Francia | Palestina - Lettera aperta ai manifestanti «pro-palestinesi»
traduzione da non-fides.fr
Lettera aperta ai manifestanti « pro-palestinesi ».
Alcuni di voi sono degli habitués, dei sinistrosi agguerriti, politici in erba o sperimentati, che navigano su un’onda che finirà immancabilmente per sorpassarvi, che a dire il vero vi oltrepassa di già, e di gran lunga, come accade sempre agli utili idioti. Altri si trovavano là per caso o quasi, grazie al passaparola, con una causa talmente strumentalizzata dai diversi opinion leader che vi sareste sentiti colpevoli di non fare la vostre buona azione per le “vittime”, allo stesso modo in cui altri danno qualche euro alla Croce Rossa, al curato, al rabbino o all’imam. Manifestazioni piene di bandiere nazionali, di slogan nazionalisti, razzisti, al grido di Allahu akbar, con dei seguaci di Dieudonné (1) armati dei loro ananas e dei folli di dio pronti a sacrificarvi tutti appena il loro dio lo ordinerà.
Fuori dai gangheri a causa delle provocazioni dei piccoli scagnozzi dell’estrema destra ebraica della LDJ (2), siete andati a manifestare, bandiere palestinesi e cartelli in mano, a Barbès, a Sarcelles (3) e altrove, contro la nuova offensiva israeliana a Gaza. Siete contro “l’ingiustizia” e per le “vittime”. Ma dov’eravate quando, sempre a Barbès, la polizia faceva retate di massa di sans-papiers, per espellerne qualcuno ed insegnare la paura a tutti? Dov’eravate quando la Francia bombardava la Costa d’Avorio, la Libia o la Repubblica Centrafricana? Dite che non vi piace che vengano assassinati dei bambini perché i bambini sono innocenti, allora dov’eravate quando lo Stato che VI governa assassinava i bambini di questi paesi? Ci sono, secondo voi, dei bambini che valgono più di altri? La vita di un bambino palestinese vale di più di quella di un afgano, di un congolese, di un birmano o di un israeliano? Non vi abbiamo visti rivoltarvi contro la gentrificazione del vostro quartiere, che, col sorriso, ci sta sbattendo fuori poco alla volta; non vi abbiamo visti rivoltarvi quando la polizia francese (anch’essa forza d’occupazione) assassinava o molestava, ogni giorno; non vi abbiamo visti lottare contro le prigioni e i CIE, che servono a sbarazzarsi dei poveri; contro i padroni che vi sfruttano, contro il terrorismo di Stato. È meno esotico, certo, e non è mai stato di moda, lo sappiamo fin troppo bene. Ma se è l’esotismo che cercate, andate al cinema, oppure prendete un biglietto aereo per il Cairo e poi attraversate la frontiera. Se è la vostra rivolta che volete esprimere, allora almeno esprimetela contro i vostri oppressori diretti, qui ed ora.
Se manifestate in così gran numero per il “popolo” palestinese (un popolo ed una nazionalità inventati nello stesso momento che il “popolo” israeliano ed il suo Stato), è forse in quanto arabi? Ma perché un arabo di Francia sarebbe più toccato dalla situazione a Gaza, all’altro capo del mondo, che per gli assassinii della polizia francese all’angolo della sua strada? Oppure in quanto mussulmano? Ma qual è il rapporto fra la vostra religione ed il conflitto, territoriale e nazionalista, israelo-palestinese? Forse si tratta di internazionalismo? Allora smettete di difendere una nazione ed un “popolo”. Forse reagite in quanto esseri umani, in nome della “giustizia universale”? È probabilmente meno peggio, ma allora perché non reagite quando vengono massacrati dei prigionieri a qualche centinaio di metri da casa vostra, quando dei rom vengono sgomberati con la violenza e viene appiccato il fuoco ai loro accampamenti di fortuna, con la complicità diretta del potere, quando delle donne vengono massacrate in Nigeria, quando un’etnia ne massacra un’altra in Ruanda o in Birmania, quando le milizie padronali sparano sulla folla degli scioperanti in Africa del Sud o in Bangladesh? Perché le centinaia di migliaia di morti, le inimmaginabili crudeltà compiute nel Darfur non vi fanno scendere nelle strade di Barbès, di Sarcelles o altrove? Più semplicemente, perché non reagite quando gli sbirri, i padroni ed i politici di ogni origine vi sfruttano, vi derubano e reprimono, qui ed ora? E perché siete pronti, col pretesto di una causa comune, a manifestare con i vostri nemici: i politici, i religiosi ed i piccoli padroni? L’offensiva israeliana vi ha fatto dimenticare che siete dei poveri a cui i ricchi fanno la guerra, per mezzo di agenti immobiliari, di sbirri e giudici?
