, quel tutti insieme facciamo paura! Può tornare a rimbombare la sua eco nel centro di Roma, lì dove lo Stato non ci vorrebbe, lì dove dobbiamo saperci misurare consapevoli del livello alto dello scontro, politicamente, storicamente, culturalmente ben oltre quindi la contrapposizione estetica, con chi peraltro prepara piani da sempre per fermarci, picchiarci e condurci delle volte nelle patrie galere. Lasciamogli il “primato maschio”dello scontro militare se necessario. Li coglieremo di sorpresa, con l’intelligenza collettiva. Saranno accerchiati da una moltitudine che si farà corpo in un’agile massa critica che assedierà il fortino dei tecnici e banchieri che per difendersi dovranno ancora una volta blindarsi, con i loro eserciti, con i cannoncini e le baionette. Tutti insieme famo paura!

Invaderemo le strade e rivendicheremo reddito riappropriandoci dello sciopero come sciopero sociale come blocco della produzione socialmente prodotta nella metropoli, perché siamo noi che produciamo la ricchezza e siamo sempre noi che paghiamo il debito e la crisi tutti i giorni. Solo noi possiamo riappropriarci delle forme del conflitto all’altezza dei tempi, nella riappropriazione e nel desiderio collettivo, chi l’ha detto che non c’è.

Nodo redazionale indipendente

Ri_Pubblica – Difendere i beni comuni, riprenderci il futuro.

Qualche mese fa alcuni comitati, realtà sociali, collettivi, cittadini/e hanno immaginato uno spazio pubblico di discussione,  all’interno del quale, camminare insieme per comprendere le reciproche differenze e, soprattutto, per cercare i nessi e il senso condiviso delle battaglie sui beni comuni nel territorio di Roma.
A questo spazio abbiamo dato il nome di Ri_Pubblica e qui ci siamo incontrati unendo le battaglie per l’acqua, quelle sui rifiuti, sui saperi, sulla difesa del territorio con l’ambizione di superare la semplice sommatoria di singole esperienze ed individuare delle possibili azioni su nodi comuni.

Dal nostro primo incontro siamo cresciuti e ci siamo arricchiti di consapevolezza e conoscenza che sono frutto di una processo di riconoscimento e di ricerca di una prospettiva comune. Le sequenze del nostro processo non sono state lineari ma, inaspettatamente, ricche come solo i processi sociali sanno essere!  Siamo arrivati ad un punto che, forse, non avevamo intravisto all’inizio del nostro percorso.  Siamo arrivati alla prima tappa di Ri_pubblica.

Da giovedì 15 a domenica 18 Novembre: saranno quattro giorni di approfondimento, autoformazione e dibattito su dei temi che attraversano in modi diversi tutte le nostre lotte, ovvero Democrazia, Finanza, Territorio e Saperi. Delle lenti con cui analizzare la mercificazione e la finanziarizzazione dei beni comuni e la progressiva e crescente esclusione dei cittadini nelle decisioni che li riguardano. Delle chiavi per proporre prospettive alternative per il nostro futuro, in connessione con le mobilitazioni contro la crisi che, dal 14 Novembre, si attiveranno in tutta Europa.

Discuteremo di questi temi in un’occupazione temporanea di uno dei tanti spazi vuoti e abbandonati di questa città, un gesto simbolico che allude alla necessità di riprendersi degli spazi collettivi, di sottrarre pezzo per pezzo la nostra città al profitto ed alla speculazione. Un primo passo comune per intraprendere la strada della ripubblicizzazione contro la crisi di questo sistema.

Si tratta di un processo aperto, in continuo divenire, per questo invitiamo tutte e tutti a contribuire, sostenere, partecipare e diffondere, perchè niente è scritto e tutto è da conquistare.

Per riappropriarci insieme del nostro territorio, delle nostre risorse, dei nostri saperi: Ri_Pubblica!

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Lotta dura senza paura, occupati i gruppi consiliari del comune di Roma

Diffondiamo il comunicato del Coordinamento cittadino di lotta per la casa e della Cooperativa per l’autorecupero Inventare l’abitare.

COMUNICATO STAMPA

CONTRO LA VERGOGNOSA DECISIONE DELLA GIUNTA COMUNALE DI AZZERARE IN SEDE DI BILANCIO I FONDI DESTINATI ALL’AUTORECUPERO I SOCI DELLA COOPERATIVA “INVENTARE L’ABITARE” E IL COORDINAMENTO CITTADINO DI LOTTA PER LA CASA HANNO DECISO UNA MOBILITAZIONE IMMEDIATA A PARTIRE DALLA INIZIATIVA DI OGGI, LUNEDI’ 29 OTTOBRE, SOTTO LA SEDE DEI GRUPPI CONSILIARI PER CHIEDERE IMMEDIATE MODIFICHE PRIMA DELL’APPROVAZIONE DEL BILANCIO COMUNALE.

