Sul 15 ottobre: le lotte per i diritti non si possono fermare

Roma, 21 aprile. Ieri mattina all’alba un ingente spiegamento di Polizia e Carabinieri (Digos e Ros), ha fatto irruzione nell’occupazione abitativa di via del Casale De Merode a Tormarancia, nell’ambito di un’operazione su scala nazionale relativa agli avvenimenti di piazza del 15 Ottobre scorso.

Ne è seguita la notifica di due ordinanze di misure cautelari, nello specifico obblighi di firma, e perquisizioni in altrettanti alloggi all’interno dell’occupazione che hanno portato, come unico risultato, al sequestro di uno zainetto da bambino.

Nelle stesse ore in diverse città si svolgevano perquisizioni e si notificavano misure cautelari tra arresti domiciliari ed obblighi di firma che hanno raggiunto complessivamente 14 persone in tutta Italia.

Nelle ore seguenti altri tre occupanti ed attivisti del Coordinamento Cittadino di Lotta per la Casa e dei movimenti per i diritti sociali di Roma, vengono segnalati come coinvolti nelle indagini (con nomi e cognomi sbattuti in prima pagina senza che fosse stato notificato nulla di ufficiale), dentro un impianto accusatorio che per tutti appare a dir poco fumoso.

In realtà si colpiscono persone “colpevoli” soltanto di aver scelto di essere presenti in una piazza importante come quella del 15 Ottobre così come ogni giorno si ritrovano nelle tante e necessarie battaglie contro le grandi lobby del mattone o della finanza, per la difesa dei territori, contro la precarietà.

Probabilmente opporsi alle politiche neoliberiste dei governi che hanno guidato e guidano oggi il nostro paese è un reato insopportabile per chi difende le ingiustizie e le ruberie di una classe politica e dirigente che concentra nelle mani di meno del 10% della popolazione la maggior parte delle ricchezze da noi prodotte e che continua, con inaudita testardaggine e determinazione, a difendere i propri privilegi e a distruggere le condizioni di vita della stragrande maggioranza delle persone.

L’operazione di oggi va ad aggiungersi ai già numerosi arresti e ai procedimenti sommari che negli ultimi mesi hanno portato a condanne spropositate elargendo anni di carcere a ragazzi per lo più giovanissimi, ad uno stillicidio oramai quotidiano di fermi, denunce, negazione del diritto a manifestare. Nell’era Monti, le ricette neoliberiste destinate a portarci al vero default cui vogliono arrivare, quello dei diritti, vanno difese “manu militari” criminalizzando la rabbia e le lotte sociali, chiudendo ogni spazio di espressione del dissenso e di partecipazione, come sta accadendo con il tradimento dei plebisciti referendari che hanno portato 27 milioni di italiani ad esprimersi contro la privatizzazione dell’acqua e dei servizi essenziali.

Non accetteremo mai supinamente, i diktat imposti dai grandi gruppi dell’economia e della finanza globale e con essi il presente ed il futuro che ci vogliono consegnare: fatto di suicidi per motivi economici, sacrifici, precarietà infinita.

Per questo oggi abbiamo il dovere, tutti e tutte, di denunciare ciò che sta accadendo, di mobilitarci contro questo prepotente scippo di democrazia e diritti, di continuare a costruire dal basso processi di opposizione ed alternativa.

Rivendicare libertà di movimento per tutti e tutte significa affrontare con la più grande solidarietà e vicinanza la repressione che colpisce e con la più grande determinazione le tante battaglie di giustizia sociale che vogliamo continuare a sostenere ed alimentare… liberare tutti vuol dire lottare ancora!

Invitiamo tutte le persone interessate e solidali, le realtà sociali della città, gli/le attivisti/e del supporto legale e della comunicazione indipendente a partecipare ad un’assemblea presso il L.O.A. Acrobax Via della Vasca Navale, 6

lunedì 23 aprile ore 18.30

 

Coordinamento Cittadino di Lotta per la Casa

Laboratorio occupato e autogestito Acrobax

Roma, 15 Ottobre 2011

Il 15 ottobre è stata una giornata fatta vivere da centinaia di migliaia di persone che si sono mobilitate contro la crisi e l’austerity. In questa partecipazione emerge la volontà determinata di cambiare, di trovare strade alternative alle ricette della banca europea e un tentativo di prendere parola in prima persona.

