Una scelta chiara e limpida come l’acqua. Sui Referendum del 12 e 13 Giugno

Noi votiamo SI per la difesa dei beni comuni e contro il nucleare!

Domenica e lunedi si svolgeranno in Italia i referendum. Tra questi, i due quesiti per l’acqua che abbiamo promosso all’interno del comitato promotore. Ma dietro questa singola sigla, e la formalità che ne deriva, ci sono decine di realtà, sparse su tutti i territori d’italia, centinaia di persone, uomini e donne, cittadini e cittadine che si sono attivate per far vivere una battaglia ben più larga per qualità e ben più lunga come tempo.

Per noi è chiaro che sia uno spartiacque, ma non contro o per quel governo. Per noi è chiaro che se i cittadini si esprimeranno per il si vorranno mandare un messaggio chiaro a tutti. Perchè questi quesiti referendari parlano la lingua dei diritti: per tutti e per tutte e non assimilabili a bisogni da dover comperare.
Infatti, un anno fa, quando abbiamo iniziato a raccogliere le firme (e ne sono arrivate tantissime, come mai nella storia della Repubblica italiana) dicevamo che l’acqua è un bene comune, un simbolo della nostra vita costretta alle regole del mercato, dicevamo che in quella battaglia si trovavano le istanze che non sono rappresentate dagli eletti del Parlamento.

In quell’affermazione stava non un accusa o espressione di anti-politica; in quell’affermazione c’era una ripresa della parola. La scelta di decine di persone di prendere in mano la propria espressione, di usare la propria voce, in prima persona.
Noi, quel popolo che va sotto il nome di “popolo dell’acqua”, che va dalle parrocchie ai centri sociali, poniamo oggi un’istanza riguardante l’acqua in una modalità di partecipazione diretta, una presa di responsabilità collettiva perchè vogliamo porre una nuova questione del bene pubblico come bene della collettività che poco ha a che fare con le gestioni stataliste o di spartizione di poltrone.
Poniamo una questione che ha che fare con la gestione delle risorse idriche, ma anche con la partecipazione alla vita politica, alle sue forme di organizzazione e con quella profonda divisione che si è aperta all’interno della società del nostro paese.

Poniamo una questione che ha a che fare con la salute delle generazioni future, con la possibilità di sfruttare risorse energetiche alternative, siamo il paese del sole, del vento, del mare, per questo siamo contro la costruzione delle centrali nucleari.

Non siamo orfani di nessun partito e non siamo alla ricerca di Padri o Madri putativi.
Siamo figli e figlie dell’indipendenza e dell’autonomia delle nostre idee e dei nostri percorsi.
Ed è per questo che con migliaia di persone ci siamo riconosciuti e abbiamo condiviso un ragionamento molto avanzato; perchè i cittadini e le cittadine sanno comprendere molto bene qual’è la loro condizione e non sono sprovveduti o immaturi come spesso le dirigenze politiche, tutte, tendono a rappresentarli.
Abbiamo notato, in questi mesi, quali difficoltà, più o meno coscienti, ci siano da parte dei grandi media e da molta parte delle organizzazioni politiche classiche nel saper comprendere chi siamo, a darci uno spazio se non di riflesso. Noi quello spazio ce lo siamo comunque preso per le strade, con centinaia di banchetti ed iniziative, con parole e azioni, con confronti e relazioni. Un tessuto sociale nuovo si è ricomposto e organizzato.

Oggi poniamo una volta di più una domanda di democrazia reale, di libertà dalle necessità del profitto e dalle logiche di clientela.
Ugualmente abbiamo dato delle risposte chiare e limpide come, d’altronde, è l’acqua.

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