NON SIAMO DISPOSTI AD ACCETTARE IN SILENZIO CHE DOPO OLTRE DIECI ANNI DI ATTESA SI DECIDA DI ANNULLARE I FONDI PREVISTI PER FINIRE ALLOGGI CHE DECINE DI PERSONE STANNO ASPETTANDO IN SITUAZIONI DI EMERGENZA O CHE SI DECIDA DI CANCELLARE CON UN COLPO DI SPUGNA L’UNICA ESPERIENZA REALE CHE PUO’ DARE UN’ALTERNATIVA A CHI NON E’ DISPOSTO A FARSI SCHIACCIARE DALLE LOGICHE DI UN MERCATO CHE IN MANIERA SPECULATIVA CONTINUA A FAR LIEVITARE I PREZZI DEGLI ALLOGGI PUR IN PRESENZA DI UN CROLLO DELLE VENDITE E DEGLI SFRATTI PER MOROSITA’.

COME AL SOLITO SI CONTINUANO A FARE REGALI AI GRANDI COSTRUTTORI  PERMETTENDO LORO DI “SACCHEGGIARE” IL TERRITORIO E SI VORREBBE SOFFOCARE L’UNICA ESPERIENZA AUTOGESTITA CHE HA CONSENTITO DI ABBATTERE I PREZZI ALLUCINANTI IMPOSTI DAI COSTRUTTORI E DALLA SPECULAZIONE SUL MERCATO. LO DICIAMO CHIARAMENTE O RIPARTONO I PROGETTI E SI RIFINANZIA L’AUTORECUPERO O CI PRENDEREMO I NOSTRI STABILI SENZA PIU’ NESSUNA TRATTATIVA CON L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE.

 

COOPERATIVA INVENTARE L’ABITARE

COORDINAMENTO CITTADINO DI LOTTA PER LA CASA

Primo sciopero nazionale dei giornalisti precari

PARTE DA L’UNITA’ IL PRIMO SCIOPERO NAZIONALE DEI GIORNALISTI PRECARI, ERRORI DI STAMPA AL FIANCO DEI COLLEGHI

 

Che il rispetto dei diritti dei lavoratori fosse stato sacrificato anche sull’altare delle politiche della cosiddetta sinistra, purtroppo, era un’evidenza ormai da troppo tempo.

Ma se anche un quotidiano come l’Unita’ perde ormai ogni scrupolo, e arriva a non pagare per sette mesi le decine di collaboratori sparsi nello stivale, lo scenario è davvero compromesso.
Il quotidiano fondato da Gramsci, il quotidiano che nella sua linea editoriale continua a raccontare la precarietà di un’intera generazione, si comporta oggi esattamente come il più meschino degli imprenditori: non riconosce il lavoro dei giornalisti precari, li chiama ‘fornitori’, risponde picche al tavolo delle trattative e si affida a un amministratore delegato sordo all’assurda pretesa dei giornalisti di essere pagati per il proprio lavoro.
I giornalisti che ancora non si arrendono e che per quel quotidiano si ostinano a lavorare, invece, tengono alto il glorioso nome della testata e, per la prima volta, con l’appoggio della redazione, danno vita ad uno sciopero nazionale della massa degli invisibili dell’informazione. Uno sciopero che coinvolge dal più giovane al più anziano dei precari, chi ha scritto pochi pezzi e chi da dieci anni combatte contro la deriva precarizzante dei padroni della testata.
Uno sciopero che non può non accendere i riflettori anche sull’insostenibile situazione dei precari storici del giornale, firme ormai note a tutti i lettori, dopo anche dieci anni di stabile precarietà.
Per questo “Errori di stampa”, coordinamento dei giornalisti precari di Roma, appoggia lo sciopero delle firme precarie del giornale, che si sono riunite dalla Sicilia al Piemonte e hanno deciso di incrociare le braccia, dopo mesi e mesi passati prima a non credere ai propri occhi e poi a cercare di trattare con la proprietà per ottenere i sacrosanti compensi per il loro lavoro.
Siamo con loro e con tutte le altre redazioni che, come auspichiamo, vorranno seguire l’esempio dei giornalisti de l’Unità.