San Precario

La parte di corteo sotto le “insegne” di San Precario e Santa Insolvenza è stata costruita in assemblee pubbliche con centinaia di persone, con delegazioni di 15 città, dal nord al sud dell’italia, con migliaia di precarie/e, migranti e studenti. Immaginata e realizzata all’interno della rete degli Stati Generali della Precarietà che sta puntando alla realizzazione dello sciopero precario, di cui l’Hub Meeting di Barcellona è stato un momento fondamentale (leggi la dichiarazione finale del meeting); rete che ha anche preso posizione dopo il 15 ottobre in solidarietà con il movimento italiano.

Leggi: Que se vayan todos! *15 Ottobre giornata globale contro l’austerity: Dal diritto all’insolvenza allo sciopero precario Il punto di vista precario e la Global Revolution* Il 15 Ottobre tutti a Roma!

San Precario, a cui molte realtà si sono unite direttamente in piazza della Repubblica, ha dato vita ad alcune iniziative di comunicazione, da quella all’albergo Exedra-Boscolo fino all’occupazione del Foro Romano, ma di certo non ha avuto nessuna regia di una presunta escalation del livello di scontro raggiunto dalla manifestazione.

San Giovanni

Da parte delle forze dell’ordine c’è stata una gestione intenzionalmente mirata a dividere definitivamente il corteo, con cariche generalizzate da via Labicana dove il nostro spezzone è stato caricato alle spalle, fino a piazza San Giovanni, con l’accanimento su manifestanti inermi e caroselli dei blindati lanciati addosso alla gente. A questo migliaia di persone hanno risposto opponendo una tenace resistenza esprimendo una parte sostanziale di quella rabbia che vediamo ogni giorno crescere di fronte ad una insopportabile precarietà della vita intera.

Le reazioni

Nei mezzi di comunicazione, nei giorni successivi, è partita una superficiale lettura di questa giornata a cui, purtroppo, molti esponenti politici danno conferma costruendo sulle spalle di alcuni un capro espiatorio. Una gran confusione che crea un mostro mediatico da sbattere in prima pagina. Un clima che ancora oggi permette che gli arrestati restino in carcere preventivo per reato di “legittima resistenza” (vai alla petizione “15 ottobre: liber* tutt*“)

Repubblica: “I nuovi brigatisti”Su Maroni che riferisce alla cameraRepubblica su AcrobaxAcrobax rettifica Repubblica.it Catarci presidente XI municipio

Comunicati e prese di parola nel movimento

Il nostro 15 ottobre: un punto di vista precarioLaboratorio Acrobax – Intervista di Acrobax al Manifesto Sono un acrobata… –  Coordinamento cittadino di lotta per la casaTimeOut Bologna  – San PrecarioOfficina 99 e antagonisti campani Attivisti indipendenti di BariMilitant Centri sociali di MilanoL38 SquatAll Reds RugbyRetelettere RomaTre Collettivo Fuorilegge RomaTre  –  Generazione PrecarianEXt EmersonReality Shock Connessioni PrecarieHub Meeting, comunicato al movimento italianoRadio Onda RossaKnowledge Liberation FrontSofiaRoney laboratorio filosofico

Altri interventi e dibattiti

Roma, il racconto di un autonomo: “Niente comizi, la piazza si conquista”

Una generazione nata precaria, mentre scompare la mediazione

Intervento di Valentino Parlato

Dietro il passamontagna del 15 ottobre, di L. Caminiti

La forma corteo è finita, ce ne vuole un’altra di Girolamo de Michele | il Manifesto

Distruggere la paura, affermare il comune (di Uninomade)

Note sul 15 ottobre, di Toni Negri

Dibattito su Giap! di wumingfoundation

 

Tolte le misure cautelari agli antifascisti

Nessuna equiparazione fra i fascisti e chi li contrasta!
CasaPound e Blocco Studentesco sono bande fasciste protette dal potere politico!
L’antifascismo non si arresta!

foto

Il Tribunale del Riesame di Roma ha deciso di togliere le restrizioni “cautelari” imposte dal GIP in data 22 aprile ai quattro studenti antifascisti a causa delle aggressioni operate da Blocco Studentesco e
Casapound a Tor Vergata e Valco S.Paolo. Speriamo si sgretoli presto ogni ricostruzione tipo “rissa tra opposti estremismi”, così come invece con l’operazione del 22 aprile si voleva lasciare intendere all’opinione pubblica.

