[Cn] Corteo Antifascista
Corteo antifascista a Cuneo
Sabato 21 Gennaio
concentramento ore 16
giardini davanti Stazione FS
Contro il fascismo, il razzismo e il delirio securitario che li fomenta e protegge
In solidarietà agli antifascisti sotto processo
26/02/2011: scontri in occasione dell’apertura di Casa Pound a Cuneo
27/05/2011: perquisizioni, arresti e misure cautelari contro 21 antifascisti
25/01/2011: processo di primo grado presso il tribunale di Cuneo
Non sentiamo il bisogno di fare leva sui più recenti episodi di odio razzista accaduti nel nostro Paese per motivare quanto irrimandabile e sensato sia stato il tentativo di impedire ai fascisti di Casa Pound di aprire una loro sede qui da noi. Sono anni che le metastasi dell’estrema destra, da sempre burattino nelle mani dei reali responsabili di sfruttamento e degrado, si sono propagate in un tessuto sociale preda di paure e sempre più indeciso ad alzare la testa e ribellarsi. In troppi - per fortuna non tutti - hanno girato la faccia dall’altra parte pensando che certi orrori non potessero tornare a minacciarci e ci ritroviamo così oggi a fare i conti con una “democrazia nata dalla Resistenza” che è scivolata senza appigli nel baratro di un deja vu totalitario guerrafondaio e razzista.
I tempi sono cambiati: segregare si dice gestione dei flussi migratori o salvaguardia dell’incolumità del cittadino, ridurre in miseria le popolazioni e avvelenare i posti in cui vivono si dice progresso, la libertà che rivendicano i fascisti per opprimere tutti gli altri deve essere tollerata come libertà di espressione.
La città di Cuneo è un caso emblematico dei tentativi di rimozione di quella coscienza collettiva, mai del tutto incanalata all’interno di partiti e istituzioni, che per decenni ha impedito che i fascisti rialzassero la testa per le nostre strade.
Affezionati come siamo a simile coscienza, rilanciamo l’antifascismo come pratica di contrasto popolare, senza connotazioni partitiche o istituzionali.
Un antifascismo che, opponendosi agli scagnozzi in camicia nera, non dimentica che alle loro spalle c’è il modello politico ed economico che ci ha portato ad una società sempre più militarizzata e discriminante. Per questi stessi motivi non saranno gradite bandiere o simboli di partito all’interno del nostro corteo.
Mentre davanti al balcone di Duccio Galimberti, torturato e ucciso dai nazifascisti, si processano alcuni tra i resistenti che hanno cercato di impedire concretamente l’apertura in città di una sede degli squadristi di Casa Pound, le scorie del totalitarismo e dell’odio razziale si sentono sempre più al sicuro. Legittimati e protetti, in un clima sociale e politico che quando non ammicca, generalmente tace nei confronti di tanti loro aberranti propositi.
Forse, come in quel lontano 1943, è tempo di scegliere da che parte stare.
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