Intanto, ingenui e ostinati, non perdiamo la speranza che il direttore del giornale, prima o poi, firmi un servizio sui numeri del precariato giornalistico. Per i precari all’interno del giornali di Gramsci, invece, ci accontenteremmo anche di un boxino.

http://erroridistamparm.blogspot.it/2012/10/parte-da-lunita-il-primo-sciopero.html

Agorà99

Introdurre e proporre la presentazione del prossimo meeting che si terrà a Madrid dall’1 al 4 novembre significa, continuare un ragionamento aperto su quell’orizzonte di conflitto che nei territori europei si sta dando ormai da parecchi mesi. Le cartoline e le immagini che intravediamo da lontano nei paesi limitrofi al nostro evidenziano come impulsi di originalità, che stanno pervadendo e contaminando esponenzialmente lo scenario politico, fa della cooperazione sociale in lotta, un’anima viva contro la governance europea dominato dalla Troika.

La peculiare ondata di movimento in Grecia, da sempre caratterizzata da un’inconfutabile opposizione sociale contro l’assunzione indiscussa del “modello Merkel” e delle sue politiche di austerity, è arrivata ultimamente anche in Spagna e Portogallo. Gli assedi in massa ai palazzi del potere delle settimane scorse, come quelli a Piazza Syntagma, hanno ampiamente dimostrato come la crisi della rappresentanza politica e la critica alla governance europea, sedimentata anche in terra spagnola dal movimento 15M nei due anni precedenti,  si stiano trasformando nell’apertura di un nuovo processo costituente. Una fase che in loco trova la sua forza nella straordinaria eterogeneità con cui la rabbia individuale sta diventando “inteligencia colectiva”, ma che, oltretutto, ha l’attitudine analitica di capire come solo nel terreno europeo delle lotte sia possibile instaurare meccanismi e dispositivi in grado di trasformare gli attuali rapporti di forza senza tornare indietro nella storia riproponendo nostalgiche visione sovranistiche e statalistiche.

Quanto detto però non è da confondere con sterili dinamiche di voler determinare una risposta globale ad una crisi globale solo enunciando connessioni o presenziando meeting internazionali come quello di Madrid. Non si tratta quindi di scimmiottare i movimenti europei o peggio ancora di usarli formalmente per poi riposizionarsi a casa propria dove meglio conviene nella magia puzzolente della macchina elettorale. Si tratta al contrario di contaminare il nostro paese con lo spazio politico dei conflitti europei a partire però dalle lotte e dai conflitti fin’ora troppo spesso frammentati e separati che si stanno dando nel nostro paese per allargare uno spazio di generalizzazione del conflitto sociale, cogliendone semmai le tendenze e le rivendicazioni più avanzate che guardano alla ricomposizione sociale come quella del reddito universale ed incondizionato, inteso però non come dispositivo di mediazione al ribasso di una logica tutta regolativa interna allo sfruttamento e alla precarizzazione del dominio capitalistico quanto al contrario come riconoscimento continuo e progressivo della produttività sociale permanente di cui siamo portatori dentro le nuove leve della valorizzaizone capitalistica, al cospetto delle nuove frontiere della sottomissione del lavoro vivo al capitale.

Un vecchio slogan dei medio-attivisti spagnoli recita copiar, pegar, poder modificar! ed è proprio qui l’intrinseca natura con cui dovremmo approcciarci al prossimo incontro di Madrid. Un incontro che pretende generalizzare le lotte contro le politiche di austerity individuando le linee di frattura e i punti di contatto dentro le lotte si organizzano.

Non è, quindi una casualità che siano tre i nodi principali con cui si articolerà l’incontro: debito, diritti e democrazia – caratteristiche comuni attraverso le quali ricercare una narrazione comune che miri a creare nuove pratiche di conflitto nell’attuale contesto di crisi e di austerity. Un debito che noi non abbiamo creato, un debito che non è legittimo e il cui rifiuto implica il non voler sottostare al dominio della tecnocrazia neoliberista. Vogliamo il superamento reale del ricatto, della crisi, del debito della precarizzazione per costruzione spazi reali di democrazia radicale che sia la base della potenza sociale che attraverso il conflitto dobbiamo e possiamo voler praticare.

 

Incontro con Dario Lovaglio (attivista del movimento 15M)

Giso Amendola (Uninomade)

Andrea Bonadonna (CSOA Askatasuna)


LOA Acrobax

Venerdi 26 h20,30

 

 

FAQ Agorà99

http://99agora.net/2012/07/incontro-europeo-debito-democrazia-e-diritti/

Giovani al centro, per riprendersi il futuro!