La mattina di martedì 4 maggio si è svolta l’udienza del Tribunale del Riesame di Roma sui ricorsi contro le misure cautelari imposte a 4 giovani antifascisti, incredibilmente equiparati agli aggressori delle bande fasciste di CasaPound e Blocco Studentesco all’opera nei recenti raid all’Università di Tor Vergata e davanti alla Facoltà di Lettere e Filosofia di RomaTre a Valco San Paolo.
Nessuna equiparazione è possibile tra chi attacca la libertà e chi la difende: rifiutiamo le mistificazioni che ripropongono la tesi degli “opposti estremisti” e che hanno portato persino alla gogna per chi ha contestato la presenza sul palco del 25 aprile a Roma d’una delle figure protettrici di questi fascisti, la neoeletta presidente della Regione Lazio Renata Polverini, appena qualche ora dopo l’ennesima apologia del Ventennio con i ritratti di Benito Mussolini affissi sui muri della capitale.
Tutte le antifasciste e tutti gli antifascisti della città sono chiamati a manifestare il loro sostegno e la loro solidarietà a questi giovani e studenti, tutta la Roma libera è chiamata a difendere la libertà di resistere.
Facciamo appello a che sia numeroso e partecipato il presidio solidale convocato dalle 9.30 di martedì 4 maggio in via del Golametto – Piazzale Clodio davanti all’ingresso del Tribunale di Roma.
Media indipendenti e non sono invitati per la conferenza stampa che il presidio svolgerà al fine di diffondere la documentazione sulla ormai insopportabile serie di aggressioni perpetrate dalle bande neofasciste più care al potere politico, che le protegge e le promuove.

Acrobax – All Reds – Coordinamento Cittadino di Lotta per la Casa – Rete de* Indipendenti – Assemblea Permanente Studenti Roma Tre – Studenti Antifascisti Tor Vergata – Blocchi Precari Metropolitani – Bpm – Horus project – Astra 19 –  Rappresentanze Sindacali di Base – Rdb – Unione Sindacale Italiana – Usi-Ait – Coordinamento dei Collettivi della Sapienza – Strike – Esc – Rete dell’ Autoformazione – Action – Corto Circuito – Strada – San Papier – Spartaco – Macchia Rossa – Forte Prenestino – RAM- Militant- Senza Tregua- Assemblea di fisica la sapienza – Resistenze Universitarie la Sapienza – Collettivo ingegneria la Sapienza – L38 Squat – La Talpa – CSOA La Torre

Il Tribunale del Riesame di Roma ha deciso di togliere le restrizioni
“cautelari” imposte dal GIP in data 22 aprile ai quattro studenti
antifascisti a causa delle aggressioni operate da Blocco Studentesco e
Casapound a Tor Vergata e Valco S.Paolo.
Speriamo si sgretoli presto ogni ricostruzione tipo “rissa tra opposti
estremismi”, così come invece con l'operazione del 22 aprile si voleva
lasciare intendere all'opinione pubblica.
Gli stessi obblighi cautelari sono stati tolti anche ai quattro
neofascisti coinvolti nell'indagine. 
Il Tribunale del Riesame di Roma ha deciso di togliere le restrizioni

“cautelari” imposte dal GIP in data 22 aprile ai quattro studenti

antifascisti a causa delle aggressioni operate da Blocco Studentesco e

Casapound a Tor Vergata e Valco S.Paolo.

Speriamo si sgretoli presto ogni ricostruzione tipo “rissa tra opposti

estremismi”, così come invece con l'operazione del 22 aprile si voleva

lasciare intendere all'opinione pubblica.

Gli stessi obblighi cautelari sono stati tolti anche ai quattro

neofascisti coinvolti nell'indagine.