Immaginiamo per un momento che il colonialismo israeliano cessi e che la guerra israelo-palestinese si chiuda alla fine con una vittoria delle autorità palestinesi a Gaza e in Cisgiordania. I palestinesi potranno infine avere il loro seggio all’ONU, il loro Stato sovrano, con i suoi sbirri palestinesi, i suoi giudici palestinesi, le sue prigioni palestinesi, i suoi diplomatici palestinesi, i suoi padroni palestinesi etc. (ed in parte è già così); ciò renderebbe i palestinesi più felici e più liberi? Questo mondo di secondini, di sbirri e di denaro vi sembrerebbe infine più vivibile?
La maggior parte dei palestinesi e degli israeliani che abbiamo incontrato in Medio Oriente non desiderano che una cosa: vivere in pace, lontano dalle bombe e dai militari, ed odiano i “loro” governi. Vivono sognando di poter vivere senza il terrore di un bombardamento “chirurgico” o di un razzo sopra le proprie teste e quelle di coloro che amano. La maggior parte dei palestinesi e degli israeliani che abbiamo incontrato in Medio Oriente sono rassegnati a vivere così, perché tutto ciò dura da più di 50 anni. Alla maggior parte dei palestinesi e degli israeliani che abbiamo incontrato in Medio Oriente piacerebbe che li lasciaste tranquilli, pure voi che prendete in ostaggio questo conflitto che non capite per servire a scopi politici e religiosi all’altro capo del mondo, oppure semplicemente per divertirvi un po’ a manifestare. Ma è veramente questa la migliore occasione per divertirsi, mentre fanatici e razzisti si danno da fare a fondo per recuperarvi e servire le loro agende politiche sulle vostre spalle?
E gli abitanti di Sarcelles che si sono svegliati il mattino di lunedì 21 luglio, cos’avevano fatto perché le loro botteghe fossero bruciate? Erano ebrei? Bella roba… Quale responsabilità, quale rapporto fra loro e la politica israeliana? La maggior parte di loro, come voi, non sa nulla di quel conflitto e non ha alcun rapporto con quei due Stati. Se ve la prendete con le religioni o con i nazionalismi, allora prendetevela con tutti e bruciate tutte le bandiere – o nessuna. Ma ne abbiamo abbastanza del razzismo che si esprime fra i vostri ranghi e della confusione che contribuite a rafforzare, al servizio del potere. Che i poveri si facciano la guerra fra loro, ciò gli fa comodo. Che i poveri si preoccupino delle loro piccole identità frammentate, delle loro piccole bandiere, dei loro piccoli pezzi di territorio, delle loro comunità-prigioni, anche tutto ciò fa comodo al potere.
Allora, cari “compagni”, fra la guerra civile e la guerra sociale, dovrete scegliere il vostro campo. E quello della guerra sociale non si interessa al colore della vostra pelle o alla vostra identità immaginaria e prefabbricata. Se siamo tutti rivoltati da questa guerra che non sembra poter mai finire, dobbiamo porci la questione di cosa potremmo fare per impedirla, a partire da là dove siamo, con le nostre deboli forze. Bruciare un negozio d’alimentari kasher e lasciare i ricchi beneficiare del razzismo fra poveri e delle nostre divisioni, oppure attaccare lo Stato ed i suoi tentacoli, tutti gli Stati, in modo che non possano mai più farsi la guerra fra di loro, servendosi di noi come carne da cannone?
Né Israele, né Palestina, né Francia!
Per un mondo senza Stati, né bandiere, né frontiere, né patrie, né nazioni!
Alcuni/e anarchici/e
1 - “Umorista” francese noto per le sue posizioni ferocemente antisemite, negazioniste e vicine all’estrema destra più becera. Nella canzone Shoananas, che chiude ogni suo “spettacolo”, Dieudonné deride il genocidio nazista degli ebrei. L’ananas viene quindi usato dai suoi seguaci come simbolo antisemita; NdT.
2 - Ligue de défense juive, gruppuscolo nazionalista ebraico, di estrema destra, sezione francese della Jewish Defense League, che dice opporsi all’antisemitismo, ma in realtà difende lo Stato di Israele e propaga il razzismo antiarabo; NdT.
3 - Barbès : quartiere popolare del nord di Parigi ; Sarcelles : città della banlieue nord di Parigi, dov’é stabilita una grande comunità ebraica sefardita (e in cui, come in tutte le banlieues popolari parigine, una grande parte della popolazione è di religione musulmana); NdT.
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