[Cg] Azione diretta alla ASL 8
I 17 febbraio è stato occupato l'ufficio della Struttura Dipartimentale Salute e Ambiente (SSD), responsabile dei monitoraggi ambientali e sanitari presso il Poligono Interforze del Salto di Quirra.
Nel seguito il documento diramato nel corso della protesta.
le condizioni sanitarie ed ambientali attorno al Poligono Interforze del Salto di Quirra (PISQ) sono note ormai a tutti. Inquinamento, cancri, leucemie, aumento dei diabetici di circa il 300%, linfomi "non Hodgkin's", malformazioni alla nascita, aborti tra esseri umani ed altri animali, fanno stragi da decenni.
Neppure il governo può più negare tale realtà, tanto che di recente ha promesso indennizzi per civili e militari che riuscissero mai a dimostrare il nesso tra decessi e malattie mortali con le attività militari a Quirra ed altrove.
Nessuno però intende porvi rimedio. Si evidenzia così il connubio tra le istituzioni civili, sanitarie e di prevenzione, i militari e le industrie belliche, al punto che considerano, e trattano di conseguenza, le popolazioni locali ed il loro territorio al pari di nemici veri e propri. E' chiara la contrapposizione di interessi: da un lato i grandi investimenti industriali e le politiche economiche e militari, dall'altro le popolazioni residenti. I primi hanno buon gioco a proporsi come unico amministratore delle notizie provenienti dai poligoni, come titolare delle indagini sanitarie ed ambientali, oltre che dipingere le proprie attività come l’unica possibilità economica per il territorio, arrivando all’infamia di accusare i malati e le loro famiglie di essere solo interessate agli indennizzi.
Illuminante in merito l'indagine della Regione nel 2006, quando invece che concentrare gli studi sui circa 400 individui direttamente interessati, si diluì il campione sull'intera popolazione di parte dell'Ogliastra, del Sarrabus e del gerrei (circa 28 mila abitanti) - non riuscendo comunque a nascondere l'incidenza di tumori eguagliabile alle aree industriali. Inoltre il direttore della ASL competente di allora, Aste, senza alcun pudore scientifico, sostenne la conclusione medico-politico-militare del sottosegretario Cicu, secondo cui sarebbe l'arsenico il responsabile delle stragi in corso.
Le strutture regionale di prevenzione e sanità, dall'Agenzia Regionale per la Protezione dell'ambiente (ARPAS) alle ASL, alla Struttura Dipartimentale Salute e Ambiente (SSD), tacciono le responsabilità altrui e ne avvalorano direttamente l'operato.
I responsabili della catastrofe ambientale e sanitaria sono molti e tutti si possono bloccare.
Il 17 febbraio 2010 è stata intrapresa una azione di lotta contro i vertici della SSD, in via Romagna 16 a Cagliari (con a capo la dott.ssa Maria Grazia Serra, responsabile altresì della ASL n. 8 - Cagliari), colpevoli, tra l'altro, di non adempiere ai loro compiti istituzionali (che pur costano una quantità enorme di danaro puibblico), tra i quali:
1) l'elaborazione di mappe delle fonti di rischio
2) la progettazione di bonifica di siti inquinati;
3) l'indagine sulle relazioni tra fattori di rischio ambientale e la popolazione esposta;
4) l'effettuazione di studi di epidemiologia descrittiva geografica;
5) l'elaborazione di dati sanitari ed ambientali;
oltre a non aver ancora istituito il registro dei tumori.
Abbiamo considerato che scoprire i meccanismi ed i responsabili delle epidemie non serve a nulla se non ci si mobilita in prima persona per bloccarli. Abbiamo altresì compreso che la denuncia pubblica non è sufficiente a fermarli. Perciò ci siamo uniti per agire.
L'iniziativa dimostra che è possibile e dovuto lottare contro le strutture militari direttamente presso le persone e gli Enti che hanno oggettive responsabilità e stimolare la crescita di un movimento di opposizione alla presenza militare in Sardegna che parta da un punto di partenza imprescindibile: il rifiuto di qualsiasi compromesso con le strutture produttrici di morte.
Antimilitaristi No PISQ
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