Intanto, finalmente, siamo di nuovo liberi!

Intanto, finalmente, siamo di nuovo liberi!

Lettera di un detenuto politico greco

Traduzione a cura di www.antifaresistance.org

La seguente lettera é stata scritta nella prigione di Corinto da Christoforos Kortesis (uno dei 6 anarchici arrestatati durante il caso “Revolutionary Struggle”)
30 aprile 2010

Il 10 Aprile, 6 persone sono state arrestate e portate negli uffici centrali della Polizia (GADA). Io ero tra loro. Non sapevamo la ragione per cui eravamo detenuti, e i poliziotti non ci hanno permesso neanche di contattare i nostri avvocati, era una deportazione di forza ci hanno detto (credo sia abduction=deportazione di forza, dato che adduction non significa un cazzo…). Dopo 56 ore – in cui non ci hanno permesso neanche di parlare tra di noi – siamo stati portati di fronte al tribunale di via Evelpidon e accusati di partecipazione a un “Revolutionary Struggle”. Il mio arresto é conciso esattamente con le dichiarazioni del primo ministro Papandreou favorevoli alla possibilitá che la Grecia accetti prestiti dal Fondo Monetario Internazionale. É ovviamente assai improbabile che tutto ció sia una coincidenza, dato che lo stesso accadde nei raid della polizia nel presunto “rifugio Halandri” e nel caso degli arresti di vari compagni effettuati dal precedente partito di governo Nea Dimokratia, solo qualche giorno prima delle elezioni del 2009.
L’inizio della campagna di disinformazione seguita subito dopo il nostro arresto, con la solita propaganda televisiva, tra la feccia varia, non ci ha affatto sorpreso. Hanno mostrato cose che non sono state riportate nemmeno dai reporti legali e hanno iniziato a costruire un quadro accusativo assolutamente assurdo arrivando addirittura all’attacco delle Torri Gemelle!!!
Immediatamente siamo stati giudicati colpevoli dai media che hanno iniziato una gara a chi divulgava piú informazioni possibili sulle nostre vite personali; a chi per primo fosse riuscito a scattare foto del nostro appartamento-rifugio e riportare quale sono le nostre motociclette preferite, a che ora andiamo a letto, quando e quante volte facciamo l’amore e cose simili: semplicemente una serie di offerte all’altare dello spettacolo. Comunque, niente di tutto ció mi ha sorpreso. Sono assolutamente cosciente che i mezzi di telecomunicazione nelle nostre “democrazie” giocano esattamente lo stesso ruolo dei ministeri della propaganda nei regimi totalitari.
Il popolo Greco realizzerá senza dubbio che, anche dopo che questi terroristi assetati di sangue sono stati arrestati, niente é cambiato nella loro vita quotidiana. Se qualche tempo fa i padroni soleveno offrire alla gente le rimanenze dei loro ricchi banchetti, ora non faranno neanche questo. Ma in tempi di crisi acuta e disparitá sociali come questi, la gente puó arrivare a fare cose che prima non avrebbe mai immaginato. Le ribellioni di massa che sono esplose in tutta la Grecia dopo l’omicidio di Alexis Grigoropoulos, due anni fa, sono state giusto un piccolo assaggio – che ha alimentato le speranze di alcuni e la disperazione di altri…La repressione sará oggi piú dura che mai nella speranza di sconfiggere in primo luogo la parte piú radicale della societá, il loro piú grande nemico, il movimento anarchico anti-autoritario. Questa é la ragione per cui, nonostante attualmente la disoccupazione sia superiore al 15 %, Chrisochoidis punta a spingere sempre piú persone ad arruolarsi nelle forze di sicurezza per combattere la crescita della minaccia di terrorismo, mentre l’unico obiettivo é quello di rafforzare le linee difensive dello stato.
Ma é esattamente in questi tempi di crisi che dinnanzi a noi si presenta un’occasione unica per radicalizzare diversi gruppi sociali. É in questi tempi di crisi che tonnellate di esplosivo si sono accumulate alle fondazioni del sistema capitalistico e l’unica cosa che manca, cari compagni, é accendere la miccia!
D’altra parte non voglio entrare nel merito dei capi di accusa che pendono su di noi dato che innocenza e colpevolezza dipendono dalla parte della barricata in cui abbiamo deciso di stare nelle nostre vite. Se la polizia, i giornalisti, i politici, i banchieri, o i giudici considerano qualcuno colpevole in nome della democrazia borghese, allora tutti loro sono colpevoli in nome della giustizia pubblica.
Per le stesse ragioni non racconteró le condizioni in cui siamo stati detenuti i primi giorni nel GADA. Come anarchico considero me stesso e i miei compagni prigionieri di guerra. Questa guerra, di cui Chrisochoidis ha preso coscienza solo qualche mese fa, che é condotta con rabbia da secoli tra i padroni e le masse in rivolta.
Ognuno ha giá scelto da che parte stare e quando si realizza di stare dalla parte sbagliata della barricata, allora sará giá troppo tardi…