La campagna “Roma Abbandonata” nasce all’interno del progetto dell’Assemblea Giovani al Centro, un’assemblea permanente che riunisce gli studenti e i giovani che vivono e frequentano la zona del centro storico di Roma.
In questo anno di attività abbiamo portato avanti lotte per la riappropriazione degli spazi pubblici, per il riutilizzo degli edifici abbandonati, per la lotta al “quartiere-vetrina” e alla mercificazione del territorio.
Inoltre ci siamo concentrati molto sul ruolo dei giovani in questa zona di Roma, denunciando come fossero del tutto assenti luoghi di socialità, discussione e organizzazione per i giovani e soprattutto gli studenti che la frequentano.

Sul tema degli spazi abbandonati, ecco la nostra ultima ambiziosa iniziativa: una mappa che raccolga ogni edificio dimenticato dalla città e dalle amministrazioni.
E’ così che proseguiamo la nostra campagna di rivendicazione degli spazi abbandonati e inutilizzati sottratti ai quartieri, su cui si scatenano speculazioni e tentativi di lucro.

Noi dell’Assemblea Giovani al Centro agiamo principalmente sul I municipio di Roma, e perciò abbiamo dato inizio a questo progetto presentando le informazioni che abbiamo raccolto nel tempo sui luoghi abbandonati al centro della città: l’invito alle altre realtà e ai singoli è quello di aiutarci nel censimento per gli altri quartieri, inviandoci indirizzi, foto e informazioni ad assembleagiovanialcentro@gmail.com.

Per consultare la mappa:
http://romabbandonata.blogspot.it/

Per seguirci su facebook:
https://www.facebook.com/giovanialcentro

Dalla Bari in lotta: l’interesse del privato (e del pubblico) all’attacco del comune

Ebbene si. L’occupazione nel “salotto buono” di Bari fatta stamattina  da studentesse e studenti, da precarie e precari, da disoccupati,  inoccupabili è stata sgomberata manu militari dalla polizia.

Ci è già successo (quando occupammo la clinica di Villa del Sole da  cui poi è nata l’occupazione di Villa Roth), non ci deprimiamo, non ci  fermiamo, non ci arrendiamo.

Di questa vicenda un paio di cose ci interessa dire:

 

1)l’interesse degli speculatori dell’edilizia nella città del  mattone, conta decisamente più degli interessi del comune. Ci sono a  Bari oggi qualcosa come 24.000 appartamenti sfitti. Tutti in mano a  cartelli potentissimi che vengono tutelati e protetti da un potere  locale cieco e clientelare e difeso dai manganelli della polizia.

Questo renderà sempre più evidente l’irrappresentabilità di una  moltitudine che non reclamerà più ma risponderà alla guerra che le viene  mossa contro riappropriandosi di una vita indipendente e autonoma.

 

2)l’eccedenza e la tensione che si è prodotta intorno a questa  occupazione ci lascia ben sperare in una capacità organizzativa che  significa riappropriazione diretta di reddito (e la casa è una parte del  reddito) e che, a nostro avviso, segnerà l’autunno alle porte e non  solo questo.

 

Per queste considerazioni noi invitiamo tutte e tutti, le/gli  occupanti, chi è passato per solidarietà, chi ha da subito solidarizzato  e chi si è avvicinato per organizzare ulteriori passi in avanti, chi ha  resistito alle provocazioni in divisa,  di vederci in ASSEMBLEA METROPOLITANA Venerdì  19 ottobre ore 20:30 a Villa Roth Occupata.

Da qui si riparte, non ci fermerete. Non chiediamo più, OCCUPIAMO!

Il 20 Ottobre tutti in strada #globalnoiseroma continua

Nessuno ci rappresenta! Più che un governo tecnico in Italia si realizzano tecniche di governoautoritario. E’ il momento di dire basta! Scendiamo nuovamente inpiazza.

#Global noise roma 13 Ottobre è stata una prima occasione di riconoscimento e cooperazione, un centinaio di precari, abitanti delquartiere, giovani e studenti hanno dato vita ad un’assemblea che ha deciso di riconvocarsi in piazza per il prossimo sabato a partire dalle 18 per preparare materiali ed organizzarsi per poi muoversi dove meglio crederà in maniera vivace, rumorosa, arrabbiata, desiderante e determinata ad attivarsi con i propri contenuti nel territorio.

L’appuntamento è per il 20/10/2012 h 18 in Piazza S.Maria in Trastevere per chiudere la settimana globale d’iniziative lanciata dai movimenti internazionali contro l’austerity.

Generazioni senza futuro nelle scuole e nelle università, precari eprecarizzati, disoccupati, cassintegrati, nativi e migranti,indignati, incazzati, liberi pensatori!

Atene, Lisbona, Madrid, Parigi…

…Roma non fà la stupida!

Sabato 20 Ottobre h 18 P.zza Santa Maria in Trastevere

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