Pazienza e determinazione per tutti coloro che hanno scelto di intraprendere il turbolento percorso della storia verso la rivoluzione…

Onore per sempre all’anarchico Lambros Fountas

Addio, un compagno

https://roma.indymedia.org/node/19837

Scontri Ostiense: aggressione di Casa Pound e Blocco Studentesco

La notte tra il 13 e il 14 aprile la Rete Sociale dell’XI municipio, rete plurale di associazioni, centri sociali, movimenti per il diritto all’abitare e collettivi studenteschi del territorio, affiggendo manifesti per la campagna referendaria per l’acqua pubblica e quelli dei collettivi studenteschi impegnati nella campagna elettorale universitaria, ha incontrato in zona Valco San Paolo un gruppo di militanti di estrema destra appartenente al Blocco Studentesco alias Casapound che si aggiravano armati di mazze chiodate, catene e bastoni fra i quali indubbiamente vanno annoverati quelli poi sequestrati dalle forze dell’ordine. Attaccati da una formazione paramilitare che ha rivelato gli stessi protagonisti e le stesse modalità del noto episodio dell’attacco all’Onda in Piazza Navona nel 2008 – la rete è comunque riuscita ad allontanare la squadraccia.

I giorni successivi. Il quartiere, le realtà autogestite, la rete sociale dell’XI municipio hanno risposto a modo proprio ai gravissimi eventi della notte precedente, quando appartenenti a Casa Pound/Blocco Studentesco, dopo aver incassato la partecipazione di parlamentari PDL, sono finalmente riusciti a realizzare il proprio sogno, un attacchinaggio nella zona per  cui hanno dovuto chiedere la collaborazione e la protezione esplicita delle forze dell’Ordine,che presidiavano tutta la zona. Oggi pomeriggio invece, da soli ma davanti a tutta la cittadinanza, collettivi, studenti, centri sociali e associazioni del territorio, alla luce del sole, hanno ripulito i muri del quartiere dalla propaganda elettorale neofascista, sostituendola con messaggi più degni dell sua storia recente. Seguono alcune foto dell’iniziativa.

[slideshow id=313]

acro03216 Aprile. Nella notte tra giovedi e venerdi gravissimo episodio e inquietante precedente. Casa Pound e Blocco Studentesco sono tornati in zona San Paolo Ostiense, dove  nelle notte tra martedi e mercoledi avevano tentato di aggredire gli attivisti della Rete sociale dell’XI municipio che li avevano respinti. Alcune decine di auto, coadiuvate da alcune volanti di Polizia e Carabinieri, hanno scorrazzato per ore in lungo e in largo, attaccando manifesti sulla loro campagna elettorale. Lo hanno fatto protetti dalle forze dell’ordine che avevano militarizzato tutta la zona.

Nel frattempo il laboratorio Acrobax, sotto attacco neofascista e mediatico nei giorni scorsi, era presidiato da centinaia di attivisti provenienti da molteplici realtà antifasciste della città, giunte sul posto in pochissimo tempo. Come si nota nella foto, molte volanti controllavano – come richiesto dai ribelli di Casa Pound – che nessuno si avvicinasse alla coraggiosa truppa attacchinante.

22 aprile | Tentata aggressione di Casa Pound a Ostia

17 aprile | Imbrattato murales per Renato Biagetti a San Paolo

16 aprile | Breve storia di tre giorni inquietanti

14 aprile | Appello alla mobilitazione

14 aprile | Comunicato della Rete sociale XI Municipio sugli scontri di Roma Tre

Il tam tam delle agenzie stampa

Crisi, conflitto, democrazia

img6594Le violente cariche di Mercoledì scorso 10 Febbraio 2010 davanti alla Prefettura di Roma hanno rappresentato l’ennesimo, gravissimo episodio di violenza poliziesca ed istituzionale. Di fronte alle cariche gratuite e ad un accanimento che ci ricorda le pagine buie di Genova 2001, nessuno può tacere. In gioco c’è la difesa delle legittime resistenze alla crisi e con esse degli spazi collettivi di agibilità democratica. Il rischio è che prevalga l’idea che dall’emergenza si esca con la sospensione dei diritti, la limitazione delle tutele, delle manifestazioni, del dissenso. Che la vera risposta alla crisi diventi la crisi della democrazia: un rapido declino verso l’autoritarismo e lo stato di polizia.

Il crescente numero di posti di lavoro a rischio, la crisi dei redditi, la devastante precarietà abitativa e sociale, la costante perdita di diritti in sempre più larghi settori di società, i meccanismi securitari e di controllo che indicano nel diverso e nel migrante le minacce da combattere, disegnano il panorama di una crisi profonda, di una caduta libera che sta trasformando il volto stesso del nostro paese. La risposta governativa alla crisi è il sostegno incondizionato a coloro che l’hanno generata, banche e grandi imprese, senza adeguati interventi a difesa dei posti di lavoro, misure reali per la garanzia dell’occupazione, dei redditi, del diritto alla casa. In un contesto in cui il tasso di disoccupazione supera ormai l’8.5% , dato sottostimato per via della casse integrazioni che ancora contengono il bacino della disoccupazione senza le quali avrebbe già superato il 10%, l’Italia e la Grecia, sono gli unici due paesi in Europa a non avere nessuna forma di protezione sociale e redistribuzione di  reddito per i disoccupati e i precari.

Una sudditanza istituzionale e politica verso i poteri forti e il loro denaro, mascherata con la giustificazione delle insufficienti risorse pubbliche, che continua a svuotare le tasche di tante donne e tanti uomini che provano a sopravvivere ai licenziamenti, alla cassa integrazione, al lavoro interinale, agli sfratti, allo sfruttamento e alle deportazioni.
L’assenza di risposte e provvedimenti reali, genera fenomeni di resistenza diffusa, lotte, spinge chi è costretto a sopportare condizioni di vita sempre più difficili e precarie ad organizzarsi, ad unirsi per reclamare una via d’uscita alla crisi, per riconquistare diritti.
Vite che non accettano di essere sacrificate sull’altare del mercato, che vogliono rimanere aggrappate al presente per immaginare ancora un futuro diverso e migliore. Storie a cui si risponde sempre più spesso con l’uso della forza pubblica, con l’oscuramento e la repressione.

Martedì 16 febbraio 2010
Ore 17.00
presso la Provincia di Roma (Palazzo Valentini – Sala della Pace – via IV Novembre)
ASSEMBLEA PUBBLICA

Hanno già dato la propria disponibilità a partecipare:

Luigi Nieri (Assessore Regione Lazio), Pancio Pardi (Palramentare), Massimo Rendina (ANPI), Ivano Peduzzi (Consigliere Regionale), Gianluca Peciola (Consigliere Provinciale), Massimiliano Smeriglio (Assessore Provincia di Roma),

Promuovono:
Lavoratori Eutelia, Precari Ispra, Lavoratori Italtel, Autoconvocati Sirti, Cassintegrati Alitalia, Lavoratori Telecom, Coordinamento Precari della Scuola, Comitati per il Reddito, Movimenti per il Diritto all’Abitare , Rete Romana Contro la Crisi

Denunce per il G8 a Roma

Concluse le indagini giudiziarie contro chi contestò a Roma il G8 del luglio 2009.  Venti attiviste e attivisti denunciati con accuse paradossali, per colpire ancora una volta i movimenti sociali

g8Nei giorni scorsi sono state chiuse dalla magistratura inquirente le indagini preliminari a carico di chi contestò a Roma nel luglio 2009 il G8 della crisi e di Berlusconi. Ci sono ora formalmente 20 giovani attiviste e attivisti, di Roma e di Napoli ed internazionali, denunciati con accuse quali resistenza aggravata a pubblico ufficiale, lesioni aggravate e danneggiamento seguito da incendio. Accuse paradossali e che suonano come una beffa, visto l’unico episodio contestato: ossia il corteo di adesione alla “V Strategy” contro il summit, il 7 luglio 2009 nella zona di Testaccio-Piramide. In quell’occasione una manifestazione, partita da un’occupazione di studenti universitari e movimenti, fu caricata a freddo e per oltre un chilometro, con un intero quadrante di Roma completamente blindato e militarizzato, con una vera e propria caccia all’uomo, rastrellamenti dentro i palazzi e un già abnorme bilancio repressivo di 30 fermati, dei quali 8 arrestati e quattro sottoposti per molti mesi (fino a fine dicembre 2009) a pesanti misure cautelari.
E’ a partire da quella razzia poliziesca che dopo l’estate scorsa si è scatenata un’ondata di repressione contro i movimenti sociali nella Capitale, dagli interventi violenti contro le iniziative di lotta per il diritto all’abitare come contro manifestazioni studentesche e antirazziste, agli sgomberi di occupazioni abitative, campi rom, spazi sociali autogestiti vecchi e nuovi. Qualcosa che accade anche nel resto del Paese, a riprova che colpendo chi si attivò pubblicamente contro il G8 della crisi si voleva e si vuole colpire chi si attiva ogni giorno nei territori, nelle università, nei posti di lavoro per nuovi diritti, per la libertà, per l’autodeterminazione…
Chiunque si ribelli o contesti o trasgredisca viene colpito dalla scure repressiva , tanto più quanto peggiore si fa la crisi economica e sociale, proprio mentre chi della crisi è responsabile e insieme gestore si considera invece esente nelle parole e nei fatti da ogni denuncia, da ogni processo, da ogni giudizio.
Molti sono i ragionamenti e le parole che potremmo e dovremo spendere per analizzare l’attuale contesto sociale, economico, repressivo in Italia e in Europa, anche alla luce dell’ultimo vertice sul clima di Coopenhagen COP15 e molti sono i progetti atttivi e in attivazione intorno al tema della libertà di movimento per tutt*.
Ma una cosa è certa. Noi che aderimmo all’appello della tripla V – Viola, Vendetta, Vittoria – , vediamo oggi che quel grido si è fatto ancora più esteso, allargandosi a quante e quanti alzano la testa contro gli abusi di potere coi quali il governo della crisi procede a travolgere le nostre vite, i nostri diritti, le nostre libertà. E chi ci volle intimidire ci vede oggi al fianco di chi si batte contro la precarietà come i lavoratori dell’Eutelia, dell’Ispra, i precari della scuola e dell’università, per un diritto all’abitare per tutt*, per un diritto al reddito oltre le elemosine e le lotterie pubbliche attuali, per i diritti dei migranti e la costruzione dello sciopero del 1° marzo 2010.

Nel tempo della tanto agitata crisi e nella stagione italiana degli abusi di potere in nome della “sicurezza”, c’è davvero una montagna di ragioni per essere ancora, sempre di più, ostinatamente in movimento…

LEGGI ANCHE, SE TI VA:

C’era una volta il G8 di Luglio

La paura è una marea, torna indietro a chi la crea

Tavolo di discussione all’interno di ID09, Independence Days Festival, nella giornata di venerdi 20 marzo.

Il governo della crisi ha instaurato di fatto uno stato di eccezione permanente, in cui attraverso la paura e in nome dell’interesse nazionale vengono colpite le fasce più deboli e viene repressa ogni forma di dissenso, di alternativa, ogni spazio di libertà. Attraverso questo meccanismo,diffuso e amplificato tramite media,  dalla mancanza e restrizione dei diritti il discorso viene deviato, nel tentativo di individuare di volta in volta soggetti da indicare come responsabili. Continua